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Conclusioni

Il controllo della luce dispersa è importante per qualunque tipologia di impianto di illuminazione esterno, ma diventa fondamentale quando si tratta di andare ad illuminare grandi aree e impianti sportivi. Negli ultimi anni quasi tutte le regioni italiane hanno emanato norme per il contenimento dell’inquinamento luminoso, il risparmio energetico nell’illuminazione per esterni e per la tutela dell’ambiente e dell’attività svolta dagli osservatori astronomici. Il lavoro di tesi svolto offre diversi spunti di riflessione a riguardo, ma soprattutto mette in evidenza quanto uno studio illuminotecnico eseguito correttamente influisca pesantemente sulla scelta finale dei proiettori da utilizzare.

Nei capitoli di questo elaborato è stato possibile verificare che, nonostante la grande diffusione che la tecnologia LED sta avendo in questi ultimi anni nell’illuminazione di interni ed esterni, al momento, per illuminare correttamente un impianto sportivo come quello di via Pulliere che ha dimensioni mediamente grandi, la soluzione che permette di ottenere i requisiti illuminotecnici previsti dalle normative, rispettando anche la legge regionale n.17 del Veneto in tema di contenimento dell’inquinamento luminoso, è quella con lampade a ioduri metallici, assai più collaudata rispetto a quella con lampade a tecnologia LED.

Sul mercato è infatti possibile trovare dei proiettori con lampade a ioduri metallici in grado di illuminare correttamente impianti sportivi di piccole – medie dimensioni e più in generale spazi esterni che presentano problemi di controllo della luce dispersa. Questi proiettori, invece di avere un’effettiva struttura a “vetro piano”, come del resto hanno anche la quasi totalità dei proiettori con lampade a tecnologia LED presenti nel mercato, sono caratterizzati da un vetro frontale inclinato che permette di ottenere un maggiore rendimento ottico, mentre a schermare correttamente il fascio luminoso è lo stesso corpo del proiettore che racchiude il gruppo ottico. Utilizzando quindi proiettori che sfruttano questo concetto ottico ottimizzato, con ottiche asimmetriche, si riescono ad ottenere gli illuminamenti medi e le uniformità richiesti dalle norme, mantenendo l’abbagliamento al di sotto dei valori massimi ammessi e soprattutto limitando al minimo l’inquinamento luminoso provocato dalle emissioni di intensità luminosa per angoli pari o maggiori a 90° rispetto all’orizzonte.

Come già ricordato nelle righe precedenti, nel mercato è possibile trovare una molteplicità di proiettori con lampade a tecnologia LED con una struttura a “vetro piano” e ottiche full cut-off, ma come è stato possibile verificare nelle pagine di questa tesi, difficilmente l’ottica

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asimmetrica di questa tipologia di corpi illuminanti è ad oggi perfezionata e quasi sempre le case produttrici dei proiettori non sono ancora in grado di fornire i file fotometrici necessari per poter realizzare le simulazioni del caso. Quindi, attualmente, se si vuole illuminare un impianto sportivo come quello di Santa Giustina con proiettori a tecnologia LED è necessario utilizzare proiettori con ottica simmetrica che, seppur ammessi dalla legge regionale n.17, non sono performanti quanto quelli asimmetrici. Tutti questi proiettori sono caratterizzati da un’angolazione di massima intensità troppo ridotta ed è quindi necessario inclinarli, come è stato possibile verificare in questa tesi, per ottenere i livelli di illuminamento e uniformità richiesti dalla norma. Chiaro però che installando questi proiettori inclinati e non perfettamente paralleli alla superficie dell’impianto sportivo, oltre a non rispettare la legge regionale n.17, si possono creare degli indesiderati effetti di abbagliamento agli atleti, agli arbitri e agli spettatori, ma soprattutto si ha un’emissione oltre i 90° che crea un inquinamento luminoso diretto non trascurabile. Basti ricordare, come visto nel § 4.7, che il flusso luminoso diretto verso il cielo sopra i proiettori è, nel caso di un’illuminazione con proiettori a tecnologia LED, quasi mille volte maggiore rispetto a quello ottenibile con un’illuminazione con proiettori che montano lampade a ioduri metallici e che il flusso diretto verso l’alto, a piccoli angoli sopra l’orizzonte (tra 90° e 110°) che si ricorda sono i più critici per quanto concerne l’inquinamento luminoso, è, nella variante con lampade a LED, 50 volte più grande di quello che si ottiene con l’utilizzo di proiettori con lampade a ioduri metallici.

Trascurando per un attimo la legge regionale n.17 e ipotizzando quindi che le varie simulazioni effettuate in questa tesi con le due varianti, quella con lampade a ioduri metallici e quella con lampade a tecnologia LED, siano entrambe realizzabili concretamente, è stato verificato come, al di là di un investimento iniziale che nel caso di proiettori a LED è nettamente più dispendioso, il costo totale dell’impianto in un arco temporale di 25 anni, comprensivo, oltre che dell’investimento iniziale, anche dei costi di manutenzione e dei costi dell’energia elettrica consumata, è, nel caso di un impianto con proiettori a LED, circa la metà di quello di un impianto con proiettori che montano lampade a ioduri metallici. Con questa ultima considerazione si vuole sottolineare che, nel momento in cui nel mercato saranno presenti proiettori a LED con ottiche asimmetriche in grado di soddisfare i requisiti illuminotecnici richiesti rispettando anche quanto stabilito dalla legge regionale n.17, allora sarà conveniente utilizzare prevalentemente proprio questa tipologia di proiettori.

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Ringraziamenti

Vista la mia lunga e tortuosa carriera di studente prima e di studente-lavoratore poi, presso l’Università degli Studi di Padova, fare adesso dei ringraziamenti implica sicuramente dimenticare qualcuno che in questi anni, tanti, ha collaborato, in qualunque maniera, affinché oggi potessi raggiungere un traguardo così importante.

Certi traguardi non si raggiungono mai in solitaria e credere di avercela fatta solo grazie alle proprie capacità è certamente un pensiero troppo egoistico per essere vero.

Vale quindi la pena fermarsi un attimo e ringraziare tutte quelle Persone che mi hanno aiutato. Un primo ringraziamento va sicuramente al Prof. Pietro Fiorentin e al Dott. Andrea Bertolo in quanto, grazie alle loro idee e alle loro proposte, sono riuscito a realizzare una tesi che va ben al di là di un “semplice” progetto di illuminazione di un impianto sportivo.

Un grazie va poi a Ennio Vigne, Sindaco del Comune di Santa Giustina e gli Addetti dell’Area Tecnica – Lavori Pubblici, su tutti Susy Foltran, per aver fin da subito apprezzato la mia idea di tesi e per aver collaborato nel fornirmi svariato materiale tecnico risultato fondamentale per la stesura dell’elaborato.

Un ringraziamento è doveroso anche allo Studio Bortot & C. S.a.S. di Santa Giustina, soprattutto a Laura, per le importanti dritte fornitemi nella stesura del capitolo riguardante la progettazione elettrica.

Tra tutti i compagni di Università conosciuti in questi anni, il mio più grande grazie va a Daniele che, con preziosi consigli e appunti di incredibile precisione, ha reso i miei ultimi esami universitari “quasi” facili.

Conclusi i ringraziamenti “tecnici”, è giunta l’ora di dire GRAZIE a coloro che in tutti questi anni mi hanno supportato e sopportato.

Un grazie di cuore va alla mia ragazza Celeste che ha sempre creduto in me, apprezzandomi per quello che sono. Con lei ho ritrovato la voglia di riprendere in mano i libri dell’Università dopo qualche anno di “black out” totale. In questi sette e più anni mi è sempre stata vicina, condividendo con me momenti belli, bellissimi, ma anche periodi difficili e preoccupanti, mostrandomi sempre quanto tenga a me e quanto mi ami.

Non posso certo dimenticare di dire grazie a tutti i miei parenti, a tutti i miei amici e a tutte quelle persone vicine a me che in qualunque maniera, anche semplicemente con un in bocca al lupo o una telefonata, si sono ricordati di tutti i miei vari esami e impegni di svariato genere. L’ultimo ringraziamento, quello più grande, va ai miei genitori, senza i quali tutto ciò non sarebbe stato possibile. A mia mamma Mariantonietta e a mio papà Luigi che tanti sacrifici hanno fatto pur di vedermi sorridere, che hanno sempre tifato per me e mi sono stati vicini in tutti questi 33 anni. Loro mi hanno insegnato tanto, hanno saputo consigliarmi in ogni decisione importante e soprattutto mi hanno dato il regalo più prezioso per un figlio e cioè il

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loro amore: un amore sincero, incondizionato e pronto a tutto. Senza di loro, oggi, non sarei quello che sono.