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Partendo dai dati di una indagine preliminare sul sito abbiamo svolto uno studio di approfondimento sui parametri che definiscono la geometria della sorgente, in modo da capire quali di questi sia di maggiore importanza ai fini del piano di caratterizzazione e dell’analisi di rischio definitiva.

Le indagini preliminari effettuate hanno evidenziato una contaminazione nel suolo con alte concentrazioni di mercurio e piombo e superamenti dei limiti normativi (CSC), che sono pari a 1[mg/kg]per il Mercurio e 100[mg/kg] per il Piombo.

Partendo dalle concentrazioni rappresentative della sorgente abbiamo considerato dodici diversi scenari in funzione di possibili geometrie della sorgente.

La realizzazione dell’analisi richiede l’inserimento di dati relativi alla contaminazione, in particolare quelli relativi alla concentrazione di inquinanti nel sito.

Poiché i dati a nostra disposizione sono quelli derivanti da un campionamento preliminare, abbiamo utilizzato anche dati storici estratti da bibliografia relativa a studi precedentemente condotti in aree limitrofe.

Quindi questo studio tratta di una valutazione preliminare in cui un’analisi di sensitività ha sostituito i dati mancanti, che verranno acquisiti nella successiva caratterizzazione.

L’analisi è stata svolta variando i parametri che definiscono l’estensione delle sorgenti e le configurazioni del suolo. Si è fatto variare anche la distanza del punto di conformità, in modo da vedere l’entità dell’attenuazione delle concentrazioni e quindi degli indici di rischio relativi ai contaminanti.

Nello studio si nota un superamento dei limiti per l’ingestione suolo e lisciviazione in falda per suolo superficiale e profondo (mercurio e piombo). Si sono quindi calcolate le Concentrazioni Soglia di Rischio che possono essere considerate un punto di partenza per una eventuale bonifica.

Dalla nostra analisi abbiamo evidenziato che il rischio per la risorsa idrica (lisciviazione) e il rischio per ingestione suolo sono i rischi più elevati nel sito.

162 Per quanto riguarda il rischio per la risorsa idrica (lisciviazione in falda) il parametro della geometria della sorgente che più influisce sul valore del rischio è lo spessore del suolo superficiale.

Inoltre è da accertare la contaminazione di mercurio in aria all’interno dell’edificio.

Per quanto riguarda le analisi fatte all’interno dell’edificio, le singole misure istantanee di concentrazione di mercurio in aria hanno spesso manifestato significative fluttuazioni, quindi i valori di concentrazione osservati variano molto da punto a punto. Inoltre tutti i locali in cui sono state effettuate le misure erano locali chiusi, alcuni da molto tempo e quindi privi di quei normali ricambi d’aria che producono naturalmente una congrua diluizione dei vapori eventualmente presenti negli stessi; si ritiene che volumi confinati e con scarso ricambio di aria hanno manifestano fenomeni di accumulo.

Nei locali esaminati si sono rilevate (in vicinanza a banchi di lavoro, lavandini, cappe o scarichi) concentrazioni più elevate di Mercurio che fanno sospettare la presenza di residui di Mercurio metallico.

È quindi necessario valutare se la concentrazione di mercurio in aria nell’edificio è dovuta ad una sorgente interna o alla contaminazione derivante dal mercurio presente nel terreno. Sotto tale ipotesi si è tenuto conto della contaminazione del suolo calcolando una concentrazione di vapori indoor di mercurio di 1.6 μg/m³. Poiché la concentrazione rilevata dai campionamenti all’interno dell’edificio, nelle vicinanze di uno scarico, era di 12 μg/m³, si può ritenere che questa sia dovuta alla presenza di una sorgente secondaria interna.

Quindi è ragionevole ritenere che la rimozione delle sorgenti interne all’edificio, associata ad una semplice procedura di ventilazione naturale dei locali, consentirà di ripristinare una buona qualità degli ambienti interessati.

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