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INFERMIERISTICA FORENSE

3.2 COME OPERA “SANE”

La funzione prioritaria di queste infermiere specializzate è quella di promuovere una valutazione più precisa ed oggettiva delle donne vittime di abusi sessuali, aumentando quella che è la cura della dignità della paziente stesso durante ogni fase della valutazione. La maggior parte degli ospedali che al loro interno sono previste “operatrici specializzate” funziona con un‟attivazione a chiamata, cioè la vittima arriva in pronto soccorso dove viene accolta e dove le vengono fornite le cure se sono presenti problemi prioritari di salute, tali da compromettere le funzioni vitali, il tutto cercando di arrecare meno danni possibili, di non contaminare le eventuali prove del reato e garantendo la massima privacy per la paziente.

Nel frattempo viene chiamata l‟infermiera SANE reperibile che è tenuta ad arrivare in pronto soccorso entro 30 massimo 60 minuti. All‟arrivo della SANE, una volta stabilizzate le condizioni di salute, inizia l‟analisi approfondita del caso, il tutto in un ambiente appartato, lontano dal trambusto delle sale del pronto soccorso, sempre nel rispetto della persona e per evitare di accentuare quelli che possono essere i danni derivanti dall‟evento traumatico. Nelle note del TRIAGE viene riportato che la paziente è vittima di abusi sessuali e che è stato iniziato il protocollo SANE.

I punti cardini della visita sono rappresentati da:

 Ottenere il maggior numero di informazioni sulla vittima, sul suo stato di salute prima dell‟aggressione e dell‟evento in sé;

 Assistere la vittima dal punto di vista psicologico per evidenziare eventuali condotte suicidarie, episodi abbastanza ricorrenti nelle vittime di abusi sessuali, specie se compiuti da parteni o partner;

 Ispezionare attentamente il corpo della vittima,raccogliendo quelle che possono essere residui di secrezioni, unghie, annessi cutanei, tutti i reperti che possono essere utili dell‟identificazione dell‟aggressore qualora esso fosse uno sconosciuto. E‟ importante durante tutte queste ispezioni ricordarsi l‟uso

dei guanti; questo per auto proteggersi e per prevenire eventuali contaminazione dei reperti;

 Documentare, anche foto, ogni reperto e numerare le varie provette raccolte;

 Eseguire esami del sangue, delle urine e test tossicologici per evidenziare se la vittima è stata anche narcotizzata o drogata prima o durante l‟aggressione;

 Assistere la vittima durante la visita con il medico legale o durante il colloquio con la psicologa; l‟infermiere spesso è la prima persona con cui la vittima condivide l‟evento e né racconta i particolari che poi, per diversi motivi, non è solita ripetere ai colloqui successivi. Si viene a creare un rapporto tale che diventa importantissimo da mantenere successivamente per promuovere la guarigione ed il superamento del trauma; l‟avere una figura professionale di riferimento si è dimostrato, uno dei punti cardini per il miglioramento dell‟assistenza;

 Provvedere alla profilassi per le malattie sessualmente trasmissibili;

 Informare la paziente sulla possibilità di assumere dei farmaci per l‟interruzione di un eventuale gravidanza se la visita avviene entro le 120 ore dal momento dell‟aggressione. Questo perché minore è il tempo che intercorre tra inizio dell‟assunzione dei farmaci e l‟aggressione, maggiore è la possibilità di ottenere l‟effetto voluto. Al termine della visita, se la vittima è minorenne, ma anche non necessariamente, l‟infermiere si occupa di parlare con la famiglia, di interagire con essa in modo neutrale per aiutarla a prendere decisioni riguardanti le varie opzioni che vengono proposte per il processo di assistenza. E‟ fatto noto che nessuna decisione viene presa senza il consenso della vittima, anche se essa è minorenne.

Vengono illustrate alla vittima tutti i pro e i contro di esporre denuncia, garantendogli la possibilità di prendersi tutto il tempo necessario per decidere, dal momento che spesso alcuni reperti biologici possono essere conservati in frigo senza che essi subiscano delle alterazioni. Proprio per questa possibilità di scelta sull‟esporre o meno denuncia, è buona norma chiamare la polizia solo dopo essersi accertati del volere della paziente; nonostante il nostro parere personale, la vittima può scegliere di non esporre denuncia alla polizia. Questa libertà di scelta è limitata, ovviamente a tutti quei casi in cui non è prevista una

denuncia d‟ufficio. Durante tutto il lavoro dell‟infermiera SANE l‟altro personale infermieristico rimane comunque disponibile per ogni domanda, seppur in maniera più generica, questo per creare una continuità assistenziale per la vittima. Una cosa importante, che crea serenità nelle vittima è che, spesso le stesse SANE possono essere chiamate a testimoniare in tribunale; il fatto di riconoscere nell‟infermiera una figura che può assisterle anche i durante i procedimenti legali, fa sì che il legame tra vittima e operatore diventi sempre più stretto; l‟infermiere diventa importante anche nello spiegare a informare la vittima come guidare il suo avvocato a gestire e articolare meglio il processo e come ottenere le risposte ai numerosi dubbi e perplessità presenti al momento e nella fase dell‟istruttoria giudiziaria del processo.

Tutto questo se la vittima in questione non ha riportato lesioni tali da esser incosciente e quindi in grado di collaborare con il piano terapeutico; perché l‟infermiera SANE non opera sono nei pronti soccorsi con pazienti coscienti ma interviene anche nelle terapie intensive. Qui il suo ruolo diventa ancora più delicato, da un lato perché bisogna avere a che fare con una paziente in condizioni critiche, con tutto ciò che esso comporta, in più il processo di integrazione con il medico e le altre infermiere di terapia intensiva. Qui,ancor più che in altre situazioni, è necessario un approccio coordinato e multidisciplinare tra i vari profili professionali che operano secondo le loro specifiche competenze con un obiettivo comune.

Le responsabilità di una SANE in terapia intensiva sono principalmente:

 Deve raccogliere e preservare le evidenze legali nonostante le limitazioni della terapia intensiva, garantendo la salute della paziente e preservando da ulteriori danni;

 Si occupa della custodia di tutti i reperti affinché essi non vengono consegnate alle autorità di competenza;

 Se le forze dell‟ordine non si prendono in carico i diversi reparti, il SANE deve trasportarli fino al dipartimento ospedaliero più vicino e conservarli, fino al momento dell‟uso in un frigorifero ben custodito;

 L‟infermiera SANE si occupa di archiviare anche tutti i reperti fotografici o di fornirli alle autorità di competenza;

 La documentazione deve essere portata al dipartimento di emergenza più vicino e data all‟infermiere di terapia intensiva che si occupa della paziente che la archivia con tutta l‟altra documentazione.

Il programma SANE non è stato creato in maniera isolata ma nasce come frutto di un lavoro d‟equipe multidisciplinare, questo per dare una competenza multifunzionale in risposta alle esigenze e la necessità della paziente. La SANE coordina e collabora, fornisce un‟immediata risposta ai casi di abusi sessuali ed esplora nuove strade per evitare future vittime;spesso il progetto SANE viene integrato nel coordinamento della comunità per facilitare le risposte del cittadino.

A volte viene coinvolta nella gestione degli abusi sui minori, nell‟educazione ai giovani allo scopo di allontanarli dall‟uso di sostanze stupefacenti, fattore predisponente agli abusi sessuali. Oggi i gruppi SANE lavorano per la creazione di protocolli, standard di attività per la gestione delle vittime di violenza e su linee guida di lavoro comuni per garantire un‟equità di intervento in risposta alle necessità e bisogni della popolazione.

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