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Città Metropolitana di Torino – soglie massime di consumo

Nel documento POLITECNICO DI TORINO (pagine 106-109)

Come appena specificato, fino al 2003 Città Metropolitana di Torino adottava un contratto del tutto simile a quello attualmente in vigore per il Comune di Torino. A partire dal contratto relativo al quinquennio 2004-2009, sono state introdotte delle soglie di consumo, calcolate come specificato di seguito, che stabilivano i valori massimi di consumo per ogni edificio a partire dall’analisi dei dati storici. Tutti i contratti stipulati per gli anni successivi al 2009, fino al 2016 (anno in cui è entrato in vigore il contratto attualmente attivo, vedasi paragrafo successivo), hanno mantenuto tale aspetto. Nella spiegazione dei valori di soglia si farà riferimento al contratto dell’anno 2015/16 e a quello relativo al periodo 2004-2009 ma, ai fini di questo lavoro, possono considerarsi inclusi nel ragionamento tutti i contratti relativi al periodo 2004-2016, per quanto descritto nelle righe precedenti.

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Innanzitutto, si intendono per condizioni “convenzionali”, quelle relative ai Gradi Giorno convenzionali e ad una durata convenzionale di accensione degli impianti.

I Gradi Giorno convenzionali, indicati con il simbolo GGc , possono essere quelli stabiliti dal D.P.R. 412/93 o quelli relativi ad una stagione di riferimento precisa. La durata convenzionale di riscaldamento, indicata con il simbolo Dc , rappresenta le ore convenzionali di erogazione di ogni impianto, dipendenti essenzialmente dalla destinazione d’uso dell’edificio in questione.

Il consumo convenzionale, Qc , rappresenta il fabbisogno massimo di energia erogata dal generatore di calore che, nelle suddette condizioni convenzionali si ritiene non debba essere superata per garantire le condizioni di comfort ambientale previste dal contratto.

Tale valore di consumo è stabilito a partire dall’analisi dei dati storici di consumo al momento della definizione del contratto [21]. Il consumo convenzionale è cosi definito per ogni edificio oggetto del contratto.

Al termine della stagione di riscaldamento, si calcolano le soglie limite di consumo reale, riferite all’energia prodotta dal generatore, in base ai Gradi Giorno reali della stagione e alla durata effettiva di erogazione [22]:

𝑄𝑄𝑁𝑁𝑣𝑣𝑚𝑚= 𝑄𝑄𝑐𝑐 ∗ 𝐺𝐺𝐺𝐺 𝐺𝐺𝐺𝐺𝑐𝑐 ∗ 𝐷𝐷

𝐷𝐷𝑐𝑐

Il valore reale di consumo misurato, indicato con Q, viene confrontato con il valore di soglia (formula 18) per ogni edificio; se il consumo effettivo supera la soglia massima, si considera, ai fini della contabilizzazione e della fatturazione, il valore di soglia stesso. Il valore Qvla è il massimo consumo a cui il fornitore potrà applicare la fatturazione. Inoltre, deve essere verificata, sull’insieme degli edifici, la seguente condizione [23]:

�(𝑄𝑄 ∗ 𝐹𝐹1∗ 𝐹𝐹2∗ 𝐹𝐹3) ≤ � 𝑄𝑄𝑁𝑁𝑣𝑣𝑚𝑚

I fattori moltiplicativi del consumo effettivo tengono conto dei seguenti aspetti:

• F1  correzione connessa all’efficacia della gestione del singolo sistema impiantistico

• F2  correzione connessa all’affidabilità del sistema di contabilizzazione dell’energia termica

• F3  correzione connessa al mantenimento dell’efficienza energetica relativa all’intero patrimonio edilizio

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I fattori sopraindicati sono definiti in modo da premiare il fornitore nel caso in cui mantenga i consumi al di sotto della soglia prestabilita o di penalizzarlo in caso contrario.

Si specifica che, ai fini della contabilizzazione dei consumi, si considera come “anomalo”

un rendimento di generazione medio annuo che ricada in uno dei seguenti casi:

• Caldaia tradizionale : ηgn > 0,90

• Caldai a condensazione : ηgn > 1,01

Il fattore F1, che non si applica nel caso di impianti allacciati al teleriscaldamento o il cui rendimento di generazione risulti anomalo, secondo quanto appena specificato, è definito come segue [23]:

𝐹𝐹1 = 1 + 0,2 ∗ �𝑄𝑄𝑁𝑁𝑣𝑣𝑚𝑚− 𝑄𝑄 𝑄𝑄 �

Per la determinazione del valore di Q da inserire nella formula si segue la seguente logica:

• Q > Qvla → Q = Qvla

• Q ≤ Qvla → Q = Q

Se il fornitore riesce a mantenere il valore del consumo effettivo sotto la soglia stabilita, il fattore correttivo F1 diventa maggiore di 1, ed aumenta dunque il consumo che il fornitore può fatturare all’amministrazione; al contrario, il fattore correttivo appena descritto resta pari a 1 e non influisce sul consumo da usare ai fine del calcolo del corrispettivo per quell’edificio.

Il fattore correttivo F2, che non si applica nei casi specificati per il primo fattore, è calcolato come descritto di seguito; innanzitutto si definisce “Indice di Affidabilità – IA”

del sistema di contabilizzazione, il rapporto tra la somma delle energie primarie risultate anomale, secondo quanto detto in precedenza per i rendimenti di generazione, e la somma di tutte le energie primarie degli impianti in questione.

Se il valore di IA è maggioreo uguale al 12 %, cioè se più del 12 % di impianti presenta anomalie di contabilizzazione, il fattore correttivo F2 risulterà inferiore a 1, costituendo dunque una penalità per il fornitore [23]:

𝐹𝐹2 = 1 + 0,2 ∗ � 1

0,88 + 𝐼𝐼𝐼𝐼 − 1�

Se il valore di IA è invece uguale o inferiore al 5 %, si calcola il fattore correttivo sempre con la formula 21, ma il suo valore sarà maggiore o uguale a 1, costituendo dunque un (20)

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premio per il fornitore. Per i valori dell’Indice di Affidabilità compresi tra le percentuali indicate, si considera F2 pari a 1.

Indicando con la lettera E l’energia primaria, cioè quella in ingresso al generatore di calore, si definisce il coefficiente F3 come segue [23]:

𝐹𝐹3 = 1 − �∑ 𝐸𝐸 − 1,11 ∗ ∑ 𝑄𝑄𝑁𝑁𝑣𝑣𝑚𝑚

∑ 𝐸𝐸 �

Se la somma dell’energia complessivamente fornita agli impianti supera la soglia limite complessiva, posta pari a 1,11 volte la somma dei valori limite per ogni edificio, il valore di F3 sarà inferiore a 1, costituendo una penalità per il fornitore.

Il consumo fatturato all’amministrazione è quello effettivo che viene corretto con i tre coefficienti sopra descritti. Il vantaggio di un tale sistema, per il fornitore, consiste nella contabilizzazione di un consumo maggiore di quello effettivo, che si traduce in un maggior guadagno economico, qualora mantenga i consumi al di sotto dei valori limite.

Il vantaggio per l’amministrazione è il mantenimento dei consumi sotto i valori di soglia e la presenza di un importo massimo che può essere fatturato dal fornitore. Il fornitore, che si occupa dell’approvvigionamento del combustibile, anticipandone i costi, è dunque incentivato a ridurre i consumi poiché ne ricaverebbe un maggior guadagno economico.

Nel documento POLITECNICO DI TORINO (pagine 106-109)