La foto scattata in maniera simbolica attraverso questo Lavoro di Tesi non appare
spontanea bensì viziata per due ragioni fondamentali e in relazione tra loro. Da una parte
la difficoltà durante le interviste, di riuscire a fare emergere in modo esplicito elementi
come i conflitti personali o le difficoltà legate alla sfera comunicativa oppure ancora
situazioni di burn out o equilibri di potere. A riguardo, credo che questo genere di
informazioni potrebbero essere raccolte in maniera approfondita attraverso osservazioni
prolungate delle dinamiche relazionali, ma occorrerebbe per questo avere sia delle
competenze specifiche che una formazione mirata magari in campo psicologico. Dall’altra
parte, oltre alle opinioni dei singoli intervistati, anche il mio punto di vista ha rappresentato
un elemento che ha generato influenza nella ricerca condotta, focalizzando lo sguardo
dell’indagine sull’aspetto educativo ed escludendo le altre figure professionali. Tale scelta
tuttavia non vuole significare che il gruppo di lavoro reputi gli altri membri dell’équipe con
differente profilo professionale meno importanti, anzi ne ha molta considerazione a tal
punto che meriterebbe di essere indagata con l’attuazione di un lavoro specifico per
approfondire tutti quegli elementi, prima elencati, a carattere personale e di ordine
relazionale. Alla luce di queste prime considerazioni ritengo sia necessario far partire le
mie conclusioni dalla consapevolezza acquisita al termine di questo progetto. Il lavoro
dell’équipe educativa di Casa Ninfea è fondamentale per la possibilità che ha esso stesso,
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in quanto gruppo di lavoro, di esistere pur tenendo in considerazione che essendo un
insieme di individui, a partire quindi dall’umana condizione, risulta scoperto ed esposto a
possibili oscillazioni di livelli compresi tra alti e bassi, rispettivamente elementi positivi e
negativi. La scelta di concludere questo lavoro di Tesi a partire da tutte le conoscenze
acquisite nel corso del tempo, sia con la formazione che con la pratica professionale,
coincide anche con la motivazione espressa nella parte iniziale di questo progetto, per la
quale sarebbe opportuno offrire ai gruppi di lavoro la necessaria attenzione rispetto al loro
funzionamento interno, al fine di produrre un lavoro più funzionale per raggiungere
l’obiettivo prefissato a partire dal contratto di lavoro, generando pertanto una serie di
attività ben articolate invece che la mera e semplice attuazione di un compito affidato
tramite mandato, dall’organizzazione. In questo ambito si colloca il ragionamento
conclusivo che a partire dall’obiettivo assegnato muove l’intero gruppo di lavoro in una
produzione di servizi rispondenti tanto ai bisogni degli ospiti quanto al mandato dato
dall’organizzazione oltre che ad incidere anche nei confronti della società. Una verifica
puntuale in termini di analisi dell’équipe in riferimento alle sette variabili ampiamente
descritte precedentemente, permetterebbe prima la giusta presa di coscienza rispetto alle
dinamiche interne nel gruppo stesso, consentendo poi di rivolgere un’adeguata attenzione
tanto all’organizzazione di riferimento quanto nei confronti del sistema sociale che, come
una cornice, ne racchiudono lo spazio collocandolo adeguatamente. La conclusione si
dirige in un movimento ideale che dal basso, a partire dall’individualità di ogni membro
tocca il gruppo di lavoro, con tutti i relativi concetti ad esso associato, per giungere all’alto
in considerazione del sistema sociale preso come riferimento. Quest’ultimo, noto ormai a
tutti, si presenta con differenti forme di instabilità relative alle condizioni lavorative, prima
fra tutte la flessibilità. Le modifiche che hanno e che stanno interessando il nostro sistema
sociale, fatto anche di contratti a tempo determinato e percentuali lavorative ridotte,
produce dei riverberi non solo a livello individuale nella difficoltà di attuare un progetto di
vita a medio e lungo termine (si pensi al principio di esclusione evidente in particolare sui
dispositivi di sicurezza sociale che preclude i fondamentali diritti del lavoro quali la
malattia, la maternità o la pensione) ma anche all’interno dell’organizzazione ed in modo
particolare nei contesti d’équipe producendo per esempio gruppi di lavoro vacillanti, che
convogliano la loro attenzione in misura maggiore alle utenze e poca invece al contesto
sociale d’appartenenza, senza possibilità di attuare una qualsiasi forma di confronto.
Credo che per tali ragioni sia necessario prestare l’interesse al gruppo di lavoro per
realizzare una forma di considerazione in grado di inglobare al suo interno le tre realtà
principali individuate nel corso di questo spazio conclusivo, evidenziandone così le
reciproche influenze. Si tratta quindi di partire dal micro verso il macro, passando per un
livello intermedio dove collocare rispettivamente gli attori di questo mio ragionamento quali
il gruppo di lavoro,
l’organizzazione e lo stato sociale operando degli scambi e delle
interazioni con influenze reciproche, per generare benefici collettivi. Partendo dal
significato del mio agire e della mia identità professionale credo si possa creare, in
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maniera ideale ma non certo utopica, un intreccio di legami prima di tutto con le
organizzazioni che garantiscono la giusta stima per le responsabilità assunte dal
professionista nei confronti della società e poi con lo stato sociale in grado di amplificare la
difesa per esempio al diritto relativo al concetto di tempo. Tutto ciò grazie all’azione
profusa dall’équipe, in un sentimento di costante motivazione, per riuscire ad offrire un
diritto universale, oggi risucchiato nel caos entropico della storia contemporanea, che
dovrebbe invece poter restituire, soprattutto ad ogni forma di attività educativa, il
necessario battito ritmico, caratterizzandosi altresì come una competenza da attivare per
riuscire a muovere dal basso verso l’alto un cambiamento oltre che personale anche di
natura sociale. Conscio dello sforzo necessario per cercare di mettere in pratica e rendere
operativi i pensieri rivolti al futuro, voglio credere che possa esistere la possibilità di poter
attuare trasformazioni rispetto al funzionamento del gruppo di lavoro in un concerto tra le
parti coinvolte e prima citate. Certo è che perseguirò con ogni forza ed energia quanto
dichiarato, profondendo gli sforzi necessari per far sì che possano realizzarsi i sogni che
talvolta rimangono sopiti, lasciandoli vivere nella quotidiana realtà.
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Nel documento
Siamo un gruppo di lavoro o lavoriamo in gruppo? : analisi degli aspetti di funzionamento di un'équipe
(pagine 32-35)