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Il corpus Suggestioni ed esemp

UNA MAPPA LETTERARIA APERTA APPROCCI ANALITICI E PROSPETTIVE IN MAPS IN LITERATURE

3. Il corpus Suggestioni ed esemp

Il corpus di Maps in Literature nasce con l’intento di contribuire all’analisi delle modalità d’utilizzo della carta geografica in ambito letterario, con un occhio particolarmente attento alle potenzialità che le peculiari cartografie espresse nel testo letterario offrono. Ciò anche in vista di un’ulteriore riflessio- ne sulle trasformazioni della natura, della valenza e dell’essenza del documento cartografico.

La vastità del campo semantico “carta geografica” che emerge attraverso i lemmi del repertorio è uno degli elementi evidenziati nel testo introduttivo al progetto iniziale in cui Stefano Torresani riflet- te su alcune descrizioni partendo da Omero, agli esordi della narrazione scritta. L’autore si sofferma

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sullo scudo d’Achille, considerato la prima cosmologia e cartografia di cui si ha notizia; Efesto in que- sta prospettiva – sostiene Torresani – ruberebbe ad Anassimandro il titolo di primo cartografo (Torre- sani, 2005, p. 21); la suggestione cartografica dell’Iliade viene associata, in riferimento alla successione concentrica delle fasce dello scudo, con le caratteristiche di alcuni reperti di età preistorica provenienti da aree geografiche assai distanti tra loro. Passando per l’Isola del Tesoro di Stevenson, il primo ro- manzo in cui la carta appare, a detta dello stesso Stevenson, «the most of the plot. I might almost say it was the whole» (Stevenson, 1986, p. 87), si arriva ad altre opere in cui la carta assume forte rilievo, ruolo di protagonista. È il caso del racconto Il Tesoro di Eduard Mörike oppure nel romanzo La carta

sferica di Arturo Peréz Reverte. Sebbene, come avverte l’ideatore, siano deliberatamente escluse tutte

le opere strettamente scientifiche di tipo geografico e cartografico, anche il termine letteratura va inte- so lato sensu, comprendendo anche opere di natura scientifica entrate nel canone letterario. Esempi in cui la delineazione spaziale costituisce una metafora, un modello espositivo od euristico per sostenere o rendere più esplicite o comprensibili tesi (Torresani, 2008).

Un esempio a questo proposito è L’errore di Cartesio: emozione, ragione e cervello umano del neurologo Antonio Damasio, un testo dedicato al funzionamento della mente in cui è impiegata una modalità di analisi ed espositiva che poggia anche su di un livello spaziale: «ognuna di tali regioni [del cervello] è una collezione di svariate aree e in ognuna di tali regioni si ha un fitto incrociarsi di segnali tra le aree. Dirò più avanti […] che a mio giudizio questi settori interconnessi sono la base delle rappresentazioni organizzate topograficamente, la sorgente delle immagini mentali» (Damasio, 1995, p. 142).

Un modello spaziale, dunque che diventa paradigma fondante nel mondo delle neuroscienze e delle scienze cognitive in generale, uno schema che invita ad approfondire i rapporti tra queste ultime e i modelli di costruzione e rappresentazione dello spazio. Le neuroscienze tornano nel repertorio con l’esempio dello psicologo James Hillman, che a proposito delle emozioni, parla di una mappa amoro- sa, una sorta di percorso a strati. Tali tratti formano uno schema, una mappa, ed è di questa che «ci innamoriamo quando una persona che sembra possederne gli attributi attraversa la nostra strada» (Hillman, 1997, p. 182). Anche nel romanzo Il mondo sommerso di James Graham Ballard tornano i temi della natura e della percezione dello spazio cartografico, questa volta attraverso una sorta di rove- sciamento. La carta geografica non è più strumento di mappatura del mondo delle emozioni ma di- venta essa stessa indicatore di percorsi emozionali. Nel tentativo di scovare un personaggio in fuga (nello specifico il tenente Hardman) essa si rivela un efficace strumento di controllo, più affidabile di un avvistamento e un inseguimento dall’alto, a bordo di un elicottero. Sulla mappa è possibile rico- struire i movimenti del fuggitivo e l’analisi degli spostamenti sul territorio permette di anticipare le mosse del personaggio, di intuirne i suoi movimenti futuri: «atterreremo da qualche parte e daremo uno sguardo attento alla mappa e lei ci dirà qualcosa sulla psicologia di Hardman» (Ballard, 2005, p. 62).

La natura complessa della carta geografica nella letteratura conduce talvolta a visioni al crocevia tra realtà fenomenica e immaginario. Visioni che forniscono spunti per una sua analisi più approfon- dita, nelle quali la carta è spesso strumento totalizzante di comprensione del mondo. Nel caso di Un

angelo è sceso a Babilonia di Friedrich Dürrenmatt, la carta è strumento nelle mani di un angelo per la-

sciare comprendere ad una bambina, appena arrivata sulla terra, al contempo le forme del territorio, la natura del mondo, alcuni personaggi che entrano nella vicenda (nel dettaglio, il mendicante Akki). La carta geografica rappresenta un elemento talmente strutturante il rapporto tra i due da diventare coperta per l’angelo e la bambina che infreddoliti si abbracciano. Il clima mite di alcune regioni rap- presentate aiuta i due a riscaldarsi (Dürrenmatt, 2002, pp. 337-343).

Tra le varie situazioni in cui la carta geografica si impone in modo più o meno esplicito, la guerra si rivela non solo il luogo in cui essa entra in modo più massiccio, ma anche il momento in cui il suo uti- lizzo avviene nelle modalità più disparate, con finalità spesso ambigue che oscillano tra l’educazione, la propaganda, il gioco e l’orientamento. Una varietà di funzioni, una polisemia affatto scontata, che

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l’espressione letteraria riesce ad esprimere ed evidenziare al meglio.

In Berecche e la guerra, novella di Luigi Pirandello, un intero paragrafo è dedicato alla guerra sulla carta. In un flashback è descritto un “teatro della guerra”, un tavolo con una carta sulla quale veniva- no posizionate le bandierine francesi e prussiane. Un gioco per Berecche allora bambino, un oggetto di intense e accanite discussioni per gli adulti sul conflitto franco-prussiano.

Finito il flashback la medesima carta, nell’età della II Guerra Mondiale, diventa al contempo stru- mento di osservazione, discussione, gioco. E soprattutto è per il personaggio principale l’oggettivizzazione di una realtà brutale, l’insensata occupazione della Polonia da parte della Germa- nia, con le bandierine, strumento di appropriazione del documento, oltre che di rafforzamento del messaggio della carta, che mettono nero su bianco le follie del presente, in una dinamica in cui la real- tà sembra un gioco, il gioco della guerra (Pirandello, 1961, pp. 187-190).

Le bandierine sulla carta sembrano rappresentare un vero e proprio topos all’interno della lettera- tura contemporanea, prestandosi alla veicolazione di una certa varietà di immagini e messaggi. Nell’esempio di Pietre volanti di Luigi Malerba le bandierine si trasformano da oggetto di gioco a strumento didattico-propagandistico nel contesto colonialista italiano: «al tempo della guerra d’Abissinia piantavano bandierine tricolori su una carta geografica appesa nella camera di Oscar su sollecitazione delle due mamme convinte che in questo modo avrebbero imparato la geografia: Asma- ra, Gondar, laghi Tana, Dessiè, Addis Abeba. Piantavano bandierine e canticchiavano Faccetta Nera» (Malerba, 1992, p. 34).

La guerra rappresenta l’esperienza in cui la carta geografica è utilizzata in modo peculiare, non univoco, anche quando essa è un mero strumento pratico di orientamento sul territorio. In Un inverno:

1943-1944. Testimonianze e ricordi sulle operazioni per la salvaguardia delle opere d’arte italiane durante la Se- conda Guerra Mondiale di Alessandra Lavagnino, una carta del Touring Club, svuotata di finalità turi-

stiche, significati retorici e sensi ideologici, serve ad orientarsi nei percorsi da seguire per salvare delle opere d’arte dalla guerra. L’uso improprio della carta diventa funzionale per evidenziare incertezze e incongruità di alcune scelte, la cui causa è spesso imputabile alla natura della fonte utilizzata: «la no- stra impressione – scrive mio padre – è che Evers non abbia ordini precisi dai superiori e che aspetti di averli prima di assumere un impegno. Non ha una carta topografica oltre quella della guida del Tou- ring, accenna all’attività dei partigiani che assalirebbero anche i camion civili, ai mitragliamenti e bombardamenti continui sulle grandi vie. Cerco di convincerlo che la via che sceglierei, ossia: Roma- Terni-Todi-Perugia-Passo della Gola Trabaria-Urbino, possa considerarsi sicura. Non risponde né sì né no» (Lavagnino, 2006, pp. 40-41).

In Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu, infine, l’utilità della cartografia, specie in contesti lontani di montagna, viene addirittura negato e si fa strada l’idea di una carta che disorienta. Un disorienta- mento che può essere la causa di sconfitte, come nel caso della battaglia di Adua: «non si affidi alle carte. Altrimenti non ritroverà più il suo reggimento. Creda a me che sono un vecchio ufficiale di car- riera. Ho fatto tutta la campagna d’Africa. Ad Adua abbiamo perduto, perché avevamo qualche carta. Perciò siamo andati a finire ad ovest invece di andare ad est. Qualcosa come se si attaccasse Venezia invece di Verona. Le carte, in montagna, sono intelligibili solo per quelli che conoscono la regione, per esservi nati o vissuti. Ma quelli che conoscono già il terreno non hanno bisogno di carte» (Lussu, 1970, pp. 37-38).

La letteratura, in questo senso, diventa un palcoscenico per comprendere i molteplici significati della carta. Un’occasione di analisi talvolta sottovalutata nello sforzo di comprenderne i significati, le funzioni, i tentativi di creare discorsi sul e per il mondo.

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Conclusioni

Il vecchio sito Internet della piattaforma, www.mapsinliterature.it, in seguito ad una serie di pro- blemi tecnici è stato recentemente chiuso e la struttura è migrata sul dominio www.mapsinliterature.com. È stata l’occasione per un ripensamento del progetto e soprattutto di una sua riformulazione in vista delle nuove potenzialità della rete emerse, specie in ambito partecipativo, negli ultimi anni.

Mantenendo inalterato lo spirito del progetto, si sta operando per un suo potenziamento e una sua trasformazione. Un potenziamento che potrebbe portare, ad esempio, a una sezione dedicata specifi- camente alle carte geografiche disegnate per le opere letterarie. Un potenziamento, inoltre, in termini di possibilità di ricerca delle citazioni, all’interno e all’esterno del database, ma anche dell’interattività derivante dai nuovi strumenti etichettati come web 2.0 e 3.0. Un potenziamento, di conseguenza, in termini di interattività della risorsa: un blog con possibilità di inserimento mediato dei materiali da parte di tutti gli utenti. È stato consolidato, infine, il tentativo di focalizzare l’attenzione, oltre che sul rapporto tra cartografia e letterature in senso tradizionale, sul filone, al momento marginalmente in- dagato, del rapporto con le letterature scientifiche: cartografia e neuroscienze, cartografia e scienze cognitive, cartografia e matematica.

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