4.2 Sperimentazione presso cantiere ESEM. Prove pull-o
4.2.2 Confronto tra supporti
La prima analisi vuole indagare il comportamento dei diversi compositi in funzio-ne del supporto sui quali sono stati applicati. Le prime due gure mostrano le modalità di rottura, senza distinzione tra composito o altezza di applicazione.
Figura 4.7: Percentuali per tipologia di rottura sul supporto in pietra
Figura 4.8: Percentuali per tipologia di rottura sul supporto in mattoni
Come si evince dalle Figure 4.7 e 4.8, la modalità di rottura più numerosa è quella di tipo A, rottura coesiva del supporto. Il supporto in mattone risulta più debole rispetto a quello in pietra, per il quale si ha una percentuale del 37% di rotture coesive, a fronte del 49% riscontrato sul mattone. Per quanto riguarda la pietra le percentuali sono tra loro confrontabili: il 33% di rotture tipo B e il 30% tipo C, indicano che la rottura avviene in modo distribuito tra supporto, supercie di contatto e composito. Anche sul mattone le rotture tipo B (28%) e tipo C (23%) sono confrontabili, ma risultano inferiori rispetto a quelle su supporto. Un nuovo confronto può essere eettuato distinguendo le rotture per tipologia di matrice: organiche e inorganiche. Dalla Figura 4.9 si nota che per matrici inorganiche si hanno rotture miste, con una piccola prevalenza di rottura B, confermato anche dal supporto in mattoni (Figura 4.10), dove però le rotture
si mostrano più equilibrate. Le matrici organiche si sono comportate allo stesso modo indipendentemente dal supporto, evidenziando nella totalità dei casi rotture tipo A.
Figura 4.9: Percentuali per tipologia di rottura sul supporto in pietra, dierenziato per matrici organiche e inorganiche
Figura 4.10: Percentuali per tipologia di rottura sul supporto in mattoni, dierenziato per matrici organiche e inorganiche
Le modalità di rottura generali possono essere suddivise nuovamente in base alla zona di esecuzione della prova. La Figura 4.11 si riferisce alla fascia non interessata dalla cristallizzazione: le rotture sono miste e distribuite, con una lieve prevalenza per i tipi A e B (rispettivamente 42% e 35%). In Figura 4.12 e 4.13 si riportano le percentuali per le altre due zone. La tendenza che vede prevalere in ordine le rotture di supporto, interfaccia supporto/composito e rinforzo, viene sempre confermata; l'unica dierenza si nota per la zona di transizione, con il 27% di rotture C e il 23% di tipo B, che diminuiscono a favore di rotture del substrato (50%). La percentuale di guasto nel composito rimane pressoché costante per le tre diverse fasce. I risultati riettono i valori ottenuti distinguendo i due diversi supporti in pietra e mattoni.
Figura 4.11: Modalità di rottura per altezza di prova, zona A
Figura 4.12: Modalità di rottura per altezza di prova, zona B
Lo studio della resistenza nominale per ogni tassello, ricavata secondo le indica-zioni di inizio capitolo, mostra un diverso comportamento dei due supporti, in base alla zona di applicazione e in funzione del composito con il quale sono sono stati trattati. Le gure seguenti mettono in evidenza questo comportamento, analizzan-do in moanalizzan-do separato le tre fasce di altezza per facilitare i confronti. Le Figure 4.14 e 4.15 riguardano la zona A, indisturbata dall'eetto di cristallizzazione salina: la resistenza dei campioni su supporto in mattoni è di poco inferiore per le matrici organiche, rispetto alla pietra (il primo campione SM_KGG restituisce un dato decisamente elevato, in contrasto con i valori ottenuti in seguito). La tendenza cambia nel caso di matrici inorganiche, dove prevalgono le resistenze sul mattone, indipendente dal fatto che la prova sia eseguita su unità o sul giunto. Le resistenze ottenute su supporto in mattoni danno valori vicini alle medie di riferimento, otte-nute direttamente su supporto; lo stesso non si può dire per la pietra, che presenta in media valori molto più bassi. La zona B di transizione (Figure 4.16 e 4.17) ore dei risultati molto simili al caso precedente. L'unica eccezione è fornita dal comportamento su giunto per matrici organiche: la resistenza ottenuta su pietra è in questo caso inferiore rispetto a quella ottenuta su mattone. Le resistenze se-guono in media i valori di riferimento; solo l'unità per il mattone fornisce risultati sempre inferiori.
Figura 4.14: Resistenza nominale: confronto tra diversi supporti, zona indisturbata, unità
In Figura 4.18 e 4.19 si riportano i risultati riguardo la zona di cristallizzazione (zona C), più vicino al suolo. Anche in questo caso le resistenze nominali oerte dal mattone risultano in genere maggiori rispetto a quelle oerte dalla pietra, sia per le prove sull'unità che per quelle eseguite su giunto. I valori ottenuti con le matrici organiche sono invece confrontabili, con una sola dierenza evidente nel caso di applicazione su unità. Le resistenze ottenute sono paragonabili, o superio-ri, ai valori medi di riferimento ottenuti su pietra. Nel caso del mattone invece le medie di riferimento sono elevate, soprattutto per le unità. Dall'analisi di tutte e tre le gure non risulta evidente una chiara correlazione tra le resistenze oerte su giunto e quelle ottenute in corrispondenza dell'unità. La tendenza mostra un
com-Figura 4.15: Resistenza nominale: confronto tra diversi supporti, zona indisturbata, giunto
Figura 4.16: Resistenza nominale: confronto tra diversi supporti, zona di transizione, unità
Figura 4.17: Resistenza nominale: confronto tra diversi supporti, zona di transizione, giunto
portamento migliore dei provini sull'unità, anche se i valori tendono ad avvicinarsi (escluso il comportamento su giunto pietra) nella zona di cristallizzazione, dove il comportamento del giunto mattone è di poco maggiore rispetto alla media su unità di pietra. Non sono evidenti poi delle prestazioni elevate di alcuni compositi rispetto ad altri, dato che in base alla posizione i valori delle resistenze possono variare notevolmente.
Figura 4.18: Resistenza nominale: confronto tra diversi supporti, zona di cristallizza-zione salina, unità
Riassumendo, come si può notare dalla Figura 4.20, sembra che il comporta-mento sul supporto in pietra non venga inuenzato né dalla posizione del campione (unità o giunto), né dalla fascia di altezza sul quale è applicato. Le prove su mat-tone denotano invece un comportamento dierente per le resistenze ottenute su unità, con valori minori in corrispondenza della fascia di transizione e maggiori
Figura 4.19: Resistenza nominale: confronto tra diversi supporti, zona di cristallizza-zione salina, giunto
per la zona indisturbata. Tale andamento risulta tuttavia molto dicile da notare nel corso delle analisi successive, pertanto il graco non identica rispecchia le ca-ratteristiche dei singoli compositi. Si nota inne una tendenza, crescente verso il basso, nel caso di prove eseguite sul giunto. Per la zona indisturbata, l'unità pietra presenta resistenza nominale inferiore del 23.4% rispetto all'unità mattone, per-centuale che diventa del 31.11% nel confronto tra giunto pietra e giunto mattone. Scendendo nella zona di transizione, la resistenze per le unità diventano pressoché identiche, mentre il range aumenta leggermente per le prove eseguite su giunto. Per la zona di cristallizzazione salina, la tendenza torna ad aumentare per le prove su unità, con una prevalenza delle resistenze su mattone (14.96%); anche nel caso di giunto, il divario aumenta, con resistenze medie inferiori del 47.37% per la pietra rispetto al mattone.