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SIN Brescia-Caffaro

Il sito di Brescia-Caffaro è stato individuato come sito di bonifica di interesse nazionale con Legge 179/02. L’inclu-sione del sito tra i SIN trova la sua motivazione nelle evi-denze di contaminazione diffusa da metalli pesanti e PCB riscontrata nel Comune di Brescia e aree limitrofe alle zone industriali e, soprattutto, nel rinvenimento negli alimenti di livelli elevati di PCB, diossine e furani, nonché nella pre-senza di PCB nel sangue dei residenti.

Le aree circostanti l’industria Caffaro, in passato, erano quasi interamente destinate a uso agricolo e agrozootecnico, per poi trasformarsi in aree industriali e residenziali. Alla luce di tale livello di contaminazione è stato quindi ne-cessario effettuare, nell’area del Comune di Brescia, una va-lutazione del rischio igienico-sanitario, per la popolazione ivi residente, connesso alla presenza di aree agricole poten-zialmente contaminate. L’inquinante indice prioritario, per la zona in studio, è rappresentato dalla classe di composti dei policlorobifenili (PCB).

Lo studio di esposizione è stato effettuato nel 2007 valu-tando prioritariamente il rischio connesso al consumo di prodotti alimentari di origine vegetale e/o animale.10,11

Le due categorie di alimenti sono state considerate separata-mente, basandosi su un elevato numero di analisi. Per gli ali-menti di origine vegetale sono stati considerati 320 campioni per i PCB totali (PCBtot) e 50 campioni per i PCB diossina-simili (PCBdl), mentre per gli alimenti di origine animale sono stati considerati 120 campioni relativi ai PCBtot. In base ai dettagli analitici forniti dai diversi laboratori che avevano effettuato le analisi (ASL, ARPA, IZS, Istituto Mario Negri) sono state condotte due distinte valutazioni per i PCB diossina-simili e per i PCB totali.

La procedura di valutazione ha previsto una preliminare lezione dei dati, raggruppati in diversi «voci alimentari» se-condo i criteri definiti dall’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (INRAN) che stimano, nella po-polazione italiana di riferimento, il consumo medio pro

ca-pite giornaliero dei principali gruppi alimentari,

differen-ziato per fasce d’età.12,13 I dati dell’INRAN afferiscono anche al database europeo dei consumi alimentari della European Food Safety Authority (EFSA - http://www. efsa.europa.eu/it/datexfoodcdb/datexfooddb.htm). Successivamente è stato stimato il consumo giornaliero del contaminante e, in analogia alla procedura standardizzata di AdR (analisi di rischio) prevista dalla normativa vigente sulle bonifiche per il rischio sanitario connesso a suoli contami-nati è stata calcolata la dose media giornaliera (average daily

dose-ADD), utilizzata per la stima del rischio connesso a

ef-fetti tossici (non cancerogeni) e la dose media giornaliera nel corso della vita (lifetime average daily dose-LADD) utilizzata per la stima del rischio connesso a effetti cancerogeni. Tale stima ha previsto l’impiego di opportuni parametri di espo-sizione, quali la frequenza e la durata d’esposizione (exposure

frequency-EF e exposure duration-ED) e il tempo sul quale

l’esposizione viene mediata (averaging time-AT). Di fonda-mentale importanza è il già citato tasso di consumo ali-mentare pro capite (intake rate-IR).

Successivamente, è stata effettuata una stima quantitativa del rischio al quale la popolazione è esposta, integrando la stima dell’esposizione con gli opportuni parametri tossico-logici: la reference dose (RfD) per gli effetti tossici e lo slope

factor (SF) per gli effetti cancerogeni, che indica il

poten-ziale cancerogeno della sostanza stessa.

Per sostanze caratterizzate da effetti tossici l’accettabilità del rischio prevede il non superamento del livello di riferimento, mentre per sostanze con effetto cancerogeno l’accettabilità del rischio è espressa come probabilità incrementale dell’in-sorgenza di casi di tumore in una popolazione esposta ri-spetto a una popolazione non esposta.

Un’ulteriore valutazione è stata effettuata confrontando la quantità settimanale di PCBdl assunta pro capite con la dose tollerabile settimanale (tolerable weekly intake-TWI) propo-sta dal Comitato scientifico sull’alimentazione (Scientific Committee on Food-SCF) dell’Unione europea.

I risultati hanno evidenziato un rischio, sia tossico sia can-cerogeno, per ingestione di prodotti di origine vegetale so-prattutto per i bambini. Si è rilevato inoltre che, per quanto riguarda la stima del rischio effettuata tramite confronto tra il consumo settimanale pro capite per i PCBdl e il consumo «accettabile» stabilito dal SCF, la TWI non viene superata per gli adulti, mentre lo è per i bambini.

E’ opportuno osservare, tuttavia, che le stime effettuate sono conservative, in quanto si è assunto che tutti i prodotti con-sumati provengano interamente dall’area in studio, e inoltre sono stati adottati gli stessi consumi alimentari per gli adulti e per i bambini. Queste valutazioni hanno permesso di sug-gerire alle autorità locali la diversificazione della provenienza dei prodotti vegetali, con particolare attenzione alla dieta dei bambini. Per quanto concerne i prodotti alimentari di ori-gine animale, si è evidenziato un rischio per effetti tossici e cancerogeni, per adulti e bambini; in particolare, è emerso che pollame e uova sono tra i prodotti più contaminati. Le attività produttive hanno determinato negli anni emissioni in atmosfera di sostanze tossiche (cloro, mercurio, PCB) che hanno aggiunto il loro contributo alla contaminazione del-l’area e all’esposizione della popolazione. A tale proposito è stato effettuato uno studio specifico da parte dell’ISS insieme all’Istituto Mario Negri nel periodo 2007-2008 su alcuni con-taminanti nell’aria ambiente (PCB, PCDD/PCDF, IPA, me-talli). Tale studio ha confermato la presenza di molteplici «forzanti» che insistono sull’area di Brescia, dovute all’alta an-tropizzazione passata e attuale (ex-Caffaro, inceneritore, fon-derie) e la situazione nel complesso è comparabile con altre aree con alta presenza di industrie e con elevato traffico auto-veicolare. In alcune stazioni dello studio sono state anche ef-fettuate valutazioni per verificare il contributo delle fonti di emissione alla contaminazione ambientale.14

Sono attualmente in corso ulteriori approfondimenti, atti a monitorare la situazione dell’area di Brescia nelle diverse

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matrici ambientali e alimentari e a comprendere quali siano i congeneri di PCB maggiormente presenti, tenendo conto dei più recenti sviluppi scientifici riguardanti la classifica-zione dei PCB.15Gli approfondimenti saranno finalizzati, inoltre, al suggerimento di opportune modalità di gestione delle situazioni di rischio evidenziate.

SIN Priolo

Nell’ambito dei siti contaminati vi sono alcune aree in cui le vie di esposizioni sono multiple e un lavoro di tipo mul-tidisciplinare risulta fondamentale e necessario per perve-nire a una caratterizzazione del rischio. Il sito «Priolo» è incluso nell’elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale in base alla Legge 426 del 9.12.98 (art. 1, comma 4). Al-l’interno del perimetro del sito sono inclusi tra l’altro: un polo industriale costituito da grandi insediamenti pro-duttivi, prevalentemente raffinerie;

l’area marina antistante comprensiva delle aree portua-li di Augusta e Siracusa;

numerose discariche di rifiuti, anche pericolosi; lo stabilimento ex Eternit di Siracusa (dove si produce-vano manufatti in cemento-amianto);

le aree umide (saline di Priolo e Augusta).

Nell’ambito di una convenzione tra MATTM e ISS ri-guardante l’impatto su ambiente e salute in siti di bonifica di interesse nazionale sono stati raccolti nel periodo 2007-2010 tutti i dati disponibili di caratterizzazione chimica delle varie matrici ambientali (aria, acqua sotterranea, acqua superficiale, sedimenti, suolo, sottosuolo) e alimentari (ac-qua potabile, biota) al fine di elaborare valutazioni preli-minari di rischio per la salute umana. I dati sono stati rac-colti grazie a una collaborazione proficua e costante con

ARPA Sicilia. Per l’inquinamento dell’aria è stato effet-tuato un monitoraggio ambientale ad hoc negli aghi di pino da parte dell’ISS.

Sono stati quindi individuati gli inquinanti indice (tabella 1) secondo la procedura descritta nel capitolo 6 e sono state elaborate delle schede, per le sostanze selezionate, comprendenti una serie di informazioni riguardanti i po-tenziali effetti per la salute umana, i limiti normativi na-zionali e internana-zionali e i livelli soglia associati con i diversi effetti tossici che possono essere causati da una sostanza at-traverso la via inalatoria e la via di ingestione, come indivi-duati da enti internazionali quali OMS, ATSDR (Agency for toxic substances and disease registry, statunitense), Unione europea (Risk Assessment Report).

L’obiettivo dello studio è stato quindi quello di elaborare valutazioni preliminari di rischio interpolando le informa-zioni presenti nelle schede tossicologiche con i vari livelli riscontrati di contaminazione delle varie matrici ambien-tali e alimentari, ipotizzando alcuni scenari di esposizione. Le vie di esposizione e utilizzo dei dati raccolti sono state le seguenti:

ingestione per via alimentare (dati prodotti ittici, dati se-dimenti, altro);

ingestione attraverso l’acqua potabile (dati acqua pota-bile, dati acque sotterranee, dati acque superficiali); inalazione per via aerea (dati monitoraggio aria, dati bio-monitoraggio ambientale: aghi di pino).

Le molteplici attività produttive dell’area, che includono im-pianti chimici, petrolchimici, produzione di energia, ce-mentifici e inceneritori, hanno negli anni emesso in atmosfera macroinquinanti (ossido di zolfo e azoto, particolato) e mi-croinquinanti (diossine, IPA, PCB, metalli pesanti, COV),

Suolo Acque Sedimento Prodotti Aghi Licheni

sotterranee (aree marine ittici di pino

costiere) arsenico × × × × × cadmio × × cromo totale × × × × × cromo esavalente × × mercurio × × × × × × nichel × × x piombo × × × × × × vanadio × × × × x 1,2 dicloroetano × × benzene × × cloruro di vinile × × esaclorobenzene × × × × tetracloroetilene × × xileni × × tricloroetilene × idrocarburi C<12 × x idrocarburi C>12 × x idrocarburi totali ×

Tabella 1.Inquinanti indice: Priolo.

Table 1. Index pollutants:

142 SENTIERI: MORTALITÀ-INCIDENZA ONCOLOGICA-RICOVERI determinando un’esposizione della popolazione per via

ina-latoria. Mentre per i macroinquinanti la fitta rete di moni-toraggio della qualità dell’aria consente di supportare effica-cemente le valutazioni di rischio sanitario, per i microinquinanti le scarse conoscenze non consentono di ef-fettuare valutazioni quantitative di rischio.

Le valutazioni preliminari di rischio elaborate per alcuni de-gli inquinanti presenti nell’area di Priolo hanno portato a ipotizzare scenari di esposizione per la popolazione attra-verso la via inalatoria e ingestiva con particolare riferimento ai prodotti della pesca (pesci, molluschi) come conseguenza della contaminazione dei sedimenti. Queste valutazioni presentavano alcune limitazioni dovute alla parziale dispo-nibilità dei dati raccolti per lo studio. In particolare era emersa la carenza di dati sulla dieta della popolazione (ve-getali, prodotti zootecnici, acqua potabile) nell’area in que-stione, necessari al fine di svolgere una valutazione di rischio per la salute umana in conformità con le procedure descritte. Per quanto riguarda l’area di Priolo è attualmente in corso uno studio, coordinato dall’ISS, che ha l’obiettivo di valu-tare il rischio sanitario in alcune subaree attraverso la rac-colta di dati disponibili (nell’ultimo periodo molto più nu-merosi, in particolare per quanto concerne le matrici alimentari), l’aggiornamento degli inquinanti indice iden-tificati nel corso del citato studio e l’applicazione di un mo-dello di dispersione e ricaduta al suolo di inquinanti atmo-sferici emessi dalle industrie.

SIN Laguna di Grado e Marano

Il sito «Laguna di Grado e Marano» è stato individuato come sito di bonifica di interesse nazionale con DM 468/01. Nel perimetro attuale sono insediate alcune attività industriali tra le quali la più problematica è quella chimica della Caffaro SpA di Torviscosa. Analisi chimiche effet-tuate sui sedimenti hanno rivelato un inquinamento da mercurio per l’area lagunare, per i fiumi Aussa e Corno, per l’area prospiciente il fiume Stella. Per quanto riguarda il mercurio, l’area lagunare, in particolare la laguna di Grado, riceve anche apporti derivanti dal fiume Isonzo e dalla pre-senza di miniere ubicate in Slovenia.

A seguito di una richiesta di parere da parte del Ministero dell’ambiente al fine di identificare criteri di qualità dei se-dimenti nella laguna di Grado e Marano idonei per le atti-vità di molluschicoltura è stato effettuato, con i dati dispo-nibili, uno studio di valutazione dell’esposizione per comprendere il fenomeno di bioaccumulo di mercurio pre-sente nell’area lagunare (Sito di bonifica di interesse nazio-nale della «Laguna di Grado e Marano» – misure adottate o da adottare in materia di tutela della salute della popola-zione in relapopola-zione all’elevata contaminapopola-zione dei sedimenti dell’area lagunare – Istituto superiore di sanità Prot. 24/05/2012-0020053).

Nell’ambito dell’elaborazione di tale parere sono stati valu-tati tutti i dati disponibili riguardanti la contaminazione da mercurio dei sedimenti e il bioaccumulo nella catena

ali-mentare, in particolare nelle vongole e nei mitili. Al fine della derivazione dei criteri di qualità sono stati utilizzati i dati sui sedimenti (14 stazioni) e sulle popolazioni di von-gole naturali (6 stazioni) provenienti dal Progetto Miracle («Messa a punto di un sistema di individuazione delle aree da destinarsi alla venericoltura, tapes philippinarum, a mi-nor rischio di contaminazione da mercurio in laguna di Ma-rano e Grado») e i dati di controllo sulle vongole effettuati dalla Regione Friuli Venezia Giulia ai sensi della normativa vigente in relazione alle acque destinate a molluschicoltura. Sono stati calcolati dei fattori di ripartizione biota-sedi-mento (BSAF) al fine di determinare i criteri di qualità dei sedimenti cautelativi per la salute umana e per dare indica-zioni gestionali al fine della bonifica dei sedimenti. Per quanto riguarda i sedimenti, i valori di mercurio, come anche confermato da ARPA Friuli, superano ampiamente lo standard di qualità ambientale individuato dal DM 260/2010; tuttavia tale contaminazione non ha comportato finora un bioaccumulo negli organismi acquatici edibili studiati (vongole) tale da causare un rischio per la salute umana. In particolare, la contaminazione dei sedimenti ri-sulta maggiore nella laguna di Grado, dove è più rilevante l’apporto di mercurio del fiume Isonzo. I dati disponibili de-rivanti dai monitoraggi istituzionali effettuati da ARPA e dalla Regione hanno evidenziato che i valori rilevati nelle vongole e nei mitili coltivati anche in aree interne al SIN ri-sultano inferiori ai limiti definiti per il mercurio dal rego-lamento europeo 1881/2006/EC (0,5 mg/kg peso fresco). Nell’ambito dello stesso Progetto Miracle la procedura di va-lutazione del rischio ha confermato che il bioaccumulo presente nella laguna non è tale da comportare un rischio per la salute umana, in relazione al consumo di vongole, an-che in quelle aree (come la laguna di Grado) dove la con-taminazione dei molluschi è risultata più elevata.16

E’ necessario, infine, far presente che non è stata effettuata una valutazione dell’esposizione rispetto alla contamina-zione delle specie ittiche che andrebbe valutata (a differenza delle vongole) in relazione alla loro effettiva area vitale (home-range). Tenendo tuttavia conto che il fenomeno del trasferimento del mercurio nella catena alimentare nelle la-gune è estremamente complesso e modulato da una serie di fattori chimico-fisici e microbiologici, sono state racco-mandate, in via prudenziale, delle prescrizioni in termini di monitoraggio e controlli da effettuare anche con tecniche al-ternative basate sulla valutazione della tossicità e dell’eco-tossicità (es: biomarcatori).

CONCLUSIONI

Gli studi condotti nei SIN di Priolo, Brescia-Caffaro e della Laguna di Grado e Marano sottolineano la necessità di condurre valutazioni «realistiche» dell’esposizione della popolazione al fine di poter identificare le misure di miti-gazione e riduzione del rischio più efficaci per ciascun sito. A tal fine è importante reperire e integrare i dati di tipo am-bientale e sanitario, utilizzando anche le banche dati già

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senti sul territorio nazionale (es: registro INES sulle emis-sioni industriali, monitoraggi istituzionali derivanti dalle di-rettive europee per l’aria e per l’acqua, monitoraggio dei pro-dotti fitosanitari). In particolare, sono necessarie le informazioni riguardanti la contaminazione dell’aria, le emissioni atmosferiche industriali e i dati riguardanti le matrici alimentari.

Un contributo importante sarà fornito dal Piano nazionale di monitoraggio dei contaminanti ambientali in alimenti di origine animale prodotti nei siti di interesse nazionale (Piano SIN) coordinato dal Ministero della salute; tale

piano, a cui partecipa anche l’Istituto superiore di sanità, ha l’obiettivo di acquisire i dati necessari per una corretta de-finizione dei livelli di rischio per i principali contaminanti ambientali in alimenti di origine animale prodotti nei SIN o in prossimità di essi. I SIN citati in questo articolo sono inclusi nel piano di monitoraggio. I risultati di tali controlli, che stanno via via affluendo, sono strettamente connessi alla contaminazione delle matrici ambientali e costituiranno quindi un elemento indispensabile al fine di valutare cor-rettamente l’esposizione della popolazione residente nei siti contaminati.

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Capitolo 6