4.1
Festuca arundinacea Schreb.
I risultati ottenuti da F. arundinacea, sottoposta ad un itinerario tecnico sostenibile, messo a punto con un approccio di tipo integrato, finalizzato a creare il minor livello di stress al tappeto erboso ed al contempo a favorire le caratteristiche di maggior resistenza agli stress biotici ed abiotici, sono stati molto buoni e al di là degli obbiettivi prefissati.
La prova sperimentale è stata difatti impostata puntando a limitare gli input apportati al sistema colturale tappeto erboso senza determinare un decadimento del risultato tecnico. Al termine di due anni di sperimentazione, il tappeto erboso di F. arundinacea gestito con un itinerario tecnico sostenibile non soltanto non si è rivelato qualitativamente inferiore all’itinerario standard, ma è apparso nettamente migliore per molte caratteristiche.
L’aspetto estetico globale del tappeto erboso sostenibile di festuca durante i mesi freschi e caldi dell’anno non si manifesta differenze con l’itinerario standard. Questo dato significa che nell’approccio integrato come quello proposto, la frequenza di irrigazione pari a due volte la settimana e la restituzione del 66% dell’ETP sono adeguate a questo tipo di tappeto erboso, non essendo mai stati notati segni di sofferenza da stress idrico. Tale circostanza ha suggerito l’idea che potrebbe essere possibile incrementare ulteriormente il turno irriguo (es. 5 giorni), senza significativi peggioramenti dell’AEG.
Durante le stagioni invernali, l’aspetto estetico globale del tappeto erboso sostenibile di festuca è nettamente migliore di quello gestito con itinerario tradizionale, grazie ad un colore più intenso. Date le caratteristiche della prova svolta, non è possibile individuare con certezza l’origine del risultato ottenuto, ma è stato possibile escludere che si tratti dei soli trattamenti con bioattivatori. Sulla base di quanto riportato in letteratura si ritiene che i fattori più probabilmente responsabili della maggiore resistenza al freddo mostrata dalle parcelle di festuca arundinacea sostenibili siano la concimazione tardo‐autunnale insieme alla maggiore altezza di taglio che mantiene la pianta in condizioni di minore stress e ripara maggiormente i punti meristematici. Il comportamento invernale, ed in
particolare il colore in questa stagione, è il tallone d’achille di questa specie e pertanto il risultato ottenuto ha una notevole rilevanza.
Non sono emerse differenze tra i trattamenti per la densità dei culmi, mentre lo spessore del feltro delle parcelle sostenibili nel 2006 è maggiore rispetto alle parcelle standard, con valori prossimi alla soglia critica. Questo dato, suggerisce di inserire nell’itinerario sostenibile una periodica operazione di sfeltratura. Le parcelle di entrambi i trattamenti hanno mostrato una eccellente competitività con le erbe infestanti, giungendo alla fine del secondo anno, senza apprezzabili infestazioni pur in assenza di trattamenti di diserbo chimico. Questi risultati dimostrano l’eccellente stato di salute delle parcelle della prova sperimentale. Su nessun trattamento sono state riscontrate patologie di rilievo. Questo dato, seppur confortante sul livello di suscettibilità agli agenti patogeni, non ci ha consentito, per ora, di trarre delle conclusioni riguardo un’effettiva differenza nell’effetto dei diversi itinerari tecnici, ed in particolare delle diverse modalità di topdressing, per quanto riguarda la resistenza a malattie. Limitatissimi attacchi di Laetisaria fuciformis, regrediti spontaneamente, sono avvenuti in settembre‐ ottobre 2006, a carico delle parcelle di entrambi i trattamenti. Si conferma nei nostri ambienti la mancanza di attacchi di Rhizoctonia solani, unico patogeno in grado di infliggere danni seri ai tappeti erbosi di F. arundinacea.
La diminuzione del tenore in sostanza organica avvenuta nell'intero appezzamento rende necessaria una prosecuzione della prova per verificare se tale andamento proseguirà o se invece questo parametro si stabilizzerà.
4.2
Cynodon dactylon (L.) Pers.
I risultati ottenuti dalle parcelle di Cynodon dactylon sottoposte ad un itinerario tecnico sostenibile, messo a punto con un approccio di tipo integrato finalizzato a creare il minor livello di stress al tappeto erboso ed al contempo a favorire le caratteristiche di maggior resistenza agli stress biotici ed abiotici, sono stati molto buoni e al di là di quanto ipotizzabile sulla scorta della letteratura.
La prova sperimentale è stata, infatti, impostata puntando a limitare gli input apportati al sistema colturale tappeto erboso senza determinare un decadimento del risultato tecnico. Al termine di due anni di sperimentazione, il tappeto erboso di gramigna gestito con un itinerario tecnico sostenibile non soltanto non si è
rivelato statisticamente inferiore all’itinerario standard, ma è apparso migliore per alcune caratteristiche.
L’aspetto estetico globale del tappeto erboso sostenibile di C. dactylon durante i mesi freschi e caldi dell’anno non è differente tra gli itinerari standard e sostenibile. Questo dato significa che con un approccio integrato come quello proposto, la frequenza di irrigazione pari a due volte la settimana e la restituzione del 66% dell’ETP sono adeguate a questo tipo di tappeto erboso, non essendosi mai notati segni di sofferenza da stress idrico. Tale circostanza suggerisce anche che potrebbe essere possibile incrementare ulteriormente il turno irriguo, senza peggioramenti significativi dell’AEG.
Durante le stagioni invernali, l’aspetto estetico globale del tappeto erboso sostenibile di C. dactylon è appaso migliore, grazie ad un minore livello di infestazione, soprattutto di P. annua. Date le caratteristiche della prova svolta, non è possibile individuare con certezza l’origine del risultato ottenuto, ma è verosimile che tale circostanza sia da ricondursi alla maggiore altezza di taglio. Non sono emerse differenze tra i trattamenti, per la densità di culmi e lo spessore del feltro, così come per i danni da malattie, non manifestatisi in entrambi i trattamenti.
Le parcelle di entrambi i trattamenti hanno mostrato una eccellente competitività con le erbe infestanti durante il 2006. Nei mesi di crescita attiva non si sono registrate apprezzabili infestazioni pur in assenza di trattamenti di diserbo chimico. Durante il periodo invernale, entrambi i trattamenti hanno manifestato una certa suscettibilità alle infestazioni di P. annua, con le parcelle ad itinerario tradizionale più infestate rispetto a quelle gestite con itinerario sostenibile.