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Confronto tra Testo Target 2 Spagnolo e Testo Origine 1

CAPITOLO III: ANALISI DEL SIGNIFICATO

3.4 Il significato dalla prospettiva del testo

3.4.3 Confronto tra Testo Target 2 Spagnolo e Testo Origine 1

In questo paragrafo ci si occupa dell’analisi del Testo Target 2 Spagnolo, dalla medesima prospettiva adottata per il paragrafo precedente, osservando innanzitutto quei segmenti che in almeno un TT2 Es permettono di risalire al Testo Origine 1 e, successivamente, quelli che non lo permettono in nessuno dei sei TT2 Es. Per quanto riguarda i primi, è possibile osservare come il numero di segmenti contenenti localismi che permettono di recuperare il corrispondente del TO1 siano in numero molto inferiore rispetto ai TT2 En. Ciò è dovuto principalmente alla scelta di non conservare questi elementi nel TO2, se non in sporadici casi:

- 5 :23: Fiuri de tapo/Flores de marjal [Fiuri de tapo]

- 12:29: insieme al granzo poro/junto al legítimo granzo poro - 13:33: dell’«aqua granda»/del «aqua granda»

- 17:29-30: «el xe Atila flagelum Dei | / e i inglesi so’ fradei»/«el xe Atila flagelum Dei/e i inglesi so’ fradei»

- 17:40: da ogni aqua granda/frente a toda «aqua granda»

Vi sono anche alcuni segmenti nei quali i localismi vengono recuperati nel TT2 Es, ma non sono presenti nel TO2:

- 5 :3: costeggia un tapo/bordea un marjal: come già osservato nel paragrafo 3.4.1, la possibilità di ricostruire il segmento originale del TO1 è dovuta

97 al contesto. In particolare, è il segmento 5:23 “Fiuri de tapo”/Flores de marjal [Fiuri de tapo] a suggerire il collegamento tra tapo e marjal. Oltre a questo, l’opzione ‘tapo’ è supportata anche dalla presenza del verbo bordear che necessita di un complemento oggetto solido, un terreno, piuttosto che di un’area paludosa, un marjal. Lo stesso vale naturalmente anche per i successivi 5:16: di tapo/de marjal e 6:1: Il tapo affiora sempre/El marjal aflora siempre;

- 7 :26: chiavi di San Pietro/llaves de San Pedro: in questo caso, a favorire il recupero del TO1 è la scelta di tradurre letteralmente la denominazione locale del mollusco gasteropode Pie’ di pellicano (Aporrais pespelecani), e di non adottare il corrispondente nome spagnolo, o quello di un’altra specie, come in TT2 En 7:22, forse con lo scopo di mantenere l’evocatività del nome, all’interno di un testo in cui sono presenti continui richiami alla sfera religiosa;

- 8 :18: i casoni/las barracas: come già osservato in 3.4.1, il recupero del TO1 è qui dovuto alle precise indicazioni sul contesto geoculturale della narrazione presenti nel testo. Lo stesso vale per 9 I casoneri/Los barraqueros.

Un’analisi simile a quest’ultima può essere fatta anche per altri due segmenti, per quanto non si tratti di localismi, bensì di lessico specifico;

- 8 :22: fatta di legno e giunco/hecha de madera y de mimbres: in questo caso il contesto lagunare/palustre aiuta a recuperare in TT2 Es il termine ‘giunco’, che mimbre rischiava di compromettere riferendosi piuttosto ai rami dei salici.

- 8 :41: un gerarca/un jerifalte: in questo caso è il riferimento storico alla guerra d’Abissinia nel segmento precedente a suggerire che non si tratti di un jerifalte qualunque ma di un personaggio influente nel ventennio fascista, quindi probabilmente ‘gerarca’.

Per quanto riguarda i segmenti che non rendono possibile recuperare i corrispondenti del TO1, si può anzitutto osservare come, rispetto al TT2 En, siano quasi

98 del tutto assenti sequenze di più di due segmenti divergenti dal TO1, con la conseguente tendenza di questi a trovarsi più isolati. Unica eccezione è:

- 1:30-33: sul suo capo | è posato un gabbiano, | fermo contro |la grande e vuota chiarità estiva.

o sobre su cabeza | se ha posado una gaviota, | quieta contra | la inmensa y vacía claridad estival.

Nell’osservare nello specifico i singoli segmenti, le tendenze principali più evidenti tra le cause che hanno portato a produrre TT2 Es non coincidenti con il TO1, sono tre: cambiamenti sintattici e omissioni nel TO2, localismi e registro e precisione lessicale. A eccezione del primo gruppo, trattato nel paragrafo 3.1.3, queste tendenze sono mostrate nei segmenti di seguito presentati; a essi, come per il TT2 En, si va ad aggiungere un terzo raggruppamento non omogeneo, che raccoglie fenomeni isolati.

La non coincidenza dei segmenti contenenti localismi o forme dialettali è dovuta principalmente all’omissione degli stessi nel TO2. Alla luce di quanto analizzato nella prima parte di questo paragrafo riguardo alle coincidenze, è interessante osservare, che se è vero che la conservazione del localismo implica la coincidenza con il TO1, l’omissione, di per sé, non comporta una divergenza. Il recupero di un localismo, più raramente il termine stesso, può per esempio essere suggerito dal contesto o da elementi di segmenti adiacenti, come nel caso del segmento TT2 Es 8:19: la secular construcción lagunar che lascia pensare alla presenza di un localismo nel segmento 8:18 las barracas. Nel caso dei segmenti seguenti, ciò non avviene, e la non conservazione comporta una non coincidenza. Poiché questa tendenza all’omissione dei localismi si ripete in tutto il testo più volte per ogni singolo termine, se ne riporta solo la prima occorrenza:

- 1:4: alcuni burchi sono arenati/algunas gabarras están varadas - 1:9: una batela piatta/un bote plano

- 1:26: Su una briccola/En un palo

- 7 :1: Attraverso le fose/A través de zanjas

- 12:25: sono chiamati «magnamerda»/es llamado «comemierda»

- 17:34: la pescadora/la pescadora: questo segmento rappresenta un caso particolare, in cui la forma dialettale coincide perfettamente con il sostantivo (o aggettivo) femminile spagnolo, generando ambiguità su

99 quale delle due opzioni si sia adottata nel TO2. I TT2 Es sembrano preferire la seconda interpretazione e producono univocamente il segmento la pescatrice.

Il secondo e altrettanto importante gruppo è quello costituito dai segmenti in cui è presente un registro letterario o un senso figurato del lessico, oppure un lessico specifico:

- 2 :9: ma le gomene/pero no así los cables: in questo caso la divergenza dei TT2 Es è dovuta alla non corrispondenza in TO1 e TO2 dei termini ‘gomene’ e cables. Il primo infatti fa riferimento a cordame di canapa, mentre il secondo rimanda appunto a cavi, soluzione adottata dai TT2 En, piuttosto di metallo. A supporto di quest’interpretazione, cables viene introdotto da pero no así, che segue están oxidados (2:8), a indicare un oggetto potenzialmente ossidabile, ma eccezionalmente integro.

- 4 :30: lo sciroccale rompe/El siroco rompe: come nel caso dell’inglese, anche qui al più raro aggettivo si contrappone univocamente il nome da cui esso deriva, ‘scirocco’.

- 5 :43: fra le canne e lo sciacquio del dosso/entre las cañas y el chapoteo de los islotes: in questo segmento, gli ostacoli alla produzione di segmenti che recuperino il TO1 sono due: uno a livello di registro linguistico, ‘sciacquio’, e l’altro di precisione lessicale, ‘dosso’, specifica formazione geologica. Mentre ‘sciacquio’ ricorre in un TT2 Es, ‘dosso’ viene univocamente sostituito da ‘isolotti’;

- 6 :2: ma la velma/pero el cieno: localismo passato a essere termine scientifico, ‘velma’ è termine specifico dell’ambito palustre/lagunare, di difficile recupero in seguito al più comune cieno;

- 6 :20: la malia delle città sommerse/el embrujo de las ciudades sumergidas: rispetto al medesimo caso in TT2 En, TT2 Es riesce a recuperare il valore semantico di ‘malia’, seppur non la forma, proponendo attraverso l’efficace embrujo soluzioni come ‘magia’, ‘fascino’ e ‘incantesimo’;

- 8 :46: e tollerare tucul/y tolerar chozas abisinias: diversamente dai TT2 En, in questo caso si conserva il riferimento culturale e storico all’Etiopia,

100 ma analogamente si omette il termine ‘tucul’, da cui consegue la non coincidenza con il TO1.

Infine, troviamo un buon numero di segmenti dalle caratteristiche disomogenee, legate a fenomeni isolati:

- 4 :28: gli estrosi architetti/los caprichosos arquitectos: la mancata coincidenza con il TO1 sembra essere dovuta, in questo caso, al significato di ‘estrosi’ che caprichosos seleziona, o meglio, a quello che non include, la creativa bizzarria. A questo si aggiunge la propensione dei TT2 Es a selezionare l’opzione più affine al TO2, la prima e meno dispendiosa da produrre, ‘capricciosi’;

- 5:46: nell’ombra di Sant’Eufemia/a la sombra de Santa Eufemia: la particolarità verificatasi in TT2 En riguardo alla preposizione che precede ‘ombra’, si ripete anche in questo segmento. Il significato di ‘nell’ombra’ differisce da quello delle soluzioni adottate dai TT2 Es a causa dell’intermedio a la sombra: in tutti e sei i testi viene proposto il segmento ‘all’ombra’, che colloca l’azione non più all’interno della chiesa, ma al suo esterno.

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CONCLUSIONI

Prima di esporre le conclusioni riguardo alle potenzialità dimostrate dallo strumento della retrotraduzione, è necessario riaffermare ulteriormente la natura sperimentale di questo elaborato, legata in particolare al suo carattere di novità e alla conseguente mancanza di studi da prendere a modello e supporto. Inoltre, è da notare che minime sbavature nel controllo delle variabili o nella produzione dei materiali possono aver influenzato il risultato, la cui portata è da considerarsi nel suo valore parziale, non generalizzabile e illustrativo e lascia senz’altro spazio ad aggiustamenti e modifiche in alcuni passaggi.

Tra i fattori che possono essere indicati come perfezionabili nell’ottica di futuri studi omologhi, troviamo senza dubbio il numero di partecipanti nel ruolo di retrotraduttori e valutatori; in entrambi i casi, in particolare nella fase di valutazione, per ragioni di tempo e reperibilità ci si è potuti avvalere solo di un numero piuttosto ridotto di soggetti volontari, e quindi di una bassa quantità di materiale elaborato e analizzato. Proprio in fase di elaborazione si aggiunge un ulteriore fattore, ovvero l’alto grado di manualità di importanti passaggi come la lemmatizzazione o il calcolo della complessità dei testi: se da un lato un approccio manuale coi testi talvolta ha permesso di individuare interessanti spunti di analisi in corso d’opera, dall’altro l’assenza di strumenti e risorse applicabili all’analisi automatica di testi in lingua italiana, può potenzialmente provocare difetti o imprecisioni. Resta poi da tenere in considerazione il fatto che le spiegazioni avanzate riguardo alle scelte traduttive e alle loro motivazioni (in particolare per quanto riguarda l’applicazione della choice network analysis), così come alle valutazioni, sono tutte formulate a posteriori, a processo già avvenuto. La mancanza di un supporto empirico le confina, quindi, al grado di mere ipotesi, senza però che ciò ne sminuisca l’interesse. In definitiva, al di là della possibile presenza di problematiche ed errori provocati dal fattore umano, un elaborato fortemente sperimentale come questo dà senz’altro adito a correzioni e perfezionamenti di tipo metodologico.

Fatta questa premessa, di seguito si espongono alcune conclusioni riguardo alle quattro prospettive del significato osservate durante il processo di studio.

102 L’analisi dalla prospettiva dell’autore, effettuata avvalendosi delle indicazioni dello stesso ai traduttori, è in grado di mostrarne le aspettative e intenzioni rispetto alla trasmissione del significato, senza limitarsi alla mera osservazione del testo origine. Una semplice analisi del testo costituirebbe, infatti, un’interpretazione dalla prospettiva di un lettore che, per quanto critica e ben ragionata, può solo speculare sulle intenzioni autoriali. Pur tenendo in considerazione questioni editoriali, di fronte a una non imposta, ma chiaramente espressa volontà da parte dell’autore, le divergenze possono essere lette come necessità di tipo linguistico o culturale della lingua d’arrivo che influenzano la concettualizzazione e quindi la trasmissione del significato da lui auspicata.

Le differenze che si possono delineare tra le due retrotraduzioni sono dovute all’approccio complessivo al testo, più “straniante” per l’inglese e “addomesticante” per lo spagnolo, in contrasto con la minor distanza linguistica e i minori vincoli dello spagnolo, maggiori per l’inglese. Da ciò derivano una retrotraduzione spagnola che diverge dalle intenzioni dell’autore per scelta (per esempio nei casi di addomesticazione delle forme dialettali e ricorso alla prima persona plurale) e una retrotraduzione inglese che lo fa per costrizioni linguistico-culturali (come nel caso di esplicitazioni o traduzioni di latino e dialetto).

Per quanto riguarda i cambiamenti sintattici nel passaggio ai Testi Target 1, l’analisi ha evidenziato, al di là di una quantità inferiore per lo spagnolo, un comportamento in parte opposto al precedente: per lo spagnolo essi avvengono esclusivamente per ragioni legate al sistema linguistico spagnolo, o in risposta a scelte traduttive situate in segmenti adiacenti, mentre per l’inglese, anche considerata la richiesta di conservazione della complessità espressa dall’autore, tali cambiamenti risultano lievemente più arbitrari. Rispetto ai Testi Target 2, troviamo tendenzialmente una conservazione dei cambiamenti presenti nelle traduzioni inglese e spagnola, ma non mancano casi di ritorno alla forma dell’originale, o di attenuazione della divergenza, che potrebbero suggerire una preferenza del sistema linguistico italiano il cui recupero non è ostacolato dalle traduzioni.

In assenza di strumenti per l’osservazione in tempo reale del processo traduttivo, la prospettiva dei traduttori è stata ottenuta a partire dall’osservazione delle valutazioni di equivalenza e divergenza delle retrotraduzioni. Grazie a esse si sono potuti evidenziare

103 da una parte i casi in cui si trovano segmenti equivalenti in maggioranza, dall’altra quelli in cui si verificano divergenze.

Il quadro che risulta dal confronto con un testo tipo che raccoglie i segmenti equivalenti di maggioranza, mostra una maggior uniformità nelle scelte traduttive dei retrotraduttori dallo spagnolo, persino a livello di corrispondenza perfetta. A far da contraltare a questo dato, i valutatori hanno invece percepito le retrotraduzioni dall’inglese, non perfettamente corrispondenti, equivalenti tra loro con maggior frequenza. Infine, l’analisi ha evidenziato come nella valutazione della retrotraduzione inglese sia stata data maggiore importanza al vocabolario: quanto minore è la quantità di vocabolario unico di una retrotraduzione, tanto più questa si avvicina alla tipo. Fenomeno che risulta attenuato nella valutazione delle retrotraduzioni dallo spagnolo, dove assumono maggior rilievo fattori sintattici e morfologici.

Per quanto riguarda l’analisi dei casi con un alto numero di segmenti divergenti, raccolti in un secondo testo tipo, ci si è serviti del metodo della choice network analysis. Grazie a esso si sono evidenziati tre fenomeni diversi: la scomposizione del significato in diverse gradazioni a causa di lessico inglese o spagnolo ambivalente o ambiguo, la tendenza – maggiore nella retrotraduzione dall’inglese – ad aumentare la figuratività e il ricorso a linguaggio metaforico, e l’aumento della divergenza nella resa di segmenti caratterizzati da un’originale complessità e ricercatezza lessicale.

L’analisi dalla prospettiva del destinatario si basa sulle valutazioni delle retrotraduzioni, e quindi alla differente percezione del significato da parte di ciascuno dei valutatori e alle ipotizzate divergenze tra ciò che ciascuno di essi considera discriminante di variazione.

Un primo risultato di quest’analisi è di carattere metodologico, a conferma di un fattore considerato essenziale già in fase di progettazione della valutazione, l’importanza per i valutatori di attenersi a un metro di valutazione omogeneo. Una singola valutazione effettuata in modo anomalo rispetto alle altre, che in particolare non considerava le coincidenze o divergenze segmento per segmento, e prendeva quindi in considerazione la totalità del periodo o del contesto, l’ha resa di fatto inutilizzabile per lo scopo prefissato. Si possono poi ipotizzare tendenze rispetto ai singoli valutatori, per cui nei due docenti troviamo a far da discriminanti della coincidenza di significato principalmente sostantivi

104 e aggettivi. Le restanti valutatrici, studentesse, sembrano invece concentrarsi maggiormente sui verbi e, in forte contrasto coi docenti, sulle parole vuote e su elementi morfologici e sintattici.

Le differenze che si delineano in questa analisi, corrispondenti a un diverso approccio alla valutazione di equivalenza dei segmenti a seconda del profilo del valutatore, sono due e riguardano in primo luogo la categoria degli elementi che determinano diversità o equivalenza, con sostantivi e aggettivi da un lato e verbi e parole vuote dall’altro; in secondo luogo, invece, vi è una chiara differenza nel numero di combinazioni di equivalenza possibili, che si limita tendenzialmente a due nel caso dei docenti, e raggiunge spesso i tre con le studentesse.

L’analisi del significato dalla prospettiva del testo si concentra sul materiale testuale in sé, e quindi sulla capacità dello stesso di superare invariato il processo retrotraduttivo. Si può notare, innanzitutto, come il numero di segmenti identici tra originale e retrotraduzione sia maggiore nei segmenti retrotradotti dallo spagnolo, con un valore di cui i corrispondenti dall’inglese non raggiungono nemmeno la metà.

Un dato interessante riguarda le retrotraduzioni dall’inglese in cui si registra una corrispondenza perfetta tra il grado di coincidenza di ciascuno di questi testi con la traduzione tipo che raccoglie i segmenti coincidenti di maggioranza, e il grado di identità con il testo origine. Ciò non avviene, invece, per le retrotraduzioni dallo spagnolo.

Un altro punto su cui i due gruppi linguistici si comportano diversamente riguarda la tendenza dello spagnolo a creare maggiore uniformità di scelta, vincolando la maggioranza dei retrotraduttori o verso una direzione o verso l’altra, recupero o non recupero dell’originale, concentrando in meno segmenti la coincidenza univoca delle sei retrotraduzioni con l’originale. L’inglese lascia invece più “libera” questa possibilità, ripartendola su più segmenti.

Tenendo in considerazione che la capacità delle retrotraduzioni di recuperare il testo originale si valuta sulla possibilità che a riuscirci sia almeno uno e un solo testo, dai dati qui presentati si può dedurre che tale capacità sia maggiore nelle retrotraduzioni dall’inglese.

105 Dall’osservazione di specifici casi in cui è stato possibile recuperare i segmenti originali, si rende evidente la presenza di interi passaggi di cui le traduzioni inglese e spagnola hanno saputo, e soprattutto potuto, rispettare la complessa struttura, secondo quanto espresso dall’autore.

Analizzando i due gruppi linguistici separatamente, si può notare come la possibilità di tornare all’originale sia spesso dovuta alla conservazione nelle traduzioni inglese e spagnola di termini culturospecifici o dialettali, che filtrano fino alle retrotraduzioni. Tuttavia, non mancano casi in cui, nonostante l’assenza di un elemento regionale o di lessico specifico nella traduzione, i retrotraduttori effettuano il recupero attraverso un’efficace documentazione e approfondimento del contesto della narrazione. In questi casi, il testo sembra suggerire che nelle traduzioni indicazioni di specificità culturale persistano al di là della perdita del termine, e che i retrotraduttori siano in grado di cogliere tale indicazione e dedurne il termine.

Vi sono poi casi in cui una traduzione che si allontana dall’originale, aprendo un ampio ventaglio di possibilità retrotraduttive, conserva tra di esse anche il segmento originale, la cui esatta forma torna in almeno una delle retrotraduzioni. L’impossibilità di tornare all’originale è provocata invece dai fenomeni opposti, passaggi in cui l’asperità del testo viene ridotta o aumentata, in cui si omettono localismi senza che restino tracce di specificità culturale. Numerosi sono infine i casi in cui l’impossibilità di recupero è dovuta al registro letterario o a scelte di stile marcate nell’originale.

L’elaborato, vista la natura sperimentale, rappresenta già in sé una prospettiva futura di studio più approfondito, con il perfezionamento delle metodologie per risolvere le problematiche indicate all’inizio di questo paragrafo, in particolare rispetto al numero di soggetti coinvolti – e al loro profilo, con l’inclusione di professionisti –, alla carenza di automatizzazione dell’analisi e all’osservazione dei fenomeni a posteriori.

In corso d’opera si sono però delineati ulteriori spunti, tra cui uno ancora una volta inerente alla metodologia adottata: in fase di valutazione, la segmentazione svolta dall’autore dell’elaborato risulta essere di per sé una sorta di prima valutazione su ciò che forma parte di ogni singolo segmento. Si potrebbe invece considerare la possibilità di delegare anche questo procedimento agli stessi o ad altri valutatori e osservarne il comportamento, previamente all’analisi di equivalenze e divergenze. Ottenuto un numero

106 più ampio di valutatori, molto può poi essere dedotto delle differenze di approccio dei diversi profili al compito assegnato, tra studenti e docenti, ma anche eventualmente professionisti.

Nell’ottica di sfruttare appieno le potenzialità della retrotraduzione, alcune delle possibili prospettive riguardano l’approfondimento dei fenomeni presenti in entrambi i testi in lingua italiana nonostante evidenti “distorsioni” da parte delle due lingue straniere, o fenomeni che invece si perdono univocamente in tutte le retrotraduzioni.

Complementare alle precedenti è l’analisi comparativa tra le retrotraduzioni dei due gruppi linguistici, resa possibile dalla presenza di un testo origine unico, che potrebbe evidenziare differenze nell’approccio traduttivo alle due diverse lingue.

Ci si può poi soffermare sulle divergenze tra l’italiano del testo origine e quello

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