• Non ci sono risultati.

1 CONTE: Oh che sposini esemplari! … sempre l’uno d’accosto all’altro come colombi! Che spettacolo di beata semplicità!

GIULIA: Signor Conte parlavamo d’affari.

CONTE: Sì capisco affari dolci - dopo quattro mesi di matrimonio non avete ancora finito di trattarli - e avete ragione, la vostra felicità è veramente invidiabile…

GIULIA: V’ingannate per questa volta - si parlava di voi - anzi della vostra felicità.

5 CONTE: Oh oh della mia felicità! … eccola qui … caro Don Palmiro io l’ho sempre per le tasche. DON PALMIRO: Se è così voi siete più invidiabile di noi!

CONTE: Voi potreste giudicare Signora! Ma il Barone, oh che caro e buon vecchio, non è ancora alzato! Scommetto io che tiene il consulto col dottor Gualtieri! … quel fido dottor Gualtieri! Dio sa quanto gli frutta all’anno la sua fedeltà.

DON PALMIRO: Oh per questo poi il primo medico di Palermo è degno di stima, se acconsente a sacrificarsi in questo castellaccio per pura amicizia … Cospetto! Son cinque anni che è venuto in Sicilia e ne avrà passati quattro faccia a faccia con quel lunatico del Barone!

GIULIA: Temo anch’io che questa volta siate di troppa buona fede, marito mio!

10 CONTE: Eh signora non criticate la buona fede dei mariti! … Ben disse Don Palmiro; il dottore si sacrifica per amicizia! Quando sarete fatti Governatori impetrerete per lui dal Ministero la corona civica!

DON PALMIRO: Dopoché siete nel castello d’Ardegno parlate con poco rispetto del Governatore signor mio! E sì che ci aspiravate anche voi a quel posto mi dicono.

CONTE: Voi lo sapete che il favore della Marchesa vedova di Santofiore che è cugina del Viceré io lo adoprai tutto per la vostra elezione!

DON PALMIRO: Sì … ma temevo che lo faceste per burla!

GIULIA: Oh no, il signor Conte fu mosso solamente dalle mie preghiere! 15 CONTE: Dalle vostre preghiere, Signora … dite dal mio buon cuore.

___________________________________________________________________________________________________________ II 4: D. Giulia] sps. a. Palmiro.

II 5: V’ingannate] cass. prima conte mio II 6: D. Palmiro] sps a. D. Giulia.

II 8 stima] [TF] ins. colonna sin. a matita perché non faccia come quell’avvocato dell’ostrica

II 11 mi dicono: segue battuta cass. Conte: Io. Oh oh! … mi fate proprio ridere … io l’amante dei miei comodi, uomo di piacere steccarmi in quelle cariche? Scherzate, amico mio! E del resto lo sapete anche voi quanto ho parlato e sfringuellato per favorire la vostra candidatura … e questo vi valse da me spianata la protezione della marchesa di Santofiore!

SCENA III

DONCIRILLO, ROSALIA, GIULIA, DONPALMIRO, il CONTE

1 DON CIRILLO: (entrando dal mezzo, a ROSALIA) Eh, non badate a caricature! Palermo vi piacerà, fidatevi di me!

DON PALMIRO: Oh, proprio ben detto! Fidatevi di lui cara cugina. È un maestro che non sbaglia Don Cirillo!

DON CIRILLO: Credo di non aver dato mai cattivi consigli a nessuno.

CONTE: Eh caspita, voi usate domandar consiglio a quello che volete consigliare sui consigli che volete dargli. È un ottimo mezzo per starsene in pace con tutti.

5 DON CIRILLO: Vi consiglio a non pizzicarmi, caro signor Conte. ROSALIA: Avreste forse del male da dire di lui!

DON PALMIRO: (alla GIULIA) Vedete! … La monachina se ci prende all’amo?

DON CIRILLO: Ah! Diciamo pure bene finché si può … guardate guardate come si parlano

all’orecchio i due sposini! Oh, non si direbbe che si sono sposati ieri! Eh, cara quell’innocenza.

GIULIA indispettita si allontana da DON PALMIRO

CONTE: Consolatevi caro Don Cirillo! … Si parla d’un amnistia generale a Napoli. Vostra moglie tornerà dall’Inghilterra!

10 DON CIRILLO: Per carità! No, per carità, rinuncio all’amnistia … domando l’emigrazione.

ROSALIA: Bella, cosa fate, Cavaliere! … Siete così mal pago del matrimonio e lo consigliate a me con tanto calore.

GIULIA: Gli è che il Cavaliere si dimentica di essere capo di famiglia! … Fa il galante, lo spiritoso presso le dame!

DON CIRILLO: (Maledetta! Si beffa di me per giunta) GIULIA vi giuro ch’io non ho mai pensato di sposarvi!

CONTE: Ah, ah, cosa ne dice Don Palmiro! 15 DON PALMIRO: Parla da savio, il Cavaliere!

DON CIRILLO: Il signor Vittorio Stampa non è tanto saggio come sono io! Caro Governatore. DON PALMIRO: Cosa volete dire Cavaliere?

DON CIRILLO: Domandatene conto ai caffè di Palermo.

GIULIA: Signore, voi non ci metterete in capo le sciocchezze dei vostri caffè.

20 CONTE: Si sa cos’è la voce pubblica! È l’incettatrice delle calunnie e basta non abbadarvi alle sue detratazioni perché ci perseguiti con i suoi elogi …

ROSALIA: Dicono che il Signor Vittorio sia ora l’uomo di moda nella capitale.

DON CIRILLO: Immaginatevi un uomo che ha viaggiato tutto il mondo e che in cinque anni ha trovato il bandolo di arricchirsi.

CONTE: E poi alle gran dame piace la bizzarria! Il figlio d’un barone proscritto è certo da incontrare! DON PALMIRO: Non in tutta la società signore! Ma in tutte le società! Figuratevi il figlio d’un barone

proscritto.

25 DON CIRILLO: Eh, caro Don Palmiro! Non fidatevi delle donne in fatto d’opinioni politiche! GIULIA: Don Cirillo siete in vena di motteggiare oggi! Vorrete invitarmi per una passeggiata

fino in fondo al giardino!

_______________________________________________________________________________________

III 3: [TF] ins a matita: credo di aver due occhi in capo più fortunati dei vostri; credo. III 12: capo di famiglia] sps. a padre.

III 12: Lo spiritoso] cass. prima il Don Giovanni. III 15: il Cavaliere] sps. a il Signore.

III 16: Il Signore] cass. prima del resto. III 20: Il signor Vittorio] ms. Raffaele. III 20: Dicono che] cass. prima del resto.

III 22: Non in tutte … proscritto] sps. a matita Egli piace alle Dame e lo nota poiché le Dame piacciono a lui, sì è vero GIULIA. Del resto egli è il beniamino di tutta la società.

III 23: L’ultima frase è aggiunta a matita.

DON CIRILLO: Volentieri, Donna Giulia!

DON PALMIRO: Prenderò un poco d’aria anch’io! DON CIRILLO: Oh, che marito barbaro!

30 CONTE: Lasciategli almeno prender l’aria.

GIULIA: E il Barone, dunque! … Vi dimenticate che siamo suoi ospiti che bisogna farli i convenevoli almeno una volta al giorno.

DON PALMIRO: (prendendola a braccetto) Eh, diamine, adesso è mezzodì ci avete agio di fargli per tutta la giornata!

ROSALIA: Buon divertimento signori. (Partono dal mezzo).

___________________________________________________________________________________________________________ III 30: Siamo suoi ospiti: [TF] a matita «da una settimana».

III 30: Ha ragione] sps. a anche se

SCENA IV