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Ai confini della città: il verde nella città diffusa

2   Scritture psicogeografiche e autostrade: Londra, Milano,Vicenza

2.3   Ai confini della città: il verde nella città diffusa

Sebastiano Brandolini, studiando dei percorsi a piedi da seguire a Milano ragiona sull’espansione della città. Lo scrittore la vede come una rete, formata da piste ciclabili, infrastrutture che si diramano in una sola e unica città:

dalle strade e dalle infrastrutture percepiamo la continuità del e nel tessuto costruito; è infatti l’esperienza diretta piuttosto che la segnaletica a farci sapere dove esattamente ci troviamo.70

Iain Sinclair riflette sui confini di Londra e si chiede se i prati verdi, i boschi, appena al di fuori della città londinese, poco lontani dallo scorrere del traffico, appartengano o meno alla città. Riguardo la scelta del vivere nella campagna, l’autore di London

66

Ivi, p. 182.

67 La Cecla F., op. cit., p. 50.

68 Trevisan V., I quindicimila passi, Einaudi, Torino, 2002, p. 29.

69 Biondillo G., Monina M., op. cit., p. 122.

Orbital si esprime in maniera decisamente negativa sulla volontà di trasferire la

propria residenza in un luogo dove un tempo c’erano campi coltivati e ora è in atto una speculazione edilizia. Espropriati gli abitanti originari, su questi terreni ora sorgono case lussuose, regno di operatori finanziari della City che sfruttano il mezzo privato per raggiungere il posto di lavoro o, il più delle volte, lavorano da casa. È una campagna per gioco dove, nota Sinclair:

il silenzio di queste borgate miserabili è il silenzio del trauma profondo; il sospiro al ralenti di chi si riprende dallo scontro con i trasporti privati, dalla botta di follia autostradale. 71

Un’analoga preoccupazione per la perdita di suolo agricolo è presente in Tangenziali. Qui, in particolare si riflette sul destino del Parco agricolo sud. L’allarme viene dalla constatazione che la pianura lombarda viene divorata di 100 metri quadrati al minuto. Gli autori, allo stesso modo di Sinclair, diffidano di una campagna praticata nel tempo libero:

occorre cambiare strategia economica, renderci conto che qui non è semplicemente un posto dove fingere di stare in campagna la domenica fra amici, ma è un terreno fertile, produttivo. 72

Sul Parco agricolo Sud riflette anche Brandolini che lo percorre in due tappe, in direzione ovest-est da Abbiategrasso a Binasco e da Melegnano a Lacchiarella. Attraversare il parco significa sapersi muovere nelle grandi distanze che esso presenta, è un’attività che mette in moto pratiche ormai desuete, come l’orienteering. Il paesaggio del Parco presenta un’alternanza di cascine, per lo più abbandonate, tracce di una civiltà agricola che appartiene al passato prossimo, di cui Brandolini coglie i segni, ad esempio soffermandosi davanti alle lapidi di un cimitero in rovina. Altre cascine hanno subito il fascino del tempo libero, sono state trasformate in fattorie didattiche, in ristoranti, altre ancora diverranno residenze. Lo scrittore mette in risalto come qui, a due passi dalla metropoli, l’economia agricola funzioni pienamente, con canali drenanti delimitati da filari di pioppi. Anzi è proprio essa che sostenta la città e offre l’energia elettrica. La natura, d’altro canto, dice Brandolini, è stata prima di tutto nei secoli una necessità produttiva e economica. A volte il percorso si snoda armoniosamente tra vecchi paesi agricoli, le cui strutture sono state

71 Sinclair I., op. cit., p. 378.

riconvertite in funzione urbanistica: strade, piazze, parcheggi. Altre volte invece l’autore si trova davanti a edifici che delimitano il confine con una risaia:

È questa, un’immagine urbana inconsueta e drammatica, abituati come siamo a credere che città e natura possano e debbano formare un tutt’uno, e che alberi e mattoni possano e debbano integrarsi e compenetrare gli uni negli altri, visto che ricerchiamo un ambiente di qualità vivibile, a misura d’uomo (recita così il ritornello degli ultimi decenni). 73

Riflessioni su grandi opere di agro-industria legate alla ricchezza dell’acqua della campagna milanese sono presenti sia in Tangenziali che nel libro di Brandolini. Biondillo richiama il sistema di irrigazione che bagna le marcite, prati verdi per tutto l’anno, sistema messo a punto dagli abati di Viboldone (1300), mentre il secondo autore ci parla del canale Villoresi, straordinaria opera del XIX secolo. Il canale che porta il nome del suo ideatore irriga un bacino di 85.000 ettari ed era stato pensato per irrigare i campi e per distribuire forza motrice alle industrie. Ecco allora che l’ambientazione di Cortesforza,74 un nome inventato dallo scrittore Giorgio Falco per un paese immerso nel verde e nelle rogge, assume confini più chiari. Falco colloca il suo racconto nel Parco Agricolo Sud, immaginandolo ormai conquistato da cantieri edilizi, dove sono in costruzione villette con piccole porzioni di erba artificiale:

l’intonaco rosa salmone, incerto se cadere all’arancio o al corallo; il verde sintetico dei giardinetti privati, macchiato dalle aiuole fiorite di giallo […]75

Uno dei temi più presenti in London Orbital è quello relativo alla fascia verde che circonda Londra. Il termine compare per la prima volta in un documento del 1924, con il significato di zona inviolabile, anche se già nei primi anni del Novecento si parlava dell’esigenza di una ‛fascia di campagna’ (green belt), nella progettazione urbana londinese. Dopo la seconda guerra mondiale ci fu un primo ripensamento del vivere in città e si vide la possibilità di trasferirsi in campagna. Furono gli anni Sessanta a vedere un’espansione della città verso la zona rurale e la proliferazione di aree residenziali. L’ultimo imperativo, a seguito di una ridefinizione della M25, sembra sia quello di cancellare la campagna, chiosa Sinclair.

73 Brandolini S., op. cit., p. 90.

74 Paese dove sono ambientati i racconti di Falco, raccolti ne L’ubicazione del bene, pubblicati da Einaudi, Torino, 2009.