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Origine ed evoluzione di un fenomeno virale: la Netflix

2.3. L’impatto delle OTT nel mondo: il primato made in USA e lo slancio Europeo

2.4.5. Cosa dicono di Netflix oggi?

La storia di Netflix e della sua conquista globale si presenta ricca di incredibili avvenimenti e di ancor più grandiosi traguardi. La situazione attuale sembra però virare verso un’altra direzione, complice forse la presenza di nuovi e affatto sprovveduti competitor nel mercato audiovisivo.

Scorrendo le notizie di alcuni giornali online e blog dedicati è possibile apprendere che a luglio 2019 Netflix ha registrato un incredibile quanto preoccupante calo degli abbonati. Tra i motivi più citati figurano il rincaro dei prezzi, una programmazione debole e la presenza di nuove piattaforme competitive.

Il rincaro dei prezzi. Alla chiusura del secondo trimestre l’azienda chiude con meno di 3 milioni di abbonati in più, una stima fortemente al di sotto delle attese

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che invece ne ipotizzavano circa 5 milioni. Il dato che principalmente attira l’attenzione è la perdita di ben 130 mila abbonati avvenuta negli Stati Uniti: in questo caso infatti è stata proprio la questione del prezzo a causare una così devastante emorragia. La nuova politica dei prezzi applicata negli USA ha visto portare l’abbonamento da undici dollari a tredici dollari al mese: un aumento sgradito agli utenti che, allo stesso tempo, non hanno visto alcun ampliamento dal punto di vista dell’offerta. Questo rincaro però non ha riguardato soltanto le tariffe oltreoceano, Netflix infatti ha aumentato l’abbonamento anche in Italia, dove a variare è stato il piano “Standard”, quello in visione HD. Inoltre, anche se per un brevissimo lasso di tempo, nello stivale italiano era stato addirittura abolito il mese di prova, una mossa azzardata e quasi subito revocata.

Una programmazione debole. Un altro dei motivi che è costato caro a Mr.Netflix è stata una programmazione definita da molti “debole”; le maggiori cause di questa affermazione sono sicuramente nuovi contenuti che sembravano ormai scarseggiare e serie tv apprezzate da tantissimi fan cancellate all’improvviso e senza spiegazioni. Per quanto riguarda questo ultimo punto, impossibile non ricordare il caso di Sense8, una serie che da subito ha raccolto un grande numero di fans ma che, a causa degli ingenti costi, è stata improvvisamente cancellata. La reazione dei fan non si è fatta però attendere ed è iniziata la mobilitazione in Rete: con una petizione che ha raggiunto 200 mila firme, gli amanti della serie sono riusciti a ottenere un finale di stagione, un lungo e unico episodio prodotto da Netflix allo scopo di dare una degna conclusione ai fans per una terza stagione impossibile da girare.

Nuovi e potenti competitor. Un fattore rilevante resta la presenza sempre più ingombrante di nuovi concorrenti: il mercato è oggi popolato da una grande quantità di nuove piattaforme di streaming online (Amazon, Hulu, HBO, Disney, ecc.) che, dopo aver osservato attentamente il percorso compiuto da Netflix, hanno compreso le potenzialità offerte dai servizi OTT e hanno cominciato ad emulare il colosso californiano. Netflix rimane il pioniere di questo percorso, ma sicuramente non è più l’unico concorrente in gioco e la battaglia sul mercato audiovisivo sembra farsi ogni giorno più competitiva.

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Quali sono state allora le soluzioni trovate da Hastings e il suo team dopo questa precipitosa caduta?

Prima di tutto, Netflix decide di puntare un’altra volta sul fattore novità e innovazione: grazie alle piattaforme di streaming online gli utenti hanno potuto sperimentare l’autorità di scelta non solo su cosa guardare, ma anche su come farlo. Non si parla soltanto della possibilità di utilizzare un device piuttosto che un altro, ma anche della lingua in cui visualizzare i contenuti: è stato notato infatti (almeno in Italia) che c’è una netta divisione tra coloro che scelgono di guardare film o serie tv doppiati in italiano oppure in lingua originale, con l’ausilio o meno dei sottotitoli. Soprattutto in America o nei paesi anglofoni, il doppiaggio è un fattore pressoché marginale, ma Netflix ha compreso che era invece una grande potenzialità nella quale investire.

“Con la crescita di prodotti creati non in lingua inglese, il colosso dello streaming ha deciso di puntare sul doppiaggio per ricoprire un maggiore numero di utenti, comprendendo quelli che non simpatizzano per i sottotitoli.

Secondo i dati forniti da Netflix, l’85% degli utenti americani della piattaforma preferiscono il doppiaggio ai sottotitoli per la serie The Rain (creata in Danimarca), il 78% per Dark (Germania), e il 72% per La casa de papel (Spagna).”23

Le lingue in cui Netflix doppia con maggior frequenza sono nove: francese, tedesco, italiano, turco, polacco, spagnolo (castigliano e dell’America Latina), portoghese brasiliano e giapponese. Per i sottotitoli invece le lingue utilizzate sono ventisette. L’importanza data al doppiaggio è diventata tale da spingere Hastings a creare una nuova posizione lavorativa, cioè il “Manager creativo per il doppiaggio inglese”. La speranza di Netflix è quella di trasmettere un nuovo valore aggiunto all’esperienza di visione di contenuti audiovisivi, dato proprio da una più attenta e ricercata tecnica di doppiaggio.

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Una mossa ulteriore concepita dal gigante californiano è stata quella di aggiungere un nuovo tipo di abbonamento. Si tratta di un esperimento momentaneamente attivo soltanto in India, ma risulta interessante analizzarlo in quanto tentativo di conquista e riconquista di abbonati. Oltre alle tre offerte già fornite (basic, standard e premium), è stato aggiunto il mobile plan: questo piano tariffario riguarda soltanto i dispositivi mobili come smartphone e tablet e prevede un costo mensile pari a 2,50 euro per la visione di film e serie tv in qualità SD su un unico dispositivo. Una grande novità che potrebbe interessare i giovanissimi, disposti a pagare di buon grado una cifra irrisoria per visualizzare contenuti da strumenti che già utilizzano in modo continuativo.

Infine, una manovra azzardata quanto apprezzata è stata quella condotta ad agosto 2019, quando Netflix si è schierata a favore dei diritti della comunità LGBTQ. Il clamoroso episodio è scoppiato in Francia dove un abbonato ha criticato la presenza di omosessuali nelle serie tv prodotte dalla piattaforma di streaming online. Netflix France ha subito risposto che in questo caso la sua presenza tra gli abbonati non sarebbe stata necessaria, proprio come a suo avviso non avrebbero dovuto esserlo le persone LGBTQ.

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Non sono mancate critiche in merito a questa replica, ma la grande maggioranza della popolazione ha sostenuto e apprezzato il supporto di Netflix alla comunità omosessuale rinnovando così la fiducia verso il gigante dello streaming online.

Ancora una volta Netflix si dimostra quindi attento ai bisogni e alle aspettative dei consumatori, adattandosi e trasformandosi in base a questi.