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DURATA PERCENTUALE ANSIA-STRESS-ECCITAZIONE

CODA FERMA

0 20 40 60 80 100 120 1 2 3 Osservazioni d u ra ta % gr. Sper. gr. contr.

Fig.3.7: durata percentuale relativa al comportamento “Coda ferma” nel gruppo sperimentale e di controllo

CAPITOLO 4

4.1 ANALISI MULTIVARIATE

Il presente lavoro ha valutato la variazione dell’andamento dello stato reattivo ed emozionale di un gruppo di cani trattati con una terapia non convenzionale ed applicata con un approccio solistico confrontato con un gruppo di cani che non ha subito alcun trattamento.

La maggior parte degli studi precedentemente attuati sul comportamento spontaneo di cani in condizioni permanenti di restrizione spaziale e sociale sono caratterizzati da un approccio univariato. In questo studio si è invece utilizzato un approccio multivariato, che risulta innovativo e particolarmente indicato nello studio di fenomeni complessi quali le sindromi caratterizzate dalla partecipazioni di fattori fisici, psichici ed immunitari (Siegel S.D., et al., 2006) e lo studio del comportamento nei disordini di origine psichiatrica (Carola V., et al., 2004; Sakic B., et al., 2005; Gardner K.L. et al., 2005), in cui trova crescente applicazione grazie alla sensibilità ed alla potenza statistica che caratterizzano questo test. Raramente i fenomeni che si intendono osservare sono completamente chiariti da una singola variabile: “il mondo è complesso e multivariato” (www.statsoft.com).

L’applicazione di una valutazione olistica (dal greco Óλoς, olos= tutto, intero) allo studio del comportamento animale porta a riferirsi all’individuo come ad un intero, da osservare unitamente al suo contesto (Mason G. e Mendl M., 1995). Ne consegue che la misurazione dello stato di benessere debba fondarsi sulla relazione dinamica che si svolge tra ambiente interno individuale ed ambiente esterno. La valutazione degli stati emotivi, sottostanti ai moduli comportamentali, deve tener conto delle variazioni che si

presentano ad ogni dato momento nella valutazione delle circostanze compiuta dai soggetti (Mills D.S. et al, 2006) ed indicarne l’andamento nel tempo.

Dall’esame condotto nel presente studio sul complesso dei tratti comportamentali in esame emerge un dato molto interessante: l’analisi multivariata mostra un effetto significativo del trattamento con la miscela di fiori di Bach a carico della totalità dei comportamenti esplorati, il cui andamento varia nel tempo in maniera significativamente differente fra il gruppo dei trattati ed il gruppo di controllo. Questo approccio metodologico consente di definire quali tratti comportamentali abbiano dato il maggior contributo alla differenza osservata fra animali trattati e controlli, come siano cambiati nel tempo e quale significato si debba attribuire ai trend evidenziati.

L’analisi SIMPER, relativa alle frequenze di comportamenti discriminanti, identifica le variabili comportamentali coinvolte nell’espressione degli stati di ansia e stress cronico e descrive un andamento quantitativo nettamente differente fra i trattati ed i controlli.

Nel gruppo dei trattati si verifica, nel confronto fra T0 e T1, una sostanziale flessione a carico dell’attività locomotoria, del livello di vigilanza e del comportamento di esplorazione olfattiva, con un aumento in T2, presentano valori che si mantengono comunque a livelli più bassi rispetto alla osservazione che precede il trattamento (T0). A carico del gruppo di controllo si nota invece una controtendenza: aumenta notevolmente l’attività locomotoria in T1, per fermarsi in T2 su valori superiori ai trattati. L’andamento dei livelli di vigilanza presenta nel controllo il medesimo

prossimi ai trattati. In questo gruppo l’incremento delle frequenze relative al comportamento esplorativo surclassa quello relativo al gruppo di trattati.

Per quanto riguarda l’emissione delle vocalizzazioni dal confronto tra i due gruppi nelle tre osservazioni emerge un modesto e costante aumento delle frequenze nel gruppo dei trattati a fronte di una crescita notevole, con assestamento su valori doppi rispetto ai valori di partenza, nel gruppo di controllo. Analizzando i dati che si riferiscono ad un’altra forma di comunicazione tipica di questa specie, ossia le posizioni assunte dalla coda e le caratteristiche del suo movimento, si nota nel gruppo dei trattati un decremento dei segnali di eccitazione e/o tensione, con una modesta crescita in T2 senza mai raggiungere i valori di partenza. Nei controlli si verifica invece un picco in crescita, che si attesta infine in T2 su valori doppi rispetto alla prima osservazione.

Osservando il quadro complessivo fornito dall’analisi multivariata e dall’analisi SIMPER, si può affermare che l’andamento dei tratti comportamentali presenti nell’etogramma, che si riferiscono a stati reattivi, motivazionali ed emozionali riscontrabili nel cane in un contesto di restrizione, descrive nei soggetti che hanno ricevuto il trattamento con i fiori di Bach un’interessante riduzione nell’emissione dei segnali di ansia, di eccitazione e di stress, che risulta particolarmente accentuata nei primi giorni di terapia. Nei cani trattati l’insieme di comportamenti locomotori ed esplorativi a carattere ripetitivo, che forniscono una precisa indicazione del livello di incertezza e di frustrazione motivazionale indotte dal contesto, manifesta una notevole decrescita, suggerendo un reale e specifico effetto della miscela di trattamento sui loro stati emozionali. Questo effetto trova maggiore contrasto se messo a confronto con la

crescente negatività dello stato emotivo dei soggetti di controllo, che è presumibilmente correlato ad un aumento del grado di frustrazione emotiva e di perdita di controllo sull’ambiente.

Infatti un dato molto interessante che emerge dal presente lavoro riguarda l’osservazione dell’andamento del comportamento spontaneo complessivo dei cani di controllo: le variabili comportamentali relative a stati di ansia e frustrazione osservate in questo gruppo mostrano una tendenza alla crescita.

Nell’interpretare questo risultato si può far riferimento ai diversi studi che ne descrivono il comportamento in condizioni di restrizione spaziale e sociale durante i primi giorni dall’arrivo (Wells D., e Hepper P.G., 1992; Hiby E.F. et al., 2006; Rooney N.J. et al., 2007), dopo 6 settimane (Beerda B. et al., 1999a) e dopo un anno di permanenza in questo tipo di contesto (Beerda B. et al., 2000). I primi 10 giorni sono caratterizzati dall’inattività e dalla tendenza ad assumere posture statiche, riferibili al basso livello di stimolazione ambientale, e dalla riduzione del tempo dedicato al sonno. Durante i primi 60 giorni di permanenza si riscontra una riduzione in durata e frequenza dei comportamenti riferibili ad uno stato di quiete; per contro aumentano le attività motorie, che assumono anche caratteristiche di stereotipia (Gazzano A. et al., 2005). Si osserva che i cani mantenuti per oltre un anno in condizioni di crescente restrizione spaziale e sociale fanno esperienza di alti livelli di stress cronico, indicato dalle frequenti attività ripetitive, dall’aumentata frequenza dell’emissione di vocalizzazioni, dalla manipolazione dell’ambiente e dalle attività di sostituzione, infine alla scarsa emissione

Quindi l’andamento osservato per il gruppo di controllo nel presente studio risulta coerente con quanto si desume dalla letteratura riguardante l’argomento, mentre si discosta dalla tendenza del gruppo sperimentale, suggerendo che il trattamento con i fiori di Bach intervenga nel diminuire lo stato di stress che l’ambiente canile, con i limiti che impone, induce nei cani ospitati.

4.2 ANALISI UNIVARIATE

Le analisi univariate hanno evidenziato un effetto significativo di interazione tra i fattori Trattamento e Tempo nella frequenza di emissione di tratti comportamentali individuati nell’analisi SIMPER.

Dal confronto fra gruppo di cani trattati e gruppo di controllo emerge anche per i singoli comportamenti il medesimo andamento osservato con l’analisi multivariata. Le frequenze relative alle variabili comportamentali “Girare nel box” (p<0.01), “Annusare l’ambiente” (p<0.05) e “Scodinzolare rigido ed intenso” (p<0.05) presentano nel gruppo dei soggetti trattati una notevole riduzione in T1 e un assestamento su valori inferiori rispetto al T0 e rispetto ai valori finali che si riferiscono al gruppo di controllo. I cani appartenenti a questo secondo gruppo mostrano un notevole incremento che caratterizza le variabili “Girare”, “Scodinzolare rigido ed intenso” ed “Annusare l’ambiente”(p<0.05). L’andamento complessivo dei tratti in esame rivela una tendenza divergente fra i due gruppi, che diventa asintotica nel comportamento di esplorazione olfattiva del box. Pur facendo parte del repertorio comportamentale normale del cane domestico, ed in particolare della sua attitudine esplorativa, in un ambiente povero di stimoli, quale è il canile, l’elevata frequenza di questo comportamento denota un

carattere di anomalia e può quindi rappresentare un tentativo dell’animale di far fronte a condizioni che conducono ad uno scarso welfare o indicare la sua instaurazione. In altri studi infatti le alte frequenze di emissione di questo tratto comportamentale sono state associate a metodi di addestramento particolarmente severi (Schwizgebel, 1982) ed all’anticipazione di eventi shockanti (Solomon e Wynne, 1953).

Il tratto comportamentale relativo alla tendenza ad “Acciambellarsi” (p<0.05), che non compare nell’analisi SIMPER in quanto caratterizzato da basse frequenze in entrambi i gruppi, evidenzia un effetto significativo del trattamento sulla frequenza di emissione e mostra un trend di crescita nei trattati a confronto con la netta flessione che si verifica nei cani di controllo. L’incremento della frequenza di questa variabile comportamentale può indicare, nei cani che hanno ricevuto il trattamento, un maggiore stato di quiete (De Palma C. et al., 2005), che si realizza nelle due osservazioni successive all’inizio della terapia.

L’analisi univariata della durata percentuale riferita alla posizione della “coda ferma” a metà del corpo evidenzia un’interazione significativa (p<0.05) fra Trattamento e Tempo. Nei cani di controllo aumenta l’espressione di questo tratto comportamentale, nei trattati si verifica una flessione. La posizione in questione si potrebbe riferire all’espressione di sicurezza dei soggetti nei confronti di conspecifici con cui mantengono un contatto visivo. Si tratterebbe quindi di un segnale gerarchico. Non essendo associato ad altre evidenze questo dato risulta di difficile interpretazione.

I comportamenti presenti nell’indice Ansia-Stress-Eccitazione sono stati aggregati al fine di rendere olistico l’approccio univariato: le variabili comportamentali che lo compongono tratteggiano un preciso stato emotivo e motivazionale che si genera in condizioni di confinamento spaziale e di restrizione sociale, e concorrono ad indicarne l’andamento nel tempo. L’uso di questi tratti comportamentali deriva dall’aggregazione di etogrammi riportati dalla letteratura scientifica che tratta gli stati di stress e/o di impoverimento del benessere nel cane in canile, ma privilegia una valutazione d’insieme rispetto ad una misurazione dei singoli comportamenti in quanto è noto che esiste una forte variabilità individuale nell’espressione degli stati di disagio (Mills D.S. et al., 2006)la quale rende spesso difficile ottenere dei cambiamenti rilevanti statisticamente, a livello di gruppo. D’altro canto questo approccio consente comunque di mantenere una valutazione di tipo quantitativo e quindi oggettivo.

L’autogrooming ed i comportamenti ripetitivi (quali camminare in circolo e girare su se stessi), nonché l’emissione di posture più basse, possono essere una chiave di lettura del processo di adattamento ad un ambiente povero di stimoli e di opportunità e, pur non essendo direttamente riferibili ad uno stato di stress acuto, indicano il tentativo da parte dei soggetti di mantenere un certo livello di performance, in un contesto che nega loro lo spazio fisico per svolgere determinate attività. In ultima analisi risultano associabili allo stress cronico (Hetts S. et al., 1991; Hubrect R.C. et al., 1992; Beerda B. et al., 1999a).

In particolare l’emissione frequente di posture più basse, in questo caso orecchie indietro e coda tra le zampe, è strettamente associata alla restrizione sociale (Beerda et al., 1999a) che i soggetti subiscono in contesti paragonabili all’ambiente in cui si è svolto il

presente studio. Questi segni si presentano quando i cambiamenti esterni sono accompagnati dalla riduzione della certezza e della controllabilità da parte dell’animale: così la riduzione del livello di confidenza nei confronti delle circostanze esterne si traduce nell’espressione di emozioni negative e di dubbio (Wiepkema et al., 1992; Mason G. et al., 2007).

L’analisi univariata dell’indice Ansia-Eccitazione-Stress evidenzia un’interazione significativa (p<0.05) tra i fattori Trattamento e Tempo che coinvolge frequenza e durata percentuale dei comportamenti aggregati nell’indice. Il test rivela, sia nelle frequenze di emissione sia nella durata percentuale, il medesimo andamento che ha fin qui differenziato significativamente i due gruppi. Si osserva infatti, nel gruppo che ha ricevuto il trattamento, una riduzione delle frequenze e della durata percentuale dei tratti compresi nell’indice, in netto contrasto con l’incremento che si realizza a carico del gruppo di controllo, che appare come un indicatore del loro crescente stato di incertezza, a fronte della controtendenza che caratterizza l’andamento del medesimo indice nei cani sottoposti al trattamento con la miscela di fiori di Bach.

In ultima analisi si può affermare che lo stato motivazionale dei soggetti trattati manifesta un cambiamento nel tempo, caratterizzato dall’uniforme decrescita delle espressioni comportamentali legate a stati di frustrazione ed incertezza, con un assestamento finale su valori nettamente inferiori rispetto all’osservazione che ha preceduto l’inizio del trattamento. Infatti l’insieme dei risultati conferma che il cambiamento è omogeneo qualitativamente, poiché vi sono coinvolte le medesime

variabili comportamentali, e quantitativamente, in quanto le curve che rappresentano l’andamento dei singoli tratti e dell’indice presentano uniformità.

I risultati definitivi ottenuti nel presente studio collocano questo approccio terapeutico fra gli strumenti palliativi utilizzati nel trattamento dei comportamenti legati allo stress cronico ed allo stato di frustrazione motivazionale. La loro efficacia nel trattamento del cane in canile è confrontabile, ma non direttamente comparabile a causa del diverso metodo di valutazione, con i risultati ottenuti utilizzando il Dog Appeasing Pheromone nel medesimo contesto (Tod E. et al., 2005).

Non essendo disponibili dati quantitativi riguardanti la durata dell’effetto della miscela di fiori di Bach si può ipotizzare, in accordo con quanto riportato in testi a carattere divulgativo, che il trend osservato nei soggetti trattati si possa smorzare nel tempo, in un contesto restrittivo quale il canile, se non associato al contemporaneo arricchimento ambientale e sociale. Inoltre nel corso di un trattamento con fiori di Bach indirizzato verso problemi cronici è spesso necessario ridefinire la composizione della miscela, e correggerla sulla base dell’eventuale cambiamento osservato nei soggetti (Kübler H., 2001).

L’uso contestuale e quindi individuale dei fiori di Bach potrebbe avere un ruolo complementare nell’ambito degli interventi di arricchimento quali l’interazione con le persone (Hennessy M.B. et al., 1998; Coppola C.L. et al., 2005), l’applicazione di programmi di terapia comportamentale (Wells L., 2004) e la creazione di stimoli opportuni per il loro sviluppo cognitivo (Meehan C.L. e Mench S.A., 2007).

CAPITOLO 5

Il presente studio trova collocazione in una serie di ricerche mirate alla valutazione del benessere degli animali da compagnia, attraverso lo studio del loro comportamento, e degli interventi necessari per favorire un corretto recupero della relazione fra uomo ed animale.

Intendendo il benessere animale in chiave di benessere psicologico (Haynes .P., 2001; Hewson C.J., 2003; King L.A., 2003), garantito unicamente dall’incontro fra le loro esigenze mentali e cognitive ed il contesto fisico e sociale (Duncan I.J.H. e Petherick J.C., 1991), si può affermare che occuparsi di benessere animale implica necessariamente la conoscenza del mondo soggettivo degli animali, attraverso un percorso di valutazione degli indici comportamentali e del linguaggio non verbale che ne sono l’espressione (Watanabe S., 2007).

Il cane domestico è un animale altamente sociale, in grado di sviluppare un forte legame di attaccamento con l’uomo: la rottura di questo legame costituisce un’esperienza traumatica che influenza radicalmente le future relazioni. I cani che hanno subito l’abbandono, specialmente durante il periodo sensibile di socializzazione, tendono ad essere più ansiosi ed insicuri (Serpell J. E Jagoe J.A., 1995; Prato Previde E. et al., 2003), pur mantenendo la capacità di creare nuovi legami (Gacsi M. et al., 2001). Inoltre il canile impone agli animali circostanze spaziali che favoriscono lo sviluppo di problemi comportamentali, quali le stereotipie, l’eccesso di vocalizzazioni, l’aggressività inter- ed intraspecifica (Mertens P.A. e Unshelm J., 1996)

L’uso di terapie complementari o alternative (CAM) ha incontrato negli ultimi venti anni un notevole interesse da parte del pubblico ed una crescente applicazione anche in ambito veterinario, giustificata dalla richiesta da parte di clienti ed allevatori di terapie “naturali”, prive di effetti collaterali, i cui costi rimangono accessibili (Kaynes S. e McGuire A., 1995), caratterizzate da un approccio olistico rivolto alla salute animale.

Nel presente lavoro è stata effettuata una valutazione quantitativa del comportamento spontaneo di un gruppo di cani accolti in canile trattati con una terapia complementare di tipo informazionale (nello specifico i rimedi floreali di Bach) finalizzata al miglioramento del loro stato emotivo-motivazionale in un contesto di restrizione spaziale e sociale.

I risultati della presente ricerca evidenziano un significativo effetto della miscela di fiori di Bach sull’andamento delle frequenze nel tempo del complesso dei comportamenti inclusi nell’etogramma. Inoltre si rilevano cambiamenti nelle frequenze di singoli tratti comportamentali che possono essere letti come un miglioramento dello stato di benessere dei cani del gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo.

La possibile collocazione di questa forma terapeutica sarebbe quindi fra gli strumenti palliativi utilizzati nel campo della terapia comportamentale, volta al recupero di soggetti che hanno sviluppato problemi comportamentali. La terapia contestuale e quindi individuale con i fiori di Bach può essere inoltre strumento utile e di facile applicazione al fianco degli interventi di prevenzione e di individuazione precoce delle

Il presente lavoro si configura come studio pilota nell’indagine di questa forma terapeutica, non essendo stati svolti, allo stato attuale della nostra conoscenza, studi quantitativi sugli effetti dei fiori di Bach negli animali. Si rendono comunque necessarie ulteriori indagini di tipo quantitativo volte a verificare l’efficacia dei fiori di Bach nel campo del comportamento animale.

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