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Continuità tecnica: i produttor

L’Universo Cinematografico Marvel | Elementi di continuità intramediale

3.1 Continuità tecnica: i produttor

Si è anticipato in precedenza come l’universo condiviso tra differenti proprietà intellettuali sia un pratica narrativa assimilata da tempo nel mondo dei fumetti americani, sfruttata soprattutto a scopi commerciali, quando invece nel grande schermo (nello specifico quello hollywoodiano, impostato più di altri al profitto) raramente si è assistito ad esempi degni di nota capace di usufruire delle opportunità che negli anni avevano fatto la fortuna delle grandi case editrici supereroistiche.

Chiaramente le differenze in termini di apparati produttivi implicati nei due media diventano alquanto significative: mantenere una continuità ecosistemica (secondo le

Nick Fury (interpretato da Samuel L. Jackson), Marvel’s The Avengers.

regole di correlazione, consistenza e resilenza ) tra diversi film, ciascuno con i propri 91

produttori, scrittori e registi, oltre che gestire la narrazione tra le singole storyline e le modalità attraverso cui interagiscono e si influenzano a vicenda, tenendo sempre come riferimento ultimo lo sviluppo generale, è un lavoro particolarmente complesso e delicato, anche considerando gli investimenti e gli interessi che sono in ballo in una produzione high budget, sicuramente più facile da applicare in ambiti più circoscritti quali il reparto creativo di un editore come Marvel o DC oppure anche un piccolo progetto cinematografico indipendente ricondotto ad un ridotto gruppo di collaboratori che gestiscono la serie dall’inizio alla fine (ad esempio lo studio View Askew Productions di Kevin Smith). Luoghi dove comunque i confronti tra le persone interessate sono facilitati da una certa quotidianità dei rapporti e le influenze reciproche sono all’ordine del giorno, mentre i tempi relativamente brevi di scrittura e produzione permettono facilmente di apporre eventuali modifiche alle storie. Se invece si pensa ai lunghi tempi necessari allo sviluppo di un blockbuster (dalla fase di scrittura alla release nelle sale si impiega minimo due anni) e all’organico specificatamente coinvolto per quel determinato lavoro si può intuire come le variazioni in corso d’opera siano molto più difficili da applicare, in particolar modo se i progetti sono multipli e vengono sviluppati in contemporanea. Inoltre la prospettiva tipicamente hollywoodiana resource-

based denuncia fin da subito una precisa mentalità ben consolidata all’interno del

sistema cinematografico dove i film vengono pensati uno alla volta, concentrando le proprie forze su un certo progetto per poi ricominciare da capo con il successivo. Solo nel caso di risultato positivo e relativa decisione di proseguire con un ulteriore capitolo

Il principio di correlazione è definito come “The capability of a system to suggest relevant connections

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among pieces of information, (as well as among services or goods also across different media and channels to help users achieve explicit goals or stimulate latent needs) is a significant feature of the narrative ecosystems and it is called principle of correlation by information architecture”. Per consistenza si intende “the capability of a system (an information or media space) to suit the purposes, the contexts, and the people it is designed for (internal consistency) and to maintain the same logic and recognizability along different media, environments, and times in which it acts (external consistency)”. La resilenza invece “is the capability of a system to shape and adapt itself to different users, needs, and experiential strategies. A successful resilient environment implements its information architecture as a dynamic process where people are active players and an integral component of the design. Moreover, resilience indicates the capability of the system to react to the changes (overall radical or unexpected changes) and re-establish its equilibrium”. V. Innocenti, G. Pescatore, L. Rosati, Converging universes and media niches in serial

narratives. An approach through information architecture, in Lugmayr & Dal Zotto (Eds.) Media Convergence Handbook. Springer, vol. 2. 2016, p. 145.

si contatteranno nuovamente le maestranze principali (cast, regia e produttori in particolare) per tornare a concentrarsi su quel particolare progetto.

Diversamente una struttura a universo condiviso richiede alcune specifiche necessarie a livello tecnico affinché lo sviluppo possa perdurare per anni equilibrando coerenza (per quel che riguarda il brand e la visibilità) e dinamicità in modo da accogliere quelle piccole variazioni che rinfrescano l’offerta.

Kevin Feige, oltre ad essere il direttore di produzione e dunque riferimento generale per ogni pellicola prodotta dai Marvel Studios, ha sempre ricoperto e ricopre tuttora il ruolo di produttore, congiuntamente all’attuale Vice Presidente degli Studios Louis D’Esposito nel ruolo di produttore esecutivo. Tale centralizzazione nelle mani di membri interni allo studio stesso è stata ulteriormente rafforzata sin dallo sviluppo di

Iron Man con la creazione di un comitato creativo (ufficialmente Marvel Creative

Committee, o MCC), un gruppo di figure manageriali di una certa rilevanza nelle dinamiche interne all’azienda, con il compito di affiancare Feige nella supervisione di ogni progetto legato al MCU : Alan Fine (Marvel Entertainment President, Executive 92

Vice President of Office of the Chief Executive, CEO of Publishing Division, Chief Marketing Officer of Marvel Characters Inc), Dan Buckley (Publisher, CEO of Print, Animation, Digital Media Divisions), Joe Quesada (Chief Creative Officer of Marvel Entertainment, ex Editor-in-chief of Marvel Comics), Brian Michael Bendits (assieme a Quesada uno dei fumettisti più importanti del pantheon Marvel) e Sid Ganis (fino al 2009, membro interno del Board of Directors Marvel Entertainment, dal 2005 al 2009 President of the Academy of Motion Picture Arts and Sciences) . 93

L’istituzione di un comitato creativo per il controllo generale di tutte le attività correlate all’universo cinematografico è stato sicuramente un segnale importante sulla direzione che Marvel aveva deciso di intraprendere. Tra nuovi blockbuster,

Almeno fino al 2015, quando i Marvel Studios e Kevin Feige si sono distaccati da Marvel Entertainment

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per continue divergenze in merito la direzione da prendere, riferendosi direttamente a Alan F. Horn, CEO e chairman di The Walt Disney Studios.

Tutti facente capo a Isaac Perlmutter, dal 2005 CEO di Marvel Entertainment.

cortometraggi, le prime idee di espansione televisiva e altri prodotti video minori , 94

fumetti tie-in (spesso nella forma di prequel alle vicende che sarebbero state raccontate nei film, rilasciati qualche mese prima della release ) e merchandise, il compito del 95

comitato era la coordinazione sia tra le diverse produzioni dello studio, dalla scrittura alla post-produzione per mantenere un altro grado di coerenza tra tutte le sue componenti, sia tra i differenti mercati in cui il marchio Marvel era attivo (in questo senso la presenza di executives provenienti da diversi reparti dell’azienda diventa significativa).