L'idea che la scuola dovesse essere il luogo dove, oltre che sviluppare le abilità di calcolo, lettura e scrittura, si dovesse sviluppare anche il pensiero computazionale venne lanciata, come abbiamo visto, da Jeannette Wing nel 2006.
La società in cui viviamo è circondata dalla tecnologia, che è ormai entrata a far parte della quotidianità; utilizziamo le tecnologie per comunicare con le pubbliche amministrazioni, per cercare lavoro, per socializzare, per informarsi e per molte altre funzioni. La ragione principale per la quale fare coding a scuola è quella di sviluppare il pensiero computazionale (Papert e Wing), ma entrando nello specifico si può osservare come programmare sia:
• un potente strumento di pensiero in quanto, di fronte ad un problema, il soggetto si trova in una situazione di profonda comprensione del problema stesso; questo perché non deve capirlo solo per se stesso, ma deve poi "spiegarlo" attraverso un linguaggio opportuno ad un esecutore in modo tale che possa risolverlo. Così, dopo che si è imparato a programmare si può imparare programmando. Ad esempio si può scoprire che la somma degli angoli esterni di un poligono regolare è 360 gradi senza che sia l'insegnante a dircelo, ma semplicemente sperimentando e costruendo attraverso la programmazione;
• un potente strumento di espressione personale. Spesso i ragazzi sono bravi ad utilizzare i dispositivi tecnologici, ma raramente li usano come strumenti per la realizzazione di uno scopo o di un prodotto unico e personale. Analogamente è come se sapessero leggere ma non scrivere. Aprire agli studenti le porte della programmazione è un gesto che porta con sé una grande valenza formativa in quanto da adulti questi guarderanno l'informatica senza timori e saranno pronti ad utilizzarla per creare e realizzare i loro progetti là dove ritengono che sia necessario;
• è uno strumento di crescita personale in quanto programmare significa lavorare per tentativi e verifiche, significa essere aperti agli errori e alla loro correzione e quindi all'imprevisto. Un approccio di questo tipo può risultare utile in vari ambiti della vita.
(Giordano e Moscetti, 2016)
Rivoltella (2016), basandosi su una ricerca di alcuni studiosi finlandesi sulle motivazioni che stanno alla base delle attività di coding, ha elencato quattro motivi per i quali è importante promuovere queste esperienze a scuola:
• funzionalismo: è necessario che in una società che si fonda sulle tecnologie dell'informazione i soggetti siano in grado di utilizzarle; • espressività: il coding è un ottimo strumento per sviluppare la
creatività dei bambini;
• interpretazione: spesso sappiamo utilizzare le tecnologie ma non sappiamo cosa ci sia dietro il loro funzionamento; conoscere questo aspetto è fondamentale per sviluppare consapevolezza e senso critico;
• emancipazione: per fare in modo che i soggetti non subiscano le tecnologie in maniera passiva ma che le utilizzino in maniera attiva.
1.6.1 Insegnanti e coding
Nella prospettiva dell'inserimento di momenti di coding a scuola, è importante considerare anche il ruolo degli insegnanti oltre che quello delle TIC. Questi hanno la responsabilità di introdurre i loro studenti al concetto di programmazione e, per farlo devono essere in qualche modo preparati sia sugli strumenti da utilizzare, sia sull'importanza che questi hanno a livello formativo. Ciò risulta fondamentale anche per garantirsi un approccio positivo e costruttivo da parte degli studenti alla novità introdotta. Tuttavia ancora non è stata elaborato un corso di formazione ufficiale, nonostante il fatto che navigando sul web si possono trovare molti ambienti di formazione. Alcuni di questi sono pensati per i ragazzi, ma possono essere utili anche per gli insegnanti; di seguito ne sono elencati alcuni tra i più conosciuti.
1.6.2 Programma il Futuro
Tra gli ambienti di formazione italiani online troviamo Programma
il Futuro, realizzato dal Miur in collaborazione con il CINI (Consorzio Interuniversitario Nazionale per l'Informatica), che fornisce alle scuole una
serie di strumenti facilmente accessibili e utilizzabili per lo sviluppo del pensiero computazionale attraverso una piattaforma online. La semplicità degli strumenti e il fatto che non è necessaria alcuna formazione professionale per potervici accedere, rende questo ambiente accessibile a tutti coloro che sono interessati ad apprendere le basi del coding. È quindi una piattaforma utile sia per gli insegnanti che per gli studenti. Nel 2014, nelle scuole che partecipano a questo progetto, è stata proposta un'iniziativa nata un anno prima negli Stati Uniti: L'Ora del Codice, che prevede che gli studenti coinvolti svolgano almeno un'ora di programmazione. Il MIUR nell circolare 08/10/2015 giustifica così l’introduzione del pensiero computazionale nelle scuole:
"Il lato scientifico-culturale dell'informatica, definito anche “pensiero computazionale”, aiuta a sviluppare competenze logiche e capacità di risolvere problemi in modo creativo ed efficiente, qualità che sono importanti per tutti i futuri cittadini. Il modo più semplice e divertente di sviluppare il “pensiero computazionale” è attraverso la programmazione (coding) in un contesto di gioco. Come previsto anche nel Piano Nazionale Scuola Digitale, un'appropriata educazione al "pensiero computazionale", che vada al di là dell'iniziale alfabetizzazione digitale, è infatti essenziale affinché le nuove generazioni siano in grado di affrontare la società del futuro non da consumatori passivi ed ignari di tecnologie e servizi, ma da soggetti consapevoli di tutti gli aspetti in gioco e come attori attivamente
partecipi del loro sviluppo."
Le attività che questa piattaforma propone non sono altro che la traduzione in italiano di quelle che si possono trovare su Code.Org e si può scegliere tra lezioni tecnologiche, fruibili da quelle classi dotate degli strumenti e degli spazi necessari, e lezioni unplugged, ovvero che non necessitano del computer. Al termine delle attività svolte, gli studenti possono anche ricevere degli attestati firmati dal MIUR, dal dirigente scolastico dell'istituto, dall'insegnante che si è occupato del loro completamento e di Hadi Partovi, fondatore di Code.Org.
1.6.3 CodeMooc
Si tratta di un MOOC (Massive Online Open Course), ovvero un corso pensato per una formazione a distanza e in grado di raggiungere un grande numero di utenti su larga scala. CodeMooc è totalmente gratuito ed è stato offerto dall'Università di Urbino sulla piattaforma europea EMMA
(European Multilingual MOOC Aggregator). Chiunque può iscriversi al
corso e seguire le lezioni quando si vuole, senza scadenze. Queste sono concepite per aiutare coloro che seguono il corso a realizzare delle attività di coding direttamente durante il MOOC. Le attività proposte sono sia online, in particolare utilizzando Code.org e Scratch, sia unplugged e basate prevalentemente su CodyRoby e CodyWay. Al completamento del corso vengono rilasciati inoltre degli attestati sia per gli insegnanti che per i bambini.
1.6.4 CoderDojo
Si tratta di club che organizzano corsi gratuiti di coding per ragazzi che si svolgono durante il weekend. È necessario iscriversi cercando su una mappa fornita, il club più vicino. A gestire le lezioni e i club sono dei volontari desiderosi di promuovere iniziative educative sul coding per i ragazzi dai 7 ai 17 anni. L'intento è quello di allenare il pensiero computazionale come in una palestra (dojo, in giapponese, indica il luogo dove si imparano le arti marziali), attraverso il gioco con la robotica. Il fenomeno dei CoderDojo è nato in Irlanda nel 2006 e si è poi diffuso e si sta ancora diffondendo molto velocemente: esistono già più di 900 club, una settantina dei quali si trovano in Italia. I laboratori che vengono proposti sono a carattere ludico e si incentrano sull'uso di kit robot Arduino, Lego
Mindstorms e Raspberry. Inoltre i ragazzi possono imparare ad utilizzare
linguaggi di programmazione come Scratch, Python e JavaScript.