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Confucio negli ultimi otto capitoli dello Xunzi

1. La rappresentazione di Confucio nella letteratura Ru

1.3 Confucio nello Xunzi 荀子

1.3.5 Confucio negli ultimi otto capitoli dello Xunzi

All'inizio della sezione che concerne lo Xunzi è stata posta l'attenzione sulla natura eterogenea

127 Xunzi, 23.1A, in SCARPARI, Maurizio, 1997, p. 61.

128 Fabrication des qualités éthiques; acquisitions qui améliorent la nature innée par l'exercice de la morale et le développement de la culture. RICCI, Matteo (ed.), 2001, p. 530.

dell'opera, e, soprattutto, sulla differenza che sussiste tra i libri 1-24 e 25-32. Sebbene questo elaborato si soffermi sul primo gruppo, tradizionalmente ricondotto allo stesso Xun Kuang, vale comunque la pena prendere atto di come il secondo blocco di libri affronti il tema di Confucio, anche in vista del fatto che l'argomento ricorre con una certa frequenza. I libri 25 e 26 (Cheng xiang e Fu) abbandonano completamente la prosa a favore di componimenti poetici, e non forniscono informazioni particolarmente utili al fine della ricerca del suddetto elaborato. Prendendo in esame il ventisettesimo libro, Da lüe, notiamo due diverse riferimenti a Confucio in due massime: in 27.91 e 27.112. Nella prima, il maestro (chiamato con il suo titolo onorifico Kongzi) e l'allievo Zigong130

disquisiscono del tempo dedicato all'ozio. Confucio risponde alle domande del suo discepolo citando le Odi e il dialogo termina con la conclusione che gli uomini possono trovare riposo solamente nella morte.131 Nella seconda, invece, compare un confronto tra tre coppie di personaggi:

Shun e Yi 已, Bigan 比干 e (Wu) Zixu 子胥, Confucio (invocato con il nome Zhongni) e Yan Hui. Tutte e tre le coppie condividono un destino ingiusto, nonostante le loro qualità fuori dalla norma. Shun e Yi si distinsero per il loro sentimento filiale, ma non furono amati dai genitori. Bigan e Wu Zixu furono servitori leali, ma i loro signori non apprezzarono la loro fedeltà. Infine, Confucio e Yan Hui furono i più saggi tra i saggi, ciononostante non occuparono nessuna carica politica elevata e non si arricchirono.132 Insomma, queste figure ci insegnano a focalizzare il nostro giudizio sulle

loro incredibili capacità e non sui traguardi che non sono stati raggiunti in vita.

In base alla postfazione del Kongzi Jiayu 孔子家語, gli ultimi cinque capitoli dell'opera (28-32) formerebbero una parte della letteratura confuciana che Xunzi presentò a re Zhaoxiang di Qin 秦昭 襄王 (325 – 251 a.C.) quando quest'ultimo domandò al filosofo il materiale da cui apprendere gli insegnamenti dei ruisti, avvenimento di cui abbiamo testimonianza anche in Xunzi 8.2.133 Il

ventottesimo capitolo, intitolato You zuo, è il primo dei quattro libri (insieme a Zi dao, Fa xing e Ai

gong) che ricalca lo stile dei Dialoghi. In You zuo, Confucio viene chiamato in causa in tutti e nove i

paragrafi che compongono il capitolo, dai quali è innanziututto possibile ricavare alcuni dati biografici sulla vita del saggio, come la visita al tempio ancestrale del duca Huan di Lu (in 28.1), l'assunzione del titolo di Ministro di giustizia (in Xunzi 28.3, ma è bene ricordare che quest'informazione si trova anche nel passaggio 8.2), il viaggio a sud nello stato di Chu (in 28.8). Aldilà delle indicazioni biografiche, è facile accorgersi di come lo stile sentenzioso rifletta perfettamente il Lunyu sul piano strutturale e formale, tanto che vediamo ricorrere la formula

130 Nel passaggio 27.91 il nome “Zigong” corrisponde a quello del celebre discepolo di Confucio, citato anche nel Lunyu (Zigong 子貢).

131 Si veda KNOBLOCK, John, volume III, a cura di, 1988, p. 229. 132 Si veda KNOBLOCK, John, volume III , a cura di, 1988, p. 235-236. 133 KNOBLOCK, John, volume III,a cura di, 1998 p. 237.

Kongzi yue (“Confucio disse”) per ben 11 volte e Zi yue (“il maestro disse”) in un'occorrenza.134 Le

tematiche di cui Confucio diventa il portavoce in questo libro non si discostano minimamente dagli argomenti tipicamente cari alla letteratura dei Ru: l'importanza della moderazione, la Via degli antichi sovrani, il ricorso a punizioni eque, la funzione del maestro in relazione al processo di appredimento e le lezioni che si possono imparare dalle Odi. Gli aneddoti continuano nel libro 29, intitolato Zi dao, nel quale Confucio discute, assieme agli allievi Zigong135 e Zilu 子路136 e al duca

Ai du Lu137, del principio della pietà filiale (xiao). Anche in queste specifiche circostanze, l'oggetto

del dibattito e le modalità con cui viene presentato non costituiscono una novità: la devozione verso i genitori, così come quella nei confronti del sovrano, rappresenta una premessa fondamentale per una convivenza armoniosa e rispettosa dei codici di condotta all'interno del nucleo famigliare e della società intera, nella misura in cui la sottomissione al padre o ai superiori non rechi danno ad una più ampia collettività. Come ogni azione conseguente all'osservazione dei rituali, la dimostrazione della pietà filiale non può essere cieca e compiuta in maniera meccanica, al contrario, deve essere ponderata e compiuta con genuina convinzione. Per questa ragione, Confucio chiede: 故子從父,奚子孝? Se il figlio si limita a seguire gli ordini del padre, perchè può essere definito filiale?138 In seguito, nel trentesimo capitolo, intitolato Fa xing, il maestro Kong impersonifica un

modello di condotta ideale, veste che gli abbiamo visto indossare incessantemente. In questo libro egli istruisce i discepoli sui comportamenti dell'uomo esemplare, il quale apprezza la giada in quanto simbolo della virtù (nel paragrafo 30.4) e valorizza il carattere di reciprocità nei rapporti tra regnante e i sudditi, tra genitori e figli e tra fratelli (in 30.7). Nell'ultimo passaggio del trentesimo capitolo, infine, Confucio suddivide in tre fasi l'esistenza del perfetto gentiluomo: la giovinezza, dedicata allo studio; l'età adulta, durante la quale bisogna essere un modello e un maestro per i più giovani; la vecchiaia, periodo in cui si riflette sulle vicissitudini che hanno segnato la propria vita e sull'eredità che si lascia ai posteri. Il carattere dialogico del testo continua nel trentaduesimo capitolo, Ai gong, in cui l'eminente saggio ha udienza con il duca Ai di Lu. Il tema principale su cui il duca desidera avere consiglio dal maestro è costituito proprio dalle norme rituali e dalla loro applicazione, di cui è già stato fatto accenno nel libro precedente. Il capitolo finale dello Xunzi, dal titolo Yao wen, termina con un paragone tra Xun Qing139 e Confucio. Il confronto assume fin

134 La formula Kongzi yue si trova in ogni paragrafo del ventottesimo libro, mente la formula Zi yue appare in 28.4. 135 Il riferimento è a Zigong 子貢.

136 Zilu 子路, allievo di Confucio conosciuto anche come Zhong You 仲由. SLINGERLAND, Edward, a cura di, 2003,

p. 246.

137 Duca Ai di Lu 魯哀公 (494 – 469 a.C.), governò lo stato di Lu all'epoca di Confucio, sebbene il regno fosse de facto in mano al clan di Ji. SLINGERLAND, Edward, a cura di, 2003, p. 249.

138 Questo passaggio si trova in Xunzi 29.3.

dall'inizio toni apologetici in favore di Xunzi:

為說者曰:「孫卿不及孔子。」是不然。孫卿迫於亂世,遒於嚴刑.

Those who offer persuasions say: Xun Qing ws not the equal of Confucius. This is not so. Xun Qing was oppressed by a chaotic age and lived under the intimidating threat of stern publishments.140

Xunzi ricopre senza alcun dubbio il ruolo di assoluto protagonista dell'elogio scaturito dalla comparazione iniziale, che si manifesta come un tentativo di giustificare le argomentazioni e le azioni di quest'ultimo. Il brano offre un punto di vista così poco velatamente parziale, da farci dubitare seriamente che Xunzi, il quale ha sempre difeso le proprie opinioni grazie con la forza della sua abilità retorica e argomentativa, abbia concepito una conclusione così evidentemente autocelebrativa. Inoltre, data l'indiscutibile deferenza nei confronti del suo predecessore, riesce difficile pensare che Xunzi possa aver affermato di essere sullo stesso piano di Confucio in maniera talmente esplicita e, francamente, sfacciata. Questa riflessione non fa altro che supportare l'ipotesi secondo cui il secondo blocco di capitoli del testo (25-32) sia il frutto di una rielaborazione editoriale successiva. Tornando a Confucio, egli simboleggia il massimo termine di paragone, un espediente con cui migliorare la reputazione del pensatore a cui lo Xunzi è stato attribuito. Il messaggio che il paragrafo comunica è il seguente: Xunzi non viene considerato saggio quanto Confucio non a causa dell'inferiorità della sua virtù o delle sue effettive abilità, ma perché le condizioni storiche in cui versava non gli hanno permesso di esprimere al meglio il proprio enorme potenziale. Poco importa se i due ruisti hanno, in fin dei conti, incontrato le medesime difficoltà nel diffondere le proprie idee e nell'affermarsi all'interno della scena politica del loro tempo. Poco importa se hanno sperimentato entrambi l'amara consapelezza di non essere riusciti a coronare i propri sogni. Vedendo il nome di Confucio, il lettore di qualsiasi epoca non può che provare meraviglia e ammirazione di fronte ad una simile equiparazione, il che costituisce, a mio avviso, l'obiettivo di quest'elogio.

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