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Conservazione, trasporto ed accettazione del campione

1. INTRODUZIONE

1.2 L E FASI DELL ’ INDAGINE MICROBIOLOGICA

1.2.1 La fase pre-analitica

1.2.1.5 Conservazione, trasporto ed accettazione del campione

Il campione deve essere trasportato e consegnato in laboratorio in contenitori che siano adeguati per la tipologia del campione clinico e del sospetto eziologico, rispettando l’intervallo di tempo appropriato alla natura dell’esame richiesto, l’intervallo di temperatura indicato

nel manuale di prelievo e, se necessario, utilizzando idonei additivi per garantire l’integrità del campione. Devono inoltre essere osservate le dovute istruzioni che assicurino la preservazione dei microrganismi patogeni, adottando dunque specifici sistemi di trasporto come nel caso di tamponi o per la ricerca di microrganismi anaerobi. Da non tralasciare la messa in sicurezza del campione durante il trasporto verso il laboratorio in modo da garantire l’incolumità di tutte le figure coinvolte.

Per la raccolta di campioni biologici liquidi (urine, escreato, altri fluidi biologici) oppure solidi (catetere, biopsie di tessuto) è opportuno utilizzare un contenitore le cui caratteristiche assicurino un trasporto ed una manipolazione ottimali del campione. Il contenitore deve essere sterile e monouso per evitare la contaminazione del campione; la sterilità deve essere dichiarata dal produttore con certificato allegato ove è anche stabilita la data di scadenza e il metodo utilizzato per il conseguimento della sterilità stessa (irraggiamento, ossido di etilene). Il sistema di chiusura deve essere a perfetta tenuta, come la chiusura a vite, preferibile poiché riduce la formazione di aerosol all’apertura del contenitore, o a pressione. L’integrità del contenitore dedito al trasporto del campione è necessaria per evitare sia perdite, sia contaminazioni. E’ preferibile

verificare visivamente l’integrità del contenitore prima del suo utilizzo. La tipologia del contenitore, intesa in termini di forma e di capacità dello stesso, viene scelta sulla base delle caratteristiche del campione e dell’indagine ed inoltre per facilitare la raccolta del materiale, in alcuni casi, è preferibile l’utilizzo di contenitori ad apertura larga.

Il campione biologico deve essere inviato al laboratorio il più rapidamente possibile affinché il suo processamento possa avvenire entro le due ore dal prelievo. Un trasporto protratto oltre questo periodo potrebbe ridurre la vitalità dei microrganismi determinando una falsa negatività, (Neisseria gonorrhoeae, ecc..), potrebbe favorire la crescita dei contaminanti comportando una falsa positività o favorire la crescita dei microrganismi patogeni falsando l’interpretazione dei test diagnostici quantitativi, ad esempio l’urinocoltura. Alcune sostanze usate nelle procedure di raccolta, se lasciate per lunghi periodi a contatto con microrganismi, potrebbero avere attività antibatterica, come nel caso del benoxinato (ossibuprocaina), anestetico locale.

In caso di necessità (tamponi o ricerca di anaerobi) possono essere utilizzati adeguati terreni di trasporto atti a garantire la sopravvivenza del microrganismo patogeno durante un trasporto

ritardato. Si è visto che a seguito di un trasporto di due ore a temperatura ambiente, la popolazione batterica è in grado di aumentare di circa 64 volte. Generalmente durante il trasporto il campione viene refrigerato (2-8° C). Tuttavia è opportuno conservare a temperatura ambiente il campione nel caso di sangue inoculato in sistema per emocoltura, che va incubato a 35-37° C, oppure mantenuto a temperatura ambiente; nel caso di campioni contenenti microrganismi termosensibili (liquor, feci, campioni da vie genitali, occhio e orecchio); di campioni per la ricerca di batteri anaerobi. I campioni di feci per l’esame parassitologico vanno miscelati con un conservante adeguato. Qualora non fosse possibile inviare rapidamente (entro due ore) il campione al laboratorio, la sua conservazione (per massimo 24 ore) deve avvenire secondo le indicazioni fornite dal laboratorio. La necessità di disporre di sistemi per il trasporto dei campioni è significativamente aumentata negli ultimi anni a causa del maggior ricorso alle attività ambulatoriali, della riduzione del numero dei giorni di degenza e dalla progressiva centralizzazione dei laboratori, imposta da nuovi assetti organizzativi. La sopravvivenza batterica al di fuori dell’organismo umano viene prolungata dall’utilizzo di diversi terreni di trasporto, liquidi o agarizzati. L’impiego del terreno di trasporto è finalizzato a mantenere

inalterato l’aspetto di un campione, ossia preservarne le caratteristiche chimico-fisiche e biologiche, mantenendo un adeguato ph, prevenendo sia la disidratazione delle secrezioni durante il trasporto, sia l’ossidazione e l’autodigestione enzimatica dei microrganismi presenti. Un buon terreno di trasporto deve garantire la sopravvivenza dei microrganismi senza però favorirne la crescita, in tal modo evitando di falsare l’interpretazione di indagini diagnostiche quantitative. Come già detto in precedenza, ogni campione deve essere considerato come potenziale fonte di rischio biologico per la salute degli operatori sanitari. In accordo con la normativa (legge n.21

del 20.07.94, circolare n. 3, 8 maggio 2003), le linee guida del

Ministero della Salute, OMS ed ISO, il trasporto dei campioni biologici deve avvenire in sicurezza, ossia evitando la dispersione del materiale biologico e l’eventuale contaminazione di altri materiali, di attrezzature, dei pazienti e del personale che dovrà manipolare il campione stesso. Nel caso di campione singolo come provetta, tampone o flacone, è richiesto l’impiego di un’apposita busta di plastica monouso a due scomparti: l’uno dotato di chiusura a pressione per alloggiare il campione biologico, l’altro per il modulo di richiesta debitamente compilato. Sul fronte del sacchetto sono stampati il simbolo del rischio biologico e le istruzioni. I campioni multipli

invece richiedono il trasporto in contenitori rigidi e a chiusura ermetica. Qualora l’invio dei campioni avvenga in orari “non ordinari” è richiesta una pianificazione con il laboratorio della loro raccolta ed invio. In base alla norma ISO 15189, il laboratorio ha l’obbligo di monitorare le condizioni di sicurezza del trasporto.

Il trasporto “locale” del campione è regolamentato dalla circolare n.3, 8 maggio 2003 (Ministero della Salute): “Raccomandazioni per la sicurezza del trasporto di materiali infettivi

e di campioni diagnostici”. Per trasporto “locale” si intende il

trasporto di un campione da un reparto ospedaliero (o da una struttura periferica) ad un laboratorio dell’ospedale oppure da un laboratorio ad un altro, ovvero da una struttura ospedaliera ad un centro diagnostico esterno. Se il campione è costituito da una piastra, essa deve essere opportunamente sigillata in busta; se il campione è contenuto in una provetta, essa deve essere chiusa e collocata in una rastrelliera in posizione verticale. I contenitori dei campioni e le rastrelliere devono essere posti in scatole robuste (plastica o metallo) a tenuta stagna, etichettate in relazione al contenuto ed accompagnate dalle schede con i dati del campione. In caso di trasporto a mezzo veicolo, la scatola deve essere sistemata in modo fermo e sicuro nel veicolo stesso e a bordo deve essere presente un kit fornito di materiale assorbente,

disinfettante a base di cloro, contenitore per rifiuti e guanti da lavoro resistenti.

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