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La crisi del sistema bancario, banche e piattaforme di Peer to Peer Lending sono concorrenti?

sono intermediari? – 3.6 La crisi del sistema bancario, banche e piattaforme di Peer to Peer Lending sono concorrenti?

3.6 La crisi del sistema bancario, banche e piattaforme di Peer to Peer Lending sono concorrenti?

La riduzione dei costi di asimmetria informativa, la gestione della liquidità e dei rischi rendono unico e necessario il ruolo delle banche dal punto di vista teorico e alcuni studi hanno evidenziato che sistemi bancari più sviluppati influenzano la crescita economica, allo stesso modo però, le caratteristiche intrinseche delle funzioni delle banche sono alla base della fragilità del sistema, che la crisi finanziaria ha messo in luce. Di conseguenza se da un lato le banche ricoprono un ruolo fondamentale nel mercato del credito, poiché svolgono il ruolo primario di ridurre l’asimmetria informativa, e nel funzionamento dell’economia in generale è altresì vero che nelle crisi giocano il ruolo di propagazione del contagio di eventi negativi a causa delle interconnessioni sempre più sviluppate. Le piattaforme di Peer to Peer Lending invece, come altri canali di finanza alternativa, non incorporano ancora tale rischio, poiché non hanno una struttura a rete. Inoltre l’attività delle piattaforme spesso è molto specializzata e risponde ad una necessità di semplificazione delle modalità di erogazione del credito offerte dalle banche. Queste ultime svolgono attività sempre più vicine al mercato mobiliare oltre che occuparsi dell’erogazione del credito a imprese e famiglie. Molti studi hanno analizzato il ruolo degli intermediari creditizi bancari e non bancari della finanza indiretta nell’economia e il loro ruolo nella propagazione delle crisi economiche, come quella del 2007-2008. Adrian e Shin (2008) sottolineano inoltre l’interconnessione tra il sistema bancario e i mercati finanziari a causa del maggior impiego di risorse nel settore delle banche d’investimento, rispetto alla semplice attività di raccolta di risparmio ed erogazione del credito. Ciò è stato causato dall’espansione della cartolarizzazione dei crediti78. Lo studio analizza l’impatto degli intermediari finanziari nell’influenzare l’economia reale, in particolare il PIL, i risultati mostrano una correlazione positiva. Molti sono i modelli teorici e le analisi empiriche che studiano le reti all’interno del mercato del credito e i sistemi di contagio, Rochet e Tirole (1996) sviluppano un modello in cui i prestiti interbancari sono soggetti ad un monitoraggio peer to peer. Ciò che è importante rilevare ai fini di questo lavoro è che il rischio sistemico creato dal mercato interbancario e dall’integrazione tra l’attività creditizia e

78 La cartolarizzazione dei crediti consiste nel cedere le attività della banca a società veicolo che le acquistano per immetterle nel mercato sotto forma di titoli obbligazionari.

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quella mobiliare rendono il sistema fragile e soggetto a continui interventi da parte degli organi di vigilanza per creare maggiore stabilità. Lo sviluppo del mercato secondario dei prestiti erogati dalle banche e le modalità di trasferimento del rischio di credito è alla base della propagazione della crisi finanziaria e ha provocato il fenomeno della contrazione del credito da parte delle banche79. Il rischio di credito può essere trasferito tramite la cosi detta cartolarizzazione. Quest’ultima “scompone il ruolo dell’intermediazione creditizia in due fasi: quella in cui i prestiti vengono originati e quella in cui vengono detenuti come debiti. Le banche possono erogare prestiti e poi anziché detenerli fino alla scadenza, cederli sul mercato.” (Scannella, 2011, p. 341). Tutto ciò lascia maggior spazio a modelli alternativi di erogazione del credito. Lo spazio di mercato si è creato anche a causa di perdita di reputazione e conseguente riduzione della fiducia di risparmiatori e richiedenti nei confronti delle banche ed una necessaria semplificazione dell’attività. Rimane ancora questione aperta se il sistema bancario e quello delle piattaforme di prestiti online volgeranno verso l’integrazione e la convergenza di erogazione del credito o rimarranno entità distinte. Possiamo concludere però sostenendo che non si tratti di concorrenti, andando a soddisfare due segmenti del mercato differenti. A conferma di ciò, in Inghilterra, dove il mercato delle piattaforme di Peer to Peer Lending è particolarmente sviluppato, è stato introdotto il “Bank Referral Scheme” per legge, cioè nel momento in cui le banche negano l’erogazione di un prestito ad una PMI, devono trasferire tutte le informazioni raccolte a delle piattaforme, anche queste individuate dal legislatore, che mettono in comunicazione le imprese con canali di finanza alternativa, come le piattaforme di peer to peer lending80, con lo scopo di finanziare progetti che non rientrano negli schemi di affidabilità creditizia delle banche, ma che possono creare valore. De Roure et al. (2016) staudiano il mercato del credito al consumo in Germania e Auxmoney, la principale piattaforma di prestiti tedesca, “How does P2P Lending Fit Into the Consumer Credit Market?”, dimostra come i prestiti on line peer to peer non costituiscano un potenziale concorrente per le banche, andando a soddisfare un segmento di clientela (alto rischio, basso volume) che le tradizionali istituzioni finanziarie lasciano insoddisfatta. Le ragioni di questo comportamento da parte delle banche sono molteplici e riscontrabili soprattutto nel fatto che un tasso di default più elevato significa detenere delle

79 Ulteriore contrazione rispetto a quella spiegata dal razionamento dei credito nella teoria bancaria. 80 Lo schema è stato introdotto nel “Small Business, Enterprise and Employment Act” (2015) ,ma la sua applicazione è iniziata solo nel novembre del 2016.

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provviste per assorbire le perdite più elevate, ancor più con i nuovi requisiti patrimoniali, introdotti in seguito alla crisi finanziaria. Inoltre il costo marginale di un prestito erogato in più da parte di una banca è maggiore rispetto a quelli dei prestiti erogati on line, quindi anche a parità di tasso di rendimento, la profittabilità esistente per le piattaforme potrebbe non essere sufficiente per le banche. (De Roure et al., 2016)

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Capitolo IV

Analisi dell’ecosistema italiano e