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5 Consumo ad alto rischio

5.3 Consumo di sostanze ad alto rischio

Fonte dei dati: Responsabile dell’indicatore HRDU

L’uso di sostanze ad alto rischio High Risk Drug Use - HRDU è definito come l’uso intenso di sostanze psicoattive che causa danni alla persona stessa e agli altri, inclusa la dipendenza, problemi penali, psicologici e/o sociali. Con il termine HRDU si intende infatti il gruppo di soggetti consumatori “gravi” per rischio di problemi di salute o per comportamento a rischio sia di tipo sociale che criminale. È un indice statistico che stima la prevalenza di quella parte dei consumatori che, in relazione all’uso di sostanze stupefacenti, necessiterebbe di un intervento assistenziale socio-sanitario o di interventi di prevenzione indicata e secondaria.

La difficoltà fondamentale nella valutazione dell’indicatore HRDU risiede nella necessità di definire e stimare le varie popolazioni di utilizzatori di droghe ad alto rischio, che sono popolazioni “nascoste”. Si rende, quindi, necessario l’utilizzo di modelli statistico - probabilistici in grado di stimare una popolazione nascosta sulla base delle informazioni indirette, ma correlate al fenomeno.

In Italia, fino al 2014, sono stati effettuati studi locali mirati alla conoscenza diretta di tali popolazioni, come le interviste a soggetti in assistenza pubblica o privata e nei servizi a bassa soglia, che hanno permesso di stimare la prevalenza di uso ad alto rischio con metodi di cattura-ricattura fino al 2015. Successivamente, sono stati utilizzati dati amministrativi per ottenere delle stime proxy e valutazioni qualitative delle reali popolazioni obiettivo.

Per il 2017, al fine di produrre stime proxy di HRDU per le sostanze stupefacenti eroina, cannabis e cocaina, sono stati utilizzati i dati provenienti dagli archivi del Ministero dell’Interno riguardanti i soggetti segnalati alle prefetture ai sensi dell’art. 75 del DPR n. 309/1990 per detenzione di sostanze stupefacenti ad uso personale. Poiché la popolazione dei segnalati non identifica una popolazione HRDU ma una popolazione “vicina”, la stima che si può ottenere della popolazione a rischio di segnalazione può solo essere considerata una

proxy della popolazione HRDU. La stima di un singolo anno non è quindi sufficientemente

informativa, ma se per alcuni anni si può stimare sia la prevalenza di HRDU che la popolazione a rischio di segnalazione per art. 75 del DPR n. 309/1990, si può valutare il rapporto tra le prevalenze delle due popolazioni stimate e, successivamente, utilizzare la stima della popolazione a rischio di segnalazione per art. 75 del DPR n. 309/1990 per determinare la stima di HRDU per calibrazione, con l’ipotesi che il coefficiente di calibrazione sia stabile per alcuni anni.

Parte II – Capitolo 5. Consumo ad alto rischio

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Nella Tab. 5.3.1 sono riportate le stime della popolazione a rischio di segnalazione per art. 75 del DPR n. 309/1990 e della popolazione HRDU ottenuta per calibrazione, poiché nel 2015 erano state ottenute entrambe le stime da cui si è potuto determinare il coefficiente di calibrazione.

Tab. 5.3.1 - Stime di prevalenza di uso ad alto rischio per calibrazione

Sostanza primaria Stima 2017 popolazione a rischio di segnalazione per art. 75 Coefficiente di calibrazione 2014 Stima HRDU (2017) Tasso x 1.000 residenti 15-64 anni differenza % della prevalenza dal 2014 al 2017 Cannabis 235.370 5,93 1.395.199 35,89 +74% Cocaina 167.000 0,59 98.500 2,53 +9,44% Oppiacei 196.300 1,08 214.042 5,51 +4,45%

Fonte: Responsabile dell’indicatore HRDU - Anno 2017

Per quanto riguarda la cannabis, per il 2017 sono stati stimati circa 1.400.000 utilizzatori ad alto rischio, pari a circa 36 soggetti ogni mille residenti tra i 15 e i 64 anni. Per la cocaina, il tasso di utilizzatori ad alto rischio passa a quasi 3 soggetti ogni mille residenti, con una prevalenza di 98.500 utilizzatori, mentre per gli oppiacei sono stati stimati circa 214.000 utilizzatori ad alto rischio corrispondenti a quasi 6 soggetti ogni mille residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Per questi ultimi, essendo state effettuate costantemente le stime nel tempo ad eccezione dell’anno 2016, è riportato il trend in Fig. 5.3.1.

Fig. 5.3.1 - Andamento temporale della stima di utilizzatori di oppiacei ad alto rischio

Fonte: Responsabile dell’indicatore HRD - Anno 2017

Tra il 2010 e il 2013 il tasso di utilizzatori di oppiacei ad alto rischio è diminuito da quasi 6 utilizzatori ogni mille residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni a più di 4 ogni mille; successivamente, la quota è aumentata fino al 2017.

0 1 2 3 4 5 6 2010 2011 2012 2013 2014* 2015* 2017 Tas so x 1.000 abi tan ti

PARTE III

OFFERTA E DOMANDA DI TRATTAMENTO

Elementi chiave

Organizzazione dei servizi

I servizi pubblici per le dipendenze (SerD) sono 570, dislocati in 611 sedi ambulatoriali. Gli operatori dedicati sono 7.186: per ciascun operatore risultano in carico circa 18 utenti, con una forte variabilità interregionale.

Le strutture socio-riabilitative private accreditate presenti sul territorio nazionale sono 922, il 70,4% sono residenziali, il 16,3% semi-residenziali, il 13,3% ambulatoriali. Il 58% delle strutture è dislocato nelle regioni settentrionali.

Oltre ai tradizionali servizi ambulatoriali e alle comunità terapeutiche per le tossicodipendenze, distribuiti in modo capillare sul territorio nazionale, alcune Regioni hanno implementato specifici servizi trattamentali, pubblici e del privato-sociale accreditato, di primo livello, come centri a bassa soglia, drop-in e/o unità mobili, che favoriscono sia il contatto precoce con giovani consumatori sia l’aggancio con i soggetti tossicodipendenti che sfuggono ai servizi tradizionali.

Domanda di trattamento

Nel 2017 gli utenti in carico ai SerD sono stati 129.945, il 16% dei quali risulta trattato per la prima volta. L’età media dell’utenza trattata è 39 anni, mostrando un progressivo invecchiamento: il 53% dell’utenza in carico nell’anno ha 40 anni o più (8,5% del 1997). Il 63% è in carico per uso primario di eroina e il 21% di cocaina, mostrando rispettivamente un evidente calo e un aumento rispetto agli anni passati.

I soggetti in trattamento presso le strutture socio-riabilitative private accreditate nel 2017 sono state 15.412, circa 500 in più rispetto al 2016. Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Lazio mostrano tassi più elevati di soggetti in trattamento (3 per 10.000 abitanti).

I soggetti tossicodipendenti presenti in carcere al 31 dicembre 2017 erano 14.706, pari al 25,5% dell’intera popolazione carceraria, senza sostanziali variazioni rispetto agli anni precedenti. In Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Lombardia si registrano le quote più elevate di detenuti tossicodipendenti. L’efficacia delle misure alternative, misurata nella percentuale di revoche, è molto alta, le revoche sono infatti pari al 10,2% degli affidamenti. I soggetti tossicodipendenti condannati che hanno usufruito di una misura alternativa sono stati 3.146 e coloro che hanno usufruito di una sanzione sostitutiva del lavoro di pubblica utilità sono stati 447.

Capitolo 6

Parte III - Capitolo 6. Organizzazione dei servizi

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