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Centri di documentazione curati dal Progetto ALLI

Nel documento Gentes - anno I numero 1 - dicembre 2014 (pagine 33-36)

1. “Museo della Pesca del Lago Trasimeno” – S. Felicia-no, Comune di Magione (PG)5

Nel corso del Seicento la comunità dei pescatori di S. Feliciano diventa la più importante del lago. Nel 1917 -non a caso- viene costituito in questo centro pesche-reccio il “Consorzio per la pesca e l’acquicoltura” e nel 1928 viene costituita la prima cooperativa di pescato-ri del Trasimeno.

A S. Feliciano Giovanni Moretti, intorno alla metà de-gli anni Sessanta, scopre la specificità del gergo tec-nico dei pescatori. Le parole dialettali vengono con-frontate con le corrispettive forme rilevate negli altri principali laghi dell’Italia centrale: per la prima volta la lingua e la cultura dei pescatori delle acque inter-ne diventa oggetto d’indagiinter-ne scientifica. La novità di questi studi suscita interesse nel mondo scientifico e trova terreno fertile a S. Feliciano, dove l’associazioni-smo tra i pescatori è molto forte. Nasce così l’esigenza di realizzare in questa località lacustre il “Museo della pesca del Lago Trasimeno”. Nel 1974 una delegazione accompagnata dal prof. Moretti consegna nelle mani del Presidente della Giunta Regionale una petizione firmata da 81 capifamiglia e cittadini di S. Feliciano. Nel 1982, a conclusione dei lavori del convegno di fondazione dell’ALLI, si afferma la necessità di un im-pegno costruttivo da parte dell’Università e degli Enti locali per giungere in tempi brevi a questa realizza-zione. Dopo varie mostre temporanee, la prima sede del Museo apre ufficialmente i battenti nel 1984.

L’attuale allestimento è frutto degli studi compiuti da specialisti di varie discipline, collegati al progetto ALLI, e del contributo di informatori residenti in tutti i centri pescherecci del lago.

La soluzione proposta prevede all’ingresso l’immer-sione nell’ambiente lacustre. Nel primo spazio -nella cosiddetta “sala alba”- si offrono informazioni sull’o-rigine ed evoluzione del lago e sulle prime presenze umane lungo le sue rive. Le profonde radici della gran-de tradizione peschereccia gran-del Trasimeno sono docu-mentate a partire dai due stupendi ami in selce, riferi-bili al Paleolitico superiore/Mesolitico, Lo studio dei reperti metallici (ami) e in terracotta (pesi da rete), rinvenuti a seguito di scavi e dragaggi, ha permesso di stabilire che, almeno a partire dalla fine dell’età del Bronzo, sono in attività pescatori professionisti.

Durante l’Alto Medioevo la pesca acquista sempre maggior rilievo: le nuove consuetudini alimentari, le-gate alla proibizione del consumo di carne per circa

5  Allestimento anno 2000. (Redazione dei testi e composizione di n. 100 pannelli espositivi, a cura di A. Franceschini ed E.Gam-bini)

35 – Lago di Sabaudia (Provincia di Latina) (Annama-ria Boccafurni)

36 – Lago di Fondi (Provincia di Latina) (Francesco Avolio)

37 – Lago di Fibreno (Provincia di Frosinome) (Maria Teresa Greco)

38 – Lago di Campotosto (Provincia dell’Aquila) (F. Avolio)

39 – Lago di Scanno (Provincia dell’Aquila) (Marco Notarmuzi)

40 – Lago di Lesina (Provincia di Foggia) (Marcello Marinucci)

41 – Lago di Varano (Provincia di Foggia) (Vincenzo Valente)

42 – Lago salso di Manfredonia (Provincia di Foggia) (Pasquale Caratù)

43 – Laghi Alimini (Provincia di Lecce) (P.Caratù) 44 – Lago Matese (Provincia di Benevento) (M. T. Gre-co)

45 – Lago del Fusaro (Provincia di Napoli) (M. T. Gre-co)

46 – Lago di Coghinas (Provincia di Nuoro) (Antoniet-ta Dettori)

47 – Lago dell’Alto Flumendosa (Provincia di Nuoro) (A. Dettori)

48 – Lago di Cabras (Provincia di Oristano) (Antoniet-ta Dettori)

49 – Stagno di Santa Giusta (Provincia di Oristano) (A. Dettori)

50 – Stagno di Tortolì (Provincia dell’Ogliastra) (A. Dettori)

51 – Stagno di Santa Gilla (Provincia di Cagliari) (A. Dettori)

52 – Stagno di Teulada (Provincia di Cagliari) (A. Dettori)

53 – Lago di Prèola (Provincia di Trapani) (Salvatore Trovato)

54 – Laghetti di Mazzara del Vallo (Provincia di Tra-pani) (S. Trovato)

55 – Biviere di Gela (Provincia di Caltanissetta) (S. Trovato)

56 – Lago di Soprano Provincia di Caltanissetta) (S. Trovato)

57 – Lago di Pergusa (Provincia di Enna) (S. Trovato) 58 – Biviere di Cesarò (Provincia di Messina) (S. Tro-vato)

59 – Lago di Ganzirri (Provincia di Messina) (S. Tro-vato)

60 – Pantano di Longarini (Provincia di Siracusa) (S. Trovato)

61 – Pantano di Roveto e Vendicari (Provincia di Sira-cusa) (S. Trovato)

62 – Biviere di Lentini (Provincia di Siracusa) (S. Tro-vato)

150 giorni all’anno, accrescono la domanda di pesce che si concentra nel periodo quaresimale. A queste nuove necessità si risponde sperimentando nuove tecniche di cattura con impianti fissi. Nella “sala mez-zogiorno” viene presentato il momento di maggior splendore della pesca in questo lago tra Medioevo ed Età Moderna. La grande pesca dei tori sul lago aperto e quelle spondali (arèlle e pòrti) sono regolamentate dal Comune di Perugia e poi dal Governo Pontificio che gestiscono per secoli il lago come un bene pre-zioso mantenendo equilibrio tra interventi di sfrutta-mento e di tutela.

Nella “sala pomeriggio” vengono descritte minuzio-samente le tantissime “pesche minori”, frutto dell’at-tività dei professionisti, dei pescatori a part-time e dei contadini.

Nella “sala sera” viene affrontato il tema del declino della pesca professionale. Con l’entrata in funzione del nuovo emissario di fine Ottocento nel volgere di pochi anni le condizioni ambientali mutano: le crisi di impaludamento provocano danni notevoli anche alle specie ittiche e la pesca professionale di tipo im-prenditoriale viene così abbandonata. I mancati in-vestimenti nel settore da parte dei possidenti -ormai rivolti altrove- impediscono la modernizzazione delle tecniche di cattura, lo sviluppo della pescicoltura e quindi, del settore della trasformazione, promozione e commercializzazione del pescato.

L’allestimento consente lo sviluppo di vari percorsi didattici e presenta approfondimenti che riguardano, di volta in volta, gli aspetti ambientali, linguistici e giuridici.

2. “Centro di documentazione sulle imbarcazioni tra-dizionali delle acque interne italiane” – Comune di Passignano sul Trasimeno (PG)6

Negli ultimi cinquant’anni si è verificato un radica-le cambiamento nell’uso delradica-le imbarcazioni presso radica-le acque interne delle nostre regioni: dalla pesca e dal trasporto si è passati allo sfruttamento turistico.

L’abbandono delle attività tradizionali -non più red-ditizie- ha comportato anche la perdita di un patrimo-nio di conoscenze legate alla costruzione delle barche, che abbiamo pertanto il dovere di conservare, di recu-perare, e -dove necessario- di ricostruire, fin tanto che ne abbiamo la possibilità, valorizzandole come beni culturali.

Il Centro di documentazione sulle imbarcazioni tra-dizionali delle acque interne italiane, con sede a Pas-signano sul Trasimeno, è stato ideato e realizzato

6  Allestimento anno 2004. (Redazione dei testi e composizio-ne di n. 21 pancomposizio-nelli espositivi a cura di M. Bonino; consulenza e coordinamento dell’allestimento scientifico di A. Batinti ed E. Gambini).

dall’Atlante Linguistico dei Laghi Italiani (ALLI), su espressa volontà e finanziamento del Comune laghi-giano, con il sostegno della Regione Umbria e della Provincia di Perugia e di altri Enti territoriali.

Nel Centro sono esposte alcune imbarcazioni tra-dizionali del Lago Trasimeno, del Lago di Chiusi, del Lago di Piediluco, del Padule di Fucecchio e dello Sta-gno di Cabras in Sardegna.

Per il Trasimeno sono presentati due tipi di cara-vella, documentati già nel secolo XV e in uso ancora intorno alla metà del Novecento tra i pescatori di pro-fessione.

Negli spazi esterni è presente una ricostruzione del barchetto del gorro, un barcone utilizzato sino alla metà degli anni Trenta del secolo scorso per la pesca con la grande rete a strascico, detta appunto gorro.

Le monòssili, scavate in legno di quercia, rinvenute a seguito di dragaggi compiuti lungo la riva del lago a Passignano, sono state datate al sec. XIII. Esse sono certamente gli esemplari più importanti tra quelli presentati.

L’allestimento si compone di 21 pannelli temati-ci (con testi e immagini) che costituiscono la trama espositiva, in cui i reperti trovano la loro contestualiz-zazione e la loro correlazione con gli altri aspetti della cultura delle acque interne.

La scelta dei temi e l’organizzazione delle informa-zioni favoriscono una lettura secondo varie prospetti-ve di ricerca (linguistica, storica e archeologica).

Le barche, in Italia centrale come altrove, sono il ri-sultato di sovrapposizioni tecniche e storiche. In par-ticolare, per quanto concerne l’Italia centrale interna, nella tipologia costruttiva delle barche sono ancora evidenti le tracce delle forme arcaiche di imbarcazio-ni come le monòssili e le zattere.

Bibliografia

Moretti G. (1977), Pescatori del Trasimeno, in AA. VV., Arti e mestieri tradizionali in Umbria, «Opera del Vocabolario dialettale umbro», 5, Istituto di Filologia romanza, Università degli Studi, Perugia, pp. 67-122 (Arquata, Foligno, «Laghi e stagni d’Italia», 4, 1986, ristampa).

AA. VV. (G. Moretti, a cura di) (1984), Lingua, storia e vita dei laghi d’Italia, Atti del I Convegno dell’ALLI - Lago Trasimeno, 23-25 Settembre 1982, Rimini, Mag-gioli.

Costa G. (1992), Anemonimi benacensi (Lessico, co-gnizione e tassonomia), «Saggi ALLI», Perugia, Univer-sità degli Studi.

Cecchini C., Cencioni C. (2000), Si nun tira l vènto chiappi poco. I venti del Trasimeno nella cultura dei

pescatori, «Quaderni del Museo della Pesca del Lago Trasimeno», 4, Edizioni Era Nuova, Perugia.

Gambini E. (2000), La pesca al Lago Trasimeno nell’antichità, CD ROM, Comune di Magione.

Valente V., Marinelli C. (2002), La pesca con il giac-chio nella tradizione del lago Trasimeno, con un’ana-lisi linguistica estesa alle principali zone umide d’Ita-lia, (M. Carloni, a cura di), «Quaderni del Museo della Pesca del Lago Trasimeno», 6, Perugia, Edizioni Era Nuova.

Batinti A, Gambini E. (2004), ALLI: proposta di itine-rari di ricerca. Indagini etno-linguistiche e archeologi-che negli ambienti umidi italiani, in (A. Batinti, M. Bo-nino, E. Gambini, a cura di) Le acque interne dell’Italia centrale. Studi offerti a Giovanni Moretti, «Quaderni del Museo della Pesca del Lago Trasimeno», 8, S.

Feli-ciano (PG), Pro Loco di S. FeliFeli-ciano (PG).

Moretti G., Valente V. (2006), Avifauna: lo svasso maggiore (Podiceps cristatus) e la folaga (Fulica atra), nomi e tradizioni, cd rom, (A. Batinti, E. Gambini, a cura di), GAL Trasimeno – Orvietano, Provincia di Pe-rugia, Comunità Montana – Associazione dei Comuni Trasimeno Medio Tevere, Comuni del Comprensorio del Lago Trasimeno.

Batinti A, Gambini E. (2010), Denominazioni dei si-stemi e dei siti di pesca. Note di toponomastica lacustre, in Il mestri dai nons. Saggi di toponomastica in onore di Cornelio Cesare Desinan (F. Finco, F. Vicario, a cura di), Udine, Società Filologica Friulana, pp. 33-46.

Costa G., (2011), I nomi del vento sul lago di Garda. Etnoscienza e geolinguistica, Alessandria, Edizioni dell’Orso.

The lady of the lake

Nel documento Gentes - anno I numero 1 - dicembre 2014 (pagine 33-36)