1. Analisi del Contesto di riferimento
1.2. Contesto esterno
La prima e indispensabile fase del processo di gestione del rischio è quella relativa all’analisi del contesto, attraverso la quale ottenere le informazioni necessarie a comprendere come il rischio corruttivo possa verificarsi all’interno dell’amministrazione per via delle specificità dell’ambiente in cui essa opera in termini di strutture territoriali e di dinamiche sociali, economiche e culturali, o per via delle caratteristiche organizzative interne.
In particolare l’analisi del contesto esterno ha come obiettivo quello di evidenziare come le caratteristiche dell’ambiente nel quale l’amministrazione o l’ente opera, con riferimento, ad esempio, a variabili culturali, criminologiche, sociali ed economiche del territorio possano favorire il verificarsi di fenomeni corruttivi al proprio interno. A tal fine, sono da considerare sia i fattori legati al territorio di riferimento dell’amministrazione sia le relazioni e le possibili influenze esistenti con i portatori e i rappresentanti di interessi esterni. Comprendere le dinamiche territoriali di riferimento e le principali influenze e pressioni a cui una struttura è sottoposta consente di indirizzare con maggiore efficacia e precisione la strategia di gestione del rischio. A tal proposito i dati di contesto esterni all’Ateneo, ricavati dalle relazioni periodiche sullo stato dell’ordine e della sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal Ministero dell’Interno e pubblicate sul sito della Camera dei Deputati, quelli ricavati dal rapporto della Guardia di Finanza, dall’ANAC e da Unioncamere non sono incoraggianti. Il livello di infiltrazione della criminalità organizzata nelle pubbliche amministrazioni del territorio è molto alto.
A livello nazionale, secondo il più recente rapporto della Guardia di Finanza (anno 2015) i danni erariali registrano, su 2.644 interventi eseguiti, 8.021 persone segnalate e danni erariali per 4,3 miliardi di euro provocati da funzionari e impiegati infedeli, superiori a quelli per le truffe. Inoltre è emerso che un terzo degli appalti controllati e monitorati è stato assegnato illecitamente. Su un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro, le somme oggetto di assegnazione irregolare sono state di quasi 1,8 miliardi di euro.
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II SEGRETERIA DIREZIONE GENERALE allegato al DD/2017/951 del 12/10/2017
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Se si prendono in considerazione i reati di concussione (317 c.p.), corruzione per un atto d’ufficio (318 c.p.), corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (319 c.p.), corruzione in atti giudiziari (319 ter c.p.), corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (320 c.p.) e istigazione alla corruzione (322 c.p.), dal Rapporto ANAC elaborazioni su dati ISTAT 2013 la Campania si presenta sempre nella zona alta della classifica delle regioni a più alta concentrazione di reati rispetto al numero di abitanti e comunque sempre sopra la media nazionale, come mostra il grafico in tabella 1.
Tabella 1: Reati contro la pubblica amministrazione
Fonte: Elaborazioni su dati A.N.AC.
Risultati non meno sconfortanti emergono nello stesso rapporto se si analizzano gli importi dei risarcimenti per regione dovuti a danni patrimoniali nei confronti della pubblica amministrazione, come rappresentato dalla tabella 2.
Il dato più evidente della infiltrazione delle organizzazioni camorristiche nelle Pubbliche Amministrazioni della Campania è costituito dal numero di provvedimenti di scioglimento di Comuni, per esteso e diffuso condizionamento da parte delle organizzazioni criminali, capaci di tessere rapporti in settori vitali della società civile, per distrarre a proprio profitto, anche per il tramite di ditte concessionarie degli appalti, ingenti somme destinate ad interventi di pubblica utilità.
Al quadro dei delitti contro la pubblica amministrazione occorre aggiungere i reati a sfondo economico. Dal Rapporto Unioncamere 2016, nel 2014 il complesso dei reati a sfondo economico in Campania ha inciso sul totale dei reati denunciati per il 17%, a fronte di una media nazionale del 14%, suggerendo in tal modo come la distorsione delle regole di mercato sia più intensa in regione che in Italia. Si tratta di reati, quelli economici, che complessivamente crescono in Campania nel 2014dell’1,9% (Italia -1,4%), in ragione delle dinamiche osservate per quanto concerne i reati spia della criminalità organizzata (Campania +4,3%; Italia +0,2%), i reati operati dalle associazioni criminali (Campania +28,7%;
Italia +24%), i furti in esercizi commerciali (Campania +7,9%;Italia +2%), le frodi e delitti informatici (Campania +0,9%; Italia -4%) ed i reati commerciali(Campania +13,2%; Italia +3,6%). Peraltro, le province campane evidenziano
Concussione
Reati per i quali è stata avviata l’azione penale (2007-2010) (valori per 100.000 abitanti)
anno 2007 2008 2009 2010
Campania 1,02 1,2 0,57 1,24
media nazionale 0,56 0,65 0,88 0,83
Corruzione
Campania 3,23 5,63 4,03 3,06
media nazionale 1,72 1,64 2,01 1,52
Condannati per tipologia di reato, regione e anno di iscrizione nel Casellario (valori per 100.000 abitanti)
Concussione –art. 317 c.p
Campania 0,28 0,26 0,53 0,17
media nazionale 0,23 0,25 0,48 0,35
Corruzione – artt. 318-319-319 ter-320-322 c.p.
Campania 2,47 2,79 2,12 2,59
media nazionale 1,26 0,87 0,99 0,86
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tutte un livello di sicurezza del mercato molto basso, essendo tutte tra le ultime 30 province per tale livello(Napoli penultima in Italia).
A questo dato occorre aggiungere che il tasso di disoccupazione giovanile dal Rapporto Unioncamere 2016 risulta pari a 19,8 punti percentuali ossia circa 8 punti in più della media italiana e che il territorio della città di Napoli è interessato da una cruenta ridistribuzione del potere camorristico che è assurto alla cronaca anche per inediti comportamenti violenti.
Il territorio della città di Napoli può essere suddiviso dal punto di vista dell’analisi del contesto camorristico in quattro macro-aree di influenza (area Nord: di massima zona di “Secondigliano”; area del centro: di massima quartieri
“Vicaria, Forcella, Maddalena, Duchesca, Quartieri Spagnoli, Mercato” ,area orientale: quartieri “Ponticelli”, “Barra”,
“San Giovanni a Teduccio” e comuni limitrofi; area occidentale: quartieri “Bagnoli”, ’’Fuorigrotta” , “Pianura”):
Gli assetti camorristici definiti nelle suddette aree sono molto variegati e in continua evoluzione.
In molte di queste aree l’Ateneo presenta degli insediamenti. Gli interessi criminali dei capiclan spaziano in tutti i settori.
Seppur in misura minore rispetto ad un ente locale o ad un’azienda sanitaria, l’Università gestisce un consistente numero di appalti per l’assolvimento delle proprie funzioni istituzionali (a titolo di esempio servizio di guardiania, servizio di pulizia, appalti per i nuovi insediamenti di S. Giovanni, appalti di manutenzione, ecc). Per tale motivo nell’analisi e nella valutazione del rischio massima attenzione è stata rivolta anche al contesto esterno, nei termini sopra evidenziati.
Tabella 2: Importo dei risarcimenti per Regione (2001 -2012)
Regione Risarcimento richiesto Risarcimento comminato
Abruzzo 234.011,61 625.088,55
Calabria 1.568.870,50 524.811,21
Campania 5.136.041,97 4.160.497,65
Emilia Romagna 250.079,37 177.855,98
Friuli Venezia Giulia 595.669,12 294.056,70
Lazio 158.941.318,88 23.425.761,08
Liguria 4.668.107,09 1.886.877,02
Lombardia 23.436.209,33 11.971.743,32
Marche 1.451.891,53 822.400,00
Molise 2.101.821,80 910.192,98
Piemonte 6.707.453,54 3.546.796,55
Puglia 3.268.569,08 1.779.323,65
Sardegna 8.319.506,39 8.148.970,19
Sicilia 1.184.279,31 888.739,60
Toscana 3.049.890,37 764.911,68
Trentino Alto Adige 1.052.120,10 799.586,73
Umbria 478.228,45 80.000,00
Valle d'Aosta 1.459.646,02 500.000,00
Veneto 3.059.522,45 2.360.487,77
Totali 226.963.236,92 63.668.100,67
Fonte: Elaborazioni A.N.AC. su sentenze della Corte dei Conti UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II SEGRETERIA DIREZIONE GENERALE allegato al DD/2017/951 del 12/10/2017
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