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COMMENTO ALLE PROPOSTE DI AUDIODESCRIZIONE

5.2 Commento del secondo episodio Orso, giochi con me?

Orso, giochi con me? è ambientato in autunno, nella tana di Orso. Quest’ultimo si

sta preparando al letargo, ma si ricorda di non aver finito tutti i preparativi, compreso blindare la porta per evitare l’arrivo del cacciatore o di Maša. La bambina, però, riesce a entrare lo stesso e comincia a disturbare l’amico, saltellando sulla sua schiena o liberando le api dagli alveari nascosti in casa. Dopo aver sistemato i disastri combinati da Maša, Orso torna a dormire, ma viene svegliato dallo stomaco della piccola che brontola per la fame. Nonostante i mille dispetti, Orso riesce finalmente a prepararle la cena, ma si accorge che Maša si è addormentata. Orso decide di concludere la serata condividendo la cena con l’amico lupo in cima alla collina.

A livello di contenuti, le due audiodescrizioni si assomigliano molto. Infatti, le azioni fondamentali che sono state scelte per la comprensione della storia coincidono quasi del tutto. La differenza principale e più evidente si riscontra per i titoli di coda. Per favorire la spiegazione, in questa e nelle prossime tabelle, le stringhe del metodo classico

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(a sinistra) saranno contrassegnate dal numero e dalla lettera “a” tra parentesi, mentre quelle del metodo con l’utilizzo della traduzione (a destra) dal numero e dalla lettera “b”, sempre tra parentesi. Inoltre, in alcuni casi i riferimenti precisi sono stati sottolineati per mettere in evidenza il punto oggetto della discussione.

Tabella 3: titoli di coda.

57(a)

00:06:49,571 --> 00:06:52,838 AD: Compare la parola fine in caratteri colorati.

60(b)

00:06:34,604 --> 00:06:39,699

AD: Titoli di coda.

Sceneggiatura – Oleg Kuzovkov. Regia – Оleg Uzhinov.

61(b)

00:06:41,837 --> 00:06:47,226 AD: Voce di Masha – Luca Tesei. Studio Animaccord 2009.

Nell’audiodescrizione 57(a) le indicazioni rispetto alla sceneggiatura e al doppiaggio sono state omesse, preferendo spiegare all’ipotetico destinatario che l’episodio è finito. Nei casi 60(b) e 61(b), invece, le informazioni che erano presenti nell’audiodescrizione russa sono state adattate alla versione italiana, cambiando, quindi, il doppiatore di Maša. Dal mio punto di vista, nell’audiodescrizione per bambini è più importante fornire indicazioni come quelle del primo caso, piuttosto che il nome dello sceneggiatore o dell’autore. Questi sono dati che potrebbero interessare ai genitori del bambino, destinatari secondari di tali prodotti audiovisivi, e risultano superflui, visto che già all’inizio dell’episodio audiodescritto era stata indicata la casa di produzione italiana e russa.

Un’altra differenza abbastanza evidente riguarda l’unica scritta che compare sullo schermo quasi all’inizio della puntata. Sulla porta d’ingresso della tana, infatti, si vede appeso un cartello con su scritto: “ne budi do vesny” (in italiano tradotto come “non svegliare prima della primavera”).

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Tabella 4: testo sullo schermo.

10(a)

00:01:15,497 --> 00:01:20,694 AD: Adesso Orso entra nella tana portando del miele come scorta per l'inverno.

8(b)

00:01:17,584 --> 00:01:26,000 AD: Sulla porta si legge il cartello: Non svegliare prima della primavera. Orso sale le scale, sbadiglia, sistema il cuscino e va a dormire.

Come si può notare, nell’audiodescrizione 10(a) il cartello è stato completamente omesso dalla descrizione, mentre nella stringa 8(b) è stato riportato per intero. Nel primo caso, non si è ritenuto necessario fornire tale indicazione per un motivo: nell’episodio italiano la scritta rimane in russo, quindi per un’informazione completa si sarebbe dovuto descrivere prima il russo e poi fornire la traduzione italiana, ma i limiti temporali non lo permettevano. Per questo si è preferito far passare il concetto di letargo, descrivendo Orso che si prepara all’inverno “portando del miele come scorta per l’inverno”.

Le due audiodescrizioni prodotte per questo episodio presentano alcune significative differenze principalmente sulla scelta di come descrivere, perché il metodo classico preferisce un approccio più diretto nei confronti del destinatario, mentre l’audiodescrizione tradotta lascia più libertà di immaginazione al pubblico. Un caso esemplificativo è quello dell’audiodescrizione della sigla iniziale della serie.

Tabella 5: sigla.

2(a)

00:00:17,491 --> 00:00:32,992 AD: Durante la sigla, Masha e Orso suonano la chitarra, vanno a pesca, giocano a mosca cieca, danzano attorno al fuoco come gli indiani, sono inseguiti dalle api, fanno i giocolieri. Compare in caratteri colorati il titolo della serie Masha e Orso.

2(b)

00:00:19,490 --> 00:00:31,504 AD: Nella sigla una bambina con un fazzoletto rosso in testa e un grande orso scappano dalle

api, vanno in bicicletta,

ballano attorno al fuoco,

giocano a mosca cieca, fanno i giocolieri come al circo.

3(b)

00:00:37,251 --> 00:00:39,998 AD: Compare il nome della serie «Masha e Orso».

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Oltre alle differenze esistenti nelle descrizioni delle azioni presenti nel video, ciò che salta subito all’occhio è come vengono identificati i due personaggi. Nel caso 2(a), l’audiodescrittore fornisce immediatamente i nomi dei protagonisti, tralasciando la descrizione dell’aspetto fisico, mentre in 2(b) vengono descritte prima le particolarità di Maša e Orso (il fazzoletto in testa e le dimensioni) mentre i nomi vengono posticipati alla stringa successiva, 3(b), con la descrizione del titolo del cartone animato. In questo caso, la soluzione 2(b) è più attinente alle linee guida esaminate nei capitoli precedenti, perché fornisce una descrizione, seppur minima, dei personaggi. Tuttavia, la scelta 2(a) di omettere tali particolari non rischia di compromette la comprensione dell’episodio in questione. Un caso simile è rappresentato dalla descrizione dell’ambientazione: con il metodo classico si è subito chiarito che la stagione in questione fosse l’autunno, mentre con la traduzione è il destinatario ipotetico che capisce da solo il riferimento grazie alla descrizione più evocativa e meno diretta delle foglie rosse e gialle.

In alcuni casi, le azioni principali che vengono descritte sono le stesse, ma i particolari sono diversi come in questo esempio:

Tabella 6: aquile o gru?

9(a)

00:01:10,981 --> 00:01:14,878 AD: Masha, seduta, osserva

delle aquile volare in

lontananza.

7(b)

00:01:08,005 --> 00:01:17,553 AD: Masha sta per offendersi, ma sente il verso delle gru. […]

Le scelte degli audiodescrittori, in questo caso, sono completamente diverse. La causa di tale diversità è probabilmente dovuta a due fattori: lo stormo in volo è visto in lontananza e per questo le figure, completamente nere, non sono riconoscibili. Inoltre, il verso che si sente nell’episodio non è perfettamente riconducibile a uno o all’altro animale. Detto ciò, non si può affermare che l’una o l’altra scelta siano sbagliate perché la scena compare solo in questo punto dell’episodio e non è collegata ad altri riferimenti, dunque nessuna delle due versioni compromette la comprensione dell’azione principale, cioè quella di Maša che sente e vede uno stormo volare in cielo.

Inoltre, in altri casi, l’azione descritta è la medesima, ma ciò che varia è il focus della descrizione. Si tratta, ad esempio, della scena dove Orso viene svegliato da Maša

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che ha fame, e che le due audiodescrizioni descrivono concentrandosi su due punti di vista diversi.

Tabella 7: resa della descrizione.

37(a)

00:04:10,992 --> 00:04:16,079 AD: Orso si rimette a letto. La pancia di Masha brontola dalla fame e lo sveglia.

38(a)

00:04:21,825 --> 00:04:24,142 Il mio pancino ha tanta fame.

38(b)

00:04:14,578 --> 00:04:16,507 AD: La voce di Masha lo sveglia.

39(b)

00:04:21,851 --> 00:04:24,072 Il mio pancino ha tanta fame.

Come si può notare, nella resa della stringa 37(a), viene descritto e anticipato il brontolio della pancia di Maša che si sente poco dopo e che, stando alle immagini, sveglia Orso. Anche l’audiodescrizione 38(b) è stata anticipata, ma il testo di partenza russo non ha tenuto conto delle immagini e ha collegato il risveglio di Orso alla frase 39(b) pronunciata dalla bambina. Dal mio punto di vista, il suono collegato al brontolamento della pancia doveva essere audiodescritto, come nel primo caso, per alcuni motivi. Innanzitutto, il rumore non era così chiaro da poter essere immediatamente riconosciuto, quindi non audiodescriverlo potrebbe creare uno scarto di informatività nello spettatore. In secondo luogo, è un’azione divertente e vicina alla quotidianità di ogni bambino, affetto o meno da disabilità visiva, che potrebbe ritrovarsi nella descrizione. Essendo un effetto sonoro, l’ideale sarebbe stato posticipare l’audiodescrizione, ma per ragioni di tempo e sovrapposizione con gli altri dialoghi non è stato possibile.

Un altro aspetto che differenzia queste due audiodescrizioni è quello relativo alla generalizzazione e all’esplicitazione delle descrizioni. Infatti, in alcuni punti dell’episodio entrambe le audiodescrizioni non scelgono di spiegare in modo dettagliato delle scene o degli oggetti presenti, ma di darne semplicemente un accenno. Nella tabella riportata qui di seguito verranno forniti alcuni degli esempi più significativi.

103 Tabella 8: generalizzazioni.

1 13(a)

00:01:35,224 --> 00:01:44,024

AD: Di nuovo a letto, si immagina l'arrivo di un cacciatore. Scende ancora, blinda la porta con delle assi e prepara una trappola.

17(a)

00:02:07,974 --> 00:02:13,148

AD: Un'asse piomba sulla zampa di Orso che cade nella trappola. Masha vuole

aiutarlo.

10(b)

00:01:34,918 --> 00:01:44,124

AD: Quasi steso, si ricorda della porta aperta e del cacciatore. Sbarra la porta e apre la botola nello scantinato. Immagina il cacciatore caderci dentro.

35(b)

00:03:52,016 --> 00:03:54,380

AD: Orso cade di nuovo nella trappola.

2 14(a)

00:01:44,168 --> 00:01:56,123

AD: Orso non riesce a darsi pace. Torna in salotto, toglie tutti gli oggetti che Masha, arrivando

all'improvviso, potrebbe trovare. Aggiunge delle assi alla porta, ma Masha entra comunque.

12(b)

00:01:53,550 --> 00:02:06,224

AD: Si sfrega le mani soddisfatto per il lavoro. Alle sue spalle appare Masha che entra tranquillamente dalla porta che da fuori si apriva ancora. Si mette davanti a Orso e anche lei si sfrega le mani.

3 19(a)

00:02:17,280 --> 00:02:23,890

AD: Orso, arrabbiato, torna a letto. Masha spunta da dietro la sua schiena e comincia a disturbarlo.

16(b)

00:02:16,988 --> 00:02:24,642

AD: Orso cerca ancora di dormire, ma Masha glielo impedisce. Gli gira attorno, gli fa il solletico e gli saltella sulla schiena.

La prima e la seconda generalizzazione riguardano la scena dove Orso cerca di prevenire l’arrivo improvviso del cacciatore e di Maša durante il letargo. Per fare ciò, sbarra quasi tutta la porta con delle assi di legno e apre una botola nel pavimento davanti all’ingresso. Nell’esempio (1), la generalizzazione riguarda proprio la botola: nel caso 13(a), l’audiodescrittore ha preferito utilizzare un termine più sintetico, “trappola”, per

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non appesantire troppo la descrizione e l’ascolto dell’ipotetico destinatario, visto che la stringa è inserita in una serie continuativa di descrizioni che occupano circa i primi due minuti dell’episodio. Tuttavia, allo spettatore viene fatto capire che la trappola è un buco nel pavimento e non qualcos’altro in due modi: grazie agli effetti sonori presenti in quella scena (quando Orso sogna il cacciatore che cade, si sente chiaramente il suono di un tonfo), e grazie alla stringa 17(a) in cui è stato usato il verbo “cadere” che può aiutare l’immaginazione. Al contrario, la stringa 10(b) spiega chiaramente che si tratta di una “botola nello scantinato”, aggiungendo anche la scena in cui Orso immagina il cacciatore caderci dentro. In questo modo si è ottenuto un quadro completo della scena, integrato anche dagli effetti sonori.

Anche nell’esempio (2) l’audiodescrizione con il metodo classico è stata più generica e meno precisa rispetto alla traduzione. Nella stringa 14(a), infatti, non viene specificato il perché Maša riesce a entrare in casa anche se la porta è stata sbarrata. La scelta di descrivere in questo modo la scena deriva dalla volontà di produrre descrizioni essenziali che contenessero solo le informazioni principali: in questo caso, il fatto che la porta si aprisse ancora dall’esterno non è sembrata un’informazione rilevante per la comprensione della scena. Questa spiegazione, invece, è stata fornita nella stringa 12(b) per motivi di completezza dell’informazione e di coerenza con le scelte simili compiute per tutte le stringhe di audiodescrizione presenti nell’episodio.

L’altra generalizzazione, (3), riguarda il momento in cui Orso cerca di andare a dormire dopo svariati tentativi, ma Maša vuole giocare con lui. Anche in questo caso l’audiodescrizione 19(a), creata col metodo classico, ha preferito un approccio più generalizzante, principalmente per far sì che il bambino potesse apprezzare gli effetti sonori derivati dagli spostamenti della bambina e, grazie a questi, divertirsi. Dall’altro lato, la stringa 16(b) offre una descrizione più completa delle azioni che può essere utile nel caso in cui tra gli spettatori ipotetici si trovino anche dei bambini ipovedenti, che riescono a percepire i movimenti di Maša.

Una delle caratteristiche del cartone animato Maša e Orso è la marcata espressività di entrambi i protagonisti. Inoltre, le espressioni del volto sono una delle categorie dell’audiodescrizione che crea sempre maggiori problemi per motivi di

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soggettività (§2.1) e le stringhe riportate di seguito ne sono un esempio. In generale, per l’audiodescrizione prodotta con il metodo classico si è cercato di prestare particolare attenzione all’espressività dei personaggi perché ritenuta un elemento fondamentale. La comicità del cartone animato per coloro che possono vedere le immagini è trasmessa soprattutto dalle espressioni e dai gesti, in particolare di Orso, e per questo motivo si è cercato di riprodurla nelle descrizioni per permettere ai bambini ciechi o ipovedenti di immaginare l’espressività dei personaggi.

Tabella 9: espressività.

1 14(a)

00:01:44,168 --> 00:01:56,123

AD: Orso non riesce a darsi pace. Torna in salotto, toglie tutti gli oggetti che Masha, arrivando

all'improvviso, potrebbe trovare. Aggiunge delle assi alla porta, ma Masha entra comunque.

11(b)

00:01:44,140 --> 00:01:52,679

AD: Gli viene in mente Masha, scende di corsa le scale, toglie tutti gli oggetti, nasconde i suoi premi, chiude la porta d'entrata con delle assi.

2 19(a)

00:02:17,280 --> 00:02:23,890

AD: Orso, arrabbiato, torna a letto. Masha spunta da dietro la sua schiena e comincia a disturbarlo.

16(b)

00:02:16,988 --> 00:02:24,642

AD: Orso cerca ancora di dormire, ma Masha glielo impedisce. Gli gira attorno, gli fa il solletico e gli saltella sulla schiena.

3 29(a)

00:02:44,662 --> 00:02:50,381

AD: Masha è triste, scende dal letto e si dirige verso le scale. Orso finalmente può dormire.

30(a)

00:02:50,723 --> 00:02:55,856

AD: Masha dalle scale osserva il piano terra

26(b)

00:02:44,634 --> 00:02:50,324

AD: Masha, offesa per le poche attenzioni, si

allontana da Orso. Scende le scale e si guarda attorno.

27(b)

00:02:50,659 --> 00:02:54,873

AD: Non le piace la casa vuota. Gli oggetti

106 completamente vuoto e sospira. 4 44(a) 00:05:16,123 --> 00:05:19,481 AD: Si precipita a strapparglieli di mano e la sgrida. 46(b) 00:05:15,014 --> 00:05:18,935

AD: Orso allontana il fiammifero dalla bambina e la minaccia con la zampa.

Nell’esempio (1), l’audiodescrizione realizzata con la traduzione si è concentrata principalmente sulla consecutività e il ritmo delle azioni, omettendo completamente le espressioni del muso di Orso, come è possibile notare dalla stringa 11(b). Al contrario, con il metodo classico si è cercato di far capire allo spettatore che l’animale in quel momento stava arrivando in una fase di esasperazione perché continuava a scordarsi ciò che doveva fare prima di andare in letargo. Per questo si è ritenuto che l’espressione “non riuscire a darsi pace” fosse calzante per esprimere lo stato d’animo del personaggio.

L’esempio (2) si pone sulla stessa linea del precedente: il metodo classico, 19(a), ha voluto sottolineare l’emozione negativa che traspare dall’espressione di Orso dopo che Maša l’ha fatto cadere nella trappola che lui stesso aveva preparato. Anche in questo caso, l’audiodescrizione tradotta non accenna al sentimento di rabbia del protagonista, ma si limita a rimarcare il fatto che Orso provi per l’ennesima volta ad andare in letargo.

L’esempio (3) rappresenta una sequenza di audiodescrizioni in cui l’espressività di Maša è descritta in modi completamente diversi. Nel caso delle prime stringhe, 29(a) e 26(b), la differenza è palese: nella prima la protagonista è definita come triste, mentre nella seconda si descrive come offesa. Il problema nasce dal fatto che l’espressione della protagonista non è così definita da poter affermare con certezza che sia offesa, anche se è implicabile visto che Orso non le ha prestato attenzione. Per questo motivo con il metodo classico è stata compiuta una scelta più neutra e oggettiva, cercando di non attribuire implicazioni soggettive che potrebbero essere confutate, ad esempio, da uno spettatore che sta guardando l’episodio con il bambino. La seconda stringa del terzo esempio riguarda la scena in cui Maša scende le scale e si guarda attorno per trovare un modo per passare il tempo. L’audiodescrizione del metodo classico, 30(a), ha preferito accentuare il sospiro appena percepibile della protagonista senza fornire connotazioni

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positive o negative. Contrariamente, l’altra audiodescrizione, 27(b), ha eliminato il riferimento al sospiro e ne ha fornito subito una spiegazione, cioè che alla bambina non piace la stanza vuota. Se da un lato questa implicazione potrebbe essere vera, dall’altro il sospiro potrebbe derivare da un senso di delusione per non aver trovato un compagno di gioco. Dunque, per la stessa motivazione data in precedenza, sarebbe preferibile mantenersi su una posizione neutrale.

Anche l’ultimo esempio, (4), mostra un caso in cui la soggettività dell’audiodescrittore è presente, soprattutto nella stringa 46(b). Nella scena si vede Orso che punta un dito contro Maša: questo gesto da un lato è stato letto come l’atto dello sgridare, dall’altro come una “minaccia”. La traduzione di questa stringa dal russo all’italiano ha suscitato parecchi dubbi per due motivi principali: prima di tutto, si tratta di un prodotto audiovisivo per bambini e utilizzare in un contesto che dovrebbe essere educativo il verbo “minacciare” sembra esagerato; in secondo luogo, il gesto e l’espressività non sono così forti e marcati come vengono descritti nell’audiodescrizione russa. Perciò è stata ritenuta più appropriata la scelta compiuta nella stringa 44(a) che fornisce un’indicazione più generica e meno forte della scena, utilizzando il verbo “sgridare”.

In generale, la traduzione dell’audiodescrizione qui proposta non ha creato grossi problemi, tranne in questo caso perché si sono dovute tenere in considerazione le scelte del doppiaggio italiano rispetto ai riferimenti culturali. Nella tabella seguente è riportato il testo di partenza russo, la traduzione italiana e la proposta di audiodescrizione con il metodo classico. Per coerenza sono state mantenute rispettivamente le lettere (b) e (a) per indicare il metodo di riferimento.

Tabella 10: traduzione degli elementi culturali

48 00:04:50,683 --> 00:04:54,918 AD: В это время Маша надела на себя 44(b) 00:04:55,004 --> 00:04:59,402 AD: Masha poi si mette in testa la

42(a)

00:04:55,991 --> 00:05:02,028

AD: Orso si accorge che Masha indossa

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кастрюлю,

приготовленную для каши.

pentola con cui Orso dovrebbe cucinare.

la pentola per il latte perché sbatte contro i mobili.

Il testo di partenza russo, stringa 48, parla di una pentola per preparare la kaša (§3.1). In tutti gli episodi della serie animata Maša e Orso, il riferimento è sempre stato eliminato perché poco significativo in un prodotto audiovisivo per l’infanzia. Essendo consapevoli di questa scelta, entrambi i metodi hanno eliminato il riferimento e proposto soluzioni diverse. Nel caso del metodo classico, 42(a), si è deciso di fare riferimento agli oggetti che erano visibili durante l’audiodescrizione della scena, in particolare al cartone del latte che Orso stava tenendo in mano quando si accorge che la pentola è sparita. La stringa 44(b) relativa alla traduzione mostra, invece, una scelta traduttiva più generica perché non ha tenuto conto delle immagini, ma solo del testo russo dell’audiodescrizione, optando quindi per l’utilizzo del verbo “cucinare”.