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Il corpo tra malattia e memoria: una formazione a ritroso

Le diverse fasi di evoluzione del personaggio sono scandite dalla malattia. Il romanzo si apre sulla diagnosi del cancro e sull'operazione di asportazione del seno destro, per poi passare alla chemioterapia e infine alla guarigione. All'interno di questa cornice, si inseriscono i ricordi della protagonista sulle passioni trascorse. Nel presente della narrazione il corpo viene quindi rappresentato nella dimensione della malattia e della sofferenza. Fin dalle prime pagine, l'attenzione è rivolta alle sensazioni fisiche di Maryam dopo aver appreso della malattia. Il percorso di elaborazione del trauma passa attraverso più fasi. La prima di queste è rappresentata dal dialogo con il seno prima della sua asportazione:

»

:يل سمهيو نيكسملا يدثلا ينبتاعي

»

يخخنيمرتو يخخنيعطقت نأ ىخخلع كخخبلق كخخعواطي فخخيك

399 Bīṭār, Imrāʼa, p. 15.

!!كجراخ

«

.

[...]

:يخخل لاق ةقشمبو ،هعومد نم يدي ةحار تدّنت .

وخخل يتركاذخخب يخخظفتحا»

لخخه» :ةخخشهدب هتلأخخس ،ةخخقيمعلا ةيناطرخخسلا ةخخلتكلا سخخسحت ةًلواحم ةوقب هتطغض .«تحمس

ةأرخخملا ةرخخكاذ» :ةماه ةمكح ينيطعي هنأك بيجي وهو نهاو توصب كحض «؟«ةركاذ كلمت

:لاق ،نميلا يدهن نيبو ينيب يميمحلا راوحلا بيبطلا توصر عطق .«اهدهن يف

؟«دغ دعب كبساني له

:ةراخبعلا كخلتب ةروخهبم تخنك ،ءيخش يأ لوخح مهفتخسأ نأ يخف بخغرأ مخل .قخخفاوأ تعرسأ

.«اهدهن ةأرملا ةركاذ»

«

400

“Il povero seno mi rimproverava, sussurrandomi: – Come può il tuo cuore accettare di tagliarmi e gettarmi via? – […]. Il palmo della mia mano si inumidì delle sue lacrime e con difficoltà mi disse: – Per favore, ricordati di me –. Lo premetti con forza, cercando di sentire la spessa massa cancerosa e gli chiesi stupita: – Tu hai una memoria? – Rise con una voce debole, mentre mi rispondeva come se mi stesse mettendo a parte di una massima importante: – La memoria della donna è nel suo seno –. La voce del medico interruppe l'intima conversazione tra me e il mio seno destro e disse: – Le andrebbe bene dopo domani?

Annuii in fretta. Non avevo voglia di interrogarmi su niente, ero rimasta senza fiato per quell'espressione: ‘La memoria della donna è il suo seno’.”

Il seno acquisisce i caratteri di un vero e proprio personaggio, grazie ad un processo di personificazione. In questo passaggio, si trova la chiave per analizzare la funzione della malattia, che è quella di dare avvio al processo rievocativo. Inoltre, il fatto che la malattia colpisca una zona rappresentativa del corpo della donna chiarisce ulteriormente l'intento della scrittrice: narrare l'universo femminile. Hayfāʼ Bīṭār infatti sostiene:

“La memoria della donna è il suo seno: questo è il vero e proprio linguaggio femminile. Penso che un uomo non possa usare questa lingua, perché questa lingua è legata al sentire femminile. La donna riesce ad esprimere i sentimenti, le sensazioni attraverso il seno, il capezzolo, attraverso la propria fisiologia femminile più dell'uomo. [...] Le profondità della donna sono molto ricche, e nessuno, se non una donna, può arrivare ad esprimerle.”401

400 Bīṭār, Imrāʼa, pp. 9-10.

È quindi l'ipotesi dell'esistenza di una scrittura femminile che affonda le proprie radici nel corpo della donna, secondo la teorizzazione di Luce Irigaray402. Il corpo si configura

come vero e proprio terreno dove fisico (anatomia), simbolico (linguaggio) e sociologico si sovrappongono403.

In questo passaggio, la donna e il suo seno sono impegnati in un'intima conversazione che li isola dal mondo circostante. Il seno viene presentato come un essere umano che “rimprovera”, “sussurra”, che piange e ride. È sempre il seno, inoltre, a spiegare alla protagonista che la sua memoria risiede dentro di lui. Il legame tra corpo e memoria viene nuovamente manifestato nella scena che descrive l'addio di Maryam alla parte malata del proprio corpo:

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هخخسملم تخخنزّخ .هخختعدّو .رتافلا ءاملا شود تحت ةريخلا ةرملل نطرستملا ييدثي تسسحت

ربع .يدي ةحار يف هماوقو

كخخلت لخخك تدخخب .هوخخعاد نيذلا لاجرلا تاحار ينهذ ت

روخخصلا

،كخخيلإ نوخخعرهي اوناخخك كتوتف كتحصر يف تنك نيح :نيكسملا ييدثي تثيدّح .ةايح لب ةبيرغ

.اًديحو لظتو ،كبناجب فقي دحأ ل ضيرم تنأو نلا امنيب

«

404

“Sentii il mio seno malato per l'ultima volta sotto la flebile acqua della doccia. Gli dissi addio. Immagazzinai il suo tocco e il suo vigore sul palmo della mano. Le mani degli uomini che lo avevano accarezzato mi attraversarono la mente. Tutte quelle immagini sembravano estranee e senza vita. Dissi al mio povero seno: – Quando stavi bene ed eri nel pieno della giovinezza si precipitavano da te, mentre ora che sei malato nessuno si ferma al tuo fianco e rimani da solo.”

Il ricordo è la compensazione di un duplice vuoto: quello lasciato dal seno amputato e di conseguenza quello lasciato dagli uomini che non si avvicineranno più alla donna. In questo passaggio, gli uomini compaiono solo attraverso le mani, rafforzando il carattere ancillare dei personaggi maschili, presenti solo in funzione della rappresentazione del corpo femminile e delle sue sensazioni.

Lo sdoppiamento tra la protagonista e il suo seno persiste anche dopo l'operazione, quando Maryam chiede all'infermiera informazioni sulla sorte della parte amputata:

402 Cfr. supra, p. 35.

403 Cfr. Braidotti, Nuovi soggetti, p. 78. 404 Bīṭār, Imrāʼa, p. 19.

؟«وه نيأ –»

:ةلئاستم اهلوح تتفّلت

؟«نم –

:تمستبا

ءادثيلا نومرت نيأ ،ييدثي دصقأ –

.ةنطرستملا

ةعوطقملا ءادثيلا نأ يف تركف .يتمطرب تمهف اهنظأ ل

،اخخهب قخخيلي لكخخشب نفدخختُ نأ بجي

«.لامجلاو نانحلاو ةايحلا زمر يدثلا نل

405 “– Dov'è lui?

Guardò attorno a sé con un espressione interrogativa: – Chi?

Sorrisi:

– Intendo il mio seno, dove gettate i seni affetti dal cancro?

Non penso che abbia capito il mio vaneggio. Pensavo che i seni asportati dovessero essere sepolti in modo appropriato, perché il seno è il simbolo della vita, della tenerezza e della bellezza.”

Per riferirsi al seno la protagonista utilizza il pronome huwa (egli), come se si trattasse di una persona vera e propria, cui dare sepoltura dopo la morte. Il processo rievocativo può quindi essere interpretato come rielaborazione del lutto in seguito alla perdita della parte del corpo, quando la protagonista inizia a considerare la propria vita spartita tra una “fase pre-operazione” e una “fase post-operazione”. Ma è solo in occasione dell'inizio della chemioterapia che Maryam esplicita la propria intenzione di ricordare:

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ةركفلا كلت ينتأت مل

ينل ،اهيف اورم نيذلا لاجرلا اًديدحتو ،يتايح راضحتسا :ثبع نع

هوخجولا لخخك .يووخخنلا بخطلا زخخكرم ىلإ هجتأ انأو يب فّ حت يتايح براجت لك نأ تظحل

سلجتو يلوح محدزت ،يب ترم يتلا ث داوحلا لك ،اهتيسن ينأ تدقتعا يتلاو اهتفرع يتلا

[...] .يترايس دوقأ انأو يبناجب

برخخجأ نأ يندخخيرتو يخخعم ةخخميرك ةايحلا ن ودبي ؟«ةثيراكب رمي نيح ناسنلا فرصتي فيك

[...] .براجتلا عاونأ لك

ٍ ضام معط ةداعتساو يسفن ءاهلإ هتشع ام لك راضحتسا يف يتياغ امنإو

قاذخخم هخخل راخخصر

405 Bīṭār, Imrāʼa, p. 22.

.ةافاعم تناك نيح اهتايح ىلإ ناطرسلاب تبيصرأ ةأرما ةيؤر :ةديدج ةيؤرو رخآ

«

406

“Quel pensiero non mi venne per scherzo: ricordare la mia vita, in particolare gli uomini che vi erano passati, perché avevo notato che tutte le esperienze della mia vita iniziavano a girarmi attorno mentre mi dirigevo al centro di chemioterapia. Tutti i volti che avevo conosciuto e che ero convinta di aver dimenticato, tutte le cose che mi erano successe si affollavano attorno a me e mi si sedevano accanto mentre guidavo la macchina. [...]

Come si comporta l'uomo quando attraversa una catastrofe? Sembrava che la vita fosse stata generosa con me, avendo voluto che provassi tutti i tipi di esperienze. [...] Attraverso il ricordo di tutto ciò che avevo vissuto, il mio obiettivo era quello di distrarmi e di recuperare il sapore del passato che aveva acquisito un altro gusto e una nuova percezione: la percezione di una donna malata di cancro nei confronti della propria vita di quando era sana.”

Il fatto di ricordare è frutto di scelta precisa meditata consapevolmente dalla protagonista. In questo passaggio si trova il legame tra memoria e formazione del personaggio che percorre tutto il romanzo. Accanto ai verbi che si riferiscono alla sfera della rievocazione, come istaḥḍara (evocare, richiamare alla memoria) e istaʻāda (ricordare), si ritrova il termine taǧārib (esperienze), o il verbo derivante dalla stessa radice. Ricordo ed esperienze sono i due elementi che determinano il funzionamento della narrazione, vero e proprio percorso di formazione a ritroso nel tempo. Gli uomini e le esperienze della protagonista, sono il fulcro del processo rievocativo alla ricerca di un modo possibile di vivere positivamente la femminilità.

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