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CONTRO PROTESTE E PRESENZA DELLE FORZE DELL‟ORDINE

Le manifestazioni della società civile nelle strade non sono sempre accolte positivamente o ignorate dai passanti e da altri gruppi di attivisti, nel post Fukushima si può infatti osservare il fenomeno delle contro proteste definite kauntādemo, o in forma abbreviata kauntā, ovvero di eventi organizzati con lo scopo di intralciare e fermare altre manifestazioni. Nel caso dei SEALDs durante un loro corteo nel dicembre del 2015 (Doc.15) gli studenti e la loro sound

car sono bloccati da un gruppo di estrema destra (uyoku) che con un furgone taglia la strada

alla manifestazione impendendole di proseguire mentre da megafoni installati sul mezzo diffonde musica ad alto volume e insulti rivolti ai manifestanti. Il piccolo incidente si risolve senza nessuno scontro fisico, i SEALDs e i partecipanti sebbene bloccati continuano a cantare cori contro Abe ancora più euforici dell‟imprevisto, mentre il gruppo che li ostacola a sua volta non sembra interessato a causare particolari danni se non intralciare solo il passaggio, le forze dell‟ordine riescono quindi a intervenire facendo spostare il furgone che comunque continua con i soli attacchi verbali e la parata dei SEALDs viene conclusa sul posto. Si verificano eventi simili anche per le manifestazioni organizzate dai loro successori come durante il corteo “FORCE QUIT” organizzato a Shibuya l‟1 ottobre 2017 (Doc.22), durante il quale si possono osservare diversi furgoni di gruppi di estrema destra parcheggiati lungo il lato ovest alla stazione di Shinjuku ad aspettare i manifestanti che al loro passaggio minacciano e insultano utilizzando i grossi speaker montati sui loro mezzi, mentre membri delle forze dell‟ordine si dispongono in modo da creare un corridoio umano che trattiene questi contestatori dall‟assaltare i manifestanti.

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I casi delle contro proteste sono esempi che mostrano una più massiccia presenza delle forze di polizia a regolare il dissenso pubblico e mantenere la sicurezza, tuttavia la loro presenza non è sempre visibile nelle stesse modalità ad ogni manifestazione poiché esistono differenti tipologie di agenti impegnati diversamente a seconda degli eventi. Steinhoff analizzando le proteste contro il sistema imperiale tra la fine degli anni Ottanta e gli anni Novanta delinea l‟esistenza di tre categorie distinte di forze dell‟ordine che disciplinano le manifestazioni: la prima tipologia di agenti è in divisa e ha il compito di regolare il traffico stradale, la seconda è in tenuta antisommossa con armature rinforzate ed elmetti e controlla fisicamente il flusso di persone bloccando eventuali scontri fisici tra i partecipanti e altre azioni violente, e infine l‟ultima categoria è composta da agenti in borghese con taccuini, macchine fotografiche e telecamere che osservano a distanza la protesta documentandola.15 Nelle proteste degli studenti legati ai SEALDs analizzate generalmente non è osservata la presenza di agenti in tenuta antisommossa, ma solamente di quelli in borghese a osservare l‟evento e quelli in divisa che regolano il traffico di veicoli, i manifestanti ed eventuali contro proteste; anche nel caso delle manifestazioni più accese davanti al Parlamento si notano solamente queste due tipologie di agenti, a testimonianza del fatto che gli attivisti dimostrandosi attenti all‟ordine pubblico non sembrano particolarmente pericolosi per le forze dell‟ordine.

La presenza delle forze di polizia aumenta nei casi che possono dare origine a situazioni critiche di scontro fisico tra i partecipanti, in particolare per quanto riguarda le manifestazioni considerate di hate speech (heitosupīchi) (Doc.27), cortei criticati come xenofobi o ultranazionalisti poiché organizzati per protestare contro i diritti di residenza che lo stato giapponese riconosce a individui di origine coreana (zainichi) e altre minoranze, contestati da gruppi di individui che si organizzano collettivamente per intralciarli e criticarli con urla, megafoni, cartelloni e sit in che intimano a cessare l‟evento, e che spesso evolvono in tafferugli coinvolgendo i partecipanti della manifestazione, quelli del contro-evento e la polizia. In questi casi è possibile osservare un eterogeneo insieme di forze dell‟ordine che cerca di controllare l‟evento: agenti in borghese o con indosso elementi identificativi come

15 Patricia G. S

TEINHOFF, “Radical Outcasts versus Three Kinds of Police: Constructing Limits in Japanese Anti-

Emperor Protests”, Qualitative Sociology, 29, 3, 2006, pp. 387-408

Manabe citando il Professor Kawagishi Norikazu della Waseda University e Matsumoto Hajime descrive i particolari agenti in borghese come membri del Dipartimento della pubblica sicurezza (“Public Safety Police Department”) il cui compito è identificare persone potenzialmente pericolose per la sicurezza pubblica che raccolgono informazioni sulle manifestazioni, e nel caso delle proteste contro il nucleare cercano di identificare gli organizzatori di tali eventi e le relazioni tra loro piuttosto che i partecipanti in generale

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delle fasce al braccio e pettorine documentano l‟evento da breve distanza con videocamere e macchine fotografiche, o insieme ad altri in divisa, talvolta anche in tenuta antisommossa, si posizionano tra i manifestanti e la contro protesta tenendoli separati ed evitando che si scontrino, agendo in maggioranza numerica utilizzando la loro presenza fisica per bloccare con i loro corpi gli scontri.

Queste contromanifestazioni non impegnano i SEALDs come gruppo a protestare attivamente, anche se nella fluidità dell‟attivismo del post Fukushima non è possibile escludere che i suoi membri possano prendere parte alle contestazioni, ciononostante questi eventi rappresentano una delle realtà in cui prende forma il dissenso della società civile giapponese che non si manifesta sempre in maniera pacifica e verticale contro le istituzioni, ma prende forma anche in scontri orizzontali tra gruppi di cittadini differenti, comportando una maggiore presenza di forze dell‟ordine a mantenere la sicurezza rispetto a quella osservabile a gestire le manifestazioni degli studenti legati ai SEALDs, che si separano così dalle proteste studentesche del passato la cui violenza comporta una forte risposta delle forze dell‟ordine, sebbene anche loro dimostrano in certe occasioni di sapere agire con insubordinazione contro i limiti imposti dalle autorità per affermare il loro dissenso.