UN FILO CONDUTTORE PER UN’ANALISI DELLA PRESENZA BIZANTINA IN CITTÀ
6. Cosa resta oggigiorno.
Si è già accennato al fatto che, nella Rimini odierna, la “Corte dei duchi” può essere semplicemente considerata un ricordo affidato alle conoscenze degli storici, nonché ad alcune testimonianze della toponomastica cittadina.
Cosicché, richiamando qui la situazione del tempio riminese, ci pare naturale proporre – in via di possibilità, verrebbe da dire; ma, a questo punto, si potrebbe forse anche parlare di buona probabilità – quale centro devozionale per il
Numerus Ariminensis proprio la chiesa di S. Vitale la quale, con
la sua antichità, le valenze connesse alla sua dedicazione, nonché con la vicinanza fisica alla Corte ducale, ci parrebbe possa ben essere ipotizzato quale luogo di riferimento religioso per le diverse generazioni di milites che, per lungo tempo, difesero il territorio di Ariminum da incursioni nemiche.
Tra l’altro, durante recenti scavi effettuati in zona, ai fini della conoscenza archeologica si è inteso salvare poco più del contenuto del fondo di un getto quattrocentesco,158 mancando così una possibilità di indagine del periodo bizantino in città.
156 DENNIS G., Byzantine flags, in “Proceedings of the Sixth Annual Byzantine Studies Conference, Oberlin, Ohio 24-
26 October 1980”.
157 BROWN, Gentlemen and Officers…, cit., pp. 93-94.
Tuttavia, sembrerebbe che, nel caso della chiesa di S. Vitale, le cose stiano diversamente.
La chiesa infatti,159 che si trova segnalata in diverse piante della città a partire da quella del Clementini allegata alla sua opera,160 fu soppressa nel 1806, ma il suo sito risulta indicato con precisione da L. Tonini, in Rimini dopo il mille.161 La ragione di tale precisione è, peraltro, ben chiarita dall’autore ove spiega che
159 L. TONINI, Rimini…, cit., p. 80.
160 CLEMENTINI , Racconto istorico..., cit.
161 TONINI, Rimini…, cit., p. 66.
Lo stabile formato dalle murature dell’antica chiesa di San Vitale come era visibile nel 1999. La freccia gialla in alto indica lo stemma settecentesco dei Canonici Riminesi ai quali la chiesa
appartenne nell’ultimo periodo della sua esistenza.
Verosimilmente lo stemma si trova ancora nel suo sito originale. La freccia gialla in basso indica il punto ove si trova murato un rilievo altomedievale verosimilmente proveniente dall’arredo della chiesa stessa. Probabilmente si tratta dei resti di un pluteo.
Un rilievo altomedievale, probabile resto dell’arredo antico della chiesa di San Vitale. Si dovrebbe trattare di un frammento di pluteo o forse di una pergula.
Lo stemma settecentesco dei Canonici della Cattedrale, cui la chiesa di San Vitale appartenne.
Si nota la colomba con il ramo di ulivo, simbolo dei Canonici di Santa Colomba.
ai tempi in cui egli scrisse la sua opera (tra il quinto ed il settimo decennio del XIX secolo), la chiesa «era ridotta a magazzino», aggiungendo anche «la cui struttura era assai brutta». A parte il fatto che, nelle valutazioni del Tonini, sembrerebbe che i giudizi sulla “bruttezza” degli edifici derivino loro dall’aver conservato l’aspetto medievale, rimane comunque evidente come lo studioso fosse in grado di valutare con precisione quale fosse stato lo stabile costituito sulle strutture dell’antico tempio.162
Ed infatti, recandosi sul posto, è capitato a chi scrive di constatare come lo stabile in questione esista ancora e come esso, sino al 1999, si mostrasse appunto quale un ambiente totalmente privo di divisioni interne e semplicemente soppalcato con un soppalco poggiante su massicce travi, antiche di almeno un centinaio d’anni.
Inoltre, raccogliendo informazioni sul posto, l’utilizzo del locale pare appunto essere stato quello di magazzino sino a tempi recenti. È stato poi anche possibile rendersi conto di come, a livello di tradizione del luogo, la consapevolezza dell’originaria destinazione templare dell’edificio sia ben presente e si sia, appunto, trasmessa da proprietario a proprietario.
Quanto all’esterno della struttura, al di là della presenza in facciata di un terrazzino che conferisce allo stabile una certa idea di abitazione civile, si può notare un fregio scolpito medievale murato nell’intonaco – forse resto di una pergula o più probabilmente di un pluteo - mentre è osservabile, ad una certa altezza, presumibilmente nella posizione originale, lo stemma verosimilmente settecentesco dei canonici della cattedrale dei quali la chiesa di S. Vitale fu pertinenza sino a quando fu soppressa.163
Nel 1999, al secondo piano, è stato realizzato un appartamento per civile abitazione.
162 La chiesa dovette subire gravi danni durante il terremoto del giovedì santo del 1672, durante il quale perì il parroco.
TONINI C. – TONINI L., Rimini, dal 1500 a 1800, Rimini 1887, ristampa Rimini 1971, p. 498. Dopo il terremoto del Natale 1786, la chiesa così si presentava: «Nella stabilitura interna di questa chiesa parrocchiale con due altari si vede
qualche piccola staccatura da doversi perciò risarcire. Sarà poi anche necessario mettere alcune chiavi di ferro a
traverso della facciata e rifare il campanile a ala, che trovasi cadente». Perizie dei danni causati alla città di Rimino
da tremuoto nella notte delli 24 Decembre dell’anno MDCCLXXXVI, Distese per ordine della Santità di ÑRO signore
PP. PIO SESTO felicemente Regnante ed alla medesima umiliate dall’Architetto Giuseppe Valadier, ASR, Ap. 619, p.
65.
163 La situazione dei resti della chiesa di S. Vitale, verosimilmente non ignota agli studiosi locali, non è mai stata