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Costi e esternalità negative

10 Analisi costi e benefici e delle esternalità

10.2 Costi e esternalità negative

Nel capitolo precedente è stato esposto come i green jobs siano in grado di aumentare il livello di occupazione. Eppure in ambito sociale non si ottengono unicamente benefici, infatti, nella valutazione sugli effetti per l’occupazione può aiutare la conoscenza di qualche caso reale. Nel caso spagnolo e riguardo i sussidi all’industria delle energie rinnovabili di quel Paese è indicato che: per ciascun nuovo posto creato in questo settore più di due posti sono persi nel resto dell’economia, ciò a causa della differenza nei costi di produzione dell’energia rinnovabile relativamente ai costi delle altre fonti energetiche (Airaghi, A., et al. 2014, pag. 80). Come detto la capacità di generare occupazione è una questione ancora controversa e discutibile.

A giustificare l’insoddisfazione riguardo alle attività della Confederazione Svizzera in merito al tema della sostenibilità, Alfredo Macchiati precisa che: “Altro aspetto critico riguarda la capacità di

scegliere “i migliori” (imprenditori, progetti e aziende) nell’erogazione di fondi pubblici che copiosamente dovrebbero sostenere l’innovazione. Si richiedono notevoli capacità gestionali dell’amministrazione e la disponibilità di set informativi elevati. I sussidi possono effettivamente essere, ma solo se utilizzati in modo mirato, lo strumento idoneo per introdurre tecnologie immature e possono essere anche impiegati per migliorare l’efficienza energetica” (Airaghi, A., et

al. 2014, pag. 81). Sono rilevati in questo modo due elementi emersi anche nella fase delle interviste, la frammentazione e il caos nella gestione a livello nazionale della sostenibilità e un legittimo basso sostegno a campagne di sussidi per gli investitori in simili pratiche.

Le risposte ricevute ai questionari e quelle riscontrate durante gli incontri hanno permesso di rilevare quattro tipologie di costi considerevoli, soprattutto finanziari, direttamente legati all’introduzione della sostenibilità in impresa. Si sono rilevati i seguenti costi:

 Costo dell’investimento

 Costo del mutamento della cultura aziendale

 Costo per formazione e apprendimento

 Costo dello stallo

Il costo monetario dell’investimento dipende da molteplici fattori legati alla struttura organizzativa aziendale e agli stabili in cui essa è inserita. Un buon sistema per la valutazione dell’investimento è l’esempio attuale, cioè l’Analisi Costi-Benefici. Attraverso questo sistema di valutazione è possibile analizzare il rendimento e il ritorno dell’investimento, dapprima attraverso il calcolo del Valore Netto Attualizzato (VAN), in seguito grazie al Tasso di Rendimento Interno (TIR) e il

Payback Period. La valutazione permetterà di capire se l’investimento è profittevole e se lo stesso

ha un ritorno positivo sufficientemente breve. Riguardo alla sostenibilità sembrerebbero essere accettabili periodi di rimborso non superiori a 6-7 anni, nonostante nella maggioranza dei casi si ritengono tollerabili periodi non superiori a 2-3 anni, in quanto la tecnologia avanza rapidamente e l’investimento rischia di diventare, oltre quest’ultimo periodo, obsoleto.

Il costo del mutamento della cultura aziendale va analizzato secondo due fattori. Il mutamento della cultura aziendale può avere, infatti, sia impatti finanziari sia impatti sociali rilevanti. Le campagne promozionali interne della sostenibilità vanno finanziate e continuamente sostenute da parte del management. Gli organi direttivi e decisionali hanno il compito di attribuire le corrette mansioni ai responsabili, ma non prima di aver creato delle linee guida, decaloghi e direttive per l’organizzazione aziendale riguardo alla sostenibilità. Rispetto alle campagne informative esterne, quelle interne hanno un costo relativamente inferiore, che però va impiegato e monitorato al fine di attivare i corretti approcci, i quali come osservato sono poi in grado di autoalimentarsi. I costi per le campagne sono pertanto iniziali e per un periodo di tempo di 3-4 anni, in seguito la sostenibilità diventerà automaticamente parte integrante della cultura, della visione e missione e dei valori di un’organizzazione. Altrettanto avviene per i responsabili, dove il management ha il compito di impiegare un responsabile per la sostenibilità, il quale per 3-4 anni la promuove la sostiene e da inizio ai vari progetti. Passato questo periodo, la sostenibilità entra a far parte della cultura

aziendale e una simile figura professionale non è più necessaria, se non per il monitoraggio, l’aggiornamento e il miglioramento continuo.

La formazione e l’apprendimento sono visti come costi unicamente per la contabilità. Un manager coscienzioso riconosce la formazione e l’apprendimento continuo quali investimenti nei confronti del capitale umano, il quale avrà in seguito competenze intrinseche aggiuntive e valorizzanti per la sua professione. Come osservato, la sostenibilità è un valore aggiunto per l’impresa, per cui un professionista che possiede simili conoscenze ha a sua volta un valore aggiunto maggiore rispetto agli altri professionisti che non hanno maturato simili esperienze. Inoltre questi impiegati sono dotati delle corrette abitudini riguardo alla sicurezza sul lavoro e sono pertanto meno propensi a comportamenti sbagliati che conducono a incidenti, i quali sono gravosi sotto ogni aspetto per qualsiasi azienda e per la società.

Infine i costi di stallo per la produzione sono chiaramente un costo finanziario in quanto in quel periodo l’impresa non è in grado di produrre beni e servizi. Gli investimenti sono quindi da integrare in azienda, possibilmente, durante i cicli di manutenzione in modo da evitare situazioni di stallo. È importante anche sottolineare che impianti e macchinari efficienti e tecnologicamente avanzati sono in grado di inviare informazioni riguardo al loro stato di usura, pertanto nei momenti di spegnimento si possono andare a correggere tempestivamente eventuali problemi che verrebbero a manifestarsi.

Per concludere è necessario anche che le imprese industriali siano sin d’ora consapevoli che il costo dell’energia in futuro tenderà ad aumentare. Questo implica che se già ora si attivano le corrette procedure, si ricercano sistemi di riciclaggio e reimpiego delle risorse e si utilizzano sempre più fonti rinnovabili per la produzione energetica interna, si eviterà di arrivare a una situazione futura in cui i profitti sono inferiori a causa di costi dell’energia maggiorati. Durante la compilazione telefonica dei questionari è stato possibile entrare in contatto con la ditta di trasporti pubblici più grande in Svizzera, la quale è a sua volta la maggiore consumatrice di energia elettrica. Questa impresa ha affermato che si stanno cercando sempre più forme alternative per l’utilizzo energetico, al fine di riuscire a ridurre il prezzo dei servizi offerti, coscienti anche del fatto che il prezzo dell’energia “verde” è già oggi più elevato rispetto a quello delle forme più convenzionali energetiche e consapevoli che il prezzo dell’energia elettrica tenderà in futuro ad aumentare.

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