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Crediti di carbonio

Nel documento Consorzio Forestale del Canavese (pagine 144-147)

Crediti di carbonio

A seguito di uno studio approfondito sui crediti di carbonio volontari e il loro mercato il Consorzio Forestale del Canavese ha valutato tecnicamente e economicamente la possibilità di generare crediti VERs (Verified Emission Reduction).

Sulla base di questa valutazione non si è rilevata una convenienza sufficiente nell’assumere un indirizzo carbon oriented in sede di realizzazione del PFA e della relativa programmazione della gestione forestale attiva per la certificazione dell’emissione di crediti di carbonio VERs.

Tale valutazione è basata sulle seguenti motivazioni tecniche.

• Le caratteristiche dei boschi gestiti dal Consorzio e gli obiettivi di gestione selvicolturale non favoriscono la generazione di crediti di carbonio. La categoria forestale più rappresentata è quella delle Boscaglie pioniere di invasione, in buona parte incluse nella Compresa dei boschi senza gestione nel periodo di validità del Piano (SG), poiché non servite o con forti condizionamenti stazionali.

Sebbene tale categoria fornisca gli incrementi maggiori e in definitiva garantisca che la gestione attiva non asporti biomassa in misura maggiore agli incrementi totali, non essendo oggetto di gestione attiva non è utile alla generazione di crediti.

Seguono i Castagneti che frequentemente sono boschi cedui invecchiati;

l’intervento selvicolturalmente più opportuno per questi soprassuoli è la ceduazione, pratica che presenta un bilancio del carbonio fortemente negativo.

La terza categoria forestale è costituita dai rimboschimenti: questi costituiscono delle piantagioni di specie alloctone o fuori stazione, la cui gestione prevede spesso la sostituzione di specie con taglio di sgombero per favorire la rinnovazione naturale. Anche in questo caso tale gestione presenterebbe un bilancio del carbonio estremamente negativo.

• La gestione forestale operata dal Consorzio e il ventaglio di interventi che intraprende hanno una scarsa marginalità nella generazione di crediti, riducendone la competitività con le piantumazioni in terreni agricoli o i progetti off-set. Questo accade poiché gli interventi selvicolturali su boschi già affermati producono una scarsa addizionalità produttiva, ossia biomassa accumulata e carbonio stoccato in più, rispetto all’evoluzione naturale del bosco o una gestione business as usual.

• Secondo le indicazioni bibliografiche, in particolare il documento “Crediti di carbonio volontari da gestione forestale - Indirizzi per la Regione Piemonte18”, sono state proposte delle modalità di interventi selvicolturali carbon oriented che differiscono dagli interventi business as usual per minor prelievi e maggiori rilasci, finalizzati a una modifica strutturale dei boschi volta all’accumulo di biomassa. Queste sono state valutate come tecnicamente fattibili e, secondo delle elaborazioni grezze di bilancio della provvigione, con una discreta efficacia nell’accumulo di biomassa anche nelle particelle forestali con maggiore intensità di taglio. Manca però la certezza della sostenibilità economica di tali interventi

“carbon oriented”, non essendo possibile prevedere se la generazione di crediti data dagli impegni aggiuntivi compensi il mancato reddito generato dai minori prelievi. Questo accade poiché il valore di mercato dei VERs è aleatorio, tali interventi generano una marginalità nell’addizionalità produttiva molto limitata, e difficilmente i progetti di gestione forestale per la generazione di crediti VERs sono eleggibili da buona parte dei Brokers attivi sul mercato.

• Infine il mercato dei crediti di carbonio è ancora ricco di complessità e contraddizioni sia dal punto di vista tecnico che economico. In particolare in Italia permane il rischio di doppio conteggio tra i crediti di carbonio CERs proprietà dello Stato Italiano, generati dalla gestione forestale ma mai univocamente e geograficamente individuati, e i crediti volontari VERs. Simili problemi irrisolti dissuadono dal vincolare il PFA a impegni aggiuntivi di diverse decine di anni.

18 Approvato con Deliberazione della Giunta Regionale 6 febbraio 2017, n. 24-4638 della Regione Piemonte.

Da un punto di vista più ampio, la generazione di crediti di carbonio, quindi un aumento della biomassa forestale, è poco conciliabile con il paesaggio montano in cui opera il Consorzio; in tale area i boschi sono di per sé in aumento da decenni e gli obiettivi di gestione riguardano il mantenimento dello stock di carbonio in essi fissato.

Risulta poco sensato in questo territorio investire energie nell’aumentare la biomassa forestale a scapito della gestione di quella già presente, con il rischio di esporre i boschi ancora di più alle avversità naturali, come incendi nelle boscaglie di invasione o collasso dei boschi cedui invecchiati, che minacciano la conservazione di uno stock ben più grande di quello potenzialmente generabile dall’adesione al mercato dei VERs.

La gestione del PFA, coerentemente con queste valutazioni, asporterà biomassa per un valore uguale a circa il 90% degli incrementi totali delle foreste gestite, senza variare la biomassa iniziale ma conservandola. Questa è la gestione carbon oriented di cui si è dotato il Consorzio in base alle caratteristiche ed esigenze del paesaggio in cui opera.

In questo senso la strategia adottata dal Consorzio lascia una maggiore flessibilità di azione rispetto alla certificazione del PFA per la generazione di VERs che imporrebbe vincoli decennali.

Di contro, il Consorzio Forestale del Canavese intende valorizzare i servizi ecosistemici generati dagli habitat forestali che gestisce, tramite una strategia che permetta il loro mantenimento e miglioramento.

Il primo passo sarà l’ottenimento di una delle certificazioni PRO, dedicate ai servizi ecosistemici, emesse da PEFC o FSC; tale certificazione esige l’adozione di impegni aggiuntivi nel mantenimento e miglioramento sia dello stock di carbonio come anche della biodiversità, della fruizione turistica e delle funzioni di mantenimento dei cicli naturali da parte delle foreste. Così facendo verranno adottati degli impegni addizionali rispetto al PFA che andrà a costituire il business as usual del Consorzio.

Accompagnata da una corretta promozione, la certificazione dei servizi ecosistemici permetterà di acquisire riconoscimento pubblico e affidabilità spendibili nel mercato dei servizi ecosistemici per finanziamenti derivati da imprese (green marketing) e da privati cittadini (crowdfunding, riduzione dell’impronta ecologica). A essi si affiancano i bandi di fondazioni o altri enti che potranno decidere di investire in sostenibilità.

Nel documento Consorzio Forestale del Canavese (pagine 144-147)