Il confronto fra rilievo statico e NRTK
6.1 Considerazioni sulle prestazion
Dopo aver presentato e descritto, nelle parti precedenti del lavoro, le diverse metodologie di rilievo, statico e tempo reale con approccio di rete, sembra opportuno cercare di “fare il punto” e di arrivare ad un confronto diretto fra le due tecniche; un confronto, a questo punto, non avrebbe alcun senso se non in termini di “prestazioni”.Una precisazione appare necessaria, in questo contesto, con il termine prestazione si vuol intendere la capacità, dell’una o dell’altra tecnica, di rispondere alle esigenze di un determinato rilievo.
Non ci soffermeremo più del necessario, quindi, nella descrizione delle accuratezze delle due tecniche, anche perché, per quanto si possa cercare e sostenere, non sarà mai possibile definire un valore “vero” dell’accuratezza stessa, ma solo un suo ragionevole campo di variabilità, per tali motivi i valori riportati in Tabella 6.1 sono da considerarsi puramente indicativi.
Distanza/Tempo 1km 10km 50km 1000km
10minuti 1.5cm 2.5cm 5cm nd
1ora 1.0cm 1.5cm 2cm nd
24ore 0.3cm 0.5cm <1cm 1.5cm
1settimana 0.1cm 0.1cm 0.3cm <1cm
Tabella 6.1 - Tempi e precisioni raggiungibili con il rilievo statico
Per quanto riguarda il tempo reale, una rete di stazioni permanenti ci permette di posizionarci al suo interno con accuratezza, in condizioni medie, dell’ordine dei 10 cm, le correzioni vengono ricevute attraverso varie modalità, ma la loro creazione in tempo reale può essere riassunta attraverso i seguenti passaggi:
1. le SP acquisiscono le osservazioni grezze
2. le SP inviano le osservazioni grezze a un centro di controllo,
3. il CC utilizza le osservazioni grezze e la conoscenza delle coordinate delle SP per: 4. stimare gli errori sulle singole SP,
Figura 6.1 - Stima della funzione d'errore in una rete di stazioni permanenti
Quello che dovremmo chiederci al momento dell’analisi e del confronto fra lo statico (e più in generale del rilievo post-processato) e il tempo reale (che sia o non sia di rete) è cosa ci aspettiamo dal rilievo stesso, quali sono gli aspetti che possiamo trascurare e quali no, quanto tempo vogliamo investire e che tipo di strumentazione abbiamo a disposizione.
Il rilievo in post-processing, tuttora, è quanto di più affidabile abbiamo per la misura di coordinate, ed infatti viene usato per applicazioni che hanno bisogno di precisioni molto spinte come, ad esempio, l’inquadramento delle reti di SP nei principali sistemi di riferimento e per il monitoraggio delle strutture o del territorio.
Tale tecnica ci permette di ottenere coordinate, attraverso una serie più o meno lunga di osservazioni, e la compensazione finale della rete ci fornisce, oltre alle coordinate, l’indeterminazione delle stesse; possiamo quindi dire che il rilievo statico ci fornisce un prodotto “garantito” nel senso più lato del termine.
Generalmente il rilievo in tempo reale ci fornisce le coordinate di un punto attraverso delle osservazioni in generale più ridotte come durata temporale, operativamente, visto l’alta produttività del metodo in termini di punti misurabili, non si superano i 10-15 secondi per la memorizzazione, inoltre, a garanzia delle coordinate ottenute, non possiamo avere altro che le sigma relative a tale limitato intervallo; questo ci permette sì di ottenere anche varie migliaia di punti in una giornata di rilievo, ma la loro qualità potrebbe non essere così affidabile. Inoltre come abbiamo potuto sperimentare (cfr Capitolo 5) non sempre a valori accettabili dei parametri di qualità della misura in RT corrispondono valori di accuratezza soddisfacenti, questa situazione è più rara, se non addirittura assente, in un rilievo statico.
D’altra parte l’affinamento delle tecniche di posizionamento in tempo reale, di tipo differenziale e non, pensiamo alle accuratezze ottenibili e documentate del PPP, ha fatto nascere spontanea la domanda: Per quali applicazioni il rilievo statico può essere sostituito, con opportuni accorgimenti, dal rilievo in tempo reale e con quali garanzie?
Se fossimo costretti a rispondere limitatamente in termini di accuratezza, al risposta potrebbe essere: Per tutti quei rilievi con precisione non superiori a 10 cm, utilizzando opportuni accorgimenti nella ripetizione delle misure RT.
Ma la risposta in base alla mera “prestazione” in termini di accuratezza non ci appare completa, questa non tiene conto di molte condizioni accessorie come ad esempio il costo del rilievo, che in caso di rilievo in RT viene abbattuto rispetto allo statico, ma questo è un concetto già noto e assodato.
Una risposta provocatoria alla precedente domanda potrebbe essere strutturata in base alla affidabilità, ovviamente riferendoci ad un rilievo NRTK, della struttura di rete; che garanzie ci da, attualmente, una rete di stazioni permanenti nella conduzione di un rilievo?
Spesso anche le reti più “blasonate” non sono esenti da disservizi più o meno prolungati nel tempo, quindi dovremmo chiederci quanto possano incidere queste situazioni sulla scelta della tecnica di rilievo, una volta superati i limiti relativi alla strumentazione e al personale, un rilievo statico può essere condotto in qualsiasi momento, un rilievo NRTK può essere condotto solo quando il servizio è in funzione, una mancanza del funzionamento può, di fatto, eliminare il vantaggio in termini di tempo del rilievo in tempo reale.
Peggio potrebbe essere, al limite, un funzionamento anomalo della rete stessa che potrebbe pregiudicare i risultati del rilievo stesso fino a renderli addirittura inutilizzabili.
Se decidessimo di scegliere la nostra tecnica di rilievo in base a esigenze di Datum sicuramente non potremmo fare a meno di notare che le reti di SP sono inquadrate all’interno di un SR di ordine superiore, ma in termini di correzioni, definiscono un Datum, “personalizzato” e definito dalla posizione relativa delle SP stesse.
Il passaggio da questo sistema al sistema di interesse di un rilievo (R40, ED50 per scopi tecnici) non è un aspetto banale né, tantomeno, di univoca soluzione.
Se, almeno per quel che attiene alla condizione italiana, l’IGM ha rilasciato un SW che di fatto ha realizzato uno standard, riconosciuto da tutte le pubbliche amministrazioni, per il passaggio fra IGM95 (realizzazione italiana dell’ ETRF89)-ED50-Roma40, tale strumento non può essere applicato direttamente a rilievi in tempo reale condotti all’interno di una rete di SP; è necessario, infatti, un passaggio intermedio con cui “entrare” nel sistema IGM95, con conseguente, inevitabile, decadimento della precisione e accuratezza delle coordinate collezionate.
Il rilievo statico permette invece di entrare, in varie maniere, direttamente nel SR di interesse mediante l’inclusione nel rilievo stesso di vertici noti in quel sistema, rendendo così il prodotto finale immune da “affezioni” caratteristiche delle trasformazioni di datum.
Fondamentalmente, per concludere queste forse ridondanti elucubrazioni, possiamo pensare di affermare che, solo nel caso in cui una rete di SP sia concepita, strutturata e gestita come una struttura per la fornitura di un servizio, si potrà pensare a come e quando sostituire il rilievo statico, o in senso più ampio post-processato, con un rilievo in tempo reale con approccio di rete.