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1 GIULIA: E come va la vostra ferita Signor Conte?

CONTE: Voi lo vedete non fu nulla. Due giorni di letto mi hanno guarito. Quello che mi spiace si è di non aver persuaso la Marchesa a fare quello che bramavate!

GIULIA: Oh speriamo che l’abbiate persuasa.

CONTE: Oh povera signora mia, vedete pure qual broncio mi tiene. Tutti i suoi favori li concede a Don Cirillo.

5 GIULIA: A quel capo d’oca.

CONTE: A lui dovevate raccomodarvi.

GIULIA: Sì, a lui che è in collera con me per centomila ragioni!

CONTE: Dovevate placarlo.

GIULIA: Non me ne degno.

10 CONTE: Siete così buona quando volete! … Vi ricordate anche don Palmiro vi sembrava sette mesi fa un uomo dappoco, eppure quanto vi lusingaste di vederlo Governatore …

GIULIA: Sicuramente che il veder un uomo fatto segno della confidenza del suo governo … CONTE: E il poter brillare del suo splendore…

GIULIA: E il poter aiutarlo a fare del bene …

CONTE: Oh questa è una gran consolazione! … Anche poco fa la Sicilia era in procinto di riavere tutti i suoi vecchi capi di partito e di tornare alla mostruosità d’una guerra civile e se non eravate voi a confortare i consigli titubanti di vostro marito … Egli fu il solo che nel Consiglio vicereale si oppose a quella soverchia misura di dolcezza.

15 GIULIA: Il solo voi dite! Siete di corta memoria Signor Conte; tal giusta severità di mio marito si deve ai vostri motteggi piucché alla mia persuasiva.

CONTE: Qual generosità … volete darmi un merito ch’io non ho per nulla! Non era questa la vostra maniera d’agire sei mesi fa.

GIULIA: Caro Conte, ringraziatemi di non aver ascoltato sei mesi fa, così siete rimasto libero di coglier al volo una più dolce fortuna! Siete così innamorato di mia cugina! … In verità non vi credeva capace di sentimenti così platonici.

CONTE: Avete ragione signora. Vi ringrazio della vostra durezza a mio riguardo. Essa mi valse è vero per qualche mese le beffe di tutto Palermo … Ma spero di riscattarmene … collo spettacolo di una più invidiabile felicità.

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V 2: letto] letto[?]

V 17: Caro … ringraziatemi] la battuta viene riscritta tre volte.

SCENA VI Il CONTE e ROSALIA

1 GIULIA: Ecco Rosalia. Signor Conte, il resto del discorso potete continuarlo con lei. Addio cugina! … Come siete pallida.

ROSALIA: Pallida di gioia signora e vostro ne è il merito.

Parte GIULIA

CONTE: Vostra cugina vi deride signora, ma io vi aiuterò a vendicarvi. Oh lasciatemi almeno sperare di esservi utile in questo.

ROSALIA: Sì signor Conte, ve l’ho già detto. Io sarò vostra. Voglio vendicarmi a mia volta, e vi ringrazio di offrirmene così generosamente il mezzo.

5 CONTE: Oh vi giuro che la vendetta non sarà il solo dei nostri legami. Io vi sforzerò, sì vi sforzerò ad amarmi a forza d’amore.

ROSALIA: Parliamo di ciò signor Conte. Quando un odio occupa interamente un animo ecco non può intendere una parola d’amore. Vendicatemi, dopo parleremo di quello che vorrete.

SCENA VII

VITTORIO, il CONTE e ROSALIA

1 VITTORIO: Sempre con colui!

CONTE: Come voi ancora qui Signore?

VITTORIO: Ve ne meravigliate?

ROSALIA: Sì, o signore, comune è la maraviglia di questa impudenza!

5 VITTORIO: Ah che impudenza osate chiamarla voi Rosalia! … Ma se fosse l’impudenza dell’amore!

ROSALIA: Se fosse così avrei a stupirne a tre tanti, signore, e non mi resterebbe che farne avvisata mia cugina del vostro arrivo.

VITTORIO:Oh Rosalia, non fingete di non comprendermi. Voi sapete che quella che amo siete voi sempre voi!

ROSALIA: Signore!

CONTE: Mi par che dopo le espliciti dichiarazioni … della signorina .. queste vostre pratiche, Signor Vittorio, non sien che un nuovo insulto!

10 VITTORIO: No, signore, io non abbado a dichiarazioni che mi vengan riportate dal terzo e dal quarto. Ho cercato per un mese di stare un momento, un solo momento con lei; ma dappertutto era una cerchia di spioni, di parenti, di servi che mi assediava. Ora è passato il tempo delle mezze misure. Anche in faccia di quello che vuol esser il suo fidanzato è da lei, da lei … sì da voi Rosalia che voglio udir la mia sentenza …

ROSALIA: Oh mio Dio! … Mi scoppia il cuore!

CONTE: E osate esporvi a provare la sua partenza dopo aver disonorato il marito di sua cugina, dopo averne fatto la favola di tutto Palermo!

ROSALIA: Sì o signore! Sì … il signor Conte purtroppo ha ragione. Voi non meritate che io vi risponda.

VITTORIO: Sì mi risponderete vi dico o voi mi vedrete morire dinanzi a voi. Non posso credere che la calunnia e un misterioso viluppo di circostanza abbiano rotto per sempre il nostro amore. 15 CONTE: Obbliate ch’io sono qui ad ascoltare Signore …

VITTORIO: E che mi cale di voi?

CONTE: Signora, vi prego a far rispettare in vostra casa quello cui avete promesso la vostra mano. VITTORIO: Che? Ella vi ho promesso la vostra mano? … La voce pubblica non s’inganna! Rosalia

rispondete voi vi sposerete al Signor Conte? ROSALIA: Sì … o signore!

Compare nel mezzo il DOTTORE.

20 VITTORIO: Oh sì lo veggo! … E’ una congiura di birbanti e di vili questa che mi allontana per sempre da voi, questa che veste come tradimenti le mie più semplici azioni! … Voi foste sedotta ora sarete tradita.

CONTE: Basta signore, non tocca a voi rinfacciare altrui un tradimento! ROSALIA: Sì … egli ha ragione! Il primo a tradire foste voi …

VITTORIO: Maledizione a chi mi vieta la felicità! Ah chi vi ha pervertito voi che eravate un angelo d’amore e d’innocenza.

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VII 10: Ho cercato … mezze misure] ins. lato sinistro VII 19: Dottore] ms. Vittorio

SCENA VIII