Altri tipi di scud
2.3 CORAZZE e SCHINIER
2.3.2 Corazze e schinieri attraverso le raffigurazion
Le prime raffigurazioni che sembrano restituire l’immagine della panoplia formata da corazza leggera e schinieri si datano al TE III A e costituiscono essenzialmente scene di battaglie o di sfilate di guerrieri, riprodotte su affreschi e su recipienti ceramici. Tra gli esempi più antichi si colloca il frammento di affresco dalla Casa del Mercante d’olio di Micene (cat. n. 164), che raffigura un personaggio maschile gradiente a sinistra, abbigliato con un chitone manicato di colore chiaro a puntini neri, stretto in vita da una cintura, e protetto alle gambe da gambali bianchi, legati sotto al ginocchio da lacci rossi e muniti di ginocchiera.442 Un equipaggiamento analogo è indossato dai guerrieri raffigurati in alcuni frammenti di affreschi dal megaron di Micene (cat. n. 163), che si datano sempre al TE III A.443 Dalla Ramp House del Palazzo di Micene proviene un altro frammento di affresco, datato però al TE III B, sul quale si riconosce un guerriero armato di lancia ed elmo a zanne
439 BOWRA 1970, pp. 17-18 440 LORIMER 1950, p. 251 441 CASSOLA GUIDA 1973, p. 74 442
VONHOFF 2008, p. 290, cat.n. 83 e tav. 18; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, p. 185, cat. n. 115; CASSOLA GUIDA 1973, p. 123 cat. n. 15 e tav. XIX,1; STEVENSON SMITH 1965, p. 83; VERMEULE 1964, p. 159, tav. XXIX; WACE 1953, pp. 14-151.
443
VONHOFF 2008, p. 288, cat. nn. 65-66 e tavv. 15-16; CASSOLA GUIDA 1973, pp.122-123, cat. n. 14; VERMEULE 1964, p. 200; LORIMER 1950, pp. 217 e p. 251.
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di cinghiale, che indossa un chitone a maniche corte di colore chiaro, decorato da una serie di elementi diagonali che potrebbero indicare i diversi strati di pelle o tessuto di cui era costituito.444 Dal Palazzo più antico di Tirinto, proviene un frammento di affresco (cat. n. 166) che conserva il busto di due cacciatori, gradienti a destra, entrambi abbigliati con un corto chitone manicato di colore chiaro. Il chitone del primo sembra decorato da elementi obliqui, come nell’esempio da Micene, mentre quello del secondo presenta una fascia di tondini o borchie che potrebbero indicare dei rinforzi metallici.445 Altri frammenti di affreschi da Tirinto (cat. n. 177) e da Pilo (cat. nn. 178-179-180), datati al TE III B, restituiscono raffigurazioni di cacciatori o guerrieri abbigliati in modo simile agli esempi precedenti.446 Sempre in un frammento di affresco da Pilo (cat. n. 182), si riconoscono di profilo le gambe di un guerriero, protette da gambali bianchi con ginocchiera che presentano una linea ellittica che isola lo stinco e che ritengo possa essere interpretata come uno schiniere in bronzo applicato al gambale.447Passando alla classe dei reperti ceramici, alcuni frammenti di cratere da Tirinto (cat. n. 215), datati al TE III C1, mostrano una processione di carri, guidati da aurighi, uno dei quali indossa una corazza manicata, svasata in vita e lunga fino all’attaccatura delle gambe, ornata da una fascia a spina di pesce all’altezza delle spalle e da una fascia decorata a tremolo lungo l’orlo inferiore. Intorno alla vita del personaggio si riconoscono degli elementi a semicerchio, indicanti forse dei rinforzi in cuoio o lamina bronzea. Dei gambali scuri legati sopra al ginocchio e alla caviglia sembrano proteggere le gambe dell’auriga, mentre il guerriero alle sue spalle è equipaggiato invece con gambali di colore chiaro ma di forma analoga.448 Da Micene proviene un frammento di vaso (cat. n. 220) che raffigura un guerriero rivolto a sinistra, abbigliato con un corto chitone scuro, stretto e rigido, e gambali anch’essi scuri che sembrano terminare in
444
VONHOFF 2008, pp. 286-287, cat. nn. 49-52 e n. 56 e tav. 12; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, p. 185, cat. n. 116 e tav. XXIII; TAYLOUR 1983, p. 117; CASSOLA GUIDA 1973, pp.125-126, cat. n. 21 e tav. XIX,2; WACE 1949, fig. 99b; TSOUNTAS-MANATT 1897, p. 59.
445
VONHOFF 2008, p. 293, cat.n. 109 e tav. 24; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, p. 184, cat. n. 113 e tav. XXIII; HOCKMANN 1980A, p.290, fig. 74b; CASSOLA GUIDA 1973, p. 124, cat. n. 17 e tav. XXI,1.
446
DE SOUZA 2008, p. 98; VONHOFF 2008, pp. 291-292, cat. nn. 93-97 e n. 100, tavv. 20-22; GRGURIC 2005, p.28 e p.41; DAVIS-BENNET 1999, pp. 105-120, tav. XIV; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, pp. 186-187, cat. n. 118 e tav. XXIV; IMMERWAHR 1990, p. 128 e p. 197; CASSOLA GUIDA 1973, pp. 126-127, cat. n. 23; LANG 1969, pp. 71-74.
447
VONHOFF 2008, p. 292, cat. nn. 106-107 e tav. 23; CASSOLA GUIDA 1973, p. 128, cat. n. 27 e tav. XXI,4-5; LANG 1969, p. 78.
448 VONHOFF 2008, p. 303, cat. n. 175 e tav. 41; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, p. 178, cat. n. 103 e
tav. XXI; VERMEULE-KARAGEORGHIS 1982, pp. 125-126; CROUWEL 1981, p. 140, tav. 60; GREENHALGH 1980, p. 201- 205, fig. 2; CASSOLA GUIDA 1973, p. 144, cat. n. 84 e tav. XXXVI,1; FURUMARK 1941, p. 449.
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prossimità delle ginocchia.449 Di nuovo da Tirinto proviene il frammento di un cratere (cat. n. 213) con l’immagine di un carro in marcia, sul quale sono raffigurati un auriga e un guerriero, entrambi equipaggiati con elmi di pelo e scudi rotondi, e indossanti dei corti chitoni chiari, con fasce di piccole borchie ai lati e bordo inferiore frangiato. Alle gambe portano dei gambali scuri aderenti, allacciati con legacci bianchi alla caviglia e al ginocchio.450 Gambali di tipo identico sono indossati dal guerriero raffigurato sui frammenti di un altro vaso da Tirinto (cat. n. 221),armato di spada ed elmo tipo hedgehog. Particolarmente interessante è il tipo di corazza che il guerriero indossa, che sembra essere costituita di due pezzi, un gonnellino o un chitone chiaro, decorato da una fascia a V rovesciata, sormontato da una sorta di corpetto di forma rigida e svasato in basso, anch’esso di colore chiaro.451 Questo tipo di corazza sembra essere molto simile a quello che troviamo rappresentato in forma elaborata sul fregio che decora il Cratere dei Guerrieri di Micene (cat. n. 211). Sia i soldati del lato A che quelli del lato B sono abbigliati con una specie di corpetto aderente di colore scuro, che termina in vita con una svasatura rigida, ed è indossato su un chitone manicato che presenta un orlo inferiore frangiato e una superficie scura decorata da puntini chiari. Sia il corpetto che il chitone sottostante presentano una fascia di colore chiaro che corre lungo tutti i lati, ornata all’interno da piccoli tratti perpendicolari, forse indicanti elementi di rinforzo. La posizione dei guerrieri sul lato B, raffigurati con il braccio destro sollevato a impugnare una lancia, permette di riconoscere in prossimità della spalla di ciascun personaggio delle lineette parallele, che segnano molto probabilmente il bordo della corazza e rendono evidente la presenza del chitone manicato sottostante.452 Lo stesso tipo di corazza appare anche su alcuni frammenti di vasi da Micene
449 VONHOFF 2008, p. 305, cat. n. 188 e tav. 44; SAKELLARAKIS 1992, p. 33, fig. 27; VERMEULE-KARAGEORGHIS 1982,
p. 220; CASSOLA GUIDA 1973, pp.145-146, cat. n. 90 e tav. XXXIV,5; VERDELIS 1967, p. 25; LORIMER 1950, p 201, tav. XII,2.
450 CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, p. 173, cat. n. 93 e tav. XVIII; VERMEULE-KARAGEORGHIS 1982, p.
127 e pp. 221-229; CROUWEL 1981, p. 140, V41, tav. 59.
451
VONHOFF 2008, p. 302, cat. n. 170 e tav. 39; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, pp. 173-174, cat. n. 94 e tav. XIX; VERMEULE-KARAGEORGHIS 1982, pp. 134-135, n.49; BUCHHOLZ-WIESNER 1977, p. 155, fig. 26; CASSOLA GUIDA 1973, p. 146, cat. n. 91 e tav. XXXVI,3; VERDELIS 1967, p. 28, n.17.
452
GEORGANAS 2010, p. 310; DE SOUZA 2008, p.98; VONHOFF 2008, p. 300, cat. n. 159 e tav. 37; CROUWEL 2007, p. 86; GRGURIC 2005, p.18; EVERSON 2004, p. 38; OSGOOD-MONKS-TOMS 2000, p. 129; KONTORLI PAPADOPOULOU 1999, tav. LXXVI,b; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, pp. 174-175, cat. n. 96 e tav. XIX; SAKELLARAKIS 1992, p. 36, fig. n.32; TAYLOUR 1983, p. 138, n.129; VERMEULE-KARAGEORGHIS 1982, pp. 130-132, n.42; SANDARS 1978, pp. 87-88, fig. 119; CASSOLA GUIDA 1973, pp.142-143, cat. n. 81 e tav. XXXI,1 e XXXII,2; BENSON 1970, tav.36,2; BECATTI 1965, pp. 33-46; SNODRGASS 1967, pp. 30-33; SNODGRASS 1964, pp. 57-58; WACE 1949, p. 65, tav. 82 a-b.
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(cat. nn. 217-219)453 e sulla raffigurazione dipinta che decora la Stele dei Guerrieri (cat. n. 278)454, tutti reperti databili sempre al TE III C.
Per quanto riguarda infine i due specchi in avorio da Cipro, decorati con una scena di combattimento tra uomo e grifone (cat. n. 299) e tra uomo e leone (cat. n. 300), è possibile identificare in essi un tipo di corazza “ad aragosta”, formata cioè da strisce, probabilmente metalliche, sovrapposte parzialmente l’una all’altra. La corazza termina all’altezza della vita e, come nella tipologia del Cratere dei Guerrieri, è indossata sopra un gonnellino o una tunica.455 Oltre ai due esempi appena citati, non sembrano rintracciabili in area Egea altre raffigurazioni che attestino l’uso di questa tipologia di corazza, che sembra piuttosto tradire una provenienza vicino-orientale.
L’analisi degli ideogrammi della Lineare B ha permesso di identificare due segni che sembrano attribuibili con certezza alla corazza, mentre non risultano riferimenti grafici agli schinieri. Le corazze sono attestate dall’ideogramma *162 della serie Sc di Cnosso (fig. 29) e da *163 (to-ra-ke) della serie Sh di Pilo (fig. 30).456 Il primo, costituito da un elemento di forma trapezoidale, attraversato internamente da linee orizzontali e sormontato da due lineette curve, è stato nel tempo identificato con una corazza del tipo Dendra, della quale si sono riconosciute le fasce in bronzo del busto e gli spallacci. Il secondo ideogramma differisce dal primo per l’assenza delle lineette curve, sostituite da due sporgenze orizzontali, e per l’aggiunta di un elmo conico, poggiante su una sorta di gorgiera. Tali caratteristiche hanno indotto il Verdelis ha ritenere questo ideogramma più simile alla corazza di Dendra rispetto al precedente, ipotesi che non sembra priva fondamento.457 Del parere opposto è la Cassola Guida, secondo la quale la frequente associazione dell’ideogramma di Pilo con altri termini indicanti probabilmente parti dell’armatura, farebbero pensare piuttosto ad una corazza composita, costituita di più parti aggiungibili o sottraibili, al contrario dell’ideogramma di Cnosso che indicherebbe invece una panoplia
453 VONHOFF 2008, pp. 300-301, cat. n. 160 e tav. 37; SAKELLARAKIS 1992, p. 38, n.33; VERMEULE-KARAGEORGHIS
1982, p. 123 e p. 200; CASSOLA GUIDA 1973, p. 144, cat. n. 86 e tav. XXXVI,2; LORIMER 1950, p. 201, tav. XII,1; FURUMARK 1941, p. 240, fig. 26.
454
VONHOFF 2008, p. 295, cat. n.125 e tav. 28; CROUWEL 2007, p. 86; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, p. 195, cat. n. 135 e tav. XXVII; MYLONAS 1983, p 219; VERMEULE-KARAGEORGHIS 1982, p. 132, n.43; CASSOLA GUIDA 1973, p. 166, cat. n. 162 e tav. XXXII,1; VERDELIS 1967, p. 24, n.9; VERMEULE 1964, p. 209 e p. 302, fig. 47a.
455
GRGURIC 2005, p.26; CASSOLA GUIDA-ZUCCONI GALLI FONSECA 1992, pp. 197-198, cat. n. 139; POURSAT 1977, p. 52, n.9; CASSOLA GUIDA 1973, p. 155, n.120 e tav. XXII,2; HIGGINS 1967, p. 135, figg. 165-166; LORIMER 1950, p. 151 e p.200, tav. II, 4; HIGGINS 1967, p. 135, figg. 165-166; LORIMER 1950, p. 151 e p.200, tav. II, 4.
456
VANDENABEELE-OLIVIER 1979, p. 18 e p. 20.
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completa.458 Entrambi gli ideogrammi sono spesso seguiti da termini interpretati come esplicativi del materiale di fabbricazione della corazza.459
Lo studio delle dei reperti archeologici e delle raffigurazioni di corazze e schinieri ha permesso di riconoscere nuovamente il processo evolutivo dell’equipaggiamento difensivo in uso nell’Egeo dell’Età del Bronzo, collocando tra la fine del TE I e l’inizio del TE II la scomparsa del grande scudo-armatura, che viene sostituito inizialmente da una panoplia pesante, costituita da un elmo, da una corazza realizzata interamente in bronzo, e da schinieri metallici fissati a gambali in cuoio o feltro. L’uso di questa armatura pesante è attestato solo nei contesti archeologici e non risulta confermato dalle raffigurazioni che a partire dal TE III A testimoniano invece l’utilizzo di corazze più leggere, probabilmente fatte di vari strati di cuoio o lino, a cui si accompagnano dei gambali aderenti, anch’essi in materiale deperibile, che possiamo immaginare rinforzati a volte dagli schinieri in bronzo veri e propri. L’armamento difensivo era poi completato dagli scudi rotondi e dagli elmi di varia tipologia che abbiamo visto essere diffusi nel medesimo periodo.
A differenza di altri elementi dell’equipaggiamento difensivo, come scudi ed elmi, la corazza e gli schinieri non sembrano mai assumere un significato simbolico, e anzi non sono raffigurati se non in scene di chiaro significato militare, come processioni di armati (a piedi o su carro), partenze per la guerra o per la caccia, etc.
Con l’eccezione del manufatto cnossio a forma di corazza del tipo Dendra, da Creta non risultano provenire raffigurazioni in cui siano riconoscibili con certezza corazze o schinieri del tipo in uso nel continente greco.
458
CASSOLA GUIDA 1973, pp. 54-62.
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