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Capitolo 3 – In che senso l’ironia dice il contrario?

3.2. Il contrasto

Nei capitoli precedenti è stato mostrato come la contrarietà sia un aspetto centrale nell’ironia in relazione a molti suoi aspetti. In particolare, quello che è di maggiore interesse per questo lavoro è il rapporto tra situazione e commento. Si è mostrato come la contrarietà rispetto a questi elementi sia definita in modi diversi: situationl disparity (cfr. Gerrig & Goldvarg, 2000), context incongruity (Ivanko & Pexman, 2003), evaluation reversal (Partington, 2007). Analogamente ci si può riferire a questo rapporto con il termine contrasto (cfr. Colston, 2002; Colston & O’ Brien, 2000a, 2000b). Colston e O’Brien (2000a) hanno rimarcato una differenza tra mero contrasto e effetto di contrasto attingendo a studi legati alla percezione visiva.

Il mero contrasto nasce dal confronto tra il commento con la situazione referente e si manifesta quando si ravvisa una certa incongruità o disparità tra di essi rispetto ad una determinata dimensione (es. valutazione della situazione in termini positivi o negativi). Questo contrasto può ravvisarsi anche nel confronto tra la situazione e le aspettative che si hanno rispetto a quella determinata situazione. Alla presenza del contrasto è legato il carattere ironico di un determinato commento (Colston & O’ Brien, 2000a). Il contrasto può essere di due tipi: contrast of type21 e contrast of magnitude22 (Colston & O’ Brien, 2000b). Il primo, contrast of type, è generalmente associato all’ironia in quanto essa poggia su una caratteristica che ha un polarità opposta rispetto alla situazione. Un commento è ironico se esprime un caratteristica rilevante opposta alla situazione generando quindi un contrasto di tipo o di polarità. Ad esempio di un brutto tiro fatto da un giocatore di basket viene fatto un commento polarizzato inversamente: “Bel tiro!”. Il secondo tipo di contrasto si ottiene con un commento che non varia rispetto alla situazione in termini di polarità, ma varia in intensità. Due esempi tipici sono l’iperbole e la minimizzazione. Un’iperbole esprime una caratteristica della situazione esagerandone una caratteristica. Nel caso del giocatore di basket, il commento “Il peggior tiro della storia!” produce un contrasto di magnitudine. La minimizzazione attenua una caratteristica della situazione. Nel caso del giocatore di basket, anche il commento “Tiro bruttino!” produce un contrasto di magnitudine. Nell’iperbole e nella minimizzazione non c’è l’inversione di polarità che avviene nell’ironia basata sul contrasto di tipo.

21 Contrasto di tipo, trad. mia. 22 Contrasto di intensità, trad. mia.

L’effetto di contrasto è quello specifico effetto che si ha sulla percezione di un determinato oggetto o evento mediante la diretta esposizione ad un altro oggetto o evento ad esso in qualche modo connesso (Colston & O’ Brien, 2000a). Ad esempio, dieci centimetri di neve possono sembrare tanti rispetto ad una leggera velatura di neve sul terreno, ma possono sembrare relativamente pochi se comparati agli effetti di una bufera di neve. L’effetto di contrasto è determinato dalla variazione nella risposta ad un certo stimolo in presenza di un termine di paragone. Questo effetto produce una variazione della risposta allo stimolo lungo una certa dimensione rilevante nella direzione lontana a quella del termine di paragone. Se si chiede di giudicare in termini di aggressività il comportamento di una persona che sbatte la porta, la persona viene valutata come aggressiva in una certa misura. Quando viene mostrato prima o simultaneamente un termine di paragone che presenta un comportamento più aggressivo, la persona viene giudicata come aggressiva in misura inferiore tanto drasticamente quanto è maggiore l’aggressività mostrata nel termine di paragone (Colston & O’ Brien, 2000a). Questo tipo di effetto ha radici legate a studi sulla percezione e in particolare alle illusioni geometriche: l’illusione di Ebbinghaus è esemplare. Nella figura 4, il cerchio centrale in A appare più piccolo del cerchio centrale in B a causa dell’effetto di contrasto dovuto alla diretta comparazione con i cerchi più grandi che lo circondano. Analogamente il cerchio centrale in B appare più grande rispetto al cerchio centrale in A a causa dell’effetto di contrasto dovuto alla diretta comparazione con i cerchi più piccoli che lo circondano. La realtà fenomenica, cioè quella percepita, non corrisponde alla realtà fisica, misurabile (in questo caso con gli strumenti della geometria che permettono il calcolo dell’area del cerchio), poiché i due cerchi centrali in A e B sono geometricamente identici.

Figura 4. Ebbinghaus illusion (per spiegazione vedi testo) (Colston & O’ Brien, 2000a, p. 1561).

Applicando il fenomeno dell’effetto di contrasto al linguaggio figurato, in particolare all’ironia e alla minimizzazione, Colston e O’Brien (2000a) hanno osservato il verificarsi dell’effetto di contrasto in alcuni aspetti pragmatici del discorso. Mediante la manipolazione del grado di disparità tra commento e situazione (ovvero la manipolazione del mero contrasto), si osserva un effetto di contrasto. L'effetto di contrasto è maggiore nell'ironia (caratterizzata da un forte grado di disparità, perché basata sul contrasto di tipo) rispetto alla minimizzazione (caratterizzata da leggera disparità, basata sul contrasto di intensità) e rispetto all’uso letterale del linguaggio (caratterizzato do assenza di disparità). Nello studio in questione, la misurazione dell'effetto di contrasto è avvenuta sulla base di quattro parametri relativi ad aspetti pragmatici del discorso: al commento ironico è stata attribuita dai soggetti una maggiore capacità di esprimere umorismo, condanna, sorpresa e protezione del parlante, rispetto ai commenti di minimizzazione e letterale. Al commento di minimizzazione sono state attribuite queste capacità espressive in misura inferiore rispetto al commento ironico, ma in misura maggiore rispetto al commento letterale (Colston & O’ Brien, 2000a).

Come gli studi che sono riportati in questo paragrafo dimostrano, indagare l’ironia partendo da fenomeni basati su regole della percezione sembra essere fruttuoso dal punto di vista conoscitivo. Nel prossimo paragrafo saranno descritti alcuni aspetti legati alla percezione della contrarietà su cui poggiano gli studi sperimentali che presenterò nel capitolo successivo.