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Cooperazione economica e politica tra israeliani e giordani

CAPITOLO 5 ANALISI DEL REALE IMPATTO SOCIOECONOMICO E

5.2 Effetti macroeconomici e sociali del trattato QIZ

5.2.6 Cooperazione economica e politica tra israeliani e giordani

Come già accennato nei precedenti capitoli, l’iniziativa delle QIZ è stata designata, dopo la firma del Trattato di pace tra Israele e Giordania nel 1994, per supportare il processo di pace in Medio Oriente. Tuttavia, gli effetti delle QIZ sull’integrazione economica regionale e sul processo di pace sono stati marginali a causa della continua tensione tra i confinanti Stati arabi e Israele, sfociata nella seconda Intifada, la cosiddetta Intifada di Al-Aqsa, 2000.358

Il deterioramento delle ostilità arabo-israeliane ha avuto ripercussioni anche sulla classe imprenditoriale araba. Dal punto di vista degli industriali giordani, l’obiettivo politico del trattato QIZ sembra non sia stato raggiunto.

Se l’accordo QIZ doveva sfociare in una cooperazione più ampia con la controparte israeliana attraverso la partecipazione commerciale in progetti di partnership e joint-venture, la maggioranza degli investitori, sia giordani che israeliani, rimane invece restia a

356 Ibidem.

357 Jordan Industrial Estate Co. (2017); op. cit.

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collaborare a causa di fattori politici che minano le relazioni di fiducia sin dal principio.

Per quanto riguarda la cooperazione regionale, l'esito è stato quindi relativamente deludente: gli imprenditori giordani delle QIZ, infatti, si sono limitati a raggiungere la soglia minima dell’8% in termini di materia prima importata da Israele, come previsto dall’accordo, senza che questa prescrizione producesse un miglioramento nelle relazioni tra i due stati.359

La soluzione paventata di “commercio in cambio della pace con Israele”, da sola, non basta a garantire un clima di fiducia e stabilità politica nella regione e a creare un clima di cooperazione non solo economica, ma anche politica.360

Secondo l'ultimo rapporto del Comitato nazionale del lavoro degli Stati Uniti, la Cina, non Israele o la Giordania, è il principale beneficiario dell'accordo QIZ tra Stati Uniti, Israele e Giordania. Nel 2005, la Giordania ha esportato negli Stati Uniti poco più di $1 miliardo di dollari in abbigliamento duty-free prodotto presso le fabbriche del QIZ e $682 milioni di dollari statunitensi comprendevano input cinesi. Come notato in precedenza in questo studio, la maggior parte degli impianti nelle QIZ della Giordania sono di proprietà di investitori dalla Cina, Hong Kong o altri paesi asiatici, inclusi Taiwan e Pakistan. Gli investitori cinesi gonfiano il valore degli input locali per ottenere benefici in termini di dazi negli Stati Uniti. L'accordo QIZ prevede che se un capo di abbigliamento subisce un "doppio processo" in una fabbrica, come il taglio e il cucito, la fabbrica può accreditare il costo del tessuto come se fosse stato prodotto in Giordania.361

359 Saif, Ibrahim (2006); op. cit.

Si veda il capitolo precedente per un approfondimento sulle norme previste dall’accordo.

360 Moore, Pete (2003). “The newest Jordan: Free Trade, Peace and an Ace in the

Hole”. In Middle East Report Online. Disponibile al link:

http://merip.org/mero/mero062603.

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Il collegamento diretto tra la QIZ e il resto dell'economia, quindi, è limitato: l'effetto di spillover e il guadagno previsto dal miglioramento delle attività produttive non sono stati trasmessi al resto dell'economia. Inoltre, ci sono pochissimi, se non nulli, progressi nello sviluppo di un marchio per gli articoli prodotti in Giordania, che potrebbero essere una risorsa per le operazioni future. La mancata integrazione delle aziende nelle QIZ straniere nel settore tessile giordano ha impedito all'industria dell'abbigliamento di creare valore riconducibile al

Country of Origin, cioè allo sviluppo e all’affermazione nel mondo

del marchio “made in Jordan”.362

Invece, l'industria dell'abbigliamento in Giordania riguarda principalmente le operazioni di taglio, cucitura e finitura, che contribuiscono al valore più basso nella catena di produzione. Inoltre, poiché tutta la produzione di QIZ viene esportata direttamente sul mercato statunitense, ha fatto ben poco per promuovere la concorrenza interna e ha avuto effetti di ricaduta minimi sul resto del settore manifatturiero giordano. Bisogna poi precisare che la dipendenza totale delle QIZ dal mercato statunitense rende il suo sviluppo futuro assai vulnerabile e altamente dipendente dalle politiche commerciali di quest’ultimo, che, come abbiamo visto nei precedenti capitoli,363

possono essere influenzate dagli sviluppi nella regione del Medio Oriente.364

Inoltre, l’afflusso di imprenditori e operai stranieri ha spesso reso alcune delle zone QIZ delle “enclave asiatiche”, in cui input e tessuti dall’Asia vengono trasformati in queste zone per essere importati poi negli Stati Uniti e, pur trovandosi sul territorio giordano, sono di proprietà asiatica.365

362 Saif, Ibrahim (2006); op. cit.

363 Basti pensare alle posizioni prese dagli Stati Uniti in politica estera durante eventi

quale i vari conflitti arabo-israeliani e le guerre del Golfo.

364 Awad, Taleb, Ahmend Farouk Ghoneim (2008); op. cit. 365 Azmeh, Shamel, Kalid Nadvi (2014); op. cit.

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Vale la pena precisare che permangono alcuni collegamenti indiretti relativi ai servizi,366 aumentando l'occupazione in settori logistici legati alle esportazioni, come i servizi di trasporto, spedizione, finanza e assicurazioni. Tuttavia, i potenziali guadagni della Giordania nel settore dei trasporti marittimi sono limitati dal fatto che la stessa si trova di fronte a una forte concorrenza da parte di Israele poiché il costo del trasporto da Haifa agli Stati Uniti è più economico di quello da Aqaba agli Stati Uniti.367

Nonostante il successo iniziale del QIZ, per le ragioni su esposte, alcuni economisti hanno previsto, inoltre, che la crescita della QIZ in Giordania non è sostenibile perché manca di un certo numero di elementi necessari: i) non ha diversificato le sue esportazioni; ii) non è passata dalle esportazioni ad alta intensità di manodopera a prodotti a valore aggiunto più elevati e più complessi; iii) non ha assorbito nuova tecnologia; iv) non ha avuto grandi effetti su altri settori dell’economia giordana; v) non ha migliorato le capacità dei suoi lavoratori; vi) i profitti ottenuti dalle esportazioni non sono stati trasferiti in Giordania.368