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Condividere l’Apprendimento

Significa raccogliere ed esporre al team tutte le informazioni (dati, immagini, impressioni,..) che si sono raccolte nelle attività di osservazione e di ascolto. È fondamentale analizzare con attenzione le storie, le idee e i suggerimenti portati dai colleghi, in modo da convertire le conoscenze individuali in una conoscenza di base di partenza per il gruppo. Il processo comincia facendo condividere a turno le scoperte fatte e le idee che ci sono venute, ciascuna delle quali andrà scritta su un post-it e appesa a una parete per essere visualizzate da tutti. Risulta quindi fondamentale tenere traccia di tutto ciò che ascoltiamo, vediamo e individuiamo durante la ricerca, in modo che ogni particolare possa essere condiviso col resto del team senza dimenticare nulla. Questo tipo di apprendimento può essere supportato da strumenti come:

 Collage rappresenta un modo semplice e pratico per far “fare” qualunque cosa alle persone cercando poi di capire cosa ciò ha significato per loro e che cosa hanno provato nel farlo, oltre a sbloccare la creatività e spingerci verso un’idea innovativa. Può essere usato quindi sia nella fase di immersione sottoponendolo a possibili clienti e utilizzatori, ma anche nella fase di ispirazione e di ideazione per sviluppare il pensiero creativo del team.

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The Collages this group made helped an IDEO.org team understand what “community health” means in rural Nigeria.

Si comincia dando alle persone da coinvolgere il materiale e un tema per il collage, ad esempio come controllano le loro vite, come dovrebbe essere il loro lavoro ideale o come vivono la famiglia oppure riflettere sul problema-sfida da risolvere. Successivamente alla realizzazione del collage si chiede loro di esprimere le emozioni e sentimenti provati durante l’attività e ovviamente di descrivere il collage stesso. Il collage oltre che sfruttare il potere visivo intrinseco che ha, rappresenta anche un potente strumento di “learning by doing”, ecco perché si presta così bene al processo di Design Thinking, così come qualsiasi altro strumento grafico o metodologia per visualizzare i concetti individuati o il percorso seguito fino a un certo momento;

 Individuare i Temi, cioè concetti che possono venire fuori condividendo storie e

apprendimento, ad esempio ci sono idee, osservazioni o emozioni ripetuti più di una volta o che sono venuti fuori in più di un’occasione? Magari i temi evidenziati non saranno quelli definitivi o cambieranno durante le fasi successive, ma rappresentano comunque un punto di riflessione e di ricerca utile al raggiungimento dell’obiettivo finale. In pratica, avendo davanti le bacheche frutto della condivisione di apprendimento e storie, si deve cominciare a individuare punti comuni o collegamenti tra idee e concetti della stessa categoria (si ricorda che ognuno di essi è stato in precedenza raggruppato in categorie simili). È utile disegnare, collegare con frecce, comunque lavorare fisicamente sulle bacheche. Dopo aver individuato temi ricorrenti e/o considerati importanti bisogna tradurli in opportunità di

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progettazione, attraverso la discussione e ridiscussione con tutto il team, finché tutti saranno convinti e soddisfatti del lavoro, cioè dei principi di progettazione individuati;  Condivisione di storie ispirate in cui, analogamente ai paragrafi precedenti, l’obiettivo è

costruire una conoscenza di gruppo, condividendo le storie che ci hanno ispirato nelle fasi di ideazione e di immersione. In sostanza dopo aver “scaricato” i vari apprendimenti in questa fase si cerca di dar loro un senso. Anche in questo caso le varie storie vanno inserite in post-it che verranno poi affissi a una bacheca o al muro. È importante, mentre si

raccontano le storie che ci hanno maggiormente colpiti essere sia precisi e specifici, raccontando ciò che è accaduto, usando le 5W (Why, Who, What, When, Where) o

richiamando i 5 sensi durante il racconto. A turno ogni membro deve condividere le proprie storie. Il linguaggio e i disegni usati devono essere semplici e facilmente capibili da tutti, inoltre non bisogna aver paura di fare domande ai colleghi se qualcosa non ci è chiaro. Le varie storie vanno quindi divise per categorie, ad esempio per persone intervistate, e su ciascuna di queste categorie si comincia a ragionare e a riflettere, immaginando nuove soluzioni o opportunità.

Un modello molto usato è quello basato sul processo CAST, il cui nome deriva dalle 4 fasi che occorre eseguire per arrivare alla descrizione della storia, ovvero:

 Contente (contenuto) che è la parte da definire prima di tutto il resto e deve rispondere alle seguenti domande:

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 COSA occorre cambiare, sulla base di priorità e vantaggi;

 COME realizzare il cambiamento, definendo la sequenza delle attività da svolgere;

 cosa succederebbe SE non si dovesse verificare un cambiamento;

 Audience (pubblico) cioè definire il pubblico da coinvolgere nel cambiamento o a cui proporre il cambiamento;

 Story (storia) che prevede una strutturazione suddivisa in:

 Struttura, contenete la linea cronologica degli eventi e gli spazi in cui si avvengono;

 Personaggi in cui descrivere le persone coinvolte, definire i motivi della scelta del loro coinvolgimento e il grado di empatia raggiunto con essi;

 Urgenza, che definisce i motivi per i quali la sfida definita va affrontata ora e non in un secondo momento;

 Contesto, cioè la sequenza narrativa della storia;

 Tell (raccontare) attraverso il mezzo o il canale ritenuto più adatto allo scopo, come foto, video o report. Durante la narrazione della storia occorre citare e validare dati, informazioni e le conoscenze riportate, in modo da rendere chiaro il percorso eseguito per arrivare ad un certo obiettivo.

 Implementare un sistema di raccolta dei feedback. Chiedere continuamente feedback ci aiuta infatti a mantenere le persone al centro della nostra ricerca oltre che spingere in avanti il processo stesso di design. Il primo passo è condividere l’idea con le persone coinvolte ad esempio attraverso interviste di gruppo o individuali o con sessioni di co-creazione. Il secondo passo, fondamentale, è catturare feedback onesti e chiari, cosa difficile in alcuni casi a causa del fatto che le persone per gentilezza o per imbarazzo possono lodare un’idea pur disprezzandola. È quindi importante far sapere alle persone che ciò che ci interessa è la verità anche se negativa. È altresì fondamentale coinvolgere più persone possibile, sia tra gli utenti tradizionali che tra quelli più estremi, in modo da avere un feedback trasversale a tutti i possibili utilizzatori o persone coinvolte nel progetto. I feedback vanno tutti raccolti e

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registrati, inoltre è questo un altro momento in cui fare domande alle persone spingendo ulteriormente in avanti la nostra idea e la nostra ricerca. Infatti, per continuare al meglio la nostra ricerca, è fondamentale integrare tra loro i vari feedback raccolti per realizzare ad esempio un prototipo rapido da presentare e da far testare ai possibili user. Il processo di raccolta, per essere ottimale, deve essere implementato in un continuo processo di feedback-miglioramento-feedback in modo da rendere continuo anche l’apprendimento, oltre che migliorare l’idea ad ogni iterazione. Un consiglio è costruire una tabella o una matrice in cui inserire ogni idea con accanto i rispettivi feedback e il modo in cui tale idea dovrebbe funzionare. Questa procedura deve essere ovviamente legata a quella della prototipazione rapida, che verrà esposta nel paragrafo successivo.

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