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IV. Margaretha Ebner e Heinrich von Nördlingen

IV. 3 Contenuti e stilemi

Da un punto di vista stilistico e linguistico, Heinrich alterna nelle lettere lo stile tipico di diversi generi letterari, religiosi e non, che vanno dalla predica alla prosa di argomento religioso e cortese. Tale stile, caratteristico della tradizione tardo-medioevale, viene tuttavia rielaborato dal prete secolare in una maniera del tutto personale. Quello di Heinrich è infatti un modo di scrivere molto curato e forbito, spesso arricchito dall’uso di complesse perifrasi e di sinonimi che non aggiungono nulla al contenuto della lettera, ma che contribuiscono a rendere il periodo più complesso e articolato, intervallato talvolta da versi.279 Il linguaggio di

Heinrich è in particolare pieno di immagini di amore: egli, come ho già detto, compone le sue lettere sulla falsariga del modello a lui fornito dalla tradizione delle lettere d'amore tipico del

Minnesang. Tuttavia nelle epistole il rapporto tra i due innamorati viene individuato non solo

in una relazione di tipo privato, ma anche e soprattutto nel rapporto esclusivo tra la monaca e Dio. Heinrich si riferisce a Margaretha con espressioni quali: minem liebsten in unserm

heren”280 o der, die ich in got lieb hab, mit got und durch got”281. Egli fa inoltre un frequente

276Lettera XXXIX, 25-27. ‘Stai bene, figlia di Dio, e scrivimi in particolare di quandomi sono di recente, con affetto e dolore separato da re, e anche del cambiamento che è avvenuto in te, come ti ho chiesto.’ (CORSINI, pp. 209-211). Questa lettera in particolare è molto importante perché fa riferimento alla visita dell’ottobre del 1344, nella quale Heinrich si fa promettere da Margaretha che metterà per iscritto le proprie

Offenbarungen.

277 Lettera XL, 31-34. ‘Ma se penso in modo particolare alla mia recente muta separazione da te, il mio cuore si riempie di una tale immensa e anelante nostalgia che di ciò non posso scrivere niente’ (CORSINI, p. 213). 278Lettera I, 25, 29. ‘Perciò sappi che il tuo volto rattristato, il tuo sguardo pieno di nostalgia, i tuoi gesti

silenziosi, i tuoi occhi pieni di lacrime e il tuo procedere addolorato quando ho preso commiato da te mi hanno trapassato il cuore emi hanno profondamente colpito e fatto male’ (CORSINI, p. 79).

279 A conferire al testo un andamento ritmico anche un uso frequente delle rime. 280Lettera XV, 1. ‘A ciò che mi è più caro in nostro Signore’ (CORSINI, p. 123).

uso della parola minne e di composti di nuova formazione che la contengono, come ad esempio minbrinend282, minnenbanden283, minendurst284 o minenwallend285.

Heinrich fa un ampio utilizzo anche dell’immaginario biblico286 e usa metafore ed espressioni

prescritte nelle Sacre Scritture rifunzionalizzandole al fine di fondare il proprio insegnamento su di una simbologia che doveva essere ben nota tanto a Margaretha quanto alle consorelle di Medigen, nonché alle suore degli altri conventi e a tutti coloro che leggevano le lettere. Nella lettera V, ad esempio, troviamo l’espressione deinem innern menschen287: il concetto di ‘uomo

interiore’ risale al Nuovo Testamento ed in particolare a San Paolo, che nella Lettera agli Efesini 3, 16 scrive: “perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati nell'uomo interiore mediante il suo Spirito”. (cfr. 2 Cor 4, 16). Egli contrappone l’uomo interiore, che costituirebbe l’uomo vero e nobile, all’uomo esteriore, cattivo e peccatore. Nella lettera successiva si ritrova invece, sempre in riferimento alle lettere di Paolo288, l’espressione “der veder heiligen negel und sper unsers heren Jhesu Christo”,

mentre e nella lettera XXXV troviamo una citazione in latino del profeta Isaia: “domine, vim pacior, responde pro me etc” (Is 38, 14)289. Numerosi anche i riferimenti a diversi personaggi

ed avvenimenti biblici: la storia di Ester (“und er sich selber dir so lieblich erzaigen ist, als ob er sprech zu dir als kung Asswerung sprach zu Hester, da sie in vorcht und ab sinen entstelten antlitz erschrocken was, das si nider saig, stat da geschriben, als unszer liebe kind und unser schuler wol wissent”)290, le due tortore che Maria offrì nel tempio (“Der uss erwelten tochter

gotz in der mine seins eingebornen suns enbitiu ir urwirdiger friund in unserm heren Jhesu Christo, zwei türteltublein, die Maria mit und für ir kint opfert in dem tempel dem vatter, dem vatter irs kindes: das ist mit Christo un für Christo zweier lei seuftzen, die usz deinem

282Lettera IV, 29. ‘spirito ardente d’amore’ (CORSINI, p. 87); cfr lettera XXXIII, 86 “von dinem minnebrindem ernst”, ‘dal tuo ardore d’amore’ (CORSINI, p. 181); cfr. lettera LIII, 34 “mit seinem minnenbrindem liecht”, ‘con la sua luce ardente d’amore’ (CORSINI, p. 275).

283Lettera IX, 13. ‘vincoli d’amore’ (CORSINI, p. 101); cfr. lettera XXXIII, 61 “das sint die minnenband”, ‘Questi sono i vincoli d’amore’ (CORSINI, p.181).

284Lettera X, 43. ‘sete d’amore’ (CORSINI, p.107); cfr. lettera XVII, 102 “dieser minendurst”, ‘questa sete d’amore’ (CORSINI, p. 139).

285Lettera XXV, 10. “[sangue] fluttuante d’amore” (CORSINI, p. 155); cfr. Offenbarungen: STRAUCH, 87, 25-26: “sin aller creftigostes minnenwallendez hailigez bluot” (‘il suo sangue efficacissimo e fluente dell’amore’ (VANNI, p. 164).

286La Bibbia è una delle poche fonti che Heinrich cita espressamente, ma non è ovviamente, com’è facile aspettarsi da un uomo religioso e predicatore della portata di Heinrich, l’unico modello seguito dal prete secolare: oltre ai già citati influssi del Das fließende Licht e degli scritti composti dai Gottesfreunde,vi sono frequenti riferimenti a San Gregorio, Sant’Agostino e Anselmo.

287‘nel tuo essere interiore’ (CORSINI, p. 91); cfr. lettera XVI, 5, lettera XXXVI, 51-52.

288 2 Cor 3, 3: “È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani.”

289 Lettera XXXV, 37.

290Lettera XXXIII, 34-38. ‘ed egli ti si mostri pieno d’amore come fece re Assuero quando parlò ad Ester, allorché ella aveva timore di lui e si era spaventata per il suo aspetto terrificante, tanto che, come sta scritto, era caduta a terra, cosa che le nostre care figlie e allieve ben sanno.’ (CORSINI, p. 179).

witwelichen hertzen uf getragen werden dem ewigen got – ainen in warer forcht gotz für dein undmein und aller menschen sund und den andern in warer mine zu got mit stetem geträwen jamer – in dem tempel gotz in da ewigklichen an sehen mit lob.”)291 nonché la supplica di

Magdalena e Marta per la vita del fratello (“mer mit einem got minenden mitleiden, ausz dem so gar früntlichen in grossem getrawen Magdalena und ir swester Marta .ir andachtig botschafft santent zu Gott und sprachen: ‘herr, den du minnest der siechet”).292

I riferimenti biblici nonché l’utilizzo del lessico amoroso, i frequenti rimandi all’opera di Mechthild e l’uso di espressioni e metafore che arricchiscono la prosa sono solitamente collocati da Heinrich nella prima sezione della lettera, quella dedicata maggiormente ai suoi pensieri interiori e ai suoi sentimenti. La seconda parte invece è scritta in una prosa molto più chiara e semplice. Da ciò si può dedurre che Heinrich vari il proprio metodo di scrittura adattandolo allo scopo comunicativo che cerca di perseguire, adottando dunque uno stile più forbito nell’esporre contenuti religiosi ed in seguito una prosa più semplice e fluente con la quale collegare le informazioni relative a alla quotidianità.

La prosa di Heinrich appare senza dubbio al lettore contemporaneo affettata e di difficile lettura, ma, seppure nella sua artificiosità, essa trova il proprio valore intrinseco nell’essere espressione di una devozione spirituale e di un sentire religioso tanto lontani rispetto a quelli odierni, quanto fedeli a quella che fu la religiosità del suo tempo.

291 Lettera XL, 1-10. ‘All’eletta figlia di Dio nell’amore del Figlio unigenito offre il suo indegno amico in nostro Signore Gesù Cristo le due tortorelle che Maria ha sacrificato con e per suo figlio nel tempio del Padre, al Padre di suo figlio: e cioè con Cristo e per Cristo due sospiri, che vengono offerti al Dio eterno dal tuo cuore di vedova – uno nel vero timore di Dio per i peccati tuoi e miei e di tutti gli uomini, e l’altro nel vero amore per Dio con costante e devoto desiderio – nel tempio di Dio in eterno rispetto e lode’ (CORSINI, p. 211).

292Lettera XLVII, 26-30. ‘ma con la compassione dell’amore di Dio, con cui Maddalena e la sorella Marta mandarono per amicizia e con grande fede il loro devoto messaggio a Dio dicendo: “Signore, colui che tu ami è malato”’ (CORSINI, p. 247).