Dimostrazione. Vogliamo dimostrare che il reticolo dei chiusi della matroide Γ¨ un reticolo geometrico: β’ L(π) Γ¨ atomico perchΓ¨ per ogni chiuso π΄ risulta che π΄ = β¨{π; π β π΄}.
β’ Verifichiamo che il reticolo Γ¨ semimodulare: siano π΄, π΅ β L(π) con π΄ β© π΅ βΊ π΄, allora esiste un elemento π β π΄ r π΅ tale che π΄ = (π΄ β© π΅) βͺ π ; questo implica che π΄ βͺ π΅ = π΅ βͺ π π΅.
β’ Supponiamo ora che L(π) possieda catene infinite; allora, in esso esisterΓ una catena ascendente oppure discendente numerabile.
β Nel primo caso: sia π΄1 < π΄2 < . . . una catena ascendente in L(π). Per la proprietΓ della base finita sappiamo che esiste un insieme finito π΅ β Γ π΄π tale che π΅ = Γ π΄π. Ma il fatto
che π΅ β Γ π΄π implica che π΅ β π΄π per un certo π. Siccome gli π΄π sono dei chiusi risulta che
π΄π β
Γ
π΄π = π΅ β π΄π, ovvero la catena Γ¨ stazionaria dopo π΄π.
β Nel secondo caso: sia π΄1 > π΄2. . . una catena discendente in L(π). Per ogni π scegliamo un elemento ππ β π΄πr π΄i+1 e poniamo π΄ = {π1, π2, . . .} e ππ = {ππ, ππ+1, . . .}. Evidentemente
ππ β π΄π, allora siccome per ogni π gli π΄πsono dei chiusi avremo che ππ+1β π΄π+1. Di conseguenza
lβelemento ππ β ππ+1. Poniamo ora π΅π = π΄ r ππ e supponiamo che ππ β π΅π. Scegliendo il
massimo indice π per cui ππ β ππr ππ ( π β€ π β 1 perchΓ¨ ππ β ππ+1) possiamo concludere che
ππ β ππ+1r ππ= (ππr ππ) r ππ = (ππ r ππ) r ππ. Per la proprietΓ di scambio ππ β ππ+1, e questo
Γ¨ assurdo per come abbiamo definito gli ππ.
Viceversa supponiamo che πΏ sia un reticolo geometrico, e chiamiamo π lβinsieme dei suoi atomi. Si verifica facilmente, sfruttando la definizione 4.1.1, che π con lβoperatore di chiusura π΄ β¦β π΄ = {π β π; π β€ π π’ π π΄} Γ¨ una matroide semplice. Infine la funzione π(π₯) = {π β π; π β€ π₯} per ogni π₯ Γ¨ un isomorfismo dβordine, e quindi di reticoli; questo perchΓ¨ i chiusi della matroide che abbiamo definito sono tutti e soli i sottoinsiemi del tipo π β© [0, π₯], dove π₯ Γ¨ un elemento del reticolo diverso dal minimo. Esempio 4.1.4. Per ogni intero π il reticolo delle partizioni P (π) Γ¨ geometrico. Vediamo qualβΓ¨ la ma- troide corrispondente. Indichiamo con π lβinsieme di cardinalitΓ π di cui stiamo prendendo le partizioni. Abbiamo visto che gli atomi di P (π) sono in corrispondenza biunivoca con i sottoinsiemi di cardinalitΓ due di π. Dunque, il sostegno della matroide Γ¨ lβinsieme di tutte le coppie non ordinate di elementi di π, cioΓ¨ lβinsieme dei lati del grafo completo πΎ (π) con insieme dei vertici in π. Inoltre dato un insieme π΄ di lati, la sua chiusura nella matroide Γ¨ costruita nel modo seguente: siano πΆ1, πΆ2, . . . , πΆπ le componenti
connesse del grafo avente come insieme dei lati π΄; allora π΄ = πΆ1βͺ Β· Β· Β· βͺ πΆπ dove πΆπ Γ¨ ottenuto da πΆπ
aggiungendo tutti i lati di πΎ (π) i cui vertici appartengono entrambi alla componente connessa πΆπ.
4.2
Complementazione
Definizione 4.2.1. Sia πΏ un reticolo dotato di minimo 0 e massimo 1, e sia π₯ un elemento del reticolo. Diciamo che π₯ ammette complemento in πΏ se esiste un elemento π¦ β πΏ tale che
4.2 Complementazione 42
π₯β¨ π¦ = 1 π₯β§ π¦ = 0.
Un reticolo nel quale ogni elemento ammette complemento si dice complementato.
Esempio 4.2.1. In un reticolo πΏ dotato di minimo 0 e massimo 1, si ha che 0 e 1 sono uno il complemento dellβaltro, infatti 0 β§ 1 = 0 e 0 β¨ 1 = 1.
Esempio 4.2.2. Il reticolo π3 Γ¨ complementato perchΓ¨ ciascuno degli elementi π, π, π Γ¨ complemento
degli altri due. π3 fornisce un esempio di un reticolo complementato in cui perΓ² esistono elementi che
1
π π π
0 hanno piΓΉ di un complemento.
Esempio 4.2.3. Nel reticolo in figura gli elementi π e π sono uno complemento dellβaltro, mentre gli 1
π π
π π
0 elementi π e π non possiedono complemento.
Questo reticolo non Γ¨ complementato, ma se un elemento possiede complemento, questo Γ¨ unico. Esempio 4.2.4. Sia π un insieme; nellβalgebra di Boole B (π) il complemento di un sottoinsieme π΄ di π Γ¨ il sottoinsieme complementare di π΄. B (π) fornisce un esempio di reticolo complementato in cui ogni elemento ha un unico complemento.
Esempio 4.2.5. In una catena dotata di minimo e di massimo gli unici elementi dotati di complemento sono questi ultimi.
Si noti che lβunico reticolo non distributivo, tra gli esempi citati, Γ¨ π3; infatti:
Proposizione 4.2.1. In un reticolo distributivo il complemento di un elemento, se esiste, Γ¨ unico. Dimostrazione. Se πΏ Γ¨ distributivo e π e π sono due complementi di π β πΏ, per la distributivitΓ di πΏ abbiamo:
4.2 Complementazione 43
questo implica che π β€ π; scambiando i ruoli di π e π ottieniamo che π β€ π, da cui π = π. Definizione 4.2.2. Sia πΏ un reticolo dotato di minimo e massimo. Se per ogni π, π β πΏ tali che π β€ π, lβintervallo [π, π] Γ¨ un reticolo complementato, allora πΏ si dice relativamente complementato.
Osservazione 4.2.1. Sia πΏ un reticolo dotato di minimo e massimo. Siano π₯, π¦ β πΏ con π₯ β€ π¦. Se π¦ Γ¨ complemento di π₯ allora π₯ = 0 e π¦ = 1.
Dimostrazione. Se π₯ β€ π¦ allora si ha che 0 = π₯ β§ π¦ = π₯ e 1 = π₯ β¨ π¦ = π¦. Si noti che se un reticolo Γ¨ relativamente complementato ovviamente Γ¨ anche complementato. Lβim- plicazione inversa Γ¨ falsa.
Esempio 4.2.6. Il reticolo π5 Γ¨ complementato ma non Γ¨ relativamente complementato perchΓ¨ lβinter-
vallo [π, 1] non Γ¨ completo.
0 π π
1
π
Proposizione 4.2.2. Un reticolo semimodulare con catene finite Γ¨ geometrico se e solo se Γ¨ relativa- mente complementato.
Dimostrazione. Supponiamo che πΏ sia un reticolo geometrico. Sia [π, π] un intervallo di πΏ e siano π₯ , π₯0β [π, π] con π₯ β§ π₯0= π. Se π₯ β¨ π₯0= π abbiamo finito. Supponiamo allora che π₯ β¨ π₯0< π. Siccome πΏ Γ¨ atomico, ogni elemento del reticolo si scrive come π π’π di atomi. Quindi esiste sicuramente un atomo π che compare nella scomposizione di π ma non in quella di π₯ β¨ π₯0, ovvero:
π β€ π, π6β€ π₯ β¨ π₯0. Poniamo π₯00= π₯0β¨ π. Chiaramente π₯00β [π, π]e si ha che
π₯β¨ π₯00> π₯β¨ π₯0.
Questβultima disuguaglianza si ha perchΓ¨ per come abbiamo definito π₯00si ha che π₯00= π β¨ π₯0β₯ π₯0; non
puΓ² valere lβuguaglianza perchΓ¨ se per assurdo π₯ β¨ π₯00= π₯ β¨ (π β¨ π₯0) = π₯ β¨ π₯0allora si avrebbe π₯0β¨ π = π₯0
che implica π β€ π₯0, dβaltra parte π₯ β¨ (π β¨ π₯0) = (π₯ β¨ π) β¨ π₯0= π₯ β¨ π₯0allora si avrebbe π₯ β¨ π = π₯ che implica
π β€ π₯; allora avremmo π β€ π₯ e π β€ π₯0che implica π β€ π₯ β¨ π₯0e questo Γ¨ assurdo per come abbiamo scelto π.
Risulta che π₯ β§ π₯00 = π. Infatti se cosΓ¬ non fosse avremmo π = π₯ β§ π₯0 < π₯β§ π₯00 = π₯ β§ (π₯0β¨ π), quindi
4.2 Complementazione 44
Da qui segue che π 6β€ π₯0 e π β€ π₯0β¨ π. Grazie alla legge di scambio si ha che π₯0β¨ π = π₯0β¨ π quindi
π₯β¨ π₯0β¨ π = (π₯ β¨ π₯0) β¨ π = π₯ β¨ π₯0 assurdo. Ripetendo questo procedimento iterativamente si arriva a trovare il complemento di π₯ in [π, π].
Viceversa supponiamo che πΏ sia relativamente complementato. Sia π β πΏ, poniamo π := π π’π{π β πΏ; 0 βΊ π β€ π} e supponiamo che π < π. Scegliamo un complemento π0 di π in [0, π]. Siccome π0 > 0 si ha che esiste un atomo π con π β€ π0β€ π e π 6β€ π Allora π appartiene allβinsieme di cui π Γ¨ sup ma π 6β€ π,
contraddizione. Si ha dunque che π = π, ovvero ogni elemento π β πΏ Γ¨ π π’π degli elementi del reticolo che lo precedono. Segue che il reticolo πΏ Γ¨ atomico. Si noti che un reticolo atomico con catene finite non deve necessariamente essere complementato e a maggior ragione relativamente complementato. Il reticolo in figura 4.4 Γ¨ atomico e semimodulare inferiormente ma lβelemento π non possiede complemento.
π
Figura 4.4:
Viceversa un reticolo semimodulare e complementato non deve essere necessariamente atomico 4.5. Ma si ha che:
Figura 4.5:
Proposizione 4.2.3. Un reticolo modulare e complementato Γ¨ relativamente complementato.
Dimostrazione. Prendiamo π₯ β [π, π] e supponiamo che π¦ sia un complemento di π₯. Verifichiamo che lβelemento π β§ (π¦ β¨ π) = (π β§ π¦) β¨ π Γ¨ il complemento di π₯ in [π, π]:
β’ π¦ β¨ π β₯ π¦ β¨ π₯ = 1 quindi π β§ (π¦ β¨ π) β₯ π β§ 1 = π che implica π β§ (π¦ β¨ π) = π, β’ π¦ β§ π β€ π¦ β§ π₯ = 0 quindi (π β§ π¦) β¨ π β€ 0 β¨ π = π che implica (π β§ π¦) β¨ π = π.
4.2 Complementazione 45
Quindi si ha che
π₯β§ (π β§ (π¦ β¨ π)) = π₯ β§ π = π, π₯β¨ ( (π β§ π¦) β¨ π)) = π.
Si noti che in 4.2.2 in realtΓ abbiamo dimostrato un risultato piΓΉ forte che infatti vale in ogni reticolo relativamente complementato con catene finite:
Proposizione 4.2.4. Sia πΏ un reticolo relativamente complementato con catene finite. Siano π, π β πΏ e π₯, π¦ β [π, π] con π₯ β§ π¦ = π. Allora riusciamo a trovare un elemento π₯0β [π, π] che Γ¨ un complemento di π₯ in [π, π] e tale che π₯0β₯ π¦.
Dimostrazione. Supponiamo che π₯ β¨ π¦ < π e supponiamo che π₯0 sia un complemento di π₯ β¨ π¦ in [π¦, π] quindi
π₯0β§ (π₯ β¨ π¦) = π¦, π₯0β¨ (π₯ β¨ π¦) = π. Verifichiamo che π₯0Γ¨ un complemento di π₯ in [π, π] supponendo π₯0β₯ π¦:
β’ π₯ β§ π₯0= (π₯ β§ (π₯ β¨ π¦)) β§ π₯0= π₯ β§ ( (π₯ β¨ π¦) β§ π₯0) = π₯ β§ π¦ = π,
β’ π₯ β¨ π₯0= π₯ β¨ (π¦ β¨ π₯0) = (π₯ β¨ π¦) β¨ π₯0= π.
La relativa complementazione Γ¨ un proprietΓ che viene ereditata dal prodotto diretto e dagli intervalli. Inoltre, siccome la relativa complementazione Γ¨ una proprietΓ autoduale, segue che possiamo ottenere una proposizione duale per ogni proposizione dimostrata. Per esempio si ha:
Proposizione 4.2.5. Un intervallo di un reticolo geometrico, così come un prodotto diretto di reticoli geometrici, è a sua volta geometrico.
Corollario 4.2.1. Sia πΏ un reticolo geometrico.
1. Ogni elemento si puΓ² scrivere come π π’ π di atomi. Dualmente ogni elemento si puΓ² scrivere come ππ π di iperpiani.
2. Sia [π, π] β πΏ, π₯, π¦ β [π, π] con π₯ β§ π¦ = π; allora esiste un complemento π₯0di π₯ in [π, π] con π₯0β₯ π¦.
Dualmente, supponiamo π₯, π¦ β [π, π] con π₯0β₯ π¦; allora esiste un complemento π₯0di π₯ in [π, π] con
π₯0β€ π¦.
3. Sia π β πΏ. Se un atomo π 6β€ π allora π β€ π0 dove π0 Γ¨ un complemento di π. Dualmente se un iperipiano β 6β₯ π allora β β₯ π0 dove π0Γ¨ un complemento di π.
Grazie alla complementazione riusciamo a dare unβutile descrizione dei reticoli distributivi e modulari. Definizione 4.2.3. Sia πΏ un reticolo geometrico.
4.2 Complementazione 46
β’ La coppia π, π β πΏ Γ¨ chiamata coppia modulare, ed Γ¨ denotato con(π, π)π, se π(π β§ π) + π(π β¨ π) = π(π) + π (π).
β’ Lβelemento π si dice modulare, ed Γ¨ denotato con ππ, se per ogni π₯ β πΏ si ha (π, π₯)π.
β’ Tre elementi π, π, π β πΏ formano una tripletta distributiva, che viene denotata con (π, π, π)π· se (π 3) vale per {π, π, π}.
β’ Lβelemento π si dice distributivo, ed Γ¨ denotato con ππ·, se per ogni π₯, π¦ β πΏ si ha (π, π₯, π¦)π·. Equivalentemente possiamo chiamare π elemento distributivo se le identitΓ
πβ§ (π₯ β¨ π¦) = (π β§ π₯) β¨ (π β§ π¦), π₯β§ (π β¨ π¦) = (π₯ β§ π) β¨ (π₯ β§ π¦)
e le loro duali sono verificate per ogni π₯, π¦. Ovviamente πΏ Γ¨ modulare, rispettivamente distributivo, se ogni elemento di πΏ Γ¨ modulare, rispettivamente distributivo.
Proposizione 4.2.6. In un reticolo geometrico le seguenti affermazioni sono equivalenti: 1. (π, π) π.
2. π Γ¨ il minimo complemento di π nellβintervallo [π β§ π, π β¨ π] (equivalentemente π Γ¨ il minimo complemento di π nellβintervallo [π β§ π, π β¨ π]).
3. πb definita in (3.1) Γ¨ una mappa iniettiva che manda [π β§ π, π] in [π, π β¨ π] (equivalentemente πa
Γ¨ una mappa iniettiva che manda [π β§ π, π] in [π, π β¨ π]).
Dimostrazione. 1 =β 2. Se per assurdo esiste π‘ complemento di π in [π β§ π, π β¨ π] tale che π‘ < π, allora per la semimodularitΓ si ha che π(π) > π(π‘) β₯ π(π‘ β¨ π) + π(π‘ β§ π) β π(π) = π(π β¨ π) + π(π β§ π) β π(π) = π(π) assurdo.
2 =β 3. Se per assurdo πbnon fosse iniettiva sullβintervallo [π β§ π, π], allora esisterebbe π§ β [π β§ π, π]
con (π§ β¨ π) β§ π > π§ da 3.1. Supponiamo che π‘ sia un complemento di (π§ β¨ π) β§ π nellβintervallo [π§, π]. Allora si ha che
(π β§ π) β§ π β€ π§ β§ π β€ π‘ β§ π β€ π β§ π che implica π‘ β§ π = π β§ π, π‘β¨ π = π‘ β¨ (π§ β¨ π) = π‘ β¨ ( (π§ β¨ π) β§ π) β¨ π = π β¨ π.
Quindi abbiamo che π‘ Γ¨ un complemento di π nellβintervallo [π β§ π, π β¨ π], ma π‘ < π e per ipotesi Γ¨ il piΓΉ piccolo complemento nello stesso intervallo, quindi la conclusione Γ¨ assurda.
3 =β 1. Segue direttamente da 3.2.1. Proposizione 4.2.7. In un reticolo geometrico le seguenti affermazioni sono equivalenti:
1. ππ.
4.2 Complementazione 47
3. πb, πa sono due isomorfismi, uno inverso dellβaltro, tra [π β§ π, π] e [π, π β¨ π] per ogni π, cioΓ¨: (π§ β¨ π) β§ π = π§ per ogni π§ β [π β§ π, π] e (π€ β§ π) β¨ π = π€ per ogni π€ β [π, π β¨ π]. Osservazione 4.2.2. Se π Γ¨ un elemento modulare del reticolo allora si ha [π β§ π, π] [π, π β¨ π] per ogni π. Ma in generale non vale che [π β§ π, π] [π, π β¨ π].
Un corollario interessante di 4.2.6 Γ¨ la seguente caratterizzazione dei reticoli geometrici che sono anche modulari.
Corollario 4.2.2. Un reticolo geometrico Γ¨ modulare se e solo se β β§ π > 0 per ogni iperpiano β e ogni retta π.
Dimostrazione. Se πΏ Γ¨ modulare la tesi segue da 3.8. Viceversa supponiamo che πΏ non sia modulare. Allora la (3.2) non Γ¨ verfiicata. Esistono quindi due elementi π, π con π βΊ π β¨ π, π β§ π βΊ π ma π β§ π β π. Possiamo scegliere π in modo tale che π(π) = π(π β§ π) + 2. Sia poi β il minimo dei complementi di π β¨ π in [π, 1] e π il minimo dei complementi di π β§ π in [0, π]. Da 4.2.6 ho che la coppia (β, π β¨ π) Γ¨ modulare, quindi si ha che
π(β β¨ (π β¨ π)) + π (β β§ (π β¨ π)) = π (β) + π (π β¨ π) ββ π(1) + π (π) = π (β) + π (π β¨ π) ββ
π(β) = π (1) + π (π) β π (π β¨ π) = π (1) β 1 Analogamente la coppia (π, π β§ π) Γ¨ modulare, quindi si ha che
π(π β¨ (π β§ π)) + π (π β§ (π β§ π)) = π (π) + π (π β§ π) ββ π(π) + π (0) = π (π) + π (π β§ π) ββ
π(π) = π (π) β π (π β§ π) = π (π β§ π) + 2 β π (π β§ π) = 2.
Si ha dunque che β Γ¨ un iperpiano ed π Γ¨ una retta. Inoltre β β§ π = β β§ π β§ π = (β β§ (π β¨ π)) β§ π β§ π =
(π β§ π) β§ π = 0.
Unβaltra conseguenza di 4.2.6 Γ¨ che un reticolo geometrico puΓ² in qualche misura essere giΓ determi- nato dalla struttura dei suoi intervalli superiori.
Proposizione 4.2.8. Ogni intervallo di un reticolo geometrico Γ¨ isomorfo ad un intervallo superiore. Dimostrazione. Consideriamo lβintervallo [π, π]. Sia π il minimo complemento di π in [π, 1]. Sia poi πc: [π, π] ββ [π, 1] tale che πc(π₯) = π₯ β¨ π. Segue che πc(π) = π β¨ π = π, πc(π) = π β¨ π = 1 da cui la
Capitolo 5
Esempi fondamentali
Tutti i reticoli di cui abbiamo parlato sono dotati di una funzione rango. Ha senso dunque classificare gli elementi di un reticolo in base al loro rango. Per un insieme parzialmente ordinato π dotato di rango lβinsieme πk = {π β π; π (π) = π } Γ¨ chiamato livello π di π. Per esempio π0 Γ¨ lβinsieme degli elementi
minimali di π e π1 Γ¨ lβinsieme dei suoi atomi. Se π Γ¨ finito, la cardinalitΓ dellβinsieme di livello π, πk , assume un significato combinatorio.
5.1
Catene
Indichiamo con C(π) una catena di lunghezza π β N; per semplicitΓ identificheremo C(π) con {0, 1, . . . , π}. Abbiamo giΓ visto che C(π) Γ¨ un reticolo distributivo.
Si noti che |C(π)| = π + 1 e C(π) C(π)β. Si ha che π(π) = π per ogni π β N
0, quindi π(C(π)) = π.
Inoltre C(π)k
=1 per ogni π e π.
[π, π ] C( π β π) = C(π [π, π]) per ogni π, π β N0 con π β€ π. Quindi due intervalli [π, π] e [π, π]
sono isomorfi se e solo se hanno lo stesso rango. Partizionando lβinsieme degli intervalli della catena, πΌ ππ‘(C (π)), nelle sue classi di isomorfismo, possiamo vedere che ogni classe di isomorfismo Γ¨ univocamente determinata dal rango dei suoi membri. Quindi ad ogni classe di isomorfismo possiamo associare il simbolo (π) con
[π, π ] β (π) ββ π β π = π (π β N0)
(π) si dice essere il π‘πππ dellβintervallo.