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Confronto aggregato per i diversi scenari

Nel documento Comunità dell Energia Rinnovabile (pagine 108-112)

4. Applicazione della metodologia: Comune di Oulx

4.4. Simulazioni di SSP e confronto con la CER

4.4.1. Confronto aggregato per i diversi scenari

Partendo dalla Tabella 18 è possibile apprezzare i risultati delle configurazioni aggregate per i tre diversi scenari di installazione FV. La prima sostanziale differenza che si può notare è nella quota di

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potenza FV dimensionata e installata. La differenza fra le due sta nel tempo di ritorno dell’investimento: impianti FV dimensionati che presentano un rientro economico maggiore di venticinque anni vengono scartati e, dunque, non installati. A seguito di questa distinzione, possiamo notare che la potenza FV dimensionata e installata è più alta nel caso CER rispetto allo SSP. Nel caso di dimensionamento in SSP – Classico, la perdita fra installata e dimensionata è marginale, mentre è rilevante la quota persa nel caso di dimensionamento SSP – CER. Questo dimostra che il criterio di dimensionamento classico sia effettivamente utile nella progettazione di tali configurazioni. Inoltre, a fronte della differente quota di potenza installata e della differente definizione normativa, si può notare come anche il numero delle utenze coinvolte sia drasticamente diverso nei tre scenari. Grazie alla possibilità di condividere l’energia con utenze non attive, nel caso della CER è possibile includere un maggior numero di utenze a fronte della medesima disponibilità di superficie per il FV. Ciò significa che si ha la possibilità di installare una quota di FV maggiore a parità di disponibilità di superficie per un dato contesto territoriale. Infatti, per tutti gli scenari gli edifici disponibili per l’installazione FV sono i medesimi, dunque anche la disponibilità di superficie sui tetti è la stessa, ma grazie alla condivisione virtuale dell’energia è possibile sfruttarne e ottenere un rientro economico per una quota maggiore. Va anche considerato che in un’ottica comunitaria, in cui si considerano anche i benefici sociali derivanti dalle configurazioni, avere un maggior numero di utenze permette di ottenere maggiori risultati anche in termini di cooperazione territoriale. Ovviamente, variando il numero di utenze e la potenza FV installata si avrà una variazione nei consumi totali della configurazione e nella produzione di energia. Ciò che è interessante notare, invece, è la quota di potenza pro-capite installata a seconda dello scenario selezionato. Nei due casi di SSP tale potenza è nell’intorno del 1.6 kW/utenza, mentre nel caso della CER la potenza installata per utenza è di circa 0.9 kW/utenza. Questo risultato deriva sempre alla possibilità di condividere virtualmente l’energia:

avendo a disposizione utenze limitrofe che possono usufruire dell’eccedenza generata da un impianto FV, si ha conseguentemente la possibilità di installare una quota inferiore di potenza per ottenere un rientro economico, poiché si riesce a valorizzare ad un prezzo maggiore, rispetto allo SSP, l’energia

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non usata direttamente. Tale valorizzazione delle eccedenze non ha solo un riscontro economico, ma anche pratico in termini di minori sbilanciamenti della rete. Si può apprezzare questo ragionamento osservando il valore dell’eccedenza annuale, prodotta per kW installato di FV, nei diversi scenari: la CER presenta un valore dell’eccedenze annuali per kW installato minore rispetto ai casi di SSP, che sono allineati fra di loro secondo tale valore. Tuttavia, a fronte della minore installazione FV pro-capite, si ottiene una riduzione delle emissioni minore nel caso CER rispetto a quelli di SSP. In questo caso, considerando che la riduzione percentuale è relativamente vicina per i tre scenari, andrebbe considerato come favorito lo scenario che produce delle eccedenze relative minori annuali, quindi il caso della CER.

In termini economici, la differenza in potenza installata si ripercuote sul costo iniziale dell’investimento. Come si può notare sempre dalla Tabella 18, il caso CER prevede un costo iniziale che supera il milione di euro, mentre in entrambi i casi di SSP siamo al disotto di meno della metà.

Però, considerando una divisione egualitaria dell’investimento sul numero delle utenze coinvolte, si può notare che il costo pro-capite è molto inferiore nel caso della CER. Anche in questo caso, la possibilità di usufruire di utenze non-attive permette di ottenere un risultato migliore. Infatti, andando ad aggiungere utenze passive, non solo si incrementa la quota di autoconsumo virtuale, ma si divide il rischio e il costo iniziale dell’investimento su un numero maggiore di utenze. Si tiene a precisare che tale ragionamento prevede di considerare in maniera aggregata le configurazioni di SSP, verrà mostrato successivamente come variano tali fattori considerando i casi specifici delle singole utenze.

Avere un maggior numero di utenze, però, non corrisponde sempre ad un vantaggio. Osservando il valore dei ricavi pro-capite annui e il valore del flusso di cassa alla fine della simulazione, possiamo notare come il caso CER sia sfavorito rispetto allo SSP, anche se in termini assoluti produce più ricavi annui degli altri due scenari. Questo poiché tali ricavi vengono redistribuiti su un numero maggiori di utenza, abbassando il rendimento economico finale pro-capite. In termini, invece, di ricavi annui in funzione del kW installato la CER presenta un valore più alto dello SSP. Dunque, a parità di kW

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installati la configurazione CER, che consente di ottenere un utilizzo più razionale della potenza installata, è in grado di ottenere un ricavo annuo maggiore rispetto allo SSP. Tuttavia, a fronte della diversa logica presente nel caso della CER, più prettamente comunitaria, si potrebbe considerare un fattore di riduzione sul prezzo del FV a fronte di grandi installazioni. In pratica, considerando l’installazione contemporanea di un numero elevato di impianti, si potrebbe ottenere un effetto di scala che porterebbe ad una riduzione dei costi di installazione iniziali. Considerando tale criterio è possibile incrementare i ricavi al termine della simulazione per le utenze coinvolte. Affinché si ottenga un valore per la CER pari al maggiore fra i due valori in SSP (i.e., 600 €/utenza) è necessario ottenere una riduzione dei costi inziali di installazione di c.a. il 14%. Tale percentuale non è lontana dagli effettivi fattori di scala che si riescono ad ottenere per installazioni di grosse dimensioni rispetto alle singole residenziali. Inoltre, anche il tempo di ritorno semplice dell’investimento migliora, secondo questo criterio, per il caso CER arrivando a c.a. 12 anni.

Secondo tale confronto aggregato, lo scenario che risulta migliore, fra quelli presentati, risulta quello della CER; tuttavia, bisogna considerare che all’interno dello SSP è presente, in realtà, un insieme di utenze, ognuna con delle peculiari caratteristiche energetiche ed economiche. Per poter comprendere come ognuna di esse si posiziona all’interno dei tre scenari, è necessario effettuare una disaggregazione sul singolo per analizzare i diversi risultati ottenuti. Tale è lo scopo del paragrafo successivo.

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Tabella 18: Risultati dei diversi scenari di simulazione presentati in forma aggregata.

Nel documento Comunità dell Energia Rinnovabile (pagine 108-112)