Demano è un impresa con sede a Barcellona che produce borse ed accessori con materiale riutilizzato (non riciclato), un progetto nato nel 1999 da tre architette colombiane, che prevede il riutilizzo di manifesti promozionali di eventi che avvengono nella città attraverso un accordo esclusivo con l’Ayuntamento (Municipio) di Barcellona.
Barcellona promuove infatti ogni suo evento culturale con striscioni e bandiere di PVC; demano nasce con l’idea di riutilizzare tale materiale di scarto e trasformarlo in borse ed oggetti di uso quotidiano. Un’idea nata per caso: dal momento in cui le fondatrici arrivarono a Barcellona le chiamò subito all’attenzione la quantità di materiale di comunicazione che la città generava ogni anno, si interessarono quindi a tutti quei teli e striscioni appesi in ogni angolo della città che promuovono esposizioni, eventi e festival culturali.
Si resero conto che la qualità del materiale era resistente, flessibile, impermeabile, di un design interessante e riutilizzabile, e, con questi primi teli creano delle borse che tra gli amici riscuotono successo.
Si intuì pertanto fin da subito il reale potenziale del materiale e di quanto interessante sarebbe stato lanciare un progetto che lo vedeva protagonista. Fu allora che nacque l’idea di presentare all’Ayuntamiento la proposta di dare una seconda vita a tutto questo scarto prodotto ogni anno e gettato senza alcun tipo di coscienza ecologica.
Si procedette con l’investigazione sul materiale e sul processo di elaborazione, e si formalizzò il progetto da presentare all’ Ayuntamiento. Fu in questo preciso momento che demano si formò come progetto e come marca.
Tutto nacque quindi per caso, quasi per gioco, grazie alla creatività come fonte di ispirazione principale si creò un business. L’intenzione iniziale non era infatti quella di fondare un’impresa se non quella di provare a capire in che modo, per interesse personale, dei manifesti potevano essere riutilizzati.
A tal proposito, prima di procedere con la descrizione del caso, sembra doveroso soffermarsi brevemente sulla distinzione di significato tra il vocabolo riutilizzo ed il vocabolo riciclo: il primo identifica un’azione che prevede il semplice impiego di un materiale già esistente, ma per scopi diversi rispetto a quelli per cui era stato indirizzato in origine, il secondo prevede invece il vero e proprio rimaneggiamento del materiale al fine di impiegarlo in attività più o meno diverse rispetto a quelle per cui veniva impiegato inizialmente. Demano è un’impresa coinvolta nella produzione sostenibile che basa la sua attività su il riutilizzo delle locandine della strada, costituite da materiale PVC, ma non sul riciclo di queste.
Si è precedentemente accennato che alla base del progetto vi era la creatività, si parla infatti di un progetto di idea e non di business: oltre all’ interesse per il riutilizzo vi era quello di voler dare un valore più elevato a tutte le grafiche presenti nelle locandine che una volta rimosse dalla strada finivano nel dimenticatoio, si capisce pertanto come la formazione e la predisposizione per il design e l’architettura delle tre imprenditrici colombiane fu determinante ai fini dello sviluppo dell’idea. L’intento principale era dare all’arte un’espressione più tangibile, le grafiche ed i “concept” delle illustrazioni erano di qualità e potevano assumere una loro identità se collocate in un prodotto finito, si voleva pertanto dare voce all’artista in maniera tale che il suo talento venisse in qualche modo maggiormente ripagato attraverso dei prodotti (le borse) che ne illustrassero lo stile, anche in modo continuativo nel tempo.
Venne stabilito un accordo con l’Ayuntamento di Barcellona e con tutte le istituzioni culturali che producevano i teloni: ICUB, La Fundaciòn Tapies, il MACBA (Museo d’ Arte Contemporanea di Barcellona), CCCB (Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona) per la gestione degli scarti di materiale utilizzato nella promozione dei loro eventi.
3.2 Il processo di sviluppo di demano
Lo sviluppo del progetto fu molto dispendioso. Da un lato era importante consolidare gli accordi con le istituzioni produttrici delle “bandiere” affinché dessero materiale con cui lavorare (con queste infatti si generarono accordi esclusivi per ricevere le bandiere stesse), dall’altro si dovette elaborare tutto il processo di progettazione e produzione e, dal momento che si trattava di un materiale che veniva dalla strada, il processo di selezione e pulizia doveva essere preciso ed adeguato.
La varietà di ciascun manifesto, permetteva di utilizzare il materiale delle bandiere in un forma ottimale riducendo al minimo i residui. Ogni borsa realizzata con tale materiale aveva l’obbiettivo principale di potenziare al massimo il disegno grafico di manifesti e bandiere proteggendo, allo stesso tempo, i diritti d’autore relazionati con essi e l’immagine delle organizzazioni che promozionano le diverse attività culturali.
Fu pertanto molto importante lavorare con i designer di tali bandiere al fine di conseguire i diritti delle immagini, in modo da includere gli artisti nella realizzazione del progetto ed allo stesso tempo trovare un ponte di giuntura tra designer illustratori dei disegni delle bandiere, e designer dei prodotti, in quanto per entrambe le categorie di artisti è importante che l’essenza del prodotto sia in grado di risaltare il suo contenuto e viceversa. Inoltre i prodotti dovevano rispondere alle esigenze della città: borse per la spiaggia, per andare in bicicletta, per andare a far la spesa e via dicendo. Barcellona è stata la fonte di ispirazione: il carattere culturale di questa città ha dato un senso al progetto. Barcellona produce grandi quantità di materiale di scarto all’anno, parte di questo materiale può essere riutilizzato, però un’altra parte significativa no. La capitale catalana è riconosciuta all’interno della Spagna come luogo emblematico di arte e di comunicazione, e pertanto in essa risiede un grande potenziale di creatività offerto anche dalla struttura urbanistica della città stessa.