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Il cavallo in età anziana

Cavallo ultra trentenne

Esistono molte problematiche nella definizione delle esigenze nutrizionali dei cavalli anziani. Il primo problema è stabilire il criterio che definisce la soglia oltre la quale un soggetto viene definito “anziano”. In secondo luogo, il fabbisogno di nutrienti è una funzione delle esigenze metaboliche e dell'efficienza della digestione, dell'assorbimento e del metabolismo dei nutrienti stessi. La conoscenza dei cambiamenti legati all’età riguardo la digestione, l’assorbimento ed il metabolismo, è necessaria per definire i fabbisogni nutrizionali dei cavalli anziani. Infine, l’effetto delle patologie correlate all’età sulle esigenze nutrizionali, deve essere determinato e dovrebbe essere visto separatamente dagli effetti dati dall’età stessa. L’età anziana non è sinonimo di “geriatrico”, che, al contrario, si riferisce alle patologie correlate all’età.

7.1 Definire il concetto di “anzianità”

Cavallo ultra trentenne

Paradis (2002) descrisse tre tipi di età che potrebbero essere utili nello stabilire la soglia di anzianità per i cavalli: cronologica, fisiologica e demografica.

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L’età cronologica corrisponde all’effettivo numero di anni di vita a partire dalla nascita.

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L’età fisiologica si riferisce alle funzioni fisiologiche, e usa il declino delle funzioni fisiologiche come soglia per definire l’età anziana.

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L’età demografica riflette la sopravvivenza di una sottopopolazione in cui tutti i soggetti hanno la stessa età, rispetto alla popolazione intera.

Non è stata ancora identificata una soglia cronologica che stabilisca l’inizio dell’età anziana nel cavallo. Molti ricercatori hanno stabilito che la soglia per definire un cavallo “anziano” si pone a 20 anni di età (Ralston et al., 1988; Brosnahan and Paradis, 2003). Il “National Animal Health Monitoring System study” (USDA, 1998) stima che il 7,5% della popolazione equina (la popolazione totale di cavalli è stimata attorno ai 7 milioni di esemplari) ha 20 anni di età o più.

Sebbene stabilire la soglia di anzianità oltre i 20 anni di età possa rivelarsi utile in molti casi, il grado di variazione di questa stima non è ancora conosciuto. Pertanto, la combinazione dell’età cronologica e dei segni fisici dell’età potrebbe essere lo strumento più efficace per stabilire la soglia di “anzianità” per ogni individuo. I segni fisici dell’età possono includere un Body Condition Score cronicamente basso, perdita di massa muscolare a livello dorsale che predispone ad una cifosi, svuotamento della scanalatura sopra agli occhi, ingrigimento del mantello, e patologie dentali.

7.2 Fabbisogni energetici nel cavallo anziano

I fabbisogni energetici sono una funzione del consumo energetico e dell’efficienza con cui l’energia lorda (EL) presente negli alimenti viene convertita in energia netta (EN). Entrambi questi fattori possono essere influenzati dall’età.

Il fabbisogno energetico costituisce, in genere, la percentuale maggiore della spesa energetica totale. Le richieste energetiche per il mantenimento nell’uomo e nel cane anziani sono del 15-20% più basse comparate alla popolazione più giovane. Il declino delle spese energetiche per il mantenimento si pensa che sia dovuto alla diminuzione della massa magra che si verifica con l’avanzare dell’età. Si ritiene che la diminuzione dell’attività fisica sia un fattore primario nel declino della massa magra correlato all’età. Non è noto se nei cavalli si verifichi un calo dei fabbisogni energetici di mantenimento correlato all’età. Sebbene l'apparente perdita di massa muscolare sia stata osservata nei cavalli anziani, il cambiamento correlato all'età nella massa magra e le successive modifiche nel fabbisogno energetico di mantenimento, non sono stati quantificati nel cavallo, e neppure è stato ben caratterizzato l’effetto dell’età sull’attività fisica. Pertanto, la misura in cui l’invecchiamento altera le richieste energetiche per il mantenimento non è ancora conosciuta. Alcune condizioni patologiche, però, possono far aumentare le esigenze energetiche; infatti, il dispendio energetico a riposo è aumentato

approssimativamente del 41% in cavalli con ostruzione ricorrente delle vie aeree, rispetto al gruppo di controllo (Mazan et al., 2004).

L’energia fecale rappresenta tipicamente la maggior parte dell’energia lorda persa dai mangimi; pertanto, i fattori che influenzano la digeribilità della sostanza secca hanno un grande impatto sulla resa energetica digeribile.

La digeribilità apparente media della fibra grezza tende (P=0.10) ad essere inferiore (5%) in un gruppo (n=7) di cavalli anziani (26 +/- 5 anni) rispetto a un piccolo gruppo (n=5) di cavalli giovani (2.3 +/- 0.5 anni) (Ralston et al., 1989). Siccome l’importanza di questo cambiamento nella digeribilità apparente della fibra grezza è simile a quella dei soggetti giovani, questo suggerisce che i cavalli anziani hanno una riduzione nell’assorbimento e/o nelle funzioni digestive a livello del grosso intestino (Ralston et al., 1989). Ciò va in contrasto con quanto riportato in medicina umana e nel cane, suggerendo che le funzioni gastrointestinali, perlomeno per ciò che riguarda i macronutrienti, è ben preservata nonostante l’avanzare dell’età. È anche probabile, in alcuni casi, che i cambiamenti della tavola dentaria legati all'età possano compromettere la capacità del cavallo di masticare il cibo, diminuendo successivamente la digeribilità nel resto del tratto digerente.

Un’altra area di potenziale interesse nei cavalli anziani è l’effetto della restrizione calorica sull’invecchiamento e sulle patologie correlate all’età; è stato dimostrato che la restrizione calorica può allungare la durata della vita in una grande varietà di specie. Larson et al. (2003) riporta che la restrizione dietetica a vita possa migliorare la tolleranza al glucosio e possa avere un effetto benefico sulle patologie e sulla sopravvivenza nei cani.

La sindrome di Cushing equina è una patologia cronica progressiva della pars intermedia della ghiandola ipofisaria che si ritrova nel cavallo anziano ed è caratterizzata dal causare iperglicemia ed iperinsulinemia. Pertanto, sarebbe opportuno fornire calorie da fonti che non apportano quantità sostanziali di glucosio (ad esempio, la fibra) al flusso sanguigno.

7.3 Fabbisogno proteico e amminoacidico nel cavallo anziano

L’effetto dell’invecchiamento e delle patologie correlate all’età sul fabbisogno proteico è tutt’oggi sconosciuto. Ralston et al. (1989) riporta che la digeribilità apparente della proteina grezza è più bassa (67 +/-3 % vs. 73 +/-3 %) nei cavalli anziani (25 +/-5 anni) rispetto a quella di cavalli più giovani (2.3 +/- 0.5 anni). Resta da determinare se questo risultato rifletta la popolazione di cavalli anziani in generale e se abbia un impatto significativo sul fabbisogno proteico dei cavalli anziani.

Integrazioni di lisina e la treonina (rispettivamente, 0.25% della sostanza secca o, approssimativamente, 20 g/d e 0.2% della sostanza secca o 15 g/d) sono state suggerite per mantenere la massa muscolare nei cavalli anziani (22.4 +/- 0.87 anni) e giovani (9.1 +/- 0.29 anni) sottoposti a esercizi leggeri (Graham-Thiers e Kronfeld, 2005).

Gli esseri umani sani sembrano avere un fabbisogno proteico ridotto con l’invecchiamento. Millward et al. (1997) riportano una riduzione del 33% nella richiesta proteica metabolica e un indebolimento non significativo nell’utilizzazione delle proteine sia in persone sane che instabili o anziane, suggerendo un declino delle esigenze proteiche con l’invecchiamento.

7.4 Fabbisogno di micronutrienti nel cavallo anziano

Le esigenze in micronutrienti nei cavalli anziani restano relativamente poco indagate, Sono stati identificati solamente due studi correlati agli effetti dell’invecchiamento sulla nutrizione dei micronutrienti.

Ralston et al. (1989) ha riscontrato una ridotta digeribilità apparente del fosforo (-4 +/-19 % vs. 11 +/-6 %) nei cavalli vecchi (26 +/-5) e giovani (2.3 +/-0.5).

Inoltre, gli studi iniziali suggerivano che lo stato della vitamina C potesse essere diverso tra cavalli giovani e vecchi (Ralston et al., 1988), ma prove più recenti non supportano questa tesi (Deaton et al., 2004).

7.5 Modalità di alimentazione

Le anormalità dentali, che sono comuni nel cavallo anziano (Paradis, 2002; Graham, 2002), possono limitare la capacità di prensione e masticazione dell’alimento, possono far diminuire la digeribilità dei nutrienti, e possono portare ad una sostanziale perdita di peso corporeo.

Cambiamenti della forma fisica della razione può avere un effetto benefico sui cavalli anziani con problematiche dentali. Un approccio comune consiste nel nutrire i cavalli anziani con mangimi completi le cui materie prime sono state trattate meccanicamente e termicamente (ad esempio, tramite estrusione).

In uno studio, l'alimentazione a base di mangime completo contenente ingredienti estrusi è stata più efficace nel mantenere il peso corporeo dei cavalli anziani con condizioni corporee basse (BCS < 3) rispetto a una razione più tradizionale composta da una miscela di cereali con fleolo ed erba medica (ovvero un fieno con meno proteine e più fibre) (Ralston & Breuer, 1996).

Quest’ultima è una composizione utilizzata tipicamente in Nord America per questioni agronomico-climatiche; in Europa, al contrario, viene utilizzato soprattutto il Loietto come graminacea.

Un’altra opzione comprende l’alimentazione a base di foraggi insilati o fieno tritato o fieno wafer sufficientemente idratati in acqua.

Capitolo 8: La nutrizione del cavallo anziano

L’invecchiamento viene definito come “l’accumulo di cambiamenti in un organismo o in un oggetto con il passare del tempo”. Con l’invecchiamento del cavallo, il corpo subisce dei cambiamenti: erosione dentale, patologie degenerative e alterazione dell’assorbimento intestinale. Tutti questi mutamenti comportano importanti problematiche nella formulazione della dieta dell’individuo anziano.

8.1: Management alimentare per massimizzare l’assunzione di cibo

La perdita di peso o la difficoltà nel mantenere una condizione corporea adeguata costituisce uno dei più importanti problemi comuni riscontrati nel cavallo più anziano. Sebbene ci siano diverse potenziali cause per cui non si riesca a mantenere la condizione idonea in un range di normalità (ad esempio, in corso di anomali dentali, renali, patologie epatiche, Cushing equino), un primo passo importante nel workup diagnostico è la valutazione della dieta e della gestione dell’alimentazione. In molti casi, i cambiamenti nella quantità o nella qualità del mangime o nel metodo di alimentazione, possono portare ad un miglioramento dell’assunzione del mangime e, di conseguenza, delle condizioni corporee. Un cavallo giovane all’interno di un gruppo può trovarsi in cima alla scala gerarchica ma, come progredisce l’invecchiamento, potrebbe precipitare in fondo alla stessa, soprattutto nel momento in cui vengono introdotti nuovi soggetti nel gruppo. Inoltre, la perdita di un cavallo da compagnia potrebbe cambiare le dinamiche sociali del gruppo e contribuire a ridurre l’appetito e l’assunzione di mangime. L’assunzione dell’alimento può essere migliorata alimentando il cavallo più anziano in un recinto separato all’interno del pascolo; questo approccio è utile soprattutto per i soggetti che sono “mangiatori lenti” a causa delle cattive condizioni della dentatura.

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