• Non ci sono risultati.

La tesi ha analizzato l’impatto del digitale, partendo dall’analisi dei trend tecnologici su scala generale e della loro influenza, non solo da un punto di vista economico, ma anche da quello storico e sociale. Nei capitoli seguenti sono stati poi descritti i fenomeni della digital disruption e digital transformation con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, per analizzare poi lo stato di digitalizzazione italiana e toscana attraverso i dati Eurostat e Istat. Infine, l’ultimo capitolo ha descritto l’esperienza maturata durante il mio tirocinio, durante il quale ho avuto l’opportunità di partecipare al processo di digitalizzazione di una piccola media realtà aziendale toscana.

La tesi inizia con le parole di McAfee e Bryonjolfsson, gli autori che definiscono il periodo storico moderno, in particolare dal 2012 ad oggi, “4th industrial revolution”, un periodo caratterizzato da grandi innovazioni tecnologiche, che potrebbe segnare una svolta decisiva nello sviluppo della nostra società e economia. Spesso la letteratura intorno ad argomenti come Big Data, Digital Disruption o IoT è caratterizzata da forte entusiasmo; se però si va ad analizzare nello stesso periodo (dal 2012) lo sviluppo digitale italiano, il quadro che si va a formare è in realtà preoccupante. I dati forniti dalla Regione Toscana (2015), analizzati nel terzo capitolo di questa tesi, dimostrano che il livello di digitalizzazione della regione è soddisfacente rispetto al panorama nazionale, poiché la Toscana si colloca sempre nel gruppo di testa delle graduatorie esaminate. Non è un dato che però può essere letto con eccessivo ottimismo nel

panorama internazionale, a causa del forte ritardo dell’intera nazione rispetto agli altri paesi europei; secondo l’indice DESI dell’UE (2016) l’Italia presenta un livello di digitalizzazione della propria economia e società molto basso, tanto da posizionarsi nella venticinquesima posizione a livello europeo (su 28 nazioni). E’, infatti, il forte rallentamento della crescita economica italiana unito al ritardo digitale appena descritto ad aver spinto il Ministero dello Sviluppo Economico a promuovere il piano Industria 4.0. Questo piano, creato con il chiaro intento di dare una spinta istituzionale verso la digitalizzazione delle nostre imprese, comprende diversi strumenti che dovrebbero favorire lo sviluppo delle competenze digitali e far aumentare gli investimenti nei beni e servizi del settore tecnologico digitale. Per quanto riguarda gli investimenti, gli strumenti consistono in una serie di agevolazioni fiscali e deduzioni finalizzate a dare vantaggi fiscali per le aziende che investono in ricerca, macchinari, software e sistemi digitali. Un altro fondamentale strumento sono i centri di competenza, una sorta di consorzi educativi pubblici e privati, che si dovranno muovere secondo i principi dell’Industria 4.0, con lo scopo di innalzare gli standard di competenze digitali a livello accademico e industriale in tutta la nazione.

La tesi ha cercato di dimostrare l’esistenza di una correlazione diretta tra sfruttamento delle nuove tecnologie e crescita del proprio business.L’aspetto importante della questione è comprendere il modo corretto di sfruttare le innovazioni tecnologiche per migliorare la propria attività. Non esiste, infatti, una via unica verso la trasformazione digitale, e non è nemmeno detto che creare un sito, o più generalmente un touchpoint digitale, o usare servizi di e-commerce, sia la soluzione giusta per dare una spinta innovativa al proprio business. Oggi

aggredire il digitale è una tentazione molto forte; ad esempio con strumenti come Wordpress.com si può riuscire creare un proprio touchpoint digitale, ma un sito mal fatto può addirittura condurre a risultati opposti a quelli sperati o disturbare o generare confusione nel posizionamento del brand.

La digitalizzazione, come dimostrano casi di non completo successo e come scrive Deloitte (2015), non è e non deve essere affrontata come un mero problema tecnologico, ma come un’occasione di evoluzione secondo un piano strategico a breve, medio e possibilmente lungo termine. Questo è vero per le grandi aziende, ma lo è ancor di più per le piccole e medie imprese che operano sul territorio, i cui budget sono spesso limitati e la capacità di visione rispetto ai trend e all’innovazione è lasciata ai singoli imprenditori, e non istituzionalizzata in modo organico in una funzione aziendale. Questo è quello che anche durante il periodo di stage ho potuto constatare attraverso l’esperienza di MTA Studio, il cui management è da sempre caratterizzato da una guida dell’impresa con un occhio molto attento all’innovazione e alla trasformazione evolutiva del proprio business. Lo studio del fenomeno della digitalizzazione delle PMI oggetto di questa tesi suggerisce che i singoli imprenditori, per quanto motivati all’innovazione, devono essere supportati, affinché gli investimenti siano guidati e misurati in modo coerente con il proprio business con l’ecosistema di riferimento. Affinché il fenomeno della digitalizzazione abbia un impatto di massa sul Paese, è importante l’esistenza di un piano efficace d’incentivazione all’uso delle tecnologie e all’innovazione con il sostegno delle istituzioni a livello centrale e locale, come il governo ha cercato di fare, ad esempio, con il piano Industria 4.0. Cruciale in

questo processo è non solo la crescita delle infrastrutture tecnologiche ma anche, e forse soprattutto, la diffusione delle competenze digitali e della consapevolezza del ruolo che il digitale può svolgere e dei rischi che esso pone. Ci sono segnali positivi che qualcosa stia cambiando, ma è evidente che il nostro paese e la regione Toscana abbiano ancora passi importanti da percorrere.

Ringraziamenti

Ringrazio il Professor Andrea Mangani per la fiducia e il sostegno fornitomi.

Ringrazio la Dottoressa Lucia Santoni e MTA Studio, per la disponibilità e la pazienza che hanno dimostrato durante il periodo di tirocinio e la stesura della tesi. Ringrazio gli amici e collaboratori di Studio Proclama per il prezioso contributo e supporto morale.

Ringrazio il Professor Gianluigi Ferrari e i componenti dell’Ufficio Regionale di Statistica Toscana per il prezioso aiuto, senza il quale non sarebbe stato possibile svolgere questa tesi.

Ringrazio Federico, Luca, Dario, Marco, Jacopo, Jaghy, Francesca, Domitilla e tutti gli amici che mi hanno aiutato con i loro consigli preziosi

Bibliografia

Accenture (2016). World Economic Forum di Davos. Consultabile su accenture.com nel Gennaio 2017.

Arthur D. Little (2015). Digital Transformation –How to Become Digital Leader. Boston: Arthur D. Little.

Bennato E. (2011). Sociologia dei media digitali. Roma: Laterza editori.

Boston Consulting Group (BCG) (2012). The Internet Economy In The G- 20. Boston: Boston Consoulting Group.

Christensen C, Bowe J. (1995). Disruptive Technologies: Catching the Wave. Boston: Harvard Business Review Press.

Christensen C. (1997). The Innovator's Dilemma: When New Technologies Cause Great Firms to Fail. Boston: Harvard Business Review Press.

Caudron J., Van Peteghem D. (2014). A Model to Master Digital Disruption. Gand: Dearmedia.

Confcommercio Toscana, Fipe Toscana e l’Ente Bilaterale del Turismo Toscano (2014) Il turismo enogastronomico in Toscana tra tradizione e contemporaneità. Firenze. Consultabile presso Vetrinatoscana.it nel Gennaio 2017.

CST (2016). BTO 2016: le indagini di CST Firenze sui ristoranti del progetto Vetrina Toscana. Consultabile presso centrostudituristicifirenze.it nel Gennaio 2017.

Doug Laney. (2001). 3D Data Management: Controlling Data Volume, Velocity, and Variety. Dublino: META Group.

European Union (2016). The Digital Economy & Society Index (DESI).Consultabile su ec.europa.e nel Gennaio 2017.

Fisher T. (2014). STILL Uses Innovative Cloud Platform To Power Its Self- Managing cubeXX. Consultabile su digitalismag.com nel Gennaio 2017.

Genpact (2015) Generating Digital Impact. Hamilton: Genpact;

Infojobs (2014) Jobs in Progress: Classifica Profili 2014. Consultabile su https://www.infojobs.it/ nel Gennaio 2017;

Istat (2011). 9° Censimento Industria e servizi relativi alla Toscana. Consultabile presso il sito istat.it nel Gennaio 2017.

McAfee A., Bryonjolfsson E. (2014). The Second Machine Age. New York: W. W. Norton & Company.

McQuivey J. L. (2013). Innovazione digitale preparare l'azienda al futuro del business. Milano: Hoepli.

Ministero dell'industria (2016). Industria 4.0. Consultabile su sviluppoeconomico.gov.it nel Gennaio 2017.

Modis (2013). Libro Bianco del Lavoro. Milano: Modis. Montanari F. (2009). Politica 2.0. Roma: Carocci editore.

Morris I. (2010). Why the West Rules—For Now. Farrar. New York: Straus and Giroux.

Osservatorio IoT del Politecnico di Milano. (2016). Report sull'IoT. Consultabile su osservatori.net nel Gennaio 2017.

Sadlaceck J. (2015). Why Kuoni failed (the digital transformation). Zurigo: Jan Sedlacek.

Schwab K. (2016). The Fourth Industrial Revolution. Coligny: World Economic Forum.

Simoni M., De Ferra S. (2006). Crescita digitale. Come internet crea lavoro, come potrebbe crearne di più. Roma: Italia futura.

Ufficio regionale di statistica (2016) Il Rapporto ICT dell’ufficio regionale di statistica (Regione Toscana). Consultabile su regione.toscana.it nel Gennaio 2017.

Unioncamere (2015). Rapporto Unioncamere 2015 Alimentare il digitale. Consultabile su unioncamere.gov nel Gennaio 2017.

Documenti correlati