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Confronto tra le carriere accademiche

III. Le carriere femminili nei Dipartimenti di Medicina dell’Università

2. Confronto tra le carriere accademiche

Grazie alle interviste che sono state effettuate ai professori associati e ai professori ordinari dei Dipartimenti di Medicina dell’Università di Pisa, è stato possibile compiere un’analisi gender sensitive delle carriere accademiche.

Si è evidenziato un forte abbandono della componente femminile, in particolar modo dopo il dottorato di ricerca e le motivazioni che sono emerse dalle interviste, sia dei professori che delle professoresse, associati/e ed ordinari/e, paiono essere frutto di scelte, che sono principalmente legate alla volontà di costituire una famiglia e soprattutto alla messa in relazione tra l’orario di lavoro e il tempo da dedicare alla cura dei figli. Infatti, come è stato ribadito da molti intervistati, la carriera accademica prevede tutta una serie di impegni legati alla didattica, alla clinica e alla ricerca, che comportano un costo

178 in termini di tempo molto elevato; e spesso i professori universitari sono tenuti a partecipare a Convegni, che a volte si svolgono all’estero.

Sempre dalle interviste sono emerse importanti differenze a seconda del settore disciplinare di riferimento: nel settore BIO risulta che la componente femminile sia nettamente in maggioranza, rispetto al settore MED, poiché nel primo caso si dedicano alla didattica e alla ricerca in laboratorio, venendo così meno il lavoro che viene svolto all’interno della clinica, permettendo alle donne del settore BIO di avere maggiore flessibilità nell’orario lavorativo.

Da quanto affermato nei precedenti capitoli emerge che continuano a permanere degli ostacoli alle carriere femminili nel settore medico, in particolar modo per quanto riguarda le carriere accademiche. In questo ambito, in particolare, gli ostacoli che paiono permanere sono relativi alla maternità e soprattutto al tempo che questa sottrarrebbe agli impegni lavorativi. Infatti, dall’analisi dei dati precedentemente presentati, risulta che, dal 2013 al 2017, il numero di laureati e di laureate è rimasto all’incirca lo stesso. Situazione, che mostra una perdita, in termine di numeri, in successive fasi della carriera, soprattutto a partire dai professori associati, come è stato evidenziato anche dalle interviste a cui sono stati sottoposti i professori ordinari e i professori associati di medicina. A questo proposito da una delle interviste ad un professore ordinario è emerso che: l’essere stato collega della moglie durante la specializzazione e durante il periodo in cui sono stati ricercatori, ha contribuito alla fine della loro stessa relazione, poiché i molteplici impegni lavorativi gli hanno impedito di incontrarsi fisicamente.

179 femminili all’interno dei gruppi di ricerca costituisca un elemento tutt’altro che svantaggioso: le donne risulterebbero “più brave” nello studio e più scrupolose e impegnate dei colleghi maschi nel lavoro di ricerca, un elemento critico rimane però ancora quello della continuità di presenza: la maternità comporta per le donne un periodo di assenza di almeno cinque mesi, che solitamente si accompagna ad una sospensione della collaborazione e alla relativa redistribuzione del carico di lavoro fra gli altri membri del gruppo di ricerca. Questo rimane uno degli elementi critici nei meccanismi di differenziazione di genere delle carriere accademiche.

Sono emerse, inoltre, delle incongruenze nelle risposte tra i professori e le professoresse dei Dipartimenti di Medicina, in relazione alla percezione delle varie tematiche analizzate. In particolar modo, risulta che le seconde abbiano una visione differente in relazione alle nuove medicine, ma anche in relazione alle scelte di vita. Infatti, sia i professori che le professoresse riferiscono una situazione per le donne di non facile movimento all’interno di questo tipo di settore disciplinare, dove, il vissuto di queste ultime le ha rese ciò che sono oggi, e nonostante le difficoltà incontrate sono state in grado di arrivare a ricoprire l’attuale posizione.

Infine, si può ragionevolmente supporre che, in futuro, una parte di quel 32% di professoresse associate possano divenire ordinarie, andando ad incrementare l’attuale presenza del 10%, tenendo, però, in considerazione la possibile uscita dal mondo del lavoro sia di alcuni professori ordinari, che di alcune professoresse ordinarie. Stessa cosa vale anche per una parte di quel 55% di ricercatrici, per le quali si auspica possano diventare professoresse associate, andando ad incrementare l’attuale dato.

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TRACCIA INTERVISTA PA E PO

(MEDICINA E INGEGNERIA)

Breve introduzione su progetto TRIGGER (ove necessario)

VITA PRIVATA Famiglia di origine

• Ci racconti della sua famiglia di origine: dove è nata e cresciuta? In che tipo di famiglia (con entrambi i genitori, solo con la madre, con i nonni, ..)? che titolo di studio avevano e che lavoro facevano i suoi genitori?

• Che cosa voleva diventare da piccola? Come si immaginava una volta diventata grande (con una famiglia, con un lavoro: quale?) aveva fratelli/sorelle? Quali erano i vostri giochi preferiti (da fare assieme e non)? Si ricorda loro cosa volevano fare da grandi?

• Quali sono state le figure di riferimento della sua infanzia/giovinezza (parenti, insegnanti, pari …)? Ci racconti di loro e perché sono stati importanti nella sua formazione ..

La formazione (scolastica)

• Quali scuole ha frequentato e come sono state scelte? Chi le ha scelte (lei da sola, all’interno di una rosa selezionata dai genitori, sono stati i genitori ..)? come ha scelto la facoltà? Quali sono state le altre esperienze in ambito educativo (scuola di musica, di danza …)? Ha frequentato corsi di lingua all’estero nel suo percorso di formazione?

• Ha avuto altre esperienze particolarmente formative? Partecipazione ad associazioni di volontariato ecc.?

Scelte di vita (ricordandoci che abbiamo la scheda da noi inviata nella quale ciascuna

dovrà avere indicato la presenza di figli e la loro età si dovrà scegliere quali domande fare)

• Al momento da chi è composta la sua famiglia? È sposata/convive, lo è stata in passato? La sua scelta di convivere/sposarsi (ma anche, eventualmente, la scelta opposta o gli eventuali cambiamenti di rotta es. separazioni, divorzi) ha avuto ripercussioni sulla carriera o ha scelto una strada piuttosto che l’altra anche in ragione di considerazioni legate al suo percorso professionale?

182 • In caso abbia o abbia avuto un marito/compagno stabile: di cosa si occupa(va) il marito e/o compagno? Verificare soprattutto la sua formazione e la collocazione professionale. Quale tipo di atteggiamento ha manifestato nel corso del tempo rispetto all’intensità dell’impegno richiesto dalla carriera accademica? Verificare anche quale tipo di “alleanza” si è sviluppata nella sfera privata, ovvero chi si occupa(va) di che cosa rispetto alle esigenze quotidiane.

In presenza di figli In assenza di figli

• L’impegno in Università ha in qualche modo inciso sulle vostre scelte di maternità? Ad esempio procrastinandola o riducendo il numero di figli?

• Chi si occupava principalmente di loro nell’età prescolare e scolare?

• Chi erano le persone che erano più presenti nella gestione quotidiana della cura? Si trattava di personale retribuito o di famigliari?

• La scelta di non avere figli è stata influenza dal percorso in Accademia? Approfondire le ragioni che hanno portata alla scelta.

• Ha carichi di cura diversi dai figli? Ovvero ha anziani, persone non autosufficienti (in tutto o in parte) di cui si prende cura? Se sì farsi spiegare chi sono, quale tipo di impegno richiedono in termini quantitativi e qualitativi e verificare se ci sono altri soggetti (istituzionali o meno, professionali o meno) che intervengono a sostegno di queste persone. Concludere chiedendo una valutazione sull’impatto dell’adempimento di queste responsabilità sulla sfera lavorativa.

PERCORSO PROFESSIONALE

• In quale università ha studiato e si è laureata? La specializzazione? Il dottorato di ricerca ..? Come è stata maturata la scelta di percorrere la carriera universitaria?

• Alla luce delle informazioni raccolte in riferimento all’età di ingresso in ruolo (come ricercatrice, associate e, poi, ove il caso, come ordinaria) approfondire verificando se è entrata e quali passaggi di ruolo ha compiuto con concorsi locali piuttosto che con il sistema dell’abilitazione nazionale. Chiedere come è maturata la scelta di concorrere la prima volta per entrare come ricercatrice e se è entrata al primo tentativo. Chiedere, infine, una valutazione sulla diversa procedura di reclutamento introdotta dalla riforma Gelmini (comparandola con la precedente)

• Ha svolto la sua carriera accademica interamente nell’Università di Pisa? Indipendentemente dalla risposta chiedere pro e contro … verificare se ha avuto esperienze di lavoro o di insegnamento all’estero e per quali vie ci è arrivata.

183 • Quale voto darebbe alla sua integrazione all’interno del suo Dipartimento da 1 a 10? E all’interno della sua disciplina a livello nazionale e internazionale? Perché? In caso di voti bassi chiedere cosa si potrebbe/dovrebbe fare a livello istituzionale/organizzativo per migliorare la situazione

• Ci sono stati degli eventi determinanti nella sfera lavorativa (sia in senso positivo che negativo, ostacoli/sostegni) che hanno inciso sulle sue prospettive, sulla sua ricerca, sul suo percorso accademico? Se sì quali e in che senso hanno agito…

• Quali consigli darebbe a un giovane collega che volesse provare a seguire le sue tracce? Sarebbero diversi se si trattasse di un collega uomo o donna?

ANALISI DEL GRAFICO

Somministrare l’immagine riepilogativa delle carriere delle donne in accademia in unipi e nelle due aree disciplinari di riferimento (che sarà stampato a colori) e chiedere un commento, facendosi dire soprattutto quali sono gli ostacoli che favoriscono queste dinamiche (a livello culturale, organizzativo, istituzionale, ec..)

Solo per le donne medico: Domande di approfondimento al momento della

somministrazione della “foto stimolo” (o forse sarebbe più corretto dire del “grafico stimolo”) che

• segregazione occupazionale:

o orizzontale, come mai ci sono tassi così elevate di donne biologhe tra gli ordinari e gli associati di medicina? L’area della biologia è più aperta? Meno selettiva? Sono le donne che si candidano di meno nei settori scientifico-disciplinari della biologia? Le donne biologhe sono obbligate a lavorare anche in ospedale? Ci racconta una sua giornata/settimana lavorativa tipo?

Area disciplinare di afferenza M F

BIO MED BIO MED

Prof. Ordinari/ie 3 34 4 2

Prof.Associati/e 9 37 7 13

o verticale: in che modo, secondo lei, questo aspetto si lega con la segregazione verticale (a noi risulta che le uniche donne con incarichi istituzionali sono le proff.sse ordinarie in area disciplinare MED)

M F M F

ATENEO v.a. v.a. % %

Direttori/trici di Dipartimento 18 2 90% 10%

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MEDICINA: FORMAZIONE E PRATICA, INNOVAZIONE, NUOVE SFIDE

• Lei che definizione darebbe di salute?

o Questa “idea di salute” come si può definire in termini di procedure

mediche? E, invece, in termini di formazione? Quello che ad oggi si sta

facendo – a suo parere e/o per sua esperienza – è sufficiente?

• Pensando all’attuale offerta didattica dei corsi di laurea in medicina – in particolare a quelle offerti dall’ateneo pisano – ritiene che le attività di formazione rispondano alla visione e/o alle necessità di salute più attuali? Quali discipline potrebbero essere maggiormente valorizzate o inserite nei curricula? •

• In base alla sua esperienza, tra studenti e studentesse ha rilevato:

o differenze in merito a sensibilità, attitudini empatiche, aspettative? o attenzioni al profitto e/o rendimenti diversi?

o è cambiata qualche cosa nell’arco degli anni?

[eventualmente suggerire il confronto tra gli anni in cui l’intervista stessa era studentessa e studentesse/i di oggi]

• Tra le più innovative branche della ricerca biomedica – ma ancora relativamente inedite per l’Italia – quali sono le sue esperienze in merito alla medicina di

genere? Quanto crede sia strategico valorizzare questa prospettiva? Qual è

attualmente, a suo parere, tra i colleghi/e e tra gli studenti/esse la consapevolezza in merito al tema dell’appropriatezza terapeutica? Quali i principali motivi di entusiasmo e dinamiche di diffusione, e quali invece i principali motivi di perplessità/rifiuto e dinamiche di freno/resistenza?

• Cosa mi può dire, invece, dalla diffusione, del successo e delle prospettive riguardanti le così dette medicine alternative o naturopatiche (medicina tradizionale cinese e ayurveda, agopuntura, omeopatia, chiropratica, …)? [eventualmente fare riferimento all’esperienza toscana: rif. Centro di Medicina Integrata dell’ospedale Petruccoli di Pitigliano - GR]

Presidenti Corsi di Laurea 69 32 68% 32%

Coordinatori/trici delle scuole di specializzazione

27 7

79% 21%

Presidenti corsi di dottorato 18 3 86% 14%

AREA MEDICA

Direttori/trici di Dipartimento 3 0 100% 0%

Vice-direttori/trici di Dipartimento 3 0 100% 0%

Presidenti Corsi di Laurea 11 1 92% 8%

Coordinatori/trici delle scuole di specializzazione

26 3

90% 10%

185 • Per concludere, pensando al rapporto tra medici e pazienti:

o Oggi c’è un’attenzione specifica su questo tema?

o Quali sono – se nella sua esperienza ne ha riscontrate – le principali trasformazioni in corso? A quali elementi/fattori possono essere ricondotte? Vi includerebbe anche il processo di crescente femminilizzazione della professione? Se sì in che termini e con quali risvolti?

o Come incidono i modelli organizzativi degli attuali sistemi sanitari [rif. a economicismo]? Quali limiti principali segnalerebbe?

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SCHEDA Dl RILEVAZIONE INVIATA VIA E-MAIL ALLE

INTERVISTATE

NOME: COGNOME:

ANNO Dl NASCITA: RUOLO ATTUALE:

Professoressa ordinaria (anno di entrata in ruolo_______)

Professoressa associata (anno di entrata in ruolo_______)

SETTORE DISCIPLINARE ATTUALE:

EVENTUALI SEITORI DISCIPLINARI PRECEDENTI: DIPARTIMENTO Dl AFFERENZA:

CARRIERA PREGRESSA:

anno di entrata di ruolo come Professoressa associata_________ anno di entrata in ruolo come Ricercatrice ________

COMPOSIZIONE DEI. NUCLEO FAMIGLIARE: in coppia senza figli a in coppia con

figli da sola o con altri

ANNO Dl NASCITA DEI FIGLI: _______________ _______________ _______________

SVOLGE ATTIVITA' Dl CURA PER PARENTI ANZIANI E/O NON AUTOSUFFICIENTI?:

SI NO

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RINGRAZIAMENTI

Desidero qui tutti coloro che mi hanno aiutata e sostenuta durante tutto il mio percorso di studi.

Un rinnovato ringraziamento va alla Prof.ssa Rita Biancheri, che mi ha seguita con costanza e tanta pazienza durante tutto il percorso di stesura della tesi e soprattutto per avermi trasmesso la passione per l’argomento trattato nel seguente elaborato. Grazie anche a tutto il corpo docente e in particolar modo alla Prof.ssa Grazia Ricci, che mi ha lasciato importanti consigli.

Un “Grazie” pieno d’amore va ai miei genitori: Papà Gian Luca e Mamma Rita, che mi hanno sempre supportata in ogni mia scelta e spronata nei momenti più difficili.

Un Grazie speciale va anche ai miei nonni Bruno, Edda e Anna Maria che mi hanno sempre incoraggiata a dare il meglio di me in tutto il mio percorso di studi, dandomi consigli preziosissimi che non dimenticherò mai.

Un grazie infinito alle mie amiche e colleghe universitarie Federica, Giulia, Lenica, Michela M. e Michela S., che mi hanno sempre sopportata durate tutti gli esami che hanno preparato assieme a me. Non mi hanno mai abbandonata nello sconforto, risollevando il mio umore nei momenti di maggiore sconforto e che oggi condividono con me questo momento di gioia.

Grazie a tutti per avermi aiutata ad arrivare fin qui!

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