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Quindici anni dopo il disastro di Chernobyl, le Nazioni Unite iniziarono una serie di studi per raccogliere informazioni sulle persone colpite dalle radiazioni della centrale nucleare in un report scientifico reso pubblico nel 2001. C’era l’imminente necessità di studiare e cercare di risolvere al meglio le conseguenze a cui l’esplosione della centrale nucleare aveva sottoposto vari paesi, concentrandosi sul ruolo primario dei governi coinvolti in prima linea come l’Unione Sovietica. Dopo il 1991, anche Russia, Bielorussia e Ucraina, illustrarono al mondo esterno come le conseguenze furono ben più gravi di come ci si sarebbe aspettati. Un ruolo chiave fu ricoperto dal movimento di volontari composto da scienziati, collaboratori di salute e altri specialisti che contribuirono allo studio e alla pubblicazione del suddetto report255.

Dopo lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel 1991, la valenza di Chernobyl non fu solo cruciale a livello ambientale e socio-economico, ma divenne la chiave della politica interna, poiché, sia la Bielorussia sia l’Ucraina, chiedevano da parte della Russia un risarcimento che avrebbe dovuto coprire i danni causati dall’incidente. Il caso Chernobyl divenne così un peso anche a livello finanziario in mancanza di un budget nazionale abbastanza cospicuo da coprire le spese di ripulitura della centrale.

255 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, pp. ii-iii.

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Le strategie che vennero elaborate negli anni successivi all’incidente della centrale nucleare, vennero spiegate dettagliatamente nei Programmi Nazionali degli stati direttamente interessati, adottati per la prima volta nei primi anni ’90 del XX secolo. A livello sociale, secondo il sistema di compensazione sovietico dell’epoca, si stabilì un compenso in denaro non tanto per i feriti quanto per coloro la cui incolumità era stata messa a rischio. Ci fu un processo di protezione sociale delle comunità, tanto che i tre stati direttamente coinvolti pagarono uno stipendio mensile a tutte le famiglie che erano rimaste a vivere nelle zone contaminate o ad alto rischio. Inoltre, si cercò di tutelare il più possibile quelle che il report definì Chernobyl victims, ovvero coloro che rispecchiavano i seguenti criteri: persone a cui si erano diagnosticate delle malattie causate dalle radiazioni della centrale, gli addetti alla ripulitura della centrale che entrarono maggiormente in contatto con i raggi-gamma, coloro che contribuirono fra il 1986 e il 1987 all’evacuazione di zone a rischio, coloro che rimasero a vivere nelle zone contaminate e coloro che furono evacuati conseguentemente all’incidente. A queste vittime si cercò di agevolare il più possibile la vita256.

Nel luglio del 2001, sotto la guida dell’United Nations Development Programme (UNDP) e dell’United Nations International Children’s Emergency Found (UNICEF), un gruppo di studiosi internazionali specializzati in vari campi concluse lo studio sul contagio delle vittime. Il gruppo di studiosi denominati The Mission Team era composto da sei specialisti di 3 campi d’interesse diversi tra cui: ecologia, salute ed economia. Si fece attenzione in questo caso alle conseguenze che il disastro nucleare ebbe a livello umanitario e quindi come contribuì a cambiare geneticamente e socialmente la vita delle persone che vivevano nel luogo dell’accaduto e nei paesi circostanti.

Le persone che si trovarono esposte direttamente alle radiazioni della centrale nucleare si trovarono in difficoltà non solo dal punto di vista della salute, riscontrando una serie di malformazioni genetiche e malattie tumorali frequenti che conducevano ad una morte repentina, ma anche la situazione sociale ed economica. Solo un numero minore di persone continuò imperterrita a vivere nelle zone più

256 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, pp. 29-30.

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contaminate, dove c’era un’esposizione radioattiva compresa tra le 15 e 40 curie per km2 257.

D’altro canto, furono in molti a chiedersi il perché della necessità di questo report, trattandosi di un fatto accaduto nel 1986; per questo la Mission Team espose tre ragioni essenziali per continuare le ricerche sul campo del disastro di Chernobyl. In primo luogo, non solo di Chernobyl si interessarono i governi coinvolti nella strage (URSS, Bielorussia e Ucraina), ma l’interesse per la situazione di questa zona ebbe un’eco internazionale importante. Nel 2001 si annoveravano ben 400 reattori nucleari funzionanti in tutto il mondo; come mise in evidenza l’equipe, in caso di un nuovo disastro nucleare sarebbe stato impossibile contenere le radiazioni all’interno delle mura della centrale. In secondo luogo, la comunità internazionale si interessò sempre al caso di Chernobyl e alle sue conseguenze, spinta da un senso morale di doversi occupare delle vite di migliaia di persone, tra cui bambini, rovinate dalle radiazioni. In terzo luogo, il senso di cooperazione internazionale che derivò da questo incidente non può essere che interpretato in maniera positiva, facendolo diventare una questione internazionale non solo a livello scientifico e politico, ma anche umanitario258.

Inoltre, nel report si pone particolare attenzione sull’aspetto ambientale, strettamente legato a quello socio-economico e all’aspetto sanitario. Le scorie radioattive dell’incidente della centrale nucleare di Chernobyl coinvolsero non solo il territorio nei pressi della centrale, ma anche le comunità rurali dei paesi circostanti, immettendo sul mercato una serie di prodotti agricoli che la popolazione, ridotta in alla, era costretta ad utilizzare per il proprio sostentamento. La preoccupazione maggiore fu inizialmente rivolta verso quei territori denominati “ad alta contaminazione”, anche se il vero problema dell’espansione radioattiva nei confronti della popolazione sembrava provenire maggiormente dal consumo di prodotti contaminati dalle radiazioni della centrale. L’attenzione quindi venne rivolta verso quelle persone che conducevano una vita agricola e quindi abituate a coltivare e consumare i prodotti della terra. Con questo progetto, si volle cercare di

257 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, p. 1.

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incrementare lo sviluppo di una politica ambientale non solo a livello nazionale, ma anche locale. Questo studio ebbe anche il compito di fornire maggiori notizie sull’accaduto e sulla reale pericolosità della centrale nucleare ucraina. Nel Progetto 3, proposto dagli studiosi che presero parte al report finale, si è voluto promuovere la possibile creazione di un International Chernobyl Foundation (ICF), in grado di realizzare delle ricerche più approfondite sulla salubrità dell’ambiente e agli effetti che le radiazioni ebbero sulla salute umana. La comunità internazionale in questo caso decise di schierarsi in prima linea collaborando con i governi direttamente colpiti dall’incidente di Chernobyl per garantire la creazione di un progetto di preservazione della biodiversità259.

Il report affrontò anche le conseguenze riportate, a livello sanitario, dalla popolazione che abitava in queste zone. L’aspettativa di vita degli abitanti dei paesi dell’ex Unione Sovietica era notevolmente minore rispetto a quella dei paesi dell’Europa dell’est e del sud, poiché si scoprirono essere affetti da gravi patologie cardiache e da traumi psicologici che li portarono ad una morte prematura. Se da una parte l’industria nucleare riconobbe solo alcuni degli effetti che questo incidente ebbe nei confronti della popolazione vicina alla centrale nucleare, d’altro canto l’opinione pubblica, composta da vari politici, ricercatori e volontari, affermò che l’impatto che le radiazioni di Chernobyl ebbero sulla popolazione furono maggiori e più gravi di quanto l’industria nucleare voglia far credere. Tra l’aprile e il maggio 1986, fra la popolazione più giovane venuta a contatto diretto con lo iodio radioattivo tipico dell’esplosione della centrale, si verificarono numerosissimi casi di cancro alla tiroide. Sebbene il cancro alla tiroide potesse essere curato, le persone che vennero esposte ad un numero ingente di radiazioni avrebbero dovuto avere un’assistenza continua per tutto il corso della loro vita260.

I problemi di salute legati all’incidente di Chernobyl, mostrarono una concatenazione tra la sanità, l’ecologia e l’economia delle comunità colpite. La salute era una priorità per garantire il prolungamento della vita delle persone colpite, migliorandone il loro benessere e cercando così, con l’aiuto comunitario e

259 IAEA Division of Public Information, Op cit., p. 24.

260 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, p. 8.

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internazionale, di sensibilizzare al massimo la popolazione coinvolta sulle reali conseguenze che l’esposizione alle radiazioni poteva provocare sull’organismo261. La contaminazione delle coltivazioni e la chiusura delle relative fattorie a causa dell’ampio raggio di propagazione delle radiazioni che provenivano dalla centrale, divenne uno dei problemi principali dello stesso incidente amplificandosi in particolar modo dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica nel 1991. Inoltre, a livello economico, tali difficoltà si fecero sentire per i fondi che furono utilizzati per il progetto di clean-up e recupero della centrale, poiché lo stato ucraino si trovò a sostenere dei costi altissimi. Per la popolazione ucraina iniziò quindi un’ondata di povertà aggravata dalla mancanza di opportunità di lavoro. Con questo progetto si volle dare una maggiore stabilità economica a quelle comunità che furono colpite dalla tragedia, cercando di restituire loro quella dignità economica che avevano perso nel 1986. Il progetto ebbe in programma di creare un’economia di mercato aperta e un ambiente di investment-friendly per scatenare una maggiore proliferazione di industrie nel medesimo territorio. A livello locale le imprese vennero integrate nel mercato mondiale per facilitare le aziende estere nel possibile investimento e allo stesso tempo vennero create delle nuove opportunità di lavoro262.

Enormi sforzi vennero fatti dalla comunità internazionale e dai tre paesi per riparare alle gravi conseguenze post- Chernobyl263.

Il processo di studio e di ricerca riguardante il caso di Chernobyl rimane tutt’oggi un caso che deve essere ancora risolto sia a livello sanitario sia ambientale, poiché non ci sono ancora pervenuti dei fatti diretti che testimonino i rischi che venivano associati al tipo di esplosione di Chernobyl264.

261 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, p. 9.

262 IAEA Division of Public Information, Op. cit., p. 53.

263 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, p. 15.

264 The Human Consequences of the Chernobyl Nuclear Accident: A strategy for Recovery, A Report Commissioned by UNDP and UNICEF with the support of UN-OCHA and WHO, 22 gennaio 2002, p. 12.

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