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COSTI DI PRODUZIONE

Nel documento L ORDINAMENTO GIURIDICO E LA NORMA (pagine 22-25)

La produzione comporta diverse tipologie di costi:

 Costi fissi: sono i costi che bisogna sostenere per impiantare o potenziare un’impresa per renderla operante, mediante l’acquisto di beni strumentali necessari alla produzione, come fabbricati, impianti, macchine, attrezzature, ecc.;

 Costi variabili: sono i costi che bisogna sostenere per alimentare il processo produttivo, mediante l’acquisto delle materie prime e la retribuzione del personale direttamente impiegato nella produzione;

 Costi totali: è la somma del costo fisso e di quello variabile che l’impresa sostiene per realizzare la sua produzione;

 Costo unitario medio: è dato dal rapporto tra il costo totale e la quantità di produzione ottenuta;

 Costo marginale: rappresenta il costo in più che l’impresa deve sostenere per aumentare la sua produzione di una unità e ci consente di verificare se l’aumento di produzione dà luogo ad un utile oppure ad una perdita.

L’IMPRESA

Le imprese sono organi economici che, utilizzano le risorse naturali per produrre beni per lo scambio, allo scopo di ricavarne un guadagno.

L’impresa dopo che ha stabilito cosa produrre, deve stabilire in quale quantità e come produrre.

Dal punto di vista giuridico una prima distinzione delle imprese è quella tra:

- impresa privata. Nell’impresa privata il capitale ed i mezzi di produzione sono di proprietà di soggetti privati che perseguono con l’attività produttiva uno scopo di guadagno (lucro).

- impresa pubblica. L’impresa pubblica è quella che appartiene allo stato o ad altri enti pubblici (regioni, comuni) i quali perseguono normalmente scopi di interesse pubblico.

Dal punto di vista del soggetto titolare dell’impresa, questa può essere individuale o collettiva.

Quest’ultima assume la veste giuridica della società, che sorge in seguito ad un contratto stipulato tra più persone al fine di esercitare in comune un’attività economica organizzata, allo scopo di dividere gli utili. La legislazione italiana disciplina la società semplice (che opera nel campo agricolo o in quello del lavoro autonomo) e le società commerciali che svolgono un’attività industriale, intermediaria nella circolazione dei beni, di trasporto, bancaria o assicurativa, e altre attività ausiliarie delle precedenti.

IL MERCATO

Per mercato si intende il luogo in cui i produttori e i compratori si incontrano, quindi l’insieme delle operazioni che permettono loro di entrare in contatto al fine di realizzare la compravendita.

La funzione del mercato è quella di permettere lo scambio di beni, servizi e fattori della produzione.

Nelle società primitive, quando ogni famiglia consumava quello che produceva, lo scambio era raro. Lo sviluppo della società, ha portato con sé l'aumento dei bisogni e la consapevolezza che la divisione dei compiti permette un loro migliore soddisfacimento. Ciò perché, specializzandosi in una sola attività, ciascuno acquista una maggiore capacità di lavoro e quindi riesce a produrre di più. Si è cosi passati dalla fase in cui ciascuno produceva ciò che gli serviva per l’autoconsumo, alla divisione del lavoro e alla produzione per lo scambio.

Lo scambio delle merci è diventato quindi essenziale per ottenere ciò che ci permette di far fronte alle nostre necessità.

Il primo tipo di scambio è stato merce contro merce (baratto). Il baratto poneva difficoltà a volte insormontabili. Perché si realizzasse era infatti necessario che chi offriva un bene e ne desiderava un altro in cambio, incontrasse fisicamente un altro soggetto che avesse le esigenze opposte.

L’introduzione della moneta come unità di misura del valore di scambio dei beni ha semplificato enormemente i problemi. Con la moneta si possono infatti esprimere i prezzi (valori di scambio) di tutti i beni.

Non è più necessario quindi che si incontrino soggetti che domandano e offrono reciprocamente le merci, è sufficiente che chi ha prodotto un bene lo offra sul mercato a chi lo domanda in cambio del prezzo. Con la moneta cosi ottenuta egli potrà poi comprare i beni che desidera da altri produttori.

Dal baratto si è passati alla compravendita.

Nella realtà esistono tanti tipi di mercato quanti sono i beni e i servici che possono essere scambiati.

Si ha, il mercato delle merci che può riguardare i beni di consumo o i beni d’investimento.

Nel mercato dei beni di consumo le imprese assumono il ruolo di venditori e le famiglie quello di compratoti.

Questo mercato può essere visto come l’insieme dei singoli mercati dei beni di consumo, mercati che sono tra loro collegati, nel senso che la variazione dei prezzi in uno di essi determina movimenti anche negli altri.

Nei limiti del loro reddito le famiglie comprano quantità maggiori o minori dei vari beni, a seconda dei relativi prezzi e dell'intensità dei bisogni avvertiti. Ciascuno, dunque, in base al proprio reddito, effettua una graduatoria dei beni da acquistare. Nel mercato dei beni d’investimento le imprese acquistano beni e servizi prodotti da altre imprese. Anche in questo caso, a seconda dei beni considerati, si hanno mercati diversi, in generale tra loro interdipendenti.

A seconda della quantità di merci contrattate, possiamo avere il mercato all'ingrosso e il mercato al dettaglio.

Infatti i produttori vendono in genere le loro merci a commercianti, detti grossisti, che le comprano in quantità elevata per poi rivenderle ad altri commercianti, chiamati dettaglianti, che

operano direttamente a contatto con i consumatori. Nel corso di questi passaggi il prezzo delle merci aumenta, perché al prezzo al quale il produttore ha venduto il suo prodotto (prezzo alla produzione) si aggiungono per le spese di trasporto e il profitto del grossista (si ha cosi il prezzo all’ingrosso), e poi le spese di trasporto e il profitto del dettagliante (si ha così il prezzo al dettaglio).

Un'ultima distinzione riguarda l’ambito in cui avvengono le contrattazioni. Possiamo infatti avere il mercato locale, quello nazionale e quello internazionale.

Nel documento L ORDINAMENTO GIURIDICO E LA NORMA (pagine 22-25)

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