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I risultati ottenuti sono il frutto della procedura di acquisizione ed elaborazione dei dati effettuata nella prima parte dello studio e descritta nel capitolo di “Materiali e Metodi”. La metodologia elaborata per il trattamento dei dati è finalizzata ad un approfondimento delle conoscenze del comportamento del cinghiale verso le produzioni agricole, ma può essere riprodotta per lo studio dei danni anche di altre specie.

Uno dei problemi nella gestione dei danni della fauna selvatica sembra essere la frammentazione dei dati tra i vari enti. La creazione di un unico

database permette invece di poter operare su di un solo archivio contenente

tutti i dati disponibili e dal quale possono essere ricavate tabelle di sintesi e grafici inerenti gli aspetti di maggior interesse. La quantità di informazioni ricavate è notevole e le uniche limitazioni riscontrate nello studio sono state quelle evidenziate all’inizio di questo capitolo. A queste possono essere

aggiunte anche altre fenomenologie di disturbo come quelle meteorologiche, la presenza di roccia calcarea o dei pali della luce e la stanchezza dell’operatore.

Tutte queste condizioni possono diminuire la precisione del rilevamento e vanno valutati di volta in volta. I radiocollari per cinghiali vanno costruiti in materiale resistente all’acqua e al fatto che questi animali possono grattarsi vigorosamente contro gli alberi. Per questo la trasmittente viene saldamente fissata al collare e per evitare problemi di cattivo funzionamento, ad esempio a causa di un bagno di fango, deve essere sigillata in una resina speciale che non deva mai essere aperta o manomessa dagli operatori. Esistono in commercio numerose ditte che producono materiale per la radiotelemetria, e il coste del materiale – radio, collari, antenne e riceventi – può variare moltissimo in base a caratteristiche tecniche, ma anche tra ditta e ditta.

L’idea migliore per orientarsi nell’acquisto, soprattutto se il budget della ricerca risulta limitato, è quella di parlare con qualche collega che ha già utilizzato il materiale di una determinata ditta, come nel nostro caso. I punti fondamentali da tenere presente nell’acquisto di materiale per la radiotelemetria sono :

affidabilità dei prodotti: i prodotti devono essere in grado di funzionare per la durata garantita dal rivenditore e nelle condizioni meteorologiche (vento, gelo, umidità, ecc) previste per l’area di studio;

affidabilità del commerciante, che si impegna a sostituirli nel caso di guasti o problemi che possono insorgere durante lo studio e che non sono dovuti al cattivo uso del materiale. A tale proposito è utile ricordare che la cattura di un animale selvatico richiede notevole impegno di tempo e personale e che, se un collare o una ricevente non funzionano, può essere molto difficile ricatturare lo stesso animale e a volte impossibile recuperare tempo e dati perduti. Il modo più sicuro di avere informazioni sul materiale e sulla ditta produttrice è quello di contattare colleghi come precedentemente detto che hanno avuto modo di servirsi dal produttore in questione;

è utile anche accertarsi che nell’area di studio non siano condotte altre ricerche che impiegano l’uso della radiotelemetria. In tal caso bisogna contattare i responsabili del progetto per evitare di utilizzare le stesse frequenze di trasmissione.

La radiotelemetria richiede soprattutto se applicata da un solo operatore uno sforzo notevole, sia come tempo sia come analisi dei dati e loro interpretazione, vista l’impossibilità di un confronto scientifico e metodologico con un altro compagno di rilievo che lavori contemporaneamente.

Si è verificato che è sempre utile predisporre una scheda su cui registrare i rilevamenti fatti, come si può vedere da quella in allegato, e accompagnare a questa una fotocopia di carta della zona di rilievo su cui potere riportare il dato raccolto. E’ stato molto importante nel nostro caso di studio prendersi il tempo necessario per triangolare le localizzazioni mentre si era ancora in fase si uscita su campo, in modo tale da potere ripete un misura che poteva sembrare errata o poco precisa. Anche questi accorgimenti pesano molto sulla mole di lavoro giornaliero per operatore, e soprattutto se sono monitorati più animali contemporaneamente, ma vale la pena investire questo tempo in tali atteggiamenti accorti al fine di ottenere un rilievo di buona qualità e rappresentativo di una verità localmente riscontrata.

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Appendice A

Carta della vegetazione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

Carta della vegetazione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna creata sulla base di shape file dell’uso del suolo forniti dall’Ente.

Carta dell’uso del suolo del versante romagnolo Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

Carta dell’uso del suolo del versante toscano Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

Appendice B

Progetto del recinto di cattura per cinghiali adottato nell’area di studio.

Appendice C

Appendice D

Georeferenziazione degli eventi di danno nel triennio 2002-2004

Le tre seguenti rappresentazioni cartografiche, presentano il quadro generale della distribuzione dei danni da cinghiale nel triennio preso in econsiderazione al momento della georeferenziazione dei dati con il programma Access, nei comuni di appartenenza al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. E’ evidente la costanza di localizzazione del danno in alcuni comuni, soprattutto nel versante Toscano, e si evidenzia anche l’incremento del numero di eventi dannosi nel corso dei tre anni.

Figura a) Rappresentazione generale degli eventi di danno da cinghiale nell’anno 2002, nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Figura b) e figura c) Rappresentazione generale degli eventi di danno da cinghiale nell’anno 2003 (figura b) e nell’anno 2004 (figura c), nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.

Appendice E

Documentazione fotografica delle fasi di cattura e dotazione di radiocollare agli animali coinvolti nel progetto di monitoraggio.

Figura a) cinghiale n°4 “Pierona” al momento della cattura, b) cinghiale n°1 “Capitan Bavastro” al momento della cattura, c) cinghiale n°2 “Simona” al momento della cattura, d) cinghiale n°3 “Lory” al momento della cattura.

Figura e) Piccoli striati al momento della cattura in località Digonzano.

a b

c d

Fasi di manipolazione degli animali catturati.

Figura f) controllo dell’animale catturato e chiuso nel recinto mobile, g) preparazione della gabbia di uscita per la manipolazione dell’animale

Figura h) immobilizzazione del cinghiale con una gabbia a parete mobile, i) fase di narcosi sull’animale per procedere all’applicazione del radiocollare

Figura l) apposizione del marchio auricolare con numero progressivo ( in questa foto di colore arancione per il cinghiale di zona Poderone), m) fase di

applicazione del radiocollare

f g

h i

Figura n) fase di imbragatura del cinghiale per effettuarne la pesatura, o) cinghiale in fase di riposo dopo il fissaggio del radiocollare e in fase di lento risveglio.

Figura p) Femmina rossa di circa un anno, figlia del cinghiale con radiocollare n°2 catturata in zona Chiusa lo stesso giorno della madre al momento della cattura in data 7/06/2005

n o

Fasi di innesco e preparazione alla cattura.

Figura q) fase di riporto di terra in modo da favorire il miglior drenaggio davanti al recinto mobile di cattura, r) preparazione di un’esca composta da una mela infilzata su fil di ferro da legare al meccanismo di scatto della pedana per migliorare la cattura

Figura s) messa in sicurezza della ghigliottina del recinto mobile di cattura, t) innesco della pedana collegata alla ghigliottina

Figura u) disposizione di abbondante esca sul pedale del recinto di cattura, v) pedana innescata e dotata di pasturazione adeguata.

q r

s t

RINGRAZIAMENTI

Dedico questo lavoro ai miei genitori, le due persone più importanti della mia vita, quelle che mi hanno insegnato tutte le grandi verità del mondo, soprattutto che nulla è insopportabile e impossibile se hai accanto chi ti ama in modo incondizionato. Grazie per aver fatto di me la giovane donna che sono ora, per non avermi mai fatto mancare nulla e non solo le cose materiali, ma tutte quelle cose che rendono la vita speciale. Grazie per la pazienza, per la comprensione, la stima e l’orgoglio dimostratomi sempre indipendentemente dal risultato, per il sostegno che non mi avete mai fatto mancare, per i consigli e la vostra forza, per avermi messo a disposizione la vostra vita interamente e senza riserve.

Una dedica speciale a mia sorella. La tua vita mai vissuta mi ricorda cosa fare con la mia ogni giorno. Mi rasserena averti come angelo.

Alle persone care che ho amato e che non ci sono più, ma che nonostante il passare del tempo continuano a tenermi compagnia in tanti piccoli gesti quotidiani, in ricordi, profumi ed emozioni. A Gimmy, il mio compagno di mille avventure, e di quella più grande che è stata la vita insieme, a te devo la mia indole da combattente e la capacità di rialzarmi sempre dal tappeto con orgoglio, perché mi hai insegnato che nelle sconfitte non c’è mai disonore, ma solo un motivo in più per imparare qualcosa.

Al mio professore, Fausto Tinti dedico un ringraziamento speciale, per il prezioso aiuto in ogni fase dell’elaborazione della tesi, per la pazienza e la stima costante dimostratami nonostante gli inceppi lungo questo

cammino, per avermi messo a disposizione tempo a volontà e la propria professionalità e disponibilità. E’ stato un onore lavorare insieme.

Una dedica va al professor Giovanni Casalicchio e a tutta la sua famiglia. Il ricordo dei suoi insegnamenti è un bene prezioso che custodirò con estrema cura e mi accompagnerà sempre la passione con cui lavorava.

Ad Annamaria e Carmela, due preziosissime amiche, zie, confidenti, consigliere nonché fantastiche segretarie tuttofare. Non ce l’avrei mai fatta senza il vostro aiuto in tante situazioni e grazie per i sorrisi ogni mattina.

Ai miei amici, quelli veri, che non hanno solo la A maiuscola, ma tutte le lettere maiuscole. A Denise, per il sostegno, la compagnia e la pazienza infinita davanti a tutte le mie paturnie giornaliere, per essermi sempre stata vicina come una sorella maggiore e per avermi sempre dimostrato fiducia e affetto. Grazie per avermi regalato il mantra “meglio fare gola che pietà” che mi ha tenuto ottima compagnia nei momenti di crisi. Ad Alex, l’orso migliore del mondo, uno che parla poco, ma che quando ti abbraccia ti fa sempre sentire il calore del suo grande cuore di amico. E’ stato bello ritrovarti e avere la consapevolezza di non perderti più. Ad Arianna, l’altra sorellina di avventure e sventure del mio gruppo, per il sostegno, la

comprensione e per avere avuto una buona parola nei momenti difficili, per avermi portato sempre buon umore insieme al suo piccolo meraviglioso Mirko. Ad Andrea, un grande amico di esperienze universitarie e non solo, a cui devo molto, sia come aiuto per questo lavoro sia come aiuto nella quotidianità. Mi hai insegnato tu che la vera sfida è la quotidianità e ti ringrazio di cuore per il tuo appoggio. Ad Eleonora, per l’affetto che non mi ha mai fatto mancare in tutti questi anni e per avere fatto in modo che nella nostra amicizia non arrivassero mai crisi di settore. A Sofia, una perla greca trovata per caso, e preziosa più che mai. E’ bello averti qui.

Un grazie al Dottor Carlo Pedrazzoli e al Dottor Andrea Gennai, per l’aiuto e il sostegno nelle fasi di raccolta dati e nel mio periodo di

permanenza nelle Foreste Casentinesi. Grazie di cuore anche a tutti gli altri dipendenti con cui ho trascorso giornate davvero stupende e la cui

compagnia ha alleviato la stanchezza in tante occasioni : Daniela Fani, Daniela Fiumicelli, Franco Locatelli, Alessandro Fani, Mirta Checcacci, Marco Magherini, Nicola Andrucci e Federica Bardi, Nevio Agostini.

Ai miei mitici forestali di Corniolo, Lucio e Sandro, per avere reso speciale ogni giorno di lavoro e per essere stati i migliori coinquilini che una ragazza sola e dispersa tra le montagne possa desiderare. Grazie per tutte le premure avute nei miei confronti e per l’amicizia preziosa. Un grazie anche a tutti gli altri forestali che mi hanno aiutata nei rilievi di telemetria e di conoscenza del territorio, in particolare Leonardo e Simon.

Un ringraziamento è ben poco paragonato alla pazienza e alla disponibilità del professor Alessandro Buscaroli, a cui devo tanto per l’aiuto fornitomi in fase di realizzazione della parte grafica di questa tesi.

A tutti coloro che mi hanno in qualche modo messo i bastoni tra le ruote non posso fare altro che dire grazie, perché la vita è bella proprio per questo… perché non dipende solo da te!

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