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In questo capitolo dedicato all’ “aggregazione e associazionismo” è stato pre- so ad esempio il modello della Casa del popolo, presentato attraverso due sue realizzazioni: quella di Victor Horta a Bruxelles e quella di Beaudouin e Loids a Clichy.

L’opera di Horta viene realizzata alla fine dell’Ottocento, mentre l’altra negli anni Trenta del Novecento: l’ampio periodo di tempo che passa tra le due opere e le vicende storiche e politico-culturali che le informano, che segnano approcci architettonici differenti, producono un sistema di analogie e differen- ze che metteremo qui di seguito in evidenza.

L’edificio e la città

La Maison du Peuple di Horta sorgeva vicino la piazza della chiesa di Notre Dame de la Chapelle: la chiesa poteva essere ammirata direttamente, percor- rendo la strada che conduceva all’ingresso della casa del popolo. Ponendosi all’incrocio delle due vie prospicienti, era addirittura possibile vedere simul- taneamente tanto la chiesa quanto la Casa del Popolo: il simbolo religioso e quello politico rappresentavano dunque due poli all’interno di un contesto urbano che li conteneva alla pari, segnando così un importante cambiamento di tipo culturale.

La Maison du Peuple a Clichy, venne invece costruita sul mercato coperto della città in una zona con un carattere più commerciale, e si poneva come un

edificio pubblico multifunzionale a servizio del quartiere. La collocazione è qui certamente più prosaica, ma il ruolo urbano resta rilevante.

Le due opere, in sintesi, rispondono a una richiesta ideale simile, ma appar- tengono a momenti storici differenti. La prima, che doveva rappresentare il simbolo dell’esito di una lotta politica da poco riconosciuta ed affermata, si carica di un valore identitario ai limiti del monumentale. La seconda, che viene costruita in un momento in cui l’associazionismo era una realtà già consoli- data, supera la necessità del monumentale e si carica di un valore pubblico affidato principalmente alla sperimentazione tipologica sul tema del mercato coperto.

L’accesso

Il valore “pubblico” e quello “monumentale” sono denunciati da due modalità di accesso e fruizione differenti.

Nella casa del popolo di Horta l’accesso è unico ed è posto in asse rispettiva- mente con la facciata principale, con la sala centrale interna e con la piccola piazza esterna, la quale è esito dalla concavità del prospetto.

Nella casa del popolo a Clichy il piano terra è fruibile quasi totalmente, la fun- zione del mercato permette una totale apertura e fruizione dell’opera; inoltre, i collegamenti verticali sono posti su ogni lato e sono facilmente raggiungibili da ogni zona d’ingresso, definendo uno spazio meno enfaticamente orientato. L’unità e le parti

Gli schemi dell’unità e le parti sembrano avere un impianto speculare in en- trambi i progetti: vi troviamo infatti uno spazio principale e centrale, rispetto al quale vengono subordinati spazi accessori, che orbitano attorno.

Lo spazio principale accoglie funzioni multiple ed è finalizzato all’incontro tra gli individui: esso è il vero e proprio luogo dell’aggregazione, mentre l’opera cerca di manifestarsi all’esterno come un luogo al chiuso27 di carattere pubblico. Dal punto di vista della forma complessiva, entrambe le opere mostrano un ca- rattere fortemente unitario e accentrante; c’è infatti la volontà di progettare og- getti architettonici che siano in grado di funzionare da catalizzatori, capaci di essere facilmente riconosciuti all’interno della struttura urbana che li accoglie. Lo spazio del collegamento

Nell’opera di Horta i collegamenti sul piano e quelli verticali sono posti tra lo spazio centrale e gli ambienti secondari, rappresentano dei corridoi distributivi che cercano di dialogare con tutti gli spazi presenti e di aprirsi verso la grande hall. Essi iniziano ad assumere un peso all’interno dell’opera e a reclamare un’autonomia spaziale rappresentativa e riconoscibile all’interno del progetto. Nella casa del popolo di Beaudouin e Loids non abbiamo invece dei semplici spazi serventi, quanto una vera e propria zona di collegamento che mette in comunicazione l’esterno con l’interno. Lo spazio del collegamento è dunque complementare rispetto allo spazio centrale, che ospita le funzioni multiple: la volontà di realizzare un contenitore polifunzionale a servizio dell’intera città sembra essere chiaramente denunciata.

Il programma

La ricerca programmatica definisce spazi che, in entrambe le opere, possono offrire momenti di collettività e aggregazione tra le persone; sono presenti in- fatti, in entrambe le architetture, sale riunioni per attività politiche e cooperativi- stiche, sale per incontri e riunioni collettive, una hall di ingresso, una sala caffè

e spazi per rappresentazioni, che all’occorrenza potevano ospitare riunioni di tipo politico.

Flessibilità

Il tema della flessibilità è presente nelle due opere, come risposta a un proble- ma di tipo politico e culturale: le architetture sono, infatti, realizzate per per- mettere la libera associazione tra cittadini e per incrementare il coinvolgimento di questi ultimi nelle politiche di tipo socialiste.

La libertà di fruizione dell’opera viene incentivata dalla presenza di spazi in grado di ospitare diverse funzioni, in base alle diverse esigenze richieste dalla comunità.

Le due opere rappresentano entrambe delle proposte di modelli architettonici polifunzionali a servizio della città, capaci di cambiare le funzioni richieste grazie ad una flessibilità spaziale interna.

Horta presenta un’opera con una flessibilità prettamente funzionale, grazie ad una duplice natura spaziale: locali più grandi per funzioni collettive, locali più piccoli per attività specifiche.

Beaudouin e Loids realizzano invece un’opera flessibile funzionalmente anche nella morfologia degli spazi, che viene resa mutevole grazie anche al pro- gresso tecnologico raggiunto nel campo dei materiali e dell’ingegneria: sono presenti solai, pareti ed elementi mobili in grado di cambiare la distribuzione interna in base alle funzioni richieste.

Note

9 Socialismo, In Dizionario Enciclopedico Italiano, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 1974, p. 390 10 ibid

11 Un’altra figura importante appartenente all’ambiente socialista radicale, che riesce, in questo periodo, a coniugare realtà culturale, politica e tecnologie innovative è Tony Garnier «Rappresenta il punto ideale d’incontro tra tematiche

di trasformazioni sociale e culturale di questi anni e nuove tecniche e materiali da costruzione. (…) già nella prima versione della Cité Industrielle, l’impatto morfologico degli edifici sociali e culturali con il piano denota con chiarezza l’importanza che riveste il momento associativo nell’idea di città di Garnier». R. Rodinò, Francia un secolo di tentativi. Tra centralismo e decentramento, in Hinterland n° 7-8, anno 2, 1979, p.4

12 R. De Fusco, storia dell’architettura contemporanea, Laterza, Bari, 2000, p, 79

13 Rodinò a tal proposito afferma «Se la maggior parte degli interventi si limita a trovare soluzioni razionali al problema

della sovrapposizione di grandi spazi liberi alle strutture dei mercati e della volumetria complessiva dell’edificio che ne deriva, la Maison du Peuple di Clichy di beaudouin e Lods rappresenta un avvenimento architettonico eccezionale: il tema dell’edificio polivalente sopra il mercato diventa l’occasione di un esperimento tecnologico innovatore, che ne costituisce al tempo stesso la scelta espressiva sintetica». R. Rodinò, Francia un secolo di tentativi. Tra centralismo e decentramento, in Hinterland n° 7-8, anno 2, 1979, p. 4

14 ibidem 15 ibidem

16 F. Borsi, P. Portoghesi, Victor Horta, editori Laterza, Roma, 2002, p. 146

17 Nato dalla confluenze di tre realtà europee importanti, come quella inglese, tedesca e francese, il Parti Ouvrier

belge tende a rifiutare la rivoluzione a favore di un potere raggiunto grazie all’organizzazione della classe operaia

organizzata. A tal proposito il Partito aveva come obiettivo l’emancipazione sociale del lavoro. F. Borsi, P. Portoghesi,

Victor Horta, editori Laterza, Roma, 2002,p. 142

18 R. Rodinò, Francia un secolo di tentativi. Tra centralismo e decentramento, in Hinterland n° 7-8, anno 2, 1979, p.10 19 Le case del popolo, che vennero costruite in ogni centro importante del Belgio, non erano solo luoghi di ritrovo per le associazioni operaie, ma erano il simbolo e lo strumento del partito locale, svolgevano il ruolo che solitamente è svolto dal municipio nelle realtà urbane. F. Borsi, P. Portoghesi, Victor Horta, editori Laterza, Roma, 2002, p. 146 20 V. Horta, Memorie, p.48-49 in F. Borsi, P. Portoghesi, Victor Horta, editori Laterza, Roma, 2002, p. 147 21 R. Rodinò, Francia un secolo di tentativi. Tra centralismo e decentramento, in Hinterland n° 7-8, anno 2, 1979, p. 8 22 ivi, p. 4

23 AA.VV., Biennale di Architettura2018. Freespace, Fondazione della Biennale di Venezia, Venezia, 2018 p. 134 24 «Le due funzioni principali (mercato e attività ricreative) non sono quasi mai simultanee, il progetto di beaudoin e

Lods si costruisce sulla scelta di operare la massima economia di spazio attraverso l’utilizzazione di una tecnologia avanzata, che ne permetta la totale e rapida trasformabilità». R. Rodinò, Francia un secolo di tentativi. Tra centralismo e decentramento, in Hinterland n° 7-8, anno 2, 1979, p.12

25 ivi, p.6 26 ivi p.4

27 L’espressione luogo al chiuso fa riferimento alla definizione di aggregazione definita nell’introduzione della ricerca. AGGREGAZIONE”. Dizionario Treccani. http://www.treccani.it/vocabolario/aggregazione/ 2019

Capitolo II

Aggregazione e

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