• Non ci sono risultati.

3   Costruzione di un modello di regolamento urbanistico edilizio

3.1   Ambiti di studio 18

3.1.1   Codice Concordato 20

Nel 1998, la Conferenza Nazionale Energia Ambiente portò alla stesura, a cura dell’ENEA, di una serie di linee guida ed obiettivi da perseguire in ambito urbano per il raggiungimento di quei livelli di qualità, di risparmio ed efficienza, indicati nei principi della “Carta delle città europee per un modello urbano sostenibile” (Aalborg, 1994), rispettosa degli impegni assunti a Kyoto nel ’97 e contenente le direttive di A21. Questo insieme di obiettivi assunse i connotati di un codice, “Codice concordato di raccomandazioni per la qualità energetico ambientale di edifici e spazi aperti”, fatto proprio e sottoscritto da CNA (Consiglio Nazionale Architetti), CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri), INU (Istituto Nazionale Urbanistica), ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) e ISEA (Innovazione Sviluppo Edilizia Ambiente) oltre che da associazioni diverse (es. codice concordato A.N.C.Ab., Associazione Nazionale Cooperative di Abitanti) ed ha costituito una prima griglia ufficiale su cui hanno cominciato a strutturarsi le linee attuative degli strumenti urbanistici degli Enti Locali.

Il primo aspetto da rimarcare è proprio quello inerente il soggetto principale coinvolto, la Pubblica Amministrazione, in quanto le viene riconosciuto il ruolo di protagonista delle modifiche al territorio, sia che le attui direttamente o tramite pubblico concorso, sia che disciplini l’edilizia di natura privata. Nel rapporto che F.IN.CO. (Federazione Industrie prodotti Impianti e Servizi per le Costruzioni) ha commissionato a CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) nel 1999 su “Scenari dell’industria delle costruzioni al 2010” si legge “le amministrazioni locali sono già da tempo il principale attore non solo dei mercati dell’edilizia residenziale, ma anche di quelli delle opere pubbliche, dato che dei 49.745 miliardi di lire erogati nel ‘98 per le opere pubbliche, circa 21.000 erano quelli di competenza di Comuni e Province”. Inoltre, Il settore edilizio ha nel nostro paese una grande rilevanza economica (190.000 miliardi/anno + 150.000 di indotto) ed occupazionale (8% del totale, 10% nel Mezzogiorno). Circa il 54% dell'attività edilizia è dedicata alla manutenzione; di questa, circa il 36% alla riqualificazione e manutenzione straordinaria (“Scenari sull’industria delle costruzioni al 2010”, CRESME 1999).

Ognuno dei 18 articoli contenuti nel codice comincia con l’espressione: “Le Amministrazioni Pubbliche adottano i seguenti comportamenti…” cui seguono gli argomenti, che sono:

- obiettivi, quelli dell’elevata qualità energetico ambientale degli interventi volti ad incidere sul territorio, nell’attuazione di programmi di riqualificazione urbana, recupero edilizio e urbano, edilizia di sostituzione, pianificazione di nuovi insediamenti e utilizzo del suolo;

- organizzazione, prevedendo, nel rispetto delle leggi vigenti, delle modifiche al proprio interno per il perseguimento degli obiettivi del codice (ad esempio creazione di appositi uffici, di un catasto energetico, ecc.);

- scelte in materia di interventi nel territorio in relazione alla qualità energetico ambientale di edifici e spazi aperti, diviso in 8 punti, indica nello studio approfondito del territorio e delle sue peculiarità, il modo di poter in seguito intervenire, mantenendo sempre in equlibrio il bilancio tra attività antropiche e capacità

22

- aria, corretta localizzazione degli insediamenti edilizi in rapporto alle attività industriali e qualità anche all’interno degli edifici; - suolo, ricorso a modelli insediativi compatibili con la morfologia

dei luoghi, permeabilità del suolo ed utilizzo di indici di fabbricabilità espressi in termini di mq. n. u. / mq. (metro quadro netto utile /metro quadro) anziché mc/mq, scomputando, così, i maggiori volumi dovuti agli incrementi di isolamento termo- acustico;

- verde, utilizzo del verde come parametro di qualità bioclimatica in ambito urbano e predisposizione di misure atte a garantire il rispetto delle specie locali ed il loro utilizzo per interventi di riqualificazione del territorio;

- energia, efficienza delle reti di distribuzione e degli impianti indoor;

- provvidenze e agevolazioni, per incentivare il costruire sostenibile.

Strumenti urbanistici Principi generali:

- evitare il consumo di suolo e la frammentazione, preferendo interventi di sostituzione all’interno dell’edificato rispetto ai nuovi insediamenti. Gli strumenti urbanistici saranno corredati da carte redatte utilizzando indici energetici fondiari (rapporto fabbisogno energetico/densità edilizia) per stabilire le priorità di intervento e per prevedere il fabbisogno energetico di edifici e gruppi di edifici;

- cartografia di base, in aggiunta alla cartografia canonica deve esserne prevista una contenente indicazioni sul soleggiamento, sui venti, sul reticolo idrografico minore, linee elettriche, gasdotti, distribuzione dei campi elettromagnetici, inquinamento atmosferico, studi epidemiologici locali, ecc.;

- mobilità intorno all’edificio, controllo in fase progettuale dell’influenza del traffico veicolare sull’edificato, preferire parcheggi sotterranei al di sotto degli edifici;

- acustica, remotizzazione delle fonti di rumore, uso di barriere insonorizzanti preferibilmente naturali (verde, rilievi, ecc.);

- assetto urbano. La configurazione geometrica dei raggruppamenti di edifici dovrà tenere conto delle interazioni con i venti principali ai fini del raffrescamento e riscaldamento passivo di

edifici e spazi aperti o, qualora necessario, prevedere elementi di protezione da correnti fredde;

Progetti d’intervento Principi generali:

- durabilità del costruito e conservazione delle risorse, gestione ecologica dei caratteri dell’area per il miglior utilizzo delle risorse (microclima, morfologia, vegetazione, altri edifici, caratteri del suolo e del sottosuolo, presenza di specchi d’acqua) e organizzazione dei lotti tale da ridurre l’ “isola di calore”;

- gestione energetico ambientale, efficienza degli impianti ma anche ricorso intensivo alla cogenerazione, al teleriscaldamento e teleraffrescamento urbano, mediante sistemi centralizzati di climatizzazione e contabilizzazione individuale dei consumi;

- salubrità e comfort, attraverso, soprattutto, una verifica preliminare dei progetti che garantiscano elevati standard qualitativi, come, ad esempio, la compatibilità elettromagnetica degli impianti e la previsione obbligatoria dell’inserimento di locali idonei, finalizzati alla raccolta e stivaggio dei rifiuti differenziati destinati al riciclaggio e/o alla eliminazione;

- relazione ecosistemica e di efficienza gestionale, che deve corredare ogni progetto e contenere la valutazione del costo energetico ambientale dell’intervento.