• Non ci sono risultati.

Parte 1. Inquadramento Territoriale

1.7 Corpi idrici superficiali e aree umide

In generale, l’idrografia della Sardegna si presenta con i caratteri tipici delle regioni mediterranee, con corsi d’acqua principali caratterizzati da un regime torrentizio (Gaviano, 2015).

Il sistema idrografico dell'area studio è caratterizzato dalla presenza del principale corso d'acqua isolano; il fiume Tirso, come è noto, è il corso d'acqua più lungo della Sardegna ed il suo bacino alimentatore, che occupa una gran parte del settore centrale dell'isola, è quello più vasto (3365,8 km2). Il Tirso nasce dall’altopiano di Buddusò e sfocia nel Golfo di Oristano. Il

________________________________________________________________________________________________

sistema idraulico del Tirso rende disponibili, con l’infrastrutturazione irrigua, le risorse eventualmente necessarie per le irrigazioni. Si tratta del sistema idraulico più importante della Sardegna, basato sul trasporto delle risorse attraverso il grande canale ripartitore, approvvigionato, immediatamente a valle della diga sul Tirso, dalla traversa di Pranu Antoni. Il Rio Mare Foghe, il cui bacino idrografico è di 286,3 km2, sfocia nello Stagno di Cabras. I lavori di sistemazione idraulica degli anni ’60 comportarono lo spostamento della foce, che in precedenza si immetteva nello Stagno di Mare Foghe, allora situato al limite nord degli abitati di Riola e Baratili San Pietro ed ora prosciugato. Il Mare Foghe si presenta oggi come un vasto canale.

Il Rio Pischinappiu è l’unico corso d’acqua di una certa importanza che sfocia nella costa del Sinis, Nasce in località Codinazza, a oltre 700 m di altitudine e sfocia in mare in corrispondenza della Località di Is Arenas.

Nell’area meridionale del Golfo, il Rio Flumini Mannu di Pabillonis ed il Rio Sitzerri sono due importanti corsi d’acqua, aventi il bacino idrografico nei rilievi del Monte Linas e dell’Arcuentu e sfociando entrambi nello Stagno di Marceddì. Anche il Rio Mogoro oggi sfocia nello Stagno di Marceddì ma prima degli interventi di bonifica e di regimazione idraulica trovava sbocco poco più a nord nello Stagno di Sassu.

Il Rio Mogoro, il cui bacino idrografico si spinge all’interno del massiccio vulcanico del Monte Arci, è originato dalla confluenza del Rio Flumineddu e del Rio Mannu. A partire da questo tratto si allunga verso il Campidano, secondo una direzione SE-NW, incanalandosi nelle vicinanze del paese Uras. Da questo punto è fatto defluire nello Stagno di Marceddì. La superficie dell’intero bacino idrografico del Rio Mogoro è di 398,8 km2, il maggiore tra i numerosi altri corsi d’acqua minori che prendono origine dalle pendici occidentali del Monte Arci.

Fra la penisola del Sinis ed il Campidano si sviluppa con forma allungata nord-sud, perpendicolare alla costa, lo Stagno di Cabras (impropriamente detto stagno, sarebbe più corretto chiamarlo laguna12). È il più esteso fra i bacini salmastri dell’isola (2228 ha) e costituisce una delle zone umide più importanti del Mediterraneo. Viene alimentato dal Rio Mare Foghe, a sua volta originato dalla confluenza presso Zeddiani del Mannu di Milis e del Cispiri, che drenano il settore meridionale del Montiferru.

12 La distinzione tra laguna e stagno si basa sulla rilevanza della circolazione e dello scambio idrico da e verso il mare. Le lagune possiedono dei rapporti costanti con il mare aperto, mentre gli stagni, al contrario, ricevono l’acqua del mare solo in eventi eccezionali.

________________________________________________________________________________________________

Lo Stagno di Santa Giusta è il secondo stagno per estensione del Campidano centro- settentrionale (790 ha). Ha una forma pressoché circolare, è separato dal mare da un largo cordone litorale mentre è collegato ad esso da un canale artificiale. Ad est dello Stagno sono presenti altri due piccoli bacini: Pauli Maiori e Pauli Figu, collegati con lo Stagno di Santa Giusta da canali. Lo stagno non ha immissari diretti; riceve le acque dolci provenienti dai canali di bonifica e dal Rio Merd’e Cani che confluiscono nello Stagno di Pauli Maiori. Tuttavia, la costruzione di un canale ha permesso la comunicazione diretta tra lo stagno di Santa Giusta e il mare, garantendo un costante ricambio delle acque (Massoli-Novelli e Mocci Demartis, 1989).

Nel settore meridionale del Golfo di Oristano si distinguono due ambienti umidi: Corru S’Ittiri e il sistema degli stagni di Marceddì e S. Giovanni.

La laguna di Corru S’Ittiri presenta una forma allungata parallela al mare ed è caratterizzata da una fascia propriamente costiera in corrispondenza della freccia litorale che separa la laguna dal mare. In essa è possibile riconoscere un ampia zona occupata da una spiaggia interna, caratterizzata da un sistema di dune litorali e una depressione palustre retrodunare che costeggia la laguna. Nella costa opposta la riva è occupata da affioramenti rocciosi riconducibili a depositi della “panchina tirreniana”. Alle spalle dell’area lagunare si estende l’ampia zona bonificata di Arborea che ne delimita il perimetro verso terra. La laguna non presenta immissari naturali, ma riceve le acque che provengono dalla bonifica della piana di Arborea. In realtà la laguna è semiartificiale in quanto è stato creato uno sbarramento che unisce l’estremità della freccia litorale con la terra ferma. Essa possiede, inoltre, buone possibilità di ricambio idrico dal mare, presentando due comunicazioni dirette con il mare. Gli stagni di S. Giovanni e Marceddì sono situati in successione secondo la perpendicolare della linea di costa in corrispondenza della valle fluviale su cui confluiscono il Rio Mogoro e il Rio Mannu. Il sistema costituito da questi due stagni presenta uno sbarramento mediano ubicato a circa 2/3 del complesso. La parte più interna (Stagno di S. Giovanni) presenta acque più dolci per gli apporti dei corsi del Mogoro e Mannu, quella più esterna (Marceddì) è direttamente collegata col mare, confina settentrionalmente con una pineta mentre a sud è delimitata dal sistema di Capo Frasca.

Lo Stagno di S’Ena Arrubia si estende per 190 ettari e di fatto costituisce parte del complesso stagnale del Golfo di Oristano. È caratterizzata e pesantemente influenzata dall’ampia zona di bonifica idraulica circostante. Le stesse strutture realizzate in occasione della bonifica sono gli

________________________________________________________________________________________________

unici input che alimentano lo stagno, attraverso il sistema di canali che realizzano il drenaggio della piana. Sempre artificiale è il canale di collegamento con il mare, realizzato negli anni ’70.