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3 Caratterizzazione dei sedimenti dragat

3.3 Indicazioni pratiche fornite dal Manuale per le indagini ambien tali nei siti contaminat

3.3.2 Controlli di qualità sul campo

Per ciò che riguarda le varie operazioni di campo, il Manuale propone alcuni argo- menti da tener sotto osservazione al fine di ottimizzare il tutto. Gli aspetti che sono sollevati e descritti possono essere elencati nelle seguenti voci: • manutenzione e calibrazione degli strumenti e delle apparecchiature; • procedure di decontaminazione dell’attrezzatura; • utilizzo di campioni di controllo; • norme di conservazione e trasporto dei campioni; • documentazione di campionamento. L’aspetto della manutenzione e della calibrazione della strumentazione utilizza- ta durante le indagini spesso è trascurato nonostante rappresenti una delle prime fonti di errore nella misura. Il primo passaggio riguardante quest’aspetto è sicura- mente quello di elencare tutti gli apparecchi che in fase di progetto sono previsti du- rante la campagna di indagini, poiché solo in tal modo si potrà avere la possibilità di non trascurare alcun dettaglio. Per ogni strumento bisognerà prevedere un piano di manutenzione ordinaria che spesso deve essere concordato con il fornitore in base alle specifiche caratteristiche che l’apparecchio esibisce; solo così si riuscirà a man- tenere un’adeguata efficienza e un corretto ordine. Non di secondo piano è la calibra- zione degli strumenti stessi; prima di iniziare le indagini è obbligatorio assicurarsi che l’apparecchio sia in grado di effettuare la misura cercata nel migliore dei modi. Per questo si esegue la calibrazione. La taratura dovrà poi essere ripetuta ogni qual volta durante le indagini sorgano dubbi o condizioni accidentali che modifichino le condizioni iniziali; per questo motivo è necessario possedere in ogni istante un kit per la pulizia e la calibrazione di ogni apparecchio.

Durante ogni attività d’indagine può accadere di trasferire inavvertitamente sostanze contaminanti da una zona ad un’altra se si utilizza la stessa apparecchiatura e non si applica alcuna attenzione alle sue condizioni. Per questo motivo è necessario preve- dere azioni di decontaminazione dell’attrezzatura. La contaminazione di zone adiacenti all’area d’indagine è definita come cross contamination (contaminazione incrociata) ed è evidentemente dannosa; il processo di decontaminazione degli strumenti assume un ruolo importante e può essere eseguita seguendo due soluzioni differenti: la prima prevede l’utilizzo di un’apparecchiatura monouso cosicché al termine di ogni operazione sarà possibile sostituire gli attrezzi ed assicurarsi di non propagare alcuna sostanza inquinante altrove. Questa soluzione provoca evidente-

mente la produzione di una quantità anche ingente di rifiuti che può ridimensionare i benefici che la successiva attività di bonifica apporterebbe, quindi deve essere stu- diata attentamente. La seconda soluzione è costituita invece dal lavaggio degli appa- recchi ogni volta che si compia una qualsiasi operazione sul campo. La pulizia degli strumenti può essere fatta in vari modi, anche in funzione della “dimensione” dell’apparecchio stesso. È importante che la pulizia sia attuata in un’area esterna alla zona d’indagine e possibilmente pavimentata; in alcuni casi possono essere utilizzati anche specifici solventi qualora sia necessario, ma dopo si dovrà fare attenzione a rimuoverli scrupolosamente. Anche questa seconda soluzione comporta un aumento del costo delle indagini giacché i reflui prodotti durante le operazioni di lavaggio do- vranno essere accuratamente convogliati e smaltiti secondo le rispettive normative vigenti. Al fine di assicurarsi che durante le operazioni d’indagine o di trasporto non vi sia stata alcuna decontaminazione dei campioni estratti, è necessario avere a disposizio- ne diverse tipologie di campioni di controllo. Anche a tal proposito, l’identificazione del numero e delle caratteristiche dei campioni di controllo di cui si dovrà disporre dipenderà dagli obiettivi che l’indagine possiede nonché delle risorse economiche su cui si basa. Il Manuale propone alcuni tipi che di seguito vengono elencati: − Bianco ambientale (ambient blank), costituito da una matrice pulita (acqua ul- trapura per analisi su matrici liquide e sabbia di Ottawa per analisi su matrici solide), libera di analiti e travasata in un contenitore da campionamento nel punto di prelievo dei campioni di indagine; − Bianco di trasporto (trip blank), costituito con lo scopo di misurare eventuali effetti di decontaminazione indotta nelle fasi di trasporto, per esempio nel ca- so di campioni non perfettamente sigillati e trasportati nelle vicinanze di composti volatili. Sono, in pratica, costituiti da fiale contenenti acqua pura, fat- te viaggiare nello stesso ambiente in cui vengono trasportati i campioni da analizzare; queste fiale verranno poi fatte analizzare da appositi laboratori

− Bianco dell’attrezzatura (equipment blank), utile per stimare l’efficacia della pulizia e decontaminazione degli strumenti durante le attività di indagini. Con questo campione di controllo si riesce a definire un’eventuale fornitura di contaminanti alla matrice da analizzare e vengono realizzati facendo scorrere sull’attrezzatura acqua potabile o deionizzata. Per esempio, durante il cam- pionamento di matrice solida utilizzante un carotiere, sarà possibile realizza- re il campione di bianco dell’attrezzatura facendo scorrere acqua sullo stru- mento stesso, previe operazioni di lavaggio e pulizia. Anche in questo caso, il campione di controllo verrà analizzato a posteriori in laboratori al fine di po- ter definire eventuali correzioni necessarie da apporre ai risultati; − Duplicato di campo (field duplicate), realizzato con un campione con caratteri- stiche identiche ad un altro. Nel caso dei terreni, la pratica viene definita con il processo di omogeneizzazione e poi di quartamento; i due o più campioni identici così generati saranno sottoposti a medesimi protocolli di analisi per poter poi confrontare i risultati. Spesso, per garantire la correttezza delle pro- cedure analitiche si decide di far analizzare uno o più campioni duplicati pres- so un secondo laboratorio. Le indicazioni fornite in sede di conferenza di ser- vizi dei siti di interesse nazionale prevedono che il 10% dei campioni analiz- zati nel corso delle indagini effettuate in sito sia analizzato anche presso i la- boratori dell’ente pubblico o di controllo; − Duplicato cieco (blind duplicate), duplicato di un cero campione etichettato in maniera diversa in modo tale che il laboratorio in cui si effettueranno le anali- si non ne sia a conoscenza;

− Campione d’acqua (source water blank), campione d’acqua utilizzata per le operazioni di lavaggio e pulizia della strumentazione durante le attività di in- dagini. Nel caso d’utilizzo di differenti fonti di approvvigionamento è oppor- tuno prelevare un campione di controllo da ciascuna fonte.

Anche la fase di conservazione e gestione dei campioni richiede precauzioni ne- cessarie per non compromettere l’attendibilità dei risultati d’indagine. A tal proposi- to, il Manuale descrive dettagliatamente tutti gli aspetti idonei per una corretta con- servazione, per un corretto trasporto e quindi una corretta gestione dei campioni ormai prelevati. Ai fini dell’assicurazione della qualità dei dati acquisiti è molto im- portante che tutte le attività svolte sul campo siano opportunamente annotate in modo da poter ricostruire tutte le fasi della campagna e avere elementi utili per

l’interpretazione di eventuali anomalie. Nel corso delle attività di prelievo, per cia- scun campione, può essere utile compilare una scheda di campionamento, compren- dente una serie d’informazioni tra cui la data e l’ora, le modalità di prelievo, eventuali problemi o anomalie riscontrate nel corso del campionamento ed ogni altra informa- zione che può risultare utile nell’interpretazione dei risultati. Ovviamente, tutti i campioni dovranno essere denominati in maniera univoca dal personale di campo.

4 Il porto di Livorno ed il progetto Life+ SEKRET

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