IL BILANCIO SOCIALE
3.1 CENNI STORICI SUL BILANCIO SOCIALE
3.1.1 Dalle prime esperienze ad oggi
I primi cenni concreti di rendicontazione sociale si sono avuti negli USA alla fine degli anni Settanta35, dove le pressioni esercitate da movimenti ecologisti e di consumatori spinsero le imprese verso la produzione di informazioni relative agli impegni sociali assunti, che andavano ad affiancare le tradizionali notizie a carattere economico-finanziario. Nel 1973 in Inghilterra veniva presentato il cosiddetto “White Paper on Company Law Reform” che proponeva anch’esso di dare evidenza non solo delle performance economiche ma di riportare
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Già nel 1938 però abbiamo un primo tentativo, rimasto per lungo tempo isolato, in Germania dove la AEG redasse un quadro statistico delle spese sostenute per il personale e la collettività.
informazioni relative ai rapporti con gli stakeholder. Sempre nel ’73 la rivista di esperti contabili statunitensi “The Journal of Accountancy” propose un primo modello applicativo di Bilancio Sociale, denominato modello di Linowes che contiene i contributi positivi e negativi che l’impresa genera nei confronti della società ma al contempo presenta carenze di indicatori ed informazioni nonché di considerazioni sul contributo generale dell’attività ordinaria della impresa. Nello stesso anno in Germania la Sitaeg di Essen redige un prototipo di Bilancio Sociale con il quale si cerca di dare luce ai rapporti impresa-società. Degli inizi degli anni ’70 è anche il modello emanato dallo studio di consulenza ABT di Boston, il quale prevede un bilancio social-finanziario che integra le valutazioni di “esternalità” economiche mediante stime ipotetiche ai valori economici e patrimoniali. Linee guida vere e proprie di redazione del Bilancio Sociale ci provengono dal significativo contributo tedesco apportato nel 1976 dal Gruppo di Studio “Sozialbilanz-Praxis”. Tale modello sottolinea la complementarietà tra la rendicontazione economico-finanziaria e quella sociale e fornisce ampio spazio al valore aggiunto attraverso un approccio con caratteri fortemente contabili. Il “Sozialbilanz-Praxis” si compone sia di un Rapporto sociale, che descrive gli scopi e le prestazioni aziendali e dell’output realizzato mediante iniziative sociali, sia di un Calcolo del valore aggiunto, che mostra l’incremento del valore prodotto dall’impresa per i suoi stakeholder, sia della Contabilità sociale, che illustra l’entità delle spese sociali sostenute. Nel 1977 anche la Francia si muove verso la rendicontazione sociale in maniera molto decisa. A differenza degli altri paesi la Francia è l’unico paese in cui la rendicontazione sociale è stata introdotta come obbligo di legge36. La legge n.769 del 1977 stabilisce l’obbligatorietà del cosiddetto Bilan Social e ne individua i contenuti minimi, i destinatari interni37 ed i soggetti tenuti alla redazione.
Gli anni Ottanta sono stati definiti dai cultori in materia come “anni del silenzio”38. Fenomeni congiunturali economici conducono in questi anni verso
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Limitatamente alle imprese di grandi dimensioni 37
Il Bilan Social si focalizza solo sugli stakeholder interni poiché tale documento viene visto come strumento di informazione interna a supporto della contrattazione sindacale.
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forme di liberismo più accentuato e quindi verso una minore attenzione alle problematiche sociali. Le motivazioni di tale perdita di interesse vengono individuate da Rusconi39 in primo luogo nella scarsità di Bilanci sociali redatti e nell’assenza di standard per cui i soli lavori teorici proposti non conferiscono attendibilità agli occhi del pubblico; in secondo luogo nel timore di comunicare dati sociali negativi ed avvantaggiare così propri competitor che non presentino la medesima situazione o che non intendano presentare il Bilancio Sociale; infine nella miopia contabile sfociata in resistenze degli esperti contabili anglosassoni alla nuova disciplina.
Negli anni Novanta l’affermarsi della business ethics come disciplina autonoma di studio sotto la spinta della sempre maggiore sensibilizzazione dei consumatori alle tematiche sociali della consapevolezza raggiunta dell’utilità ai fini reddituali degli impegni etico-sociali, ha ridato nuova vita alla rendicontazione sociale promuovendone la diffusione in tutti i paesi industrializzati. In questi anni la società di bellezza inglese The Body Shop International realizza un Bilancio Sociale che sottopone al giudizio dei propri stakeholder; vengono emanati, sempre in Inghilterra, l’SA8000 e successivamente l’AA1000; in Germania si producono i primi veri e propri bilanci ambientali; la comunità europea emana il Regolamento EMAS.
Dal 2000 in poi si è assistito al sempre maggiore interesse di tali issues da parte della comunità politica internazionale. Numerose sono state le pubblicazioni , sia da parte della Cee quali il Green Paper del 2001 ed il White Paper del 2002 sia da parte delle Nazioni Unite come ad esempio il Global Compact ed il Rapporto Bruntland. A tali documenti si vanno poi ad aggiungere i già citati GRI, Copenhagen Charter ecc..
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3.1.2 Evoluzione storica del Bilancio Sociale in Italia
In Italia il processo di avvicinamento alla rendicontazione sociale si presenta disallineato rispetto agli andamenti dei restanti paesi. Una prima esperienza di Bilancio Sociale si è avuta nel 1978 da parte della società Merloni che si unì al progetto sperimentale promosso dall’istituto Batelle di Ginevra. Dopo ciò bisognerà attendere anni , prima che vi sia testimonianza di altri approcci significativi alla rendicontazione sociale. Tale vuoto è dovuto alla particolare situazione italiana di quel periodo, la quale si connota di inadeguatezze nella contabilità ordinaria, ai diffusi timori derivanti dalla trasparenza delle informazioni e riluttanza a sopportarne i rischi connessi, al disinteresse generale degli stakeholder alle tematiche sociali. A partire dagli anni Novanta però tali motivazioni vennero meno, grazie alla crescente consapevolezza delle responsabilità sociali delle imprese e della diffusione della cultura della trasparenza delle comunicazioni aziendali. Nel 1994 le Ferrovie dello Stato pubblicano il Bilancio sociale seguite poi nel 1997 da Agip Petroli. Da allora le organizzazioni private e pubbliche che redigono il Bilancio sociale si sono moltiplicate così come i premi per i migliori bilanci sociali40 ed associazioni nazionali quali il GBS cercano di definire standard e linee guida per uniformare la produzione della rendicontazione sociale in Italia.
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