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Parte III Un caso irrisolto. La Cavallerizza Reale, Torino

1. La settima sfida

2. Cavallerizza come monumento o la dismissione di un bene demaniale 3. Cavallerizza come movimento

4. Movimento e Istituzioni

5. La mozione per il riconoscimento di uso civico collettivo urbano 6. Cavallerizza e capacità normogenetica

7. La questione dei siti Unesco e lo spazio giuridico globale 1. La settima sfida

La settima sfida di cui parla O. Nel·lo per i movimenti urbani contemporanei è rivolta ai ricercatori, a chi studia la città o se ne occupa come pianificatore.310

“L’esperienza (e in particolare l'esperienza di Barcellona) dimostra che le loro azioni [dei movimenti urbani] possono dare origine a notevoli benefici collettivi. Non sono quindi solo sintomi di malcontento, ma rappresentano anche uno strumento efficace per cambiare la città e, magari, piantare i semi di più ampie trasformazioni sociali. Chiunque voglia studiare questi movimenti si sentirà inevitabilmente toccato e colpito dall'azione di migliaia di uomini e donne che, in un contesto di crescente disuguaglianze e di rischio di divisione sociale, stanno combattendo per portare il loro destino nelle proprie mani. Questa situazione richiede al ricercatore di prendere posizione e agire di conseguenza. Questo è vero anche per il pianificatore urbano. I movimenti urbani non solo prendono la città come una tappa, ma come abbiamo detto, sollevano questioni cruciali sulla sua struttura e sul suo funzionamento. I pianificatori non possono rimanere indifferenti dalle sfide poste da questi movimenti e saranno inevitabilmente costretti a prendere parte. Rispondere a questa esigenza di impegno civico è la sfida

112 definitiva lanciata da qualsiasi studio sui movimenti urbani.”311 (Nel·lo,

2016)

Questa sfida racchiude un dilemma posto all’inizio del presente lavoro di ricerca.312 Quale metodologia usare per lo studio del movimento urbano incipiente in Cavallerizza Reale. L’iniziale opzione per una forma di ricerca sul campo, ma basata sull’osservazione, ha lasciato molto in fretta il passo all’entrata nel processo, ad una ricerca e azione, nel senso di agire di conseguenza, act accordingly: prendere parte, quindi agire.

Cavallerizza s. f. [dallo spagn. caballeriza; cfr. cavallerizzo]. – 1. Pista, all’aperto o al coperto in apposito edificio, destinata all’insegnamento e all’esercizio dell’equitazione a scopi militari o civili. 2. Arte di ammaestrare cavalli e di cavalcare.313

2. Cavallerizza come monumento o la dismissione di un bene demaniale

Il complesso della Cavallerizza Reale è situato nel centro storico della città di Torino e appartiene al Compendio Reale dei Savoia. È un “Sito seriale Unesco” connesso alle “Residenze Sabaude”,314 che costituisce parte integrante della “zona di comando” della capitale sabauda, e in contiguità spaziale con gli altri elementi di questa: il Palazzo Reale, la Biblioteca Reale, l’Armeria Reale, le Segreterie, gli Archivi, l’Accademia Militare e il Teatro Regio.315

311Ibidem. La traduzione e il corsivo sono dell’autrice.

312 Sia consentito rimandare a R. Guido, “Inneschi di innovazione urbana. Il caso della Cavallerizza

Reale di Torino”, in Dalla Healthy City verso il Territorio Smart. Concetti, Approcci e Ricerche in atto, serie BETHA – Built Environment Technologies and Healthy Architectures, collana Architettura e Innovazione, Franco Angeli, 2017; R. Guido, “Governing tools and urban transformations. Triggers of urban innovation and practice of the right to the city”, in Planning and Urbanism Research in a Global World, AESOP PhD Workshop 2016, Leuven- Brussels 14-17 June 2016, 2017; R. Guido, “Trigger of Urban Innovation. The case of Cavallerizza Reale in Turin”, in Colombo, G., Lombardi, P. e Mondini, G. (editors), e-agorà|e-aγορά. For the transition toward resilient communities, 2016; R. Guido, “Governing urban transformations. Urban commons: processes and dynamics of practice of the right to the city”, in Ricerca in Vetrina 2015PhD in Sardinia: Higher Education, Scientific Research and Social Capital, Franco Angeli, 2016.

313 Voce “Cavallerizza”, in Vocabolario Treccani on line, 2017.

314 In quanto incluso nei siti tutelati dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza

e la cultura, ai sensi della Convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, firmata a Parigi il 23 novembre 1972 e recepita in Italia con legge 6 aprile 1977, n. 184 (Ratifica ed esecuzione della convenzione sulla protezione del patrimonio culturale e naturale mondiale, firmata a Parigi il 23 novembre 1972).

315 È stato inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità tutelati nel 1997. Il sito seriale UNESCO delle

“Residenze Sabaude” è costituito dai seguenti immobili: Palazzo Reale, Palazzo Chiablese, Armeria Reale, Biblioteca Reale, Palazzo della Prefettura, Archivi di Corte, Cavallerizza, Regia Accademia Militare, Antica Zecca, Facciata del Teatro Regio, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Villa della

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Il complesso ora designato sinteticamente come Cavallerizza Reale è un insieme di edifici storici, originariamente dedicati ad aule di istruzione della Regia Accademia (militare), maneggi, scuderie, alloggi e locali di servizio della reggia, realizzati nell’arco di tre secoli e mezzo.316

Figura n. 6: le Residenze Sabaude, Torino, la Zona di Comando. Fonte: UNESCO, World Heritage Convention, World Heritage List, Residences of Royal House of Savoy, 823, documents.

Dopo l’entrata nella lista dell’Unesco, il Comune di Torino decide di acquistare il Complesso dal Demanio Militare con l'idea di restaurarlo e ristabilire il progetto unitario di Benedetto Alfieri che lo collegava con il Teatro Regio, il Palazzo Reale e il Duomo.

Così, il Comune di Torino sigla un protocollo di intesa tra Ministero dell'Economia delle finanze (Agenzia del Demanio) per l'acquisizione di tutto il

Regina, Castello del Valentino, Castello di Rivoli, Castello di Moncalieri, Reggia di Venaria Reale, Borgo Castello nel Parco della Mandria, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Castello di Agliè, Castello di Racconigi, Complesso carloalbertino di Pollenzo, Castello di Govone.

316 Il progetto della sua costruzione risale alla quarta decade del XVII secolo e ed esso si inserisce

all’interno del piano di riorganizzazione urbanistica pensato da Carlo Emanuele II di Savoia per dotare Torino di un’Accademia Reale cfr. V. Comoli, M. Viglino (a cura di), Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Torino, 1984.

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complesso della Cavallerizza Reale, con lo scopo di destinarlo a “esigenze istituzionali proprie”.317

Nel 2005 il Comune di Torino chiede quindi alla Soprintendenza per i beni architettonici del Piemonte, l'autorizzazione alla vendita che viene concessa dalla Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte in con un provvedimento di autorizzazione all'alienazione contestuale alla dichiarazione di interesse.318

Nel 2007, dopo l'autorizzazione all'alienazione, il complesso viene ceduto alla città, che si impegna ad acquisire il tutto in diverse tranches.319

A fine 2009 il Comune, con il bilancio in passivo, cede la Cavallerizza alla Società Cartolarizzazione Città di Torino,320 di cui il Comune stesso è socio unico. Con questa “partita di giro”, “il piano di valorizzazione” del complesso viene trasferito alla città per chiudere il bilancio 2009,321 ma apre l'ennesimo debito con BIIS – Istituto bancario del gruppo Intesa San Paolo.

La scelta politica è stata quindi di mettere in vendita dell’immobile.322 Tuttavia, considerate le difficoltà di vendita dovute ai vincoli storici - architettonici, il Consiglio Comunale approva allora la Variante 217, che inserisce nella definizione di destinazione urbanistica la possibilità di realizzare dal 50 all'80% di residenze, ricettivo, attività commerciali (ASPI), e la necessità di realizzare parcheggi interrati all'interno del complesso.

I vincoli architettonici però non consentono di realizzare parcheggi interrati ad uso pubblico (oltre a quelli per i residenti) così, attraverso un'intesa con l'Agenzia del Demanio, la ex Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte e la Città di Torino - approvato dal consiglio comunale nel luglio 2014 - prende piede l'idea di realizzarli all'esterno, nei Giardini Reali Bassi, ancora da sdemanializzare.

317 Il 15 aprile 2003. Dopo questa intesa di massima l'Agenzia del Demanio affida all'arch. Cristiano Picco

uno studio di fattibilità per “valorizzare" il complesso.

318 Provvedimento prot. n. 9603 del 01 agosto 2005.

319 Per 37 milioni di Euro; entra in possesso della prima porzione per oltre 14 milioni di euro con

l'impegno di acquisire le restanti due porzioni ancora occupate (Genio Militare, Polizia etc.) per oltre 22 milioni di euro. Successivamente dà lo sfratto agli inquilini che occupavano i piani superiori (ex alloggi demaniali), impegnandosi a ricollocarli (Assessore Tricarico, Politiche per la casa). A seguito di alcuni ricorsi al TAR, da parte degli inquilini, volti ad ottenere la prelazione nell’acquisizione degli immobili, la Cavallerizza viene dichiarata "bene indisponibile", e gli alloggi vengono progressivamente svuotati e versano da allora in stato di abbandono.

320 Ai sensi della cd. Legge Tremonti, l. n. 401 del 2001.

321 (CTT); da allora decorrono anche gli interessi dovuti da CTT. 322 Tramite IPI Intermediazioni.

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I Giardini Reali Bassi verranno ceduti al Comune che si impegna a “riqualificarli" realizzando un parcheggio interrato (6 milioni di euro), presentato come parcheggio di servizio per il "Polo Reale".323

Nel 2011 il Comune si era impegnato anche a varare un Progetto Unitario di Riqualificazione del complesso con l’impegno di presentarlo in Consiglio Comunale. Con delibera di Giunta del 17 febbraio 2012 dichiara invece che il Progetto sarà competenza della sola Giunta.324

3. Cavallerizza come movimento

Il susseguirsi di operazioni finanziarie e urbanistiche325 determina il fatto che Cavallerizza cada in uno stato di deterioramento e di abbandono.

A dicembre 2013, il Teatro Stabile lascia, per tagli e mancati finanziamenti, la parte a sua disposizione. La diffusione della notizia di questo stato e il pericolo che la cittadinanza avrebbe potuto essere privata di un tale bene provoca una forte reazione.

Un gruppo di artisti e di compagnie teatrali presenta quindi un appello per un’assemblea da tenersi il 23 maggio del 2014.326

Il messaggio della chiamata informale è riconosciuto e l'assemblea richiama più di trecento persone. Qualcuno nel pubblico propone di chiamare il consesso con l’orario segnato dall’orologio del Cavallerizza, le 14:45. La proposta è approvata e l'Assemblea Cavallerizza 14:45 nasce con l'intento di riavviare l'orologio: l'Assemblea ha deciso allora di occupare l'edificio e i suoi spazi per dargli una nuova vita.

Da allora, gli artisti insieme a cittadini, abitanti temporanei come studenti, ricercatori, curiosi, hanno cominciato a creare un programma aperto, ricco e denso di incontri culturali e dibattiti.327

323 In realtà tale parcheggio avrebbe la finalità di incrementare il valore delle future attività ricettive e

residenze della Cavallerizza con una quota di parcheggi pertinenziali.

324 In seguito, il 3 febbraio 2015 il Comune rinuncerà all'acquisto delle restanti porzioni della Cavallerizza

per cui era impegnato dal 2007 (la ex Accademia Militare viene ceduta alla Cassa Depositi e Prestiti investimenti - Società di Gestione del Risparmio 23/12/2014), producendo in tal modo la separazione della titolarità del Compendio in due entità.

325 Cfr. Parte II – Diritto agli spazi pubblici, Dismissioni degli immobili pubblici in cui questo tipo di

azioni politiche possono essere inserite.

326 Questa iniziativa va inquadrata chiaramente in un contesto ricco di operazioni simili, come quelle del

Macao a Milano, Teatro Valle e cinema Palazzo a Roma, il Teatro Rossi Aperto a Pisa, le Sale Docks a Venezia, il teatro Pinelli a Messina, il Teatro Garibaldi e l’Assemblea Montevergini a Palermo.

327 Cfr. i ricchi dossier preparati per rendere conto all’Amministrazione dei numeri di Cavallerizza

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Si è deciso di adibire le vecchie residenze a residenze artistiche ed è iniziato un grande scambio non solo con artisti internazionali attratti da un nuovo luogo dove creare e contribuire ad un obiettivo più alto di definizione dei diritti.

Questo ha comportato il recupero sia degli spazi esterni, che sono diventati la sede di corsi, sessioni di teatro, attività per bambini, che di quelli interni. Alcune stanze sono divenute le camere per le residenze degli artisti, altre gli spazi per il lavoro, laboratori, artistici, aule studio, cucine popolari, oltre chiaramente agli spazi teatrali dedicati alle performance artistiche. L’opera di riqualificazione è stata fatta senza intaccare i caratteri degli edifici e dei giardini, ma solo per garantirne la fruibilità e, ad ogni modo, dal gruppo tematico degli architetti, folto, presente in Cavallerizza.

Oltre gli eventi, forum, rassegne, esposizioni, che hanno avuto ed hanno, il merito di far attraversare lo spazio anche da chi non conosceva la rivendicazione, si è sviluppato un laboratorio di idee sul ruolo di quel luogo per lo sviluppo dei diritti di cittadinanza, frequentato da tanti cittadini, studenti, professori.

Inoltre, si è iniziato a collaborare con le altre realtà italiane ed europee in una situazione simile. Questo ha permesso di valutare di volta in volta quali strategie e strumenti potessero essere adottati.328

A seguito dei primi mesi di riapertura, la Giunta comunale ha approvato nel marzo del 2015, un protocollo d’intesa per la valorizzazione di Cavallerizza siglato da diverse istituzioni pubbliche torinesi (Politecnico di Torino, Ordine degli Architetti, Teatro Regio, Museo del Cinema, ecc) nel quale la Fondazione bancaria Compagnia di San Paolo è incaricata dello studio di fattibilità sull'immobile.

La delibera di giunta è stata presentata come un “percorso partecipativo” e L’architetto Robiglio (Homers srl) nel luglio 2015, nell'audizione alla Commissione Cultura del Comune di Torino, ha prospettato un costo del progetto di “valorizzazione” della Cavallerizza intorno ai 100 milioni di euro con un cantiere aperto per circa 25 anni.329 Il progetto individua per l’80% del complesso una destinazione residenziale e di esercizi commerciali e attività ricettive.330

328 Il Kunstquartier a Bethanien (Berlino), il Pfefferberg a Kreuzberg (Berlino Est), El Matadero, La

Tabacalera e Esta Es Una Plaza di Madrid, La Friche di Marsiglia, il Cluster creativo Subtopia a

Stoccolma, il Wuk di Vienna. Un confronto tra le realtà sopracitate è stato l’intervento (a cura di) Grossi M., Krämer K., Negro E., Riccati C., Rivetti A., Vassallo I., Vaschetto A., “Esperienze europee di spazi culturali atipici e recuperati. Quali idee per la Cavallerizza Reale?” presentato al Politecnico di Torino – Salone d'Onore del Castello del Valentino il 16 ottobre 2014.

329 Homers srl ed Equiter spa sono stati delegati dalla Compagnia di San Paolo per uno studio economico

e di destinazione sul futuro della Cavallerizza.

330 Il progetto definitivo non verrà mai presentato, ma il modello preconizzato è quello del Community Land Trust, un istituto del diritto anglosassone, normalmente utilizzato per funzioni residenziali da privati, una sorta di supercondominio.

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Questo percorso partecipativo avvenuto in forme oscure ha spinto gli occupanti e le persone coinvolte a riflettere più intensamente sul futuro del Cavallerizza, in modo da cominciare ad organizzare un serio processo di partecipazione per immaginare come continuare l'esperienza con un progetto solido per contrastare il citato memorandum.

Allo stesso tempo, è cresciuto un grande movimento per sostenere Cavallerizza, perfino Tommaso Montanari, Gustavo Zagrebelski, Salvatore Settis, Paolo Maddalena si pronunciano in favore del movimento occupante. Vengono poi raccolte migliaia di firme di cittadini a favore di Cavallerizza e contro il processo di privatizzazione di un bene pubblico e la sua vendita a società private.

In particolare, il movimento vuole allontanare il pericolo di una trasformazione in un bene elitario, dal momento che emerge la possibilità concreta di divisione degli edifici e di una vendita per un hotel e residenze di lusso. Tale operazione si rivela incoerente con la dichiarazione dell'Unesco.

4. Movimento e Istituzioni

Il gruppo tematico dedicato ai profili giuridici, data la presenza di alcuni esperti anche in materia di patrimonio vincolato, studia il disciplinare dei siti Unesco e individua le chiavi di una strategia con le istituzioni.

Dal racconto emerge già come solo a partire dalla nascita di Assemblea 14.45, il Comune di Torino e le istituzioni cittadine – per esempio le firmatarie del Protocollo d’Intesa – prendono provvedimenti e cambiano la direzione del proprio operato. Dalla tendenza all’abbassamento delle soglie per la vendita o dei vincoli urbanistici, si passa ad un’azione politica in risposta alle sollecitazioni dell’Assemblea.

L’amministrazione comunale deve rispondere ripetutamente alla richiesta di diritto di tribuna,331 rispondere durante le audizioni di presentazione dei progetti. Tuttavia, le reazioni più forti ci saranno a seguito della decisione dell’Assemblea di interagire direttamente con l’Unesco.

Le Operational guidelines for the implementation of the World Heritage Convention, nel capitolo sulle Modifiche delle proprietà del patrimonio mondiale, ribadiscono che infatti che tali siti sono proprietà dei Paesi sul cui territorio si trovano e che la loro preservazione e conservazione per le generazioni future è preoccupazione dell'intera comunità internazionale del patrimonio mondiale.

331 Questo consiste in una conferenza stampa, alla presenza del Presidente del Consiglio comunale, nella

quale vengono invitati i rappresentanti dei giornali, delle radio e delle televisioni locali torinesi. Durante la conferenza stampa, i primi tre cittadini firmatari della petizione o della proposta di deliberazione, possono spiegare e rendere di dominio pubblico le ragioni che li hanno portati a rivolgersi

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Da questo emerge che ogni vendita o cambiamento di destinazione d'uso di un sito dichiarato patrimonio dell’umanità necessita di una valutazione di sostenibilità da parte dell'Unesco. Qualora avvenisse la retrocessione del compendio Cavallerizza Reale (con l'ex Zecca) nella lista dei siti in pericolo ciò si ripercuoterebbe su tutti i siti delle Regge sabaude in quanto sito seriale.

Il gruppo giuridico prepara un dossier formale per l’Ufficio Unesco presente presso Il Ministero dei Beni e delle Attività culturali.

Dopo tale comunicazione formale che descriveva il processo, e denunciando la privatizzazione in atto, una serie di controlli viene effettuata direttamente dal Ministero, e dall’Ufficio dell’Unesco per verificare la situazione.

Tale procedura viene portata a conoscenza della città e ripresa dalla stampa,332 e dopo la visita degli ispettori, e considerato il periodo pre-elettorale il Comune decide di rientrare nella parte del Compendio cartolarizzata attraverso CCT.333 Con deliberazione del Consiglio Comunale del 21 dicembre 2015,334 si approva l’acquisto della porzione “preso atto della necessità di tutelare la valenza storica ed artistica e la conservazione del compendio della Cavallerizza Reale, favorendone la riqualificazione ed il recupero funzionale attraverso l'integrazione con la contigua realtà urbana dell'area centrale.”

Dopo questo risultato, nasce l’idea di creare, come braccio operativo di Assemblea 14:45, una associazione. A marzo 2016 si decide quindi di costituire l’associazione SalviAMO Cavallerizza.335 Questa rappresenta lo strumento di supporto legale all’Assemblea Cavallerizza 14:45 per sviluppare azioni legali, raccogliere fondi per la tutela del bene architettonico, promuovendo la proprietà pubblica e la sua funzione, la sua accessibilità e la sua cultura e l'uso collettivo, deciso insieme ai cittadini dare la possibilità ai cittadini di sostenere formalmente le iniziative a tutela della Cavallerizza Reale.336

Già due mesi dopo, a maggio 2016 viene presentato il primo referendum cittadino abrogativo della cessione della Cavallerizza Reale. Se l’azione avesse successo, implicherebbe il ritorno della proprietà al Comune di Torino, e quindi

332 G. Guccione, “Scuderie Reali ai privati? Allora si cancelli Torino dall’Unesco”, articolo apparso su La Repubblica - Torino, 2 ottobre 2015.

333 Anche se non viene fornito alcun tipo di informazione riguardo alla destinazione futura e alla

proprietà di Cavallerizza.

334 Mecc. n. 2015 07072/131 n° d’ord. 136 e dichiarata immediatamente eseguibile. 335 Per Statuto https://cavallerizzareale.wordpress.com/associazione

336 Sul ruolo eventuale delle associazioni cfr. infra a quanto sostenuto da P. Chirulli che avanza l’ipotesi

che per la gestione di determinati beni sarebbe possibile anche ricorrere ad associazioni di cittadini, stante la garanzia del godimento collettivo e delle regole di salvaguardia per garantire la conservazione dei beni, soprattutto in un’ottica transgenerazionale cfr. P. Chirulli, “I beni comuni, tra diritti fondamentali, usi collettivi e doveri di solidarietà ”, in Giustamm.it, 2012, che si sofferma sulla partecipazione dei cittadini nella fase di formazione delle decisioni pubbliche che riguardano tali beni e conclude affermando l’importanza dell’affermazione dei doveri di solidarietà nell’ambito della fruizione collettiva e della conservazione dei beni.

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il passaggio dal privato (società di cartolarizzazione – CCT) al pubblico (Comune di Torino).

Dopo aver raccolto più di 1000 firme in due settimane e presentato il quesito all’Amministrazione, si attende per gennaio la risposta sull’ammissibilità, che, se positiva, comporterebbe la raccolta di 9.000 firme in 90 giorni.

5. La mozione per il riconoscimento di uso civico collettivo urbano

L’interazione con le amministrazioni, internazionali, nazionali e locali, ha portato esiti determinanti per la prosecuzione delle attività di Cavallerizza ed ha portato ad un innalzamento del livello dell’oggetto delle discussioni.

Inoltre, nell’Estate del 2016, cambia la Giunta torinese, passata al Movimento Cinque Stelle e diviene Assessore all’Urbanistica un tecnico, Guido Montanari, professore del Politecnico di Torino e già sostenitore di Assemblea 14:45.

Dal 2017 per la prima volta cambiano anche i luoghi dell’interazione con l’Amministrazione.

Figura n. 7: nel Teatro Alfieriano della Cavallerizza sono convocati il 6 maggio 2017 gli enti firmatari del

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